Vince la Virtus Bologna, che riscatta l’opaca prova di Caserta, superando a domicilio Cantù in una gara pazza e giocata a ritmi vertiginosi. Quarta vittoria nelle ultime cinque gare per i felsinei che continuano a guardare con sempre più ottimismo all’ottavo posto. E’ stata una partita davvero dalle mille emozioni, con un primo tempo dominato dagli uomini di Valli, con poi il rientro violento dal -15 di Cantù nel terzo quarto, fino al sorpasso addirittura, il nuovo stacco virtussino (ancora +15) e l’ultimo disperato tentativo di rientro bianco blù, frustrato però dalla stanchezza e dalla poca lucidità. Vittoria che gasa l’ambiente bianconero, che continua a godersi una squadra che dà nettamente l’impressione di giocare con grande leggerezza di spirito, cosa esemplificata dai numeri offensivi di oggi (difesa canturina decisamente correa…): 108 punti realizzati, 50% da due (un traguardo, viste le difficoltà in passato), 13/27 da tre, 31 rimbalzi con 15 offensivi, 33 tiri liberi conquistati. La squadra in casa quando prende fuoco in attacco è davvero difficilmente arrestabile, e soprattutto continua a confermarsi come punta di diamante ritrovata Jeremy Hazell, autore di una prova superlativa da 33 punti con 12/19 al tiro, incluse alcune triple davvero impossibili, ancora più determinante visti i problemi fisici che hanno limitato non poco Allan Ray. Il numero 21 della V Nere nel 2015 viaggia a 22.8 punti di media, cifre probabilmente anche superiori a quelle che erano le attese al suo arrivo, ma che rendono bene l’idea di come questa Granarolo abbia trovato i suoi solidi equilibri interni che la stanno portando ad essere un osso durissimo per tutti. Anche la crescita di Gaddy (oggi ottimo con 15 punti e 7 assists) ne è spia. Un giocatore molto scolastico agli inizi, quasi intimidito nel guardare il canestro, che oggi tiene il campo con autorità, detta i tempi dell’attacco alla grande, ma sa anche essere pericoloso al tiro (almeno un paio di triple pesanti per lui). Lodevole come al solito Ray, che gioca sempre più acciaccato, ma riesce a dare il suo contributo in un modo o nell’altro, solido, seppur limitato dai falli, Okaro White, in fiducia anche al tiro, presenze difensive importanti Mazzola e Fontecchio, e ancora cose discrete da Reddic, che, è ufficiale, è stata una presa molto positiva al posto dell’inguardabile Gilchrist. Sfuma il sogno della quinta vittoria consecutiva per Cantù, invece, che dopo i bagordi infrasettimanali di coppa, incappa in una delle prove che ne hanno caratterizzato la stagione: black out paurosi (primo tempo e primi 5’ dell’ultimo quarto) alternati a rimonte furiose (dal -15 al +1 in meno di un quarto di gioco), trascinate dal talento innegabile dei propri giocatori. Quello che hanno combinato Ivan Buva e Darius Johnson Odom nella terza frazione è stato un qualcosa di pazzesco, ma riuscire ad essere vincenti quando alle spalle si ha una difesa che non dà alcun tipo di copertura è impresa davvero ardua. Bologna ha segnato anche tanti tiri difficili, è vero, ma per larghi tratti ha potuto giocare con troppo facilità, trovando autostrade per le penetrazioni e spazi enormi sugli scarichi. Hanno latitato in maniera paurosa Jones e Hollis, punto debole della squadra oggi, mentre ha cercato di fare il possibile Gentile, che ha avuto minuti extra in campo, vista l’assenza pesante di Feldeine, alternando errori gravi a giocate importanti. Buon primo tempo di Williams, sparito nella ripresa, impalpabile Shermadini, da rivedere Laganà e Abbass.
Partenza bruciante per Cantù, che in 20” segna due volte con Johnson-Odom, ma i padroni di casa non stanno certo a guardare e danno subito palla in mano al proprio fromboliere principale, Allan Ray, che mette 7 punti filati, inclusa una curiosa tripla in terzo tempo. Partita decisamente più per gli amanti dell’attacco che delle difese, anche se Cantù fa parecchia confusione e perde diversi palloni nelle primissime battute. Bello il duello di centimetri sotto canestro tra Cuccarolo e Shermadini, Johnson-Odom commette il secondo fallo dopo pochi minuti. Una tripla di Gaddy e due liberi conquistati in contropiede da Hazell danno il primo mini allungo a Bologna (16-11), che poi trae enorme energia dell’ingresso in campo di White (partito della panchina per avere, appunto, i centimetri di Cuccarolo da opporre alle leve di Shermadini). L’uomo da Florida State segna in fade away, da sei metri, da rimbalzo in attacco e ci mette pure un viaggio in lunetta (23-16 Virtus). Vista la pigrizia della propria difesa e le difficoltà a contenere White, Sacripanti passa a zona, ma Imbrò le dà subito il benvenuto con una tripla che, seguita da un suo libero, dà il primo massimo vantaggio alla Granarolo sul +9 (27-18). Solo un canestro siderale da tre punti di Gentile tiene l’Acqua Vitasnella a una distanza accettabile alla prima sirena (27-21).
