Analisi difficile, a tratti incerta, piena di interrogativi che sorgono spontanei in molti tra i 3918 spettatori sulle gradinate del Palamaggiò. Partiamo dall’analisi spicciola e più semplice, che è sancita dal risultato finale: 81-76 per la Pasta Reggia, quasi sempre col muso avanti in questa sfida, con ottima circolazione di palla (17 assist), quattro uomini in doppia cifra e quella “gran dose di attributi e umiltà” che Esposito evidenzierà in sala stampa. Bologna paga un secondo quarto sciagurato in difesa, una aggressività altalenata a sciocchi errori, nonchè inutile dirlo, la prestazione insufficiente di Allan Ray, che chiuderà a 4 punti con 2/18 dal campo.
La prima domanda che sorge spontanea in chi questa gara l’ha vista, si inerpica tra i meandri del pensiero razionale che guarda alla classifica: come può una squadra che ne ha perse 14 di fila, avere questa forza di reazione, questa coesione e questo sangue freddo contro una Virtus comunque in palla? La risposta sta in una presenza fissa, in termini di personalità da parte di chi ha voluto sposare il progetto. In primis Enzo Esposito che ha fatto della forza di volontà il suo marchio di fabbrica in campo e in panchina e che sta distribuendo il suo credo, contando sull’appoggio di chi come Henry Domercant, ha visto ben altri parquet nella sua carriera, ma che ogni giorno, con umiltà, dedizione ed educazione “ha sempre una parola per tutti, dal ragazzino dell’under all’ultimo dei magazzinieri”. Possiamo passare alla grinta di Ivanov (ma qui ci torneremo dopo), alla personalità di Vitali, alla silenziosa presenza di Scott essenzialista, finanche alla tabellata di Moore o ai 4 preziosi punti di Tessitori, ma se proprio va di spendere una parola, scelgo Tommasini, che le statistiche fanno figurare come uno dei peggiori (-1 valutazione), ma che di fatto cambia la gara tatticamente. Difendendo indifferente sul 3 che fa male (Hazell o Fontecchio) o sul 2 pericolo numero uno, Allan Ray, e attaccando sistematicamente l’ex Roma e Montegranaro con i suoi kili e centimetri, cambia la partita e fa sì che questa diventi il bottino di caccia di quelli con la canotta bianca.
La seconda domanda è invece rivolta al lettore, magari a quello più giovane che guarda l’nba: ma l’avevate mai visto un lungo sparare 27 punti in poco più di 15 minuti, avendo mano calda, testa lucida e senza forzare alcunchè. nonchè mettendoci intensità a rimbalzo e tanta cattiveria? Personalmente avevo ammirato qualche serata di Jordan, o più recentemente gli 81 di Kobe, i 60 di Lebron, o le serate da pure shooter di Carmelo, Curry o Thompson, ma ammirare un lungo bulgaro, che con una sola tripla a bersaglio, domina sul campo e manda a scuola Cuccarolo, White, Reddic e Mazzola, diventando l’incubo nonchè il trascinatore dei suoi, mi ha ricordato le storie di Bill Russell e Wilt Chamberlain che avevo sentito raccontare da Federico Buffa. Chiuderà con 29 punti, frutto di 11/16 dal campo (1/1 dalla lunga distanza) con 6 rimbalzi, 9 falli subiti, 3 recuperi, 2 assist e 1 stoppata, per un 36 di valutazione che vale una buona fetta della vittoria, specie perchè i suoi punti saranno trascinanti nel break del secondo quarto che Bologna non saprà più ricucire.
La terza domanda è un sentito dubbio che nasce nel cuore di chi apprezza le grandi realtà nobili della nostra pallacanestro, anche se decadute, come Pesaro. Ma veramente la Vuelle per salvarsi aveva bisogno di liberarsi di un Juvonte Reddic che lotta a rimbalzo su ogni pallone, segna in tutti i modi possibili, fa di tutto per i suoi compagni uscendo dalla panchina. Magari nelle marche avrebbe tolto qualche spazio a Ross, ma rispetto alla coppia con Lorant di sicuro il talento sarebbe stato superiore. Bella pescata della Virtus. Per lui stasera ci saranno 24 punti, 8/14 dal campo, 9 rimbalzi e 7 falli subiti. Unico neo l’ 8/12 dalla lunetta che toglie alla Virtus punti preziosi che avrebbero fatto comodo.
