Roma, 25 gennaio 2014 – Prima di ritorno in Lega A ed al Palamaggiò va in onda uno spettacolo da horror basket tra due squadre che fanno a gara a chi gioca peggio. Caserta, sospinta comunque dal suo caldissimo pubblico la fa sua per 54-53, roba da basket anni ’50 ed in effetti questa sera in terra campana lo spettacolo offerto dalle due squadre è stato ai minimi livelli di decenza cestistica.
Ma mentre la Pasta Reggia che comunque annaspa e si dimena come può per cercare di uscire da questa sorta d’inferno dantesco in cui si è cacciata è palesemente alla ricerca di un’identità, di un suo “because” anche dovuto al recentissimo cambio di panca, con Vincenzino Esposito che quantomeno ha mostrato qualche idea decente ed a prescindere che al momento in bianconero vi siano almeno due o tre elementi da potenziale taglio, la figuraccia di Roma era a dir poco impensabile questa sera ed ha poche, pochissime giustificazioni.
Ma di questa Roma orribile parleremo dopo, prima il dovere e dopo il (tristissimo) “piacere”.
Intanto applausi al coraggio, alla dedizione, alla voglia di crederci in maniera ossessiva quasi da parte dei campani con un Henry Domercant nei panni del matador a matare appunto un toro romano scornato, con una prova da 13 p.ti pre-zio-si, punto di riferimento focale nel momento più buio per la Juve nel terzo periodo. Arrivato da pochi giorni, appesantito nel corpo, l’ex-Siena e Galatasaray ha regalato qualche lampo della sua classe con dei jumpers perfetti, alcuni in quasi solitudine. E che dire di Andrea Michelori? Sempre a ringhiare, sempre a lottare come un leone, sempre a battersi al limite delle sue capacità, 10 p.ti ma tanta roba proprio come quel Michele Antonutti che poi, quando vede Roma, tira sempre fuori qualcosa in più che solo lui sa perché, decisivi i suoi liberi nel finale ed un suo tapin a rimbalzo nei possessi finali. Una gara in cui tutti i ragazzi di Esposito han dato l’anima nei limiti grossolani e marchiani evidenti del momento attuale, con gli americani ridotti a comparse perché forse realmente delle comparse sono e con un Aleksander Capin che ci ha provato a dare ordine nel casino generale. Il resto bene solo Michele Vitali con la tripla del 51-48 che segnava il match, ma importa poco per la Juve chi ha fatto bene o male, era importante vincere ed ora la caccia a Pesaro è aperta.
Veniamo a Roma…
Dopo aver perso contro la squadra che in quel periodo sembrava fosse la cerentola deputata del Torneo, la Vuelle Pesaro, l’ACEA Virtus Roma proprio per non offendere nessuno perde anche con LA cerentola del campionato, come per dire che le cose van fatte bene quando si devon fare!!
Ma, sarcasmo a parte e scritto quanto con enorme, enorme rabbia e dispiacere per chi vive da anni le vicende del sodalizio capitolino, si pensava che dopo aver espugnato il Pianella di Cantù due settimane fa l’ACEA avesse finalmente trovato il celeberrimo bandolo della matassa fuori dal Pala Tiziano per poter esprimere, anche se con le sue caratteristiche, un discreto potenziale che i suoi ragazzi hanno sempre fatto vedere pur sempre nei limiti evidenziati, senza poi dimenticare che, scritto con franchezza, tolte le quattro big e la sorprendente Trento, quali altre squadre stanno incantando nel campionato italiano?
Questo tonfo così brutto e pesante colpisce ancor di più perché viene dopo aver disputato la miglior gara in Eurocup e della stagione intera contro il Cedevita di Zagabria appena 72 ore prima tra le proprie mura e, dopo essersi trovata al Palamaggiò sul +14 al 27° contro un avversario in evidente crisi di fiducia e perloppiù anche poco consistente sui due lati del campo anche se dotata di una gran voglia di fare, il crollo verticale a cui si è assistito è inspiegabile anzi, ad essere onesti, spiegabile nella leggerezza con cui i suoi interpreti hanno approcciato la gara appunto da quel +14, esattamente come quanto visto in quel di Pesaro a novembre scorso.