Bologna riapre le danze con due palle perse nei primi due possessi, ma Cantù, dall’altra parte, nonostante banchetti a rimbalzo offensivo, spreca ancora di più. Si prende, allora, una coppia di viaggi in lunetta Fontecchio, per tenere l’inerzia decisamente dalla parte dei padroni di casa, che però perdono in sequenza Mazzola e White per la terza penalità. Cantù ha poco fosforo, ma cerca comunque di appoggiarsi a Williams sotto canestro, che ha vantaggio netto contro gli avversari, mentre Jones piazza un paio di zompi in contropiede tanto sbalorditivi quanto deleteri: sfondamento e palla buttata. La Granarolo fiuta l’odore del sangue, e alla Unipol Arena per le avversarie è una brutta notizia. Zona press, Hazell ruba e segna in contropiede la prima doppia cifra di vantaggio, Ray spara la terza tripla di serata per il +12 (40-28). L’Acqua Vitasnella prova a correre per non dover affrontare la difesa schierata, ma fa più danni che altro, con un Laganà abbastanza in difficoltà in cabina di regia. Ancora Hazell gli ruba palla e schiaccia in campo aperto, Gaddy in penetrazione mette il 2+1, ed è 48-34. L’unica luce, nel buio pesto lombardo, è Eric Williams che, pur con diverse infrazioni di passi, traduce spesso in due punti i palloni che i compagni gli recapitano. Ma la difesa ospite è di una pigrizia quasi irritante. Johnson-Odom finalmente mette un canestro pesante per Sacripanti, ma meno di tre secondi dopo la difesa si dimentica di Fontecchio che risponde con la stessa moneta. La sirena del 20° minuto (sul 55-40) è la classica campana che arriva a salvare il pugile suonato (da una pioggia di triple, 8/12 per la Granarolo) dal KO tecnico.
E la campana, effettivamente, salva Cantù, che torna in campo con una faccia totalmente diversa, anche agevolata da una Virtus probabilmente convinta di aver già vinto la partita. I primi pesanti mattoni per la rimonta li mette Ivan Buva, che gioca, probabilmente, i migliori 5’ della sua stagione. Accoppiato con Cuccarolo con non lo può tenere sui pick and pop, colpisce un paio di volte da tre punti, e in più ci mette tutta la sua intelligenza nei pressi del canestro, per farsi trovare puntuale sugli scarichi dei compagni o a rimbalzo per trasformare in punti i palloni conquistati sotto le plance: 12 punti quasi filati e Cantù riportata di peso a -7, che diventa -5 a seguito di una clamorosa schiacciata sbagliata di Ray che apre il campo al contropiede ospite, con Bologna frastornata e quasi incredula. Time out Valli, allora. E Granarolo che sembra uscire bene dalla pausa breve: Hazell subito segna in penetrazione e Reddic viene imbeccato in campo aperto sull’azione seguente. Ma è solo un fuoco fatuo, perché a quel punto si accende Darius Johnson-Odom, pronto ad attaccare il canestro col suo fisico da running back. L’ex Marquette University segna e fa segnare. Tripla di Gentile su suo servizio, e poi schiacciata al volo per il -3 che scatena un mini delirio arbitrale di 30’’: tecnico a Odom reo di aver allontanato il pallone dopo la suddetta schiacciata e, sull’azione seguente, tecnico compensativo ad Hazell. Alla fine, insomma, tutti scontenti ma tutto come prima. E quindi palla di nuovo in mano a Johnson–Odom: penetrazione per il -1, tripla a rispondere a un canestro pesante di Gaddy e, ciliegina sulla torta, i due liberi del sorpasso (71-72) a chiudere un parziale complessivo di 32-16, limato solo da un viaggio in lunetta di Valerio Mazzola prima della terza sirena.
La partita ora c’è e per davvero, ma Bologna ci rientra con la testa proprio per il rotto della cuffia. Hazell e Gaddy danno subito uno strappo importante con un 2+1 e una tripla che regalano 7 preziosissimi punti di vantaggio, soprattutto da un punto di vista psicologico. Lo choc del terzo quarto improvvisamente sembra passato, e ora è Cantù a giocare senza controllo, con Gentile, in particolare, in difficoltà sia in attacco (7 palle perse) che in difesa, e anche con un pizzico di sfortuna, che puntualmente arriva nei momenti negativi: da un’azione praticamente morta, Hazell riesce a raccattare la palla dal pattume per mettere un canestro da tre importantissimo. Gli ospiti smettono di cercare il ferro e provano la via del tiro pesante che non da’ frutti, Hazell dall’altra parte è immarcabile e segna anche da 9 metri sulla sirena: 19-5 di parziale devastante per la Granarolo, che vola sul 94-79. Partita finita? No, perché Cantù ha ancora voglia di provarci, e la Virtus di complicarsi la vita, con il quinto fallo di Gaddy che manda in bambola l’attacco. Gentile allora si esalta: mette una tripla, poi propizia una recupero. Abbass segna da tre, Johnson-Odom ruba palla dalla rimessa e Jones segna il -6 (96-90) con 2’ da giocare. Qui i lombardi peccano di ingenuità, regalando due falli abbastanza gratuiti a Bologna che segna tre punti dalla lunetta (due con Ray che entra per sostituire l’infortunato Mazzola). Johnson-Odom ne ha ancora però, canestro e fallo (il quinto di White). Libero sbagliato, rimbalzo offensivo di Abbas che però non converte la grande occasione per riportare i suoi a un solo possesso di distanza e sul rimbalzo subisce fallo Imbrò che mette il 2/2 dai liberi per il 101-94 (con 90” da giocare). Sull’azione successiva ancora Odom incespica in palleggio e si fa rubare palla da Mazzola. Questa volta è veramente finita, festeggia Bologna che sfiora addirittura i 110 punti a tabellone.