Ma evitiamo di tergiversare ancora e andiamo al racconto della partita…
1Q. Davanti a un palazzetto gremito, stretto e commosso nel ricordo di Ornella Maggiò, si inizia con quintetti che riservano qualche sorpresa. Esposito lascia Domercant in panchina e si affida in cabina di regia a Ronald Moore cui affianca l’esperienza di Mordente; Valli risponde lasciando Hazell a momentaneo riposo per inserirlo a gara in corso, scegliendo Cuccarolo al fianco di White per attaccare l’area colorata. Ritmi frenetici in avvio: Bologna sparacchia dai 6,75 mt, anche per la buona difesa dei padroni di casa, che alternano la marcatura individuale a una zona mista che sembra molto efficace. Nonostante la grande intensità si segna poco: Ivanov, con grande foga agonistica, quasi in striscia continua dopo la splendida gara di Brindisi firma da solo il 6-2 al 3′ prima che White sblocchi il tabellone con una tripla. Gaddy aggredisce la gara, seguendo alla lettera le istruzioni dalla panchina che chiamano a gran voce un press forsennato sul play avversario. L’americano ruba e segna, poi replica con un confettino dalla lunga distanza che vale il primo vantaggio felsineo al 6′ (7-10, parziale 1-8). C’è solo Ivanov a fronteggiare tutta Bologna: il bulgaro ne aggiunge 4 a referto (sono 10 punti sugli 11 totali di squadra) e Caserta è col naso avanti. Pochi ma intensi i contatti, e la Granarolo che ha maggiore tonnellaggio sembra sempre uscirne vincitrice: Hazell dalla panchina è caldo e pronto a colpire. Sono 5 punti filati che scrivono il massimo vantaggio ospite (13-17) prima che il solito pivot ex Brindisi non spari anche la tripla dal parcheggio, che serve a rimettere in carreggiata una squadra distratta e a tratti disunita, specie in attacco. E’ solo Hazell a dominare sulla scena, altra conclusione dalla lunghissima distanza e primo quarto che si chiude sul 17-20 alla prima sirena.
2Q. Due falli in 5″ per la Juve che subisce anche l’entrata di Fontecchio per il +5 che spaventa il pubblico sugli spalti. La gara si fa spigolosa, Bologna ci mette sì intensità nel pacchetto arretrato, ma spende penalità rivedibili con Fontecchio, Gaddy e Mazzola, che sono già a quota 2 e costretti ad allungare la rotazione degli uomini di coach Valli. Cala l’intensità Virtussina anche in attacco, con troppe palle perse e Ivanov riparte da solo a fare pentole e coperchi in attacco. Altri 7 punti (tassametro a quota 20) sorpasso al 14′ e baseball pass per il contropiede chiuso da Tommasini, chiave per la verve che cambia la gara di Caserta. Valli si rifugia nel timeout. Ray continua a forzare e sbagliare, la Pasta Reggia affonda il coltello nella piaga e Ivanov manda a scuola Cuccarolo: taglia fuori a rimbalzo offensivo, carambola catturata, finta, appoggio al vetro, canestro e fallo subito, con libero aggiuntivo a bersaglio. Sul +7 Caserta torna a zona, col solo Hazell bravo a bucarla, seppur utilizzato col contagocce. Scott chiude l’alley-op, Ivanov va col gancio cielo (no look) alla Wilt e Cuccarolo non può che essere frustrato tanto da compiere il suo terzo fallo pur di non vedere ancora il bulgaro segnare. Ma l’ex Brindisi non si ferma neanche dalla lunetta. Valli prova a frenare l’attacco campano con una 2-3 atipica per i suoi, ma Domercant non aspettava altro per sparare uno dei suoi siluri. La Virtus si tiene in scia solo con Reddic e i suoi tiri liberi, provenienti da falli subiti estemporanei per non dire casuali. HD continua a dimostrare che nonostante le partite di Eurolega e Istanbul siano lontane, e che la sua età inceda inesorabilmente, ha ancora un talento smisurato e un’intelligenza cestistica immane: cross-over che manda al bar l’avversario (il cosidetto anklebreaker), assist no look per Capin che manda a bersaglio la tripla del 41-33. Dopo l’ennesima sospensione di coach Valli, che non può accettare una difesa così colabrodo da parte dei suoi, Ray si schioda dalla virgola con un arcobaleno che bacia il vetro e si insacca (-5), ma il finale è ancora tutto griffato Domercant, che attira su di sè l’ex Roma e si prende il fallo realizzando in sospensione. Gioco da tre punti e 44-36 alla pausa lunga, con Ivanov che ne ha 27 sul taccuino personale.
