Un anno vissuto pericolosamente o, se preferite, un anno da gambero in Europa per l’Olimpia Milano. Alla fine del girone d’andata delle Top 16 e dopo i fasti dell’anno scorso in Euroleague con conseguente ammirazione e credibilità guadagnata in ambito continentale, questa stagione continentale è al momento negativa anzi, decisamente negativa. E dopo anche la grigia prestazione di Mosca questo senso di perduta credibilità ed autorevolezza nel basket europeo si è probabilmente accresciuta come è anche accresciuto il senso che questa campagna 2014-15 oltre confine stia quasi diventando un peso per il team più titolato d’Italia.
Dopo una prima fase densa di prestazioni incolori ma, sempre con le dovute e debite proporzioni, avendo comunque portato il risultato a casa vincendo i matches che serviva vincere ed accedendo alle Top 16 esattamente come l’anno scorso, ci si aspettava un piglio diverso, un cambio di marcia con una voglia diversa, una capacità di “stare” nel match diversa di quanto visto ad oggi specie lontano dal Forum e, senza girarci troppo attorno, la delusione è tanta.
Non mancano le attenuanti però per la squadra campione d’Italia. In ordine sparso e senza pensarci troppo su si potrebbe perciò dire che il girone di Milano sia ostico e che l’Olimpia non sia stata baciata dalla Dea Bendata in sede di sorteggio (comunque sorteggio figlio del posizionamento in classifica della prima fase), ma, si potrebbe obiettare, si può affermare senza tema di smentita che l’altro raggruppamento sia più facile o meno difficile di quello in cui è Milano?
Oppure si potrebbe dire che i malanni e gli acciacchi in questi ultimi tempi non han certo aiutato la truppa di Luca Banchi, ad esempio a Mosca la mancanza di Capitan Gentile s’è sentita eccome come anche quella di Shawn James ma è vero o non è vero che a questi livelli un roster che sia tale debba avere almeno un gruppo di 12 giocatori quasi interscambiabili?
Ed il metro arbitrale? Chi vi scrive non ama mai commentare o mettere l’accento sull’operato della terna arbitrale ma a Mosca ad esempio, specie dopo il primo quarto….Non è parso anche a Voi un…Eccesso di zelo nel fischiare pro-CSKA anche i sospiri smentendo di fatto che in Eurolega il gioco sia molto ma molto più fisico e di contatto da sempre? O forse la terna arbitrale subisce il fascino della maglia rosso-azzurra come anche capita per chi indossa un completo bianco o blaugrana se non giallo-azzurra se non addirittura verde o finache bianco-rosso a strisce verticali?
Infine, ci sta che qualche giocatore possa avere in questo momento un calo di rendimento o di forma che nel corso di una stagione ci sta tutta, nonostante si sia programmato il lavoro affinché proprio in questi periodo farli rendere al meglio?
Attenuanti che ci stan tutte ma proviamo anche a tirare qualche dardo infuocato alla dirigenza dei Campioni d’Italia?
Partiamo dalla campagna acquisti estiva. L’arrivo di Linas Kleiza doveva sopperire alla partenza di Langford, alzi la mano chi si ritiene soddisfatto di questo “scambio” almeno ad oggi. Puntare su di un giocatore che da diverso tempo vaga in Europa con il solo bagaglio del suo bel passato e che brilla (e nemmeno sempre), solo in campionato è stato un azzardo. KL era un mangiapalloni, con in campo lui e Gentile bisogna probabilmente giocare con tre palloni in campo ma, battuta a parte, almeno in certi momenti dare la palla a lui era come metterla in banca, con l’ala lituana non è proprio la stessa cosa, anzi. Inoltre Kleiza in difesa dire che faccia fatica è un’eufemismo, la sua voglia di mettersi a disposizione della squadra è vicina allo zero e contro giocatori di pari lignaggio questo alla fine si paga.
E vogliamo portare anche l’esempio Jerrels-Ragland? Intendiamoci, l’ex-Cantù appare ad oggi in fase crescente quantomeno in proiezione offensiva dopo una logica fase di ambientamento in EL ma la sua qualità spalle a canestro è inferiore rispetto all’attuale Unics Kazan. E non diciamo nulla sulla scelta di Trenton Meacham, apparso al sottoscritto poco adatto alla competizione europea con una maglia “pesante” come quella di Milano, sicuramente più pesante di quella del Nanterre.
