Due minuti e trentatrè secondi. Il tempo delle bombe dei suoi lunghi (una a testa per Chiarastella e Dudzinski) e che Torino impiega per trovare il primo canestro dal campo, sorretta da un eccellente primo tempo di Fantoni (tutti suoi i primi sette punti). Tanto dura il sogno della Moncada Agrigento di rovinare la festa ad una Pms che, invece, sceglie la serata giusta per giocare la partita perfetta e coronare il ritorno in Serie A 22 anni dopo.
E non perché trova una ottima percentuale da 3 (il 10/17 lieviterà sensibilmente quando la partita è già andata), ma grazie piuttosto ad un’ottima distribuzione dei tiri (43 da 2 e appunto 17 da 3) costruiti con pazienza e dopo almeno un paio di ribaltamenti e, soprattutto, una difesa che lascia poco o nulla ad una stordita Agrigento.
Le vie perimetrali dell’attacco di Ciani sono ostruite da un atteggiamento aggressivo e spesso al limite ma intelligente (aiuto e recupero intenso su Piazza, cambio sistematico su tutti gli altri grazie all’interscambiabilità di Rosselli e Mancinelli) e in grado di annebbiare soprattutto il folletto avversario. Evangelisti tenuto ad appena tre tiri presi dal campo è il coronamento di una difesa che concede appena 16 punti al terzetto di esterni titolare, che non trova mai il guizzo giusto per accendere una partita di cui gli uomini di Bechi prendono il controllo fin da subito, convertendo con efficacia le 15 palle perse biancazzurre.
E infatti è merito dei lunghi (28 punti per la coppia Chiarastella/Dudzinski) l’unico svantaggio sotto la doppia cifra (54-45 a inizio terzo quarto) dell’intero secondo tempo per la matricola ospite, nuovamente sommersa da un attacco in cui Mancinelli dal post prima apre il campo per gli altri e poi si mette in proprio e dove ognuno trova i suoi spazi, come se fossero passati anni e non appena tre mesi dagli isterismi della Coppa Italia di Rimini fallita malamente. Agrigento non riesce mai ad imporre il suo ritmo alla partita, ma soffre sorprendentemente ancor più in difesa, “l’unica arma che abbiamo per riaprire la partita”, aveva detto Ciani con successo sotto di 12 in gara 4, ma che stasera crolla inesorabilmente di fronte ad un attacco di Torino tanto lucido, quanto paziente nell’andare sistematicamente al ferro a trovare le soluzioni migliori.
Quarantanove punti subiti nel solo primo tempo sono oggettivamente troppi per contrastare una squadra che ha definitivamente smaltito lo spavento della rimonta subita in gara 4 e alla quale stavolta non viene il “braccino” per la paura. Anzi. La Manital difende che è un piacere, le continue rotazioni di Bechi riescono a coinvolgere positivamente gli otto uomini impiegati finchè la partita è viva e il vantaggio tocca più volte le venti lunghezze. La Pms, che ha saputo far tesoro delle oltre 1400 presenze in serie A e l’esperienza internazionale dei suoi giocatori proprio nella gara più importante, può cominciare presto la festa per il meritato sbarco in Serie A, anche perché Agrigento è sulle gambe e non ha più la forza di rientrare. Ciani omaggia i suoi richiamandoli anticipatamente ad uno ad uno in panchina, mentre il PalaRuffini si prepara per la pacifica invasione.
Quella che lo scorso anno svanì sul più bello a Trento e due anni fa era mancata quando la promozione in A2 giunse al termine di una equilibratissima gara 3 sul campo di Matera. La finale, in ogni caso, ci regala un messaggio inequivocabile, quello dell’attenta programmazione. Torino vince con merito il suo secondo campionato in tre anni, Agrigento è andata vicinissima sin da subito, da neopromossa, al bersaglio grosso. Che nulla toglie alla sua meravigliosa stagione, invocando il positivo precedente di chi stasera l’ha battuta e le ha concesso l’onore delle armi..
Manital Torino – Moncada Agrigento 93-70
Parziali: 28-21; 49-37; 68-51; 93-70.
Manital: Giachetti 20, Mancinelli 17, Fantoni 16, Lewis 13, Rosselli 2, Viglianisi 2, Pichi, Vangelov, Bruttini, Gergati 5, Miller 18.
Moncada: Evangelisti 4, Chiarastella 13, Dudzinski 15, Piazza 4, Williams 8, Vai, De Laurentiis, Portannese 1, Udom 8, Saccaggi 17. All. Ciani
Donatello Viggiano