SASSARI – Cosa succede alla Dinamo? E’ questa la domanda che ricorre ormai da diverse settimane nelle discussioni tra gli appassionati di basket di Sassari e dell’intera Sardegna. La vittoria della Supercoppa italiana aveva regalato molte certezze sul valore del roster costruito in estate da Federico Pasquini, le stesse certezze che si sono sbriciolate dopo l’ultima prestazione dei biancoblù isolani. A Trento è arrivata la sesta sconfitta consecutiva tra campionato e Eurolega. Ma se le sconfitte nella massima competizione europea erano in qualche modo preventivate, lasciano parecchie perplessità le sconfitte maturate in campionato. A Trento si è vista la peggior Dinamo di questa prima parte di stagione. Dopo i primi due quarti giocati con il giusto piglio, al rientro sul parquet dopo l’intervallo lungo, si sono rivisti i fantasmi della trasferta di Capo d’Orlando, con la squadra letteralmente in balia dell’avversario. Le assenze di Rakim Sanders e di Jeff Brooks non bastano a spiegare il tracollo mentale dei ragazzi di Meo Sacchetti. Quest’ultimo in sala stampa ha rilasciato dichiarazioni che alimentano ancora di più i dubbi sulla logica costruzione del roster biancoblù. La mancanza di un vero play doveva, nelle intenzioni estive, essere l’arma in più del gioco ispirato alle filosofie del coach di Altamura. La realtà odierna ha invece mostrato l’altra faccia della medaglia. Jerome Dyson è forse l’emblema della crisi in cui versa oggi la Dinamo. Il suo incedere spaesato sul parquet toglie sicurezze a tutta la sua squadra, che durante il match non riesce a mettere in pratica i giochi offensivi. Edgar Sosa è riuscito in alcune partite a sopperire a queste lacune, ma al dominicano manca la qualità e la continuità necessarie per dare una identità precisa alla squadra. Il solo David Logan sembra possedere la leadership necessaria a trascinare i compagni. L’ex Alba Berlino non è ancora riuscito a trovare la continuità di rendimento che ci si aspettava da un giocatore della sua esperienza, ma l’intensità che riversa sul parquet è servita da esempio in tutte le partite fin qui disputate. Le note positive arrivano dal gruppo italiano e da Shane Lawal. Il Jack Devecchi visto quest’anno merita ampiamente la nazionale, mentre Brian Sacchetti quando è stato chiamato in causa ha mostrato personalità e orgoglio.
Anche il capitolo società quest’anno presenta vari spunti di riflessione. La gestione di Amedeo Tessitori ha lasciato molto amaro in bocca agli appassionati sassaresi, esattamente come l’addio di Cusin dopo poche partite. Il giorno dell’addio dell’azzurro, approdato alla corte di Cesare Pancotto in quel di Cremona, il General Manager Federico Pasquini dichiarò con convinzione “con Vanuzzo siamo coperti”. La realtà è diametralmente opposta. Il capitano ha visto sinora, complici alcuni problemi fisici, il parquet con il contagocce, Amedeo Tessitori gioca per Caserta e la settimana scorsa è approdato a Sassari da Cantù Cheikh Mboji. Il presidente Stefano Sardara ha chiesto continuamente alla tifoseria biancoblù di aver pazienza, ma al termine del match di Trento ha certificato il momento critico con un post sui social network molto amaro: “Oggi potete dire tutto quello che volete ed avrete comunque ragione“. Le risposte non si sono fatte attendere e i commenti spaziavano da chi chiedeva la testa di coach Sacchetti, ritenuto non più in grado di gestire il gruppo, a chi giurava fedeltà estrema verso i colori sociali. Lo stesso presidente in mattinata ha subito reagito con una dichiarazione, riportata sempre sui social network, che cerca di ricompattare l’ambiente biancoblù e chiarisce la situazione generale: “Ora che ci siamo giustamente sfogati dobbiamo tornare ai posti di combattimento. La società con la squadra per capire e trovare le soluzioni necessarie, ha bisogno dei tifosi, perché la Dinamo è qualcosa che non si può spiegare con semplici parole o con esempi materiali. La Dinamo è qualcosa che non si possiede mai fino in fondo ma che si custodisce e si tramanda. Questo è il compito della società e dei tifosi. Far capire a chi arriva a Sassari che la Dinamo va oltre ogni personalismo e per poter far parte di questo mondo, bisogna sacrificarsi per il bene comune. Il nocciolo del problema è tutto qui e la critica anche accesa che si riceve, oggi è assolutamente motivata, anche se non per le ragioni di qualcuno ma, come da molti sottolineato, per la mancanza di quello spirito Dinamo che in campo non deve mai mancare. Questo la società e i tifosi non lo possono accettare, per le ragioni dette sopra. La Dinamo è molto più di una squadra di basket, è l’anima di un territorio che oggi si sente tradito non dai risultati ma dall’impegno. Come società faremo il necessario, ma come sempre abbiamo necessità che i tifosi ci stiano vicino. Se poi avremo sbagliato, faremo tesoro degli errori e ripartiremo da quelli, ma io sono ancora convinto che quanto ci è stato fatto vedere di buono fino ad ora, e non penso solo alla Supercoppa, ma anche dal fatto che siamo a 4 punti dalla vetta in campionato e che abbiamo giocato punto a punto diverse partite di Eurolega, sia la reale potenzialità di questa squadra, sicuramente molto giovane e con tante cose da sistemare, ma non certo da buttare via. Quindi tutti al lavoro e FORZA DINAMO!!.
Ora la Dinamo chiuderà venerdì gli impegni di Eurolega volando in Lituania per incontrare il Kaunas, unica vittima dei sassaresi nell’avventura europea. La prossima partita di campionato vedrà i biancoblù impegnati lunedì al PalaSerradimigni contro Reggio Emilia dell’ex Drake Diener. Sarà una partita che dirà molte verità sul futuro prossimo della Dinamo.
Marco Portas