Infatti, dal 32-46 del 27° di gioco per l’Urbe, si è passati al 48-47 del 37° per la Juve Caserta, cioè in ben dieci-minuti-dieci mettendo dentro solo un miserevole tiro libero, smettendo letteralmente di attaccare l’area (e benchè Caserta si trovasse gravata già di tre falli dopo 3 minuti dell’ultimo periodo…), con un Domercant in evidente imbarazzo fisico e cercando i soliti tiri forzati dalla lunga o cercando improbabili assist in area puntualmente intercettati dagli avversari i quali, possesso dopo possesso, si son trovati quasi per inerzia in testa nel punteggio.
Una prova orribile, con quasi tutti i componenti del roster romano apparsi timide educande al cospetto di un drappello di cosacchi consegnati in Siberia da più di un anno e, sia chiaro, non solo nell’ultimo periodo. Già perché la chiave della sconfitta di questa sera non è tanto l’orripilante e vomitevole quarto periodo interpretato e mal gestito da tutti i ragazzi in campo ma il primo tempo del match: un primo tempo da appena 28 punti all’attivo per l’ACEA, un fatturato troppo basso contro una Caserta in evidente imbarazzo ad attaccare la difesa romana, 28 punti frutto di un insipido 3/14 dalla lunga nonostante i soliti extra-possessi buttati un po’ alle ortiche.
Una prova da libro nero per tutta la Virtus Roma, esattamente come contro Pesaro: in totale apnea mentale Rok Stipcevic (1/7 dalla lunga), ma soprattutto in evidente crisi d’idee e di ritmo quasi a dimostrare che forse era meglio prima da sesto uomo; un Brandon Triche (6 p.ti ma 3 perse) che nel quarto periodo ha dato il peggio di sé con scelte a dir poco discutibili; un Capitan D’Ercole (3 p.ti ed uno su quattro da tre), che sbaglia nei momenti caldi un entrata al ferro dal lato destro con la mano destra che avrebbe segnato chiunque, anche chi vi scrive alla veneranda soglia dei 50 anni; un Bobby Jones, e duole scriverlo, incapace di porre un freno a questa assurda ma inesorabile discesa nel baratro più profondo (16 p.ti, top scorer, 8 rimbalzi ma anche un pessimo 1/3 ai liberi nel quarto finale, specie quello del potenziale pareggio e relativo fallo con lunetta per Antonutti); un Melvin Ejim da zero p.ti e -2 di valutazione; un Jordan Morgan che dopo aver combattuto in modo impeccabile contro Miro Bilan del Cedevita in Eurocup con carrier high in stagione, si perde come un bimbo allo zoo contro la vecchia volpe Andrea Michelori; un Kyle Gibson forse meno peggio del resto della truppa ma incapace nei momenti meno brutti di capire anche lui cosa e come fare per destare i letargici compagni; infine, l’ultimo arrivato su cui caliamo un pietoso velo, Ndudi Ebi, autore nel quarto periodo di uno 0/2 dalla lunetta che grida ancora vendetta; Daniele Sandri….Non pervenuto.