GRANAROLO BOLOGNA – ACQUA VITASNELLA CANTU’ 108-96
Parziali: 27-21; 28-19; 18-32; 35-24;
Progressione: 27-21; 55-40; 73-72; 108-96;
MVP: Jeremy Hazell, marchia ogni passaggio importante della partita con le sue bordate da distanze siderali.
WVP: Dequan Jones, che abbia un atletismo e un fisico fuori categoria è evidente, ma nei 25 minuti che passa in campo risulta più spesso dannoso che non utile.
SALA STAMPA:
Pino Sacripanti: “Abbiamo giocato con poca concertazione e energia e a causa di questo siamo andati all’intervallo sotto di 15. Abbiamo sbagliato cose facili, buttando palloni, innervosendoci e non tenendo l’uno contro uno. La Virtus ci ha aggredito ed era pronta a passare a zona su molti nostri giochi. Poi l’inerzia è cambiata nel terzo quarto dove siamo anche andati in vantaggio, ma lo sforzo ci ha penalizzati. Dispiace perché arrivavamo da una serie positiva, dove stavamo giocando bene. Avevamo scusanti come l’assenza di Feldeine e i problemi all’inguine di Williams, ma alla fine comunque la Virtus, a cui faccio i complimenti, ha meritato. Nel terzo quarto abbiamo dato tutto, poi all’inizio dell’ultimo abbiamo dovuto dare un po’ di minuti alla panchina e lì, anche per qualche fallo stupido, abbiamo pagato. E poi comunque c’era anche la Virtus in campo, che si è fatta travolgere dalla nostra forza nervosa nel terzo quarto, ma poi non poteva subire per 20 minuti senza reagire. E infatti ha reagito e vinto meritatamente”.
Giorgio Valli: “Siamo molto felici, perché battere Cantù, due volte nella stessa partita, è una bella soddisfazione. Era normale che loro nel terzo quarto tornassero in partita, anche mettendoci furbizia e malizia, che noi non abbiamo. Abbiamo dovuto giocare a zona per problemi di falli, ma quando siamo tornati a uomo abbiamo fatto la differenza, pur non potendo contare su Allan Ray dalla fine del terzo quarto (stiramento all’adduttore). Hazell ha sì fatto dei canestri di talento, ma credo che due giocatori chiave siano stati Mazzola e Fontecchio per l’energia che hanno dato, e la palla rubata di Valerio su Odom nel finale è il simbolo dalla nostra vittoria. Anche White ha giocato una partita importante, facendosi trovare pronto ogni volta che l’abbiamo chiamato in causa. Non c’è una squadra che giochi bene tutti e 4 i quarti in questo campionato, perché comunque giochi contro squadre di livello. La dimostrazione è Caserta che tutti davano per morta un mese fa. Ci è scappato il ritmo della partita nel terzo quarto, ma poi ci siamo ripresi nell’ultimo e comunque quando porti a casa tre quarti su quattro sei contento. La classifica non la guardo. Mi interessa battere Pistoia nella prossima, anche perché ci sono risultati a sorpresa, come Pesaro che vince con Reggio. Ma io sono contento fino a adesso. Se mi avessero detto che alla 19^ nei avrei vinte 10 avrei messo la firma. E ci sono anche tanti italiani in campo. Tanti motivi per essere contenti. Cantù, credo, ha pensato di fare tutto con la stazza, noi abbiamo provato a fare con l’astuzia e forse siamo riusciti un po’ meglio. Hazell si è messo a lavorare duro in palestra, e adesso sta vedendo i frutti, anche perché sta bene fisicamente finalmente. Sta segnando tanto ultimamente, ma non è necessariamente quello che gli chiediamo. E’ importante anche il suo lavoro dietro. Gaddy è un bravo studente. Cerca sempre di fare quello che gli diciamo, ha capito l’importanza del lavoro individuale che facciamo con lui in palestra e lo si vede anche dalla sicurezza con cui adesso cerca il canestro, quando per un buon paio di mesi non lo guardava neanche per sbaglio.”
Nicolò Fiumi