Shawn James, altra scommessa al momento persa, forse sarebbe stato meglio puntare sul meno talentuoso Gani Lawal nell’ottica dell’usato sicuro anche perché, i malanni dell’ex-Maccabi di cui tutto si sapeva, stanno pesando non poche sulle prestazioni in globale di Samuardo Samuels ben oltre i suoi demeriti (imbarazzante ieri sera i due possessi persi nella fase topica del terzo periodo ed in modo quasi fotocopia sullo scarico nel pitturato), spremerlo così potrebbe essere un boomerang anche in ottica campionato tra qualche mese.
Anche Marshon Gentile Brooks (come simpaticamente riportato dalla regia televisiva venerdì sera), vera e propria ancora di salvezza a livello offensivo di questa Olimpia, cosa dire a questo talento purissimo? La sua scelta non è stata in fin dei conti sbagliata ma in Europa soffre come se non peggio di Kleiza la fase difensiva. Le gare si vincono in difesa dalle nostre parti (e non solo forse), i canestri contano e conteranno sempre ma dedicare più concentrazione a non farsi battere sistematicamente sul primo palleggio o perdersi l’avversario sul blocco non aiuta alla causa, in questo l’ex-Lakers è purtroppo molto affine a Kleiza, inutile rimarcarlo.
Ma la cosa più aspra che si osserva e che anche spiace rispetto alla fiammeggiante Olimpia dello scorso anno è l’assenza di determinazione, di grinta perché se è vero che qualche defezione fisica c’è stata, sembra proprio che i ragazzi di Banchi quest’anno non ci credano affatto. Certo, l’anno scorso con le F4 a Milano lo stimolo di far bene c’era eccome ma questa trasformazione in negativo pochi se lo aspettavano.
“E’ anche una questione di centimetri” dice qualcuno ma scusate, KL e Jerrels che non ci son più non hanno nell’altezza la loro miglior dote ed anzi, in centimetri sia Brooks che Kleiza non li fan rimpiangere per niente. Semmai stan venendo meno i “veterani”. Sì, gli Hackett, i Melli ed anche Capitan Gentile assieme a David Moss non stan dando in continuità quanto han fatto lo scorso anno, idem anche per Samuardo Samuels, come non rimarcare ad esempio la quasi assenza di palla in post basso per lui in certe gare? Hackett poi che tira da 3 in questa fase dell’anno in modo pietoso, altro dettaglio che evidenzia un disagio ben aldilà del 26,1% globale di squadra di queste Top 16. Infine, la stazza conta ad un certo punto, osservare la strepitosa Virtus Roma in versione Europe che non ha mai demeritato contro autentiche corazzate, campo inviolato ed ottavi di competizione portata a casa, quasi senza un centro dominante.
Una squadra ripeto che sembra non crederci, come se l’energia elettrica non arrivasse nei gangli nervosi con la giusta continuità, come anche a Mosca ma come visto a Vitoria, nella gara che avrebbe potuto rappresentare la riscossa dopo la buonissima prova di Malaga e questo amareggia, aldilà della sconfitta o delle sconfitte che ci possono sempre stare.
Ora la situazione è disperata, qualificarsi alle Top 16 sarebbe un vero ed autentico miracolo vista la situazione in classifica ma soprattutto il gioco degli scarti, non propriamente pro-Olimpia (andiamo dal -20 interno con il Niznhy al -23 del Pireo od al -19 di Vitoria), non agevola questa vera e propria “Mission Impossible”. Attenzione però, mollare in modo definitivo sarebbe cosa poco appropriata, bisogna chiudere le prossime gare con la massima dignità e dando sempre tutto il meglio che si riesce a dare, la credibilità conquistata l’anno scorso non può e non deve essere rimessa in gioco.
Pertanto Forza Olimpia, che sia un girone di ritorno di queste negative Top 16 caratterizzato dal cuore e dalla voglia di non mollare !!
Fabrizio Noto/FRED
@FaberNoto