Cosa dire per chiudere? Roma si avvia ad una seconda parte di stagione che rischia di divenire molto ma molto insipida. Sì, forse l’Eurocup potrà regalare ancora qualche soddisfazione ma la brutta posizione in campionato fa comprendere che probabilmente la post-season rimarrà un sogno, del resto siamo onesti, non si può pretendere di arrivarci dopo aver perso per strada due gare sui campi di Pesaro e Caserta dove quasi tutte le avversarie hanno ad oggi passeggiato!?!? I miracoli esistono, certamente ma i miracoli nel basket si avverano in casi rari e forse oggi sarebbe il caso di ammettere che questa squadra è troppo labile nella sua complessità per poter pensare o solo sperare di vederla anche solo all’ottavo posto in campionato tra tre mesi e mezzo. Purtroppo il dimezzamento del budget sta pesando in maniera determinante nelle scelte della società che dovrebbe a questo punto capire bene cosa desidera fare già da oggi per l’anno prossimo.
Intanto, come se non bastasse la scoppola terribile d’immagine ed al morale della squadra, si partirà alla volta di Belgrado, obiettivo il primo match di ritorno delle Last 32 di Eurocup, una difficile quando poi domenica scenderà la corazzata Venezia dell’ex Phil Goss…..Coraggio, cari tifosi della Virtus, stasera si è toccato il fondo nella speranza che da questa sera si possa solo che risorgere evitando però di scavare però.
La cronaca
Primo quarto, Dalmonte sceglie di lasciare a riposo De Zeeuw per un problema legato ad una brutta caduta in allenamento e quindi debutta Ndudi Ebi in campionato con la maglia di Roma. Esposito invece muta poco di quanto già visto per una gara che si sarà importante per la Juve, infatti all’inizio la tensione è tutta per i padroni di casa che sbagliano tutto quanto si possa sbagliare. Intendiamoci, Roma si adegua nonostante, come al solito possa anche sfruttare più possessi degli avversari. Al 5° la gara è sul 5-5, diverse forzature con Roma che come spesso capita in campionato, sembra la lontana, sparuta parente della bella squadra spavalda e tosta che si vede in Eurocup. Primo canestro di Ebi, un buon Morgano malgrado tutto per e due liberi di Jones danno il +7 alla Virtus nonostante le brutte giocate da una parte e dall’altra, siamo all’8°, Michelori risponde da par suo e si termina il quarto, un orribile quarto, sul 7-12 per l’ACEA che recita un modesto, modestissimo 1/9 dalla lunga, cvd…
Secondo quarto, dato che Caserta riesce a fare peggio di Roma in attacco ma non è possibile pensare che sia così anche nel secondo quarto, Capin griffa un suo personale mini-break, tamponato da un rinfrancato Brandon Triche, 12-16 con la tripla del play sloveno per Caserta. Ma ora Caserta c’è, lotta come sempre ma vede anche il cotone perché Roma non morde come sa in difesa ed in attacco lascia parecchio a desiderare e quando Michelori impatta sul 16-16 facendo esplodere il Palamaggiò sembra tutto molto logico. D’Ercole va di tripla dal nulla e Morgan ancora da sotto su bell’assist di Sandri ma la Pasta Reggia è viva e sfruttando due palle perse banalmente dall’ACEA va addirittura sopra di uno, 22-21 con Dalmonte che deve chiamare tempo al 16°. L’uscita dal time-out è salutare per l’Urbe, mini-break by Gibson e Jones ma Vitali impatta ancora il punteggio sul 26-26. Si chiude sul 26-28 con due liberi di Jones, miglior marcatore al momento per la Virtus. Cosa dire? La solita sciatta ed involuta ACEA che si fa intimorire da una volenterosa e grintosa Pasta Reggia che però oggettivamente, altro non fa.
Terzo periodo, quando deciderà a giocare Roma? Finalmente si sblocca Gibson dalla lunga ma Caserta ribatte con il neo-arrivato Henry Domercant, sarà un fuoco di paglia. Già, l’ACEA decide di rompere gli indugi e fa intravedere sprazzi di un gioco leggermente più fluido (anche perché fare peggio sarebbe stato impensabile), e scappa nel punteggio, +11 con Jones dalla lunga al 24° sfruttando anche un flopping di Ivanov su Morgan con libero di Stipcevic ed appunto canestro di Bobby. L’ACEA è in controllo, solo l’ex-Siena Domercant tiene botta ma è sempre Jones che segna, 32-46. Caserta sembra un pesce che sta boccheggiando fuori dall’acqua ma si aggrappa ai veterani ma senza brillare anzi e Roma non ne approfitta. Alla chiusura del quarto anzi la Pasta Reggia riesce a rientrare sotto la doppia cifra di svantaggio, si chiude quindi sul 38-47 ma la gara è sotto il controllo dell’Urbe.