3Q. Bologna esce rinvigorita dall’intervallo, sfruttando l’atletismo di un Reddic in palla e di un Fontecchio sempre bravo a innescare i compagni; Gaddy in esitazione firma il -4 al 23′ (46-42), ma Ray non punisce con una tripla delle sue piedi per terra ed in meno di 20″ il giovane italiano cresciuto nella cantera delle V Nere è costretto alla panchina perchè con 4 falli sul groppone. A svegliare la Juve, manco a dirlo, è Ivanov, su cui la difesa come da copione collassa, e che è bravo a servire Vitali, che schiaccia spezzando l’inerzia virtussina. La Pasta Reggia non la chiude, una brutta palla persa dalla rimessa di Scott è intercettata da Reddic che può schiacciare in contropiede. E’ il 25′, siamo 48-44 ed Esposito chiama sospensione. Nel momento del bisogno arriva la tripla di Vitali, che è puro ossigeno. Reddic prova a fare quello che ha fatto Ivanov nel primo tempo, addirittura l’ex Pesaro si prende anche il terzo fallo del bulgaro, ma patisce un po’ dalla lunetta, dove i suoi 1/2 riportano solo fino al -4 la Granarolo. Dopo qualche azione dettata dalla confusione da ambo le parti, la sostanza è tutta nella grande verve di Michel Vitali, che prima in zingarata, poi dalla lunetta, riporta i suoi a un margine di sicurezza. Reddic e Hazell non vogliono certo fare prigionieri stasera, e provano a regalare almeno un quarto di periodo di speranza alla prorpia squadra, non hanno però fatto i conti con l’uomo che non ti aspetti; dal sottobosco della partita, infatti, esce un Tessitori che si erge a protagonista con 4 punti, 1 rimbalzo di forza e un recupero di importanza capitale. Al finale di quarto ci pensa lo specialista Domercant: prima la tripla in uscita dai blocchi, poi un rimbalzo difensivo che dimostra il suo spirito di sacrificio ed infine la ciliegina sulla torta prima della sirena dell’ultimo stop and go. Attira su di sè Ray che, ingenuamente, tenta di stopparlo, c’è il contatto e ci sono tre liberi. Ne segnerà 2 e si va 64-54 al 30′.
4Q. Toni pacati nell’avvio dell’ultima frazione. Reddic e Hazell continuano a crivellare il canestro in una serata di grazia, con la Virtus che risale più volte sul -7. C’è un po’ di protagonismo variegato: Scott che dopo tanto anonimato segna in vernice da una palla sporca, Ray che torna a segnare, quasi un goal per lui, e Vitali che è un leone indomabile. Al 34′ però, il distacco è di otto lunghezze (69-61). Caserta costruisce molto e bene, ma finalizza poco, Reddic ha messo le tende in area colorata e continua a marcare referto sul taccuino, e quando il suo furto con scasso sancisce il 68-63 mancano ancora 5 minuti ed il Palamaggiò inizia a soffrire. Con le V Nere che han già sprecato il bonus, Ivanov torna a muovere il pallottoliere con un 1/2 dalla lunetta prezioso. Bologna potrebbe rintuzzare ma fallisce, Scott va con la schiacciata di potenza, Vitali firma il +10 e Valli non sa più cosa fare visto che non ha più nemmeno Mazzola da giocarsi come arma tattica, fuori per falli. Rinunciando al suo credo difensivo, si va in campo con Ray e Hazell in contemporanea, e la mossa paga, perchè il cecchino americano prima si prende tre liberi e poi con la penetrazione griffa il nuovo -5 che regala tutta l’inerzia del caso alla Granarolo. La Caserta di inizio stagione avrebbe alzato bandiera bianca e avrebbe magari subito la rimonta, non questa Juve, non oggi: ed è così che l’uomo che non ti aspetti decide la gara una volta per tutte. Di Moore abbiamo (volontariamente) taciuto a lungo, anche perchè riferire delle cose che ha fatto, belle o brutte che fossero, rappresenta quella parte del basket che si vede poco, magari che finisce sul freddo foglio statistiche, ma non sempre può essere segnalato. Cogliamo la mancanza e ricapitoliamo: al minuto 39 il referto recita 0/3 dalla lunga distanza, con tutti tiri piedi per terra sbagliati e non di poco, cui si aggiungono però 10 rimbalzi (fatto insolito per un play tascabile) 4 falli equamente distribuiti tra commessi e subiti, 1 persa e 4 assist. Non male per essere ancora a zero. E invece ci finisce sul tabellino. Un tiro in sospensione dalla lunetta, una tabellata che si insacca, beffarda per i felsinei e regala il 77-70 alla Juve. Di qui in poi tanta confusione in campo, con Bologna che prova il fallo sistematico, Caserta che fa un improvvido 0/4 e il finale che recita 81-76. In tarda serata arriverà la sconfitta di Pesaro che sancirà l’aggancio alla squadra di Paolini e l’abbandono dell’ultima posizione in classifica. Ad oggi, sarebbe salvezza sul campo.
