C’era attesa per la 29ma giornata del campionato di Serie A, e il penultimo turno di regular season – che ha visto finalmente scendere tutti sul parquet in contemporanea – non ha assolutamente tradito le aspettative, anzi: si è assistito ad una grande domenica sera di basket in cui non sono mancati suspense e risultati a sorpresa, che in vista dell’ultima giornata delineano una situazione di classifica più chiara ma con qualche nodo ancora da sciogliere. Prima di esplorare le posizioni di vertice e quelle che assegneranno gli ultimissimi posti playoff, è però doveroso partire dal fondo, da quella lotta-salvezza dove si è completato ciò che sembrava impossibile: il sorpasso della Pasta Reggia Caserta sulla Consultinvest Pesaro, che a 40 minuti dal termine della stagione scende così all’ultimo posto, l’unico che “condanna” alla retrocessione in A2. Il risultato più clamoroso di giornata è infatti il netto successo casalingo della Juve ai danni di una Grissin Bon Reggio Emilia quasi irriconoscibile, sempre sotto nel punteggio di fronte ad una Caserta molto più determinata.
Mentre, come da pronostico, Pesaro cadeva al Pianella contro l’Acqua Vitasnella Cantù, Mordente e compagni mettevano la freccia trovando la terza vittoria consecutiva, quella che oggi gli permette di non essere più il fanalino di coda della classifica dopo tutta una stagione di sofferenze. Un girone fa, al termine del penultimo turno di andata, la Pasta Reggia era desolatamente ancora arenata a quota zero punti; nelle ultime 15 gare il bilancio ha quindi segno positivo, 8 successi e 7 sconfitte, ma per completare l’opera resta da fare l’ultimo e più importante passo. Al termine di un campionato in cui queste due compagini sono sempre state le uniche vere rivali nel discorso salvezza, è giusto che a decidere tutto sia lo scontro diretto, che domenica prossima le metterà di fronte alla Adriatic Arena. A mescolare le carte c’è ancora la variabile del punto di penalizzazione, quel punto che martedì Caserta potrebbe vedersi riassegnare: nel caso in cui i campani salissero a 16, a Pesaro resterebbe l’unica possibilità di vincere ribaltando la differenza canestri (+7 per la Juve all’andata al PalaMaggiò).
In caso contrario, il match assumerebbe i contorni del più totale spareggio. Da ambo le parti non ci sarà di certo bisogno di caricare la squadra e i tifosi, ma tra le due è la Consultinvest quella chiamata ad arrivare a questa partita con uno spirito nuovo: Pesaro non vince più dallo scorso 15 marzo, da lì in poi 7 stop di fila, mai sfigurando, quasi mai prendendo imbarcate o dando l’impressione di aver mollato, ma sono pur sempre 7 sconfitte che hanno man mano fatto precipitare la classifica e l’autostima. Contro una avversaria che invece arriverà all’appuntamento stracarica, con tanto entusiasmo e con rotazioni più lunghe, serviranno orgoglio e nervi saldi. Gli stessi nervi saldi che dovranno mantenere tutte le tante squadre che affronteranno gli ultimi 40′ di stagione regolare con ancora un obiettivo da conquistare; a partire dall’obiettivo secondo posto. Chi in tal senso deve mangiarsi le mani è l’Umana Venezia: la sconfitta di Reggio Emilia a Caserta avrebbe potuto mettere la parola fine sulla bagarre per la piazza d’onore, in caso di affermazione della Reyer in quel di Sassari.