Quarto periodo, Caserta fa due falli in 20”, piove sul bagnato per i campani ma l’ACEA sembra girare a largo dal pitturato quando invece dovrebbe farlo. Sempre Domercant, -7 al 32° e la sensazione è che Roma stia scherzando con il fuoco…Ebi si procura due liberi e fa 0/2….Bah. Caserta lentamente riprende coraggio come tutto il Palamaggiò che diventa, inutile dirlo, una bolgia dantesca. Ma la Pasta Reggia non disegna giochi mirabili, non gioca in maniera impeccabile, è solo spinta da un grande cuore e da una voglia belluina. Roma batte in testa o sarebbe meglio scrivere batte la testa, anche Dalmonte pensa che non è più il caso di mettere un Ejim che in difesa almeno qualcosa fa. E la prova che Roma sia nel pallone sono i due liberi che Jones, proprio lui, sparacchia a salve con susseguente (e meritato), canestro di quel giocatore che tutti vorremmo avere nel proprio roster per dedizione e cattiveria, cioè Andrea Michelori, incredibile ma vero, Roma è sotto al 37°, parziale di 10-0!! Accade poi che Morgan si procuri due liberi, ovviamente è uno su due ma almeno si va pari. Ma The Other Vitali, Michele per la precisione, dopo aver sverniciato per tutta la gara il ferro, decide in perfetta solitudine che finalmente è il caso di mettere una tripla. Per fortuna di Roma c’è Kyle Gibson che raccoglie un rimbalzo in attacco (a dir poco inusuale per lui e questo dice molto della consistenza a rimbalzo della Pasta Reggia), e la mette dentro per un 51-50 al 39°. Domercant poi ha un cadeaux da parte dei grigi, rilevato un fallo su tiro inesistente ma fa uno si due mentre Gibson invece, procurandosi un fallo in entrata (toh…), fa 2/2, 52-52. Ultime battute, Caserta è un fascio di nervi, Capin sbaglia il tiro del +2 ma Jones raccoglie un rimbalzo che vale oro, Antonutti fa fallo su di lui e l’ala di Compton, vero leader in campo questa stagione, se va in lunetta e fa però uno su due anzi, sbagliando il secondo, decide di andare forte sul rimbalzo del suo libero commettendo però fallo sullo stesso ex-Reggio Emilia. La mano del friulano è di ghiaccio, 54-53 e 9” alla fine. Tempo per Roma, Dalmonte disegna uno schema che vede Gibson andare in penetrazione, così è ma l’ex-Pistoia si abbatte sulla difesa casertana, anche con fallo forse ma non per i grigi, finisce con Caserta in trionfo e Roma che dopo aver vinto e nettamente contro il Cedevita Zagabria mercoledì sera, perde una gara imperdibile contro una Caserta tutto cuore e basta perché, sia chiaro, il basket visto questa sera da ambo le parti, non si può definire tale…
Pasta Reggia Caserta – ACEA Virtus Roma 54-53
Parziali: 7-12; 19-14; 12-19; 16-6
Progressione: 7-12; 26-28; 38-47; 54-53
MVP: la classe non è acqua, dice un antico detto popolare ed Henry Domercant oggi la vince praticamente da solo, acquisto azzeccato quella della Juve. Idem Andrea Michelori.
WVP: tutta la Virtus, coach e staff tecnico compresi.
Fabrizio Noto/FRED
@FaberNoto