PASTA REGGIA CASERTA – GRANAROLO BOLOGNA 81-76
Parziali: 17-20; 27-16; 20-18; 17-22
Progressione: 17-20; 44-36; 64-54; 81-76
Tabellini
SALA STAMPA
Esposito: Guardando Bologna pensavo sarebbe stata una gara difficile e non mi sono sbagliato. Non pensavo che li avremmo sottovalutati ma che, da parte nostra ci potesse essere un minimo di appagamento mentale dopo le nostre belle vittorie delle ultime 3 settimane. Abbiamo oggi dimostrato che anche se becchiamo legnate, non ci piangiamo più addosso, ma reagiamo e colpiamo a nostra volta. E questa è la dimostrazione del nostro lavoro sulla stanchezza, dove non vogliamo mai buttare il pallone. Dobbiamo imparare a non essere sempre e comunque altruisti, alcune volte dico ai ragazzi di tirare senza paura, e se glielo dico io è gran cosa. Sono contento di ognuno dei miei giocatori. Moore e Capin sono due playmaker d’ordine che sanno esaltare i nostri pregi e nascondere i nostri difetti. Bene Dejan Ivanov, uno di quelli che ha attributi e carattere e che quando aveva avuto un periodo di crisi, ha parlato con me faccia a faccia: gli ho detto cosa volevo e lui ha risposto presente, sul campo. Quanto alla difesa di stasera, abbiamo scommesso. Su Hazell abbiamo pagato, nel finale abbiamo limitato meglio i loro esterni concentrando i loro attacchi nel pitturato. Dopo il primo tempo e lo show di Ivanov, sapendo che l’avrebbero raddoppiato, ho detto ai ragazzi che avevamo bisogno di tutti gli altri e si sono fatti trovare pronti. E prendo ad esempio Tessitori, che ha fatto bene. Su Tommasini invece, esprimo un mio pensiero: ha giocato molto da play in passato, lo vedo invece come guardia di supporto e soprattutto come specialista difensivo, ed oggi ci ha fatto svoltare sia in attacco che in difesa. Su Domercant dico la verità, dovrebbe lavorare atleticamente, ma purtroppo il tempo non c’è, e magari ben venga questa pausa. Su di lui posso dirvi una cosa, ho giocato con tanti campioni, ma vedere un ragazzo che è stato capocannoniere in Eurolega che viene con umiltà e dedizione ad allenarsi ogni giorno avendo sempre una buona parola per tutti, dal ragazzino dell’under 19 all’ultimo dei magazzinieri è testimonianza di che persona eccezionale sia. Vitali è un ragazzo giovane, che deve capire che se userà la sua energia in difesa, automaticamente avrà quegli spazi in attacco in cui sa già essere devastante. Lasciatemi dire un’ultima cosa. Un mese fa eravamo spacciati, ci davano per retrocessi, adesso abbiamo 8 punti, e se dicevano che avevamo vinto contro squadre di basso livello come Pesaro e Roma e che Brindisi ci aveva sottovalutato, stasera posso dirlo, abbiamo vinto una partita e basta, non ci sono scuse.
Valli: Troppo facile nascondersi dietro la brutta serata al tiro di Allan Ray. La realtà è che non abbiam giocato con la nostra solita intensità difensiva che ci ha contraddistinto nell’ultimo periodo. Avevamo come piano partita quello di dare palla ai lunghi, ci siamo riusciti solo a tratti. Abbiam giocato con buona verve per tre quarti, e alla fine quel maledetto secondo quarto con 27 punti subiti è stata la croce che ci siam portati dietro fino alla fine. Non si vive di solo attacco, serve la difesa e non possiam fare i bambini che pensano solo a segnare e mettere punti sul tabellone. Così vi spiego l’uso di Hazell. Ora dobbiamo fare tesoro di una gara come questa, si impara molto dalle piccole cose e dobbiamo migliorare sotto l’aspetto mentale.
MVP: Caserta, nessuno escluso. Tutti decisivi. Su tutti dico Ivanov per il primo tempo, Domercant per le letture, Tommasini per il suo peso specifico e Vitali e Moore per le giocate decisive del quarto periodo. Per Bologna si salva Reddic, devastante e l’Hazell offensivo.
WVP: Decisamente Allan Ray, stasera sterile.
Domenico Landolfo