A quattro giornate dal termine della regular season, la Serie A 2014/2015 ha il suo primo verdetto ufficiale: l’EA7 Emporio Armani Milano è la squadra che si affaccerà ai playoff con la testa di serie numero 1. Un primo posto in classifica che non rappresenta di certo un risultato a sorpresa, tale esito era pressoché scontato da diverse settimane, ma legittimato pienamente dalla ampia vittoria casalinga ottenuta domenica contro l’Acea Roma, che per i campioni d’Italia in carica costituisce il ventesimo risultato utile consecutivo in campionato. Numeri importanti per una società e un roster partiti sì con tutti i favori del pronostico sin dalla scorsa estate, ma chiamati giorno dopo giorno a doversi sempre confermare, a dover tenere sempre fede alle aspettative, nonché “gravati” dell’obbligo di non poter fallire l’ultimo – seppur principale – obiettivo stagionale, dopo non aver aggiunto in bacheca né la Supercoppa né la Coppa Italia e dopo una eliminazione dall’Eurolega che ha lasciato certamente qualche rimpianto per le occasioni perdute qua e là.
In attesa oltretutto di recuperare, questo giovedì, l’atteso derby lombardo contro Cantù, dall’alto dei suoi 8 punti di vantaggio l’Olimpia può guardare con fiducia alla post season e scoprire man mano i nomi delle avversarie da affrontare lungo il cammino verso lo scudetto. Alle spalle dell’EA7 continua infatti ad essere accesa ed incerta la corsa al secondo posto, corsa che a questo punto della stagione sembra essere circoscritta a due sole compagini, la Grissin Bon Reggio Emilia e l’Umana Venezia. Sconfiggendo rispettivamente il Banco di Sardegna Sassari e l’Acqua Vitasnella Cantù, i reggiani e i veneti restano a braccetto in classifica a quota 38 punti: due vittorie casalinghe convincenti, che per l’ennesima volta in stagione dimostrano quanto sia Reggio che la Reyer abbiano la loro principale forza nel collettivo, nel gruppo, in cui esistono sì delle gerarchie e dei “primattori”, ma in cui anche i “comprimari” non fanno mai mancare minuti di qualità e sostanza.
Particolare rilevanza ha poi l’affermazione della Grissin Bon ai danni di Sassari: perché ottenuta con un roster in condizioni ancora una volta incomplete (senza Cervi e Mussini), e perché con buona probabilità estromette la squadra sarda dalla lotta per la piazza d’onore. È innegabile che, dopo l’euforia data dal trionfo in Coppa Italia e la striscia di risultati immediatamente successiva, per la Dinamo sia sopraggiunta una fase di risacca: quella arrivata al PalaBigi è per coach Sacchetti e i suoi la terza sconfitta consecutiva, stop che non solo allontana di 4 punti la coppia Reggio Emilia-Venezia, ma costringe i sardi ad approcciare gli ultimi 4 turni di campionato dovendosi guardare alle spalle e dovendo difendere il quarto posto. Soltanto due punti più in basso sta infatti arrivando la Dolomiti Energia Trento: la squadra di coach Buscaglia ha ormai svestito da tempo i panni di “semplice” squadra rivelazione per entrare a pieno titolo in quelli di realtà consolidata, e in casa contro la Consultinvest Pesaro è arrivato il quinto successo di fila.
È vero che non ci sono enormi differenze tra il concludere la stagione regolare al quarto o al quinto posto, l’avversario da incrociare nei playoff è lo stesso e la sola variabile è il fattore campo a favore nell’eventuale gara-5, variabile che a volte fa però la differenza. Senza contare la soddisfazione morale e il prestigio di chiudere 30 giornate di campionato tra le prime 4 in classifica; per queste ragioni certamente Trento cercherà l’impresa, difficile ma non impossibile, considerando anche che gli scontri diretti contro il Banco di Sardegna vedono Pascolo e compagni avanti 2-0. Un’occasione per agganciarsi a sua volta alla lotta per la quarta piazza l’ha invece persa l’Enel Brindisi, battuta col minimo scarto a Capo d’Orlando da un’Upea orgogliosa, che ha così raggiunto la matematica salvezza e lasciato i pugliesi fermi a quota 30 in classifica. È alle spalle dell’Enel che restano da assegnare gli ultimi due posti playoff, e sono a questo punto 6 le squadre che coltivano l’ambizione di agguantare questi ambiti piazzamenti.
Nell’altalena della caccia alla post season, vede risalire le proprie quotazioni la Vanoli Cremona: i ragazzi di coach Pancotto approfittano dello scontro diretto casalingo contro la Granarolo Bologna superando – pur con sofferenza nel finale – le V nere e agganciano proprio i bianconeri al settimo posto, lasciando 2 punti più in basso il terzetto Roma-Cantù-Pistoia, tutte uscite sconfitte da questa 26ma giornata. Si rilancia, in cerca di una rimonta che avrebbe del clamoroso, anche la Sidigas Avellino; da quando Fabrizio Frates è arrivato sulla panchina irpina sono arrivate 2 vittorie in 3 gare, 2 successi casalinghi contro delle dirette concorrenti, compreso quest’ultimo arrivato nel posticipo del lunedì ai danni della Giorgio Tesi Group Pistoia. Le lunghezze di ritardo dalla coppia Cremona-Bologna sono ancora 4, ma in casa Sidigas sembra essere tornato il sereno e anche il calendario dei biancoverdi sembra essere quello meno ostico, rispetto alla maggior parte delle rivali. Ripetiamo, questa rimonta (se completata) sarebbe clamorosa, ma un occhio sul cavallo di rincorsa è sempre bene gettarlo.
A completare il quadro di giornata, la sfida di Masnago tra due delle grandi deluse di questo campionato, l’Openjobmetis Varese e la Pasta Reggia Caserta: il successo dei padroni di casa permette a Varese di conquistare l’aritmetica salvezza, di certo non c’è moltissimo da festeggiare, considerando che a inizio ottobre si coltivavano altre aspirazioni, ma dando uno sguardo d’insieme alle molteplici difficoltà che la squadra lombarda ha incontrato in questi mesi non si può che prendere questa salvezza come uno stimolo per ripartire subito, con raziocinio e programmazione. Il rovescio della medaglia sta invece in casa Juve Caserta, ormai prossima alla retrocessione in A2; con sole quattro giornate ancora da affrontare, forse neanche i più ottimisti tra i tifosi campani conservano ancora una minima fiammella di speranza. L’augurio di tutti è che la discesa nella seconda serie non rappresenti, per una grandissima realtà del nostro basket, un primo passo verso ulteriori e spiacevoli ridimensionamenti.
Daniele Ciprari