Ma dopo una prima metà di gara in cui Venezia ha largamente condotto le danze, la ripresa ha rovesciato tutto, regalando al Banco di Sardegna la soddisfazione di ritrovare la vittoria dopo 5 battute d’arresto consecutive e di salutare momentaneamente i propri tifosi – dandogli appuntamento alla post season – con 2 punti che fanno morale. Niente di compromesso, ci mancherebbe, per la Reyer: l’ultima giornata prevede infatti per Venezia e la Reggiana due impegni casalinghi, rispettivamente contro Capo d’Orlando e Brindisi, avversarie che hanno già conseguito i loro obiettivi; a Ress e compagni basterà vincere per non dover affatto tenere in considerazione il risultato del PalaBigi. L’affermazione di Sassari lascia tutto aperto anche per il discorso quarto posto, dove la Dinamo resta a pari punti con la Dolomiti Energia Trento, autrice di una vittoria rocambolesca quasi all’ultimo secondo sul parquet dell’Upea Capo d’Orlando. Anche qui il “destino” è nelle mani di Trento, in vantaggio negli scontri diretti contro i sardi, che domenica prossima ospiterà Bologna mentre i ragazzi di coach Sacchetti chiuderanno la regular season a Cremona.
Le due squadre hanno comunque la certezza di doversi affrontare nel primo turno dei playoff, e l’ultima giornata avrà il “semplice” scopo di definire chi usufruirà del fattore campo. Mentre l’Enel Brindisi è ormai sicura del suo sesto posto finale, dopo la pressoché indolore sconfitta casalinga contro la capolista EA7 Milano, la grande bagarre per la conquista degli ultimi due posti playoff va schiarendosi, con il lotto delle contendenti che subisce una decisa scrematura: escono infatti dai giochi la Vanoli Cremona e l’Acea Roma, uscite battute rispettivamente dai parquet di Avellino e di Bologna. Se quella della Sidigas è però una vittoria che vale solo per la gloria e per salutare con dignità il proprio pubblico dopo una annata al di sotto delle aspettative, il match di Casalecchio costituiva una sorta di “dentro o fuori” in chiave post season. Ad avere la meglio è stata la Granarolo Bologna, confermatasi molto difficile da battere in casa e trascinata – come spesso accaduto in stagione – dai suoi americani Hazell-Ray.
Questo successo regala alle V nere la sicura qualificazione ai playoff, con Roma che ne resta fuori con tanti rimpianti per un campionato fatto di eccessivi alti e bassi, condizionato sia dall’avventura in Eurocup che dai quasi ininterrotti problemi di roster: infortuni, cambi in corsa, giocatori non più rientrati alla base, nella capitale si è visto quasi di tutto; in casa Virtus Roma il rammarico maggiore deve però essere quello per i tanti punti persi per strada, in particolare contro le “piccole”, e forse sarebbe bastato poco per centrare un obiettivo che avrebbe contribuito a ridare qualche stimolo e slancio in più ad una piazza in cui il futuro prossimo è – come già da qualche anno a questa parte – incerto. Di contro, la Virtus bianconera torna ai playoff dopo tre anni di assenza, e ci arriva grazie al lavoro dello staff societario e tecnico, che hanno costruito una squadra eterogenea, giovane ma con qualche elemento di maggiore esperienza al posto giusto, definita nelle gerarchie e con il corretto mix tra il nucleo italiano e americani in grado di fare la differenza.
La già citata vittoria casalinga dell’Acqua Vitasnella Cantù su Pesaro permette alla compagine brianzola di avere un piede e mezzo nei playoff anche grazie ad un’altra delle sorprese di giornata: il tracollo della Giorgio Tesi Group Pistoia, che sul parquet amico viene travolta dalla Openjobmetis Varese. I toscani si disuniscono sul più bello, quando andava fatto il passo decisivo per confermarsi tra le prime 8 del nostro basket per il secondo anno consecutivo, crollando soprattutto difensivamente davanti ad una Varese capace di chiudere il primo tempo a quota 58 e l’intero match sopra i 100 punti a referto. Entrambe devono quindi mangiarsi le mani: Pistoia per il sogno-playoff che va svanendo (servirà un miracolo domenica prossima a Milano, e anche un clamoroso successo al Forum potrebbe non bastare) e Varese per aver trovato solo nelle ultime settimane – con 4 vittorie di fila – quella quadratura e quella lucidità che le avrebbero permesso di andare incontro ad una stagione ben diversa.
Daniele Ciprari