Se mai avessi la possibilità di scegliere la persona giusta a cui far prendere l’ultimo tiro di una partita, costruirei uno schema per liberare Ilaria Zanoni, perché vedere una sua parabola magnifica è qualcosa di unico, e sentir bruciare la retina quando la insacca è una sinfonia di musica ed emozione. Non sono parole di circostanza buttate lì a caso. Fin da quando non ancora ventenne ha varcato la soglia della A1 in maglia Vomero Napoli, fino all’ultima gara a miglia e miglia di distanza, in Svezia, passando per Geas, Schio, Ribera, Taranto e Parma, nonchè con la maglia azzurra della Nazionale, la costante della giocatrice milanese è stato quel “to make baskets and not only…”. Quello che rappresenta per la pallacanestro in rosa italiana è un autentico spot, che parte da un vivaio solido e prolifico come quello del Geas Sesto San Giovanni, la squadra lombarda per eccellenza negli ultimi anni (specie dopo la scomparsa della Comense), arriva in A1 grazie a talento, dedizione ma soprattutto sacrifico sul campo, e riesce ad affermarsi ad alto livello a livello europeo, da punta di diamante di una squadra nazionale ben assortita che fa paura a tutti. Il tutto però condito dal sorriso di una ragazza classe 86′ che pur colpita da qualche infortunio qua e là nella sua carriera, non ha mai smesso di continuare a lottare, a tenere alta la guardia e di sorridere alla vita. In più, ricordatevi che se va in striscia non la puoi più fermare e conviene già iniziare a scrivere il resoconto sulla partita. Per esplosività, talento e forza di volontà, è davvero calzante il parallelo con D-Rose, e probabilmente anche lei ne sarebbe contenta, dato che è tra i giocatori che più ammira, ma conosciamola meglio, e scopriamo al contempo la realtà del basket svedese, visto che dopo un brutto infortunio nello scorso anno, quest’anno Ilaria veste la casacca dell’ Udominate.
– Innanzitutto come stai dopo l’infortunio e quanto è difficile calcare il parquet dopo un lungo stop…
Dunque… Sono ferma dal 28 maggio, quindi lo stop è stato abbastanza lungo!!! E’ stato un infortunio particolarmente fastidioso: in passato ho fatto anche il crociato e la riabilitazione è stata sì più lunga, ma questa mi ha dato molte più noie!
I tempi erano di circa 3 mesi dall’operazione, e poi iniziare gradualmente gli allenamenti con la squadra. Ho lavorato duro tutto agosto e settembre e il 23 ottobre ho fatto il primo allenamento e il 25 la prima partita (sono passati esattamente 3 mesi il 5 novembre). Ovviamente non sono al 100%, ne fisicamente ne a fiato, ma piano piano va meglio.
E’ un po’ frustrante non riuscire a esprimersi al massimo, e soprattutto con il mio tipo di gioco, ma sto continuando a lavorare duro per riuscire a ritrovare l’esplosività che avevo prima. Le mie compagne e la società non mi stanno mettendo pressioni, anzi, mi aiutano molto soprattutto quando la frustrazione e il nervosismo hanno la meglio!
– La tua esperienza in Svezia, tra il basket, la vita, il cibo, i miti da sfatare sul paese nordico e le cose che ti hanno sorpreso: nonchè qualcosa che ti manca dell’Italia (o anche quel che non ti manca proprio)
Per ora va tutto benissimo, mi piace la città e mi trovo bene qui. Ovviamente, ora c’è l’entusiasmo della nuova esperienza e magari sembra tutto bello proprio per questo motivo, però considerando che è un cambio abbastanza estremo, poteva anche andare male dall’inizio.
Di aneddoti ce ne sarebbero mille da raccontare… Pranzo e ceno a orari improbabili! E quando mi mettono le famose polpettine sulla pasta prendo un piatto vuoto e le divido, sentendomi dire dalle mie compagne “you’re so italian!”. Anche trovare della semplice acqua naturale ho scoperto essere abbastanza problematico!
Per il resto impazzisco per i kanelbullar (cinnamon rolls) e i biscottini allo zenzero!!
Per quanto riguarda la lingua è completamente incomprensibile! Sto provando a imparare qualcosa ma sono suoni completamente nuovi e anche leggere la parola non è di grande aiuto perché si pronuncia in un modo completamente diverso!
Le teenagers della squadra mi insegnano qualcosa ogni giorno ma cose traducibili tipo “bella zio”. Di un’utilità rivedibile diciamo! Come le teenagers del Geas insomma!
Le persone, però, sono tutte disponibilissime: se ti vedono con un’aria dubbiosa per strada ti chiedono se hai bisogno d’aiuto! E dai 50anni in giù, un buon 90% sa l’inglese.
Il freddo è freddo di brutto. Altro che freddo secco! E’ vero che i 3° in italia sono più freddi, però i -11 (settimana scorsa..real feel -14) sono comunque -11!! Secchi o non secchi!!
Loro però vanno tranquilli in giro in bici con il ghiaccio.. io a piedi ho rischiato 3 volte il crociato! Ora però mi sono attrezzata con gli scarponi!
Una cosa che mi fa un sacco effetto è vedere le finestre senza tende..anche al piano terra. Una cosa inimmaginabile in italia! Vedi tutte queste casettine in legno di massimo 3 piani con queste luci soffuse che illuminano le vie, non vedo l’ora di vedere a natale!
Anche casa mia è molto carina, sembra di vivere all’ikea!
Una cosa che temo un po’ è il buio: spero non mi stanchi troppo. Il fatto che è tutto anticipato in base alle (poche) ore di luce magari aiuta un po’ e non trasforma il mio pisolino pomeridiano in una 24ore di sonno!
Dell’italia per ora non mi manca niente. Amici più stretti e famiglia li sento e vedo su skype costantemente! E poi non è passato nemmeno un mese dai… Se proprio devo trovare qualcosa, mi mancano le domeniche al Ganas con i miei amici e le colazioni con il mio amico Tia!
– Come sta andando la tua squadra, impegnata sia nel campionato svedese che nell’Eurocup?
Già, c’è anche il basket… Il campionato sta andando bene! Abbiamo giocato con squadre di media/bassa classifica da quando sono qui e abbiamo vinto facile, giocando bene. Il 25 giochiamo contro Northland che è una delle squadre pretendenti al titolo, vedremo. In Eurocup siamo 1-1. Abbiamo vinto con Gyor in casa e perso male con la Villeneuve di Meg Mahoney. Dobbiamo vincere con Gyor in trasferta e sperare che anche Villeneuve vinca (da pronostico dovrebbe…)
-Come ti sei avvicinata al basket e perchè ami questo sport? Quali sono le tue passioni oltre la palla a spicchi?
Perché gioco a basket? Direi un po’ per caso… In famiglia non sapevano nemmeno il colore della palla, almeno credo. Ero abbastanza alta e quando ero in terza elementare un professore delle medie mi ha fatto fare un provino a pallavolo. Diciamo che non mi aveva molto entusiasmata, forse perché ho sempre giocato a calcio con mio cugino e la mancanza di contatto fisico non mi andava giù. Mi avevano anche chiamato in una squadra di calcio ma anche li non andò in porto. Il mio migliore amico si era però iscritto a basket e quindi mi sono iscritta con lui, che ha smesso dopo forse uno o 2 anni: io invece mi sono innamorata.
Il basket è tutto. Potenza, rapidità, esplosività, intelligenza, cuore, palle (non da gioco), spettacolo e tecnica. Il tutto nello stesso sport: senza giri di parole, è la mia vita. Se si perde non riesco a dormire per l’incazzatura. Se si vince, condividere la vittoria con le compagne di squadra è una cosa che solo chi fa sport di squadra può capire. Finchè va così hai ancora qualcosa da dare a questo sport, a prescindere dalla categoria.
Quando non gioco mi piace leggere, ascoltare musica e strimpellare la chitarra (a livello autodidatta base!). Mi piace cucinare e guardare film o tv show. Gli amici sono tutto: qualche cena o anche solo quattro chiacchiere.
– In una carriera tanto ricca di aneddoti da poter scriverci su un libro, qual è il tuo modello di giocatrice preferito, quali le top player che hai affrontato o con cui sei stata in squadra assieme, la più forte al momento, rispetto al tuo (meravoglioso) modo di vede la pallacanestro?
(Non serve finire di leggere la domanda, come Horry quando gli chiedono chi sia il miglior centro con cui abbia giocato, Buffa cit.) D.ROSE: di lui sono completamente innamorata! Averlo incontrato e aver avuto modo di parlargli un po’ è stato indescrivibile! Ma mi piace anche Steph Curry! Ammiro molto Belinelli per la forza che avuto per andare avanti per la sua strada, contro tutti e tutte le avversità.
Riguardo la femminile ho avuto la fortuna di fare 3-4 stagioni negli ultimi anni del periodo felice del basket femminile. Ho avuto la fortuna di giocare con Bullett e Zara, talento e professionalità che mi hanno lasciato a bocca aperta, o di giocare contro Pettis e Taylor. Più recentemente direi che aver giocato contro Francia in amichevole e Spagna all’Europeo ci ha messo di fronte e delle grandi giocatrici. La mia preferita rimane però Diana Taurasi, seguita a ruota da Maya Moore. In italia per me la migliore rimane Chicca Macchi, che fa tutto con una semplicità quasi fastidiosa! Inutile dire che Giorgia (Sottana ndr) ha un talento smisurato, altrettanto inutile quanto dire che il futuro è Zanda (Zandalasini ndr)!
– Infine lo spazio e il microfoni sono lasciati a te, per dire quello che vuoi, salutare e ringraziare chi più ti aggrada…
Ringrazio tutti quelli che hanno speso qualche minuto del loro tempo per scrivermi anche solo qualche parola per augurarmi in bocca al lupo, dall’intervento alla nuova avventura.
E un grazie anche a te Nico per questa intervista!
Un saluto alla mia famiglia e a tutti i miei amici, in particolare ai Ganzi!
hej då!
Iaia