Bologna, 16 novembre 2014 – Suicidio della Granarolo che regala letteralmente una partita saldamente nelle proprie mani a poco più di 2’ dalla fine alla Reyer Venezia. Premessa iniziale necessaria: questo incipit molto deciso non vuole togliere niente ai 38’ eccellenti giocati da Bologna, probabilmente i migliori della stagione, e nemmeno i meriti evidenti di Venezia, perché portarsi a casa una partita così ormai compromessa non è cosa da tutti. Ma resta il fatto di come, per la terza volta consecutiva in casa, le V Nere abbiano sperperato un vantaggio importante, sebbene in modalità diverse dalle precedenti, con la differenza che questa volta è arrivata una sconfitta pesante e che rischia di bloccare tutto quel clima positivo che si era creato nell’ultima settimana. Sul 78-71 con 120” da giocare e l’andamento emotivo della partita in mano dopo una serie di giocate da campione di Fontecchio (6 punti e una stoppata incredibile su Ress) il più sembrava fatto, considerato anche la difficoltà in cui si trovava la Reyer.
E, invece, sul più bello gli uomini di Valli (non esente da colpe), hanno subito un tracollo verticale, concedendo 8 punti in un amen agli avversari, soprattutto a causa di amnesie di difensive e fermando del tutto l’attacco, forse colpito dal classico braccino corto di chi ha paura di andare a prendersi una vittoria pesante. Un vero peccato, perché, come detto, per 38 minuti buoni si è vista una Virtus davvero pregevole: asfissiante come suo solito in difesa (18 palle perse forzate contro una squadra che di solito è molto attenta da questo punto di vista), ma oggi anche mortifera in attacco, specialmente da 3 punti dove, per larghi tratti di partita, ha tirato con percentuali sontuose, chiudendo comunque con 9/19.
Un primo tempo fantastico di Ray (16 dei suoi 21 punti totali, con tanti canestri difficilissimi) accoppiato a un White in crescita costante e importante in tutte le zone del campo (16 punti, 6 rimbalzi, 3 stoppate, 3 recuperi e 2 assists) si erano accoppiati a un finale fantastico di Simone Fontecchio, sempre più in rampa di lancio: le statistiche non lo premiano, ma la squadra è stata nelle sue mani per buona parte dell’ultima frazione, specialmente nel suo momento migliore, quando ha segnato tre canestri che potevano essere pesantissimi per l’economia della gara. E’ piaciuto ancora Gaddy, ordinato e distributore di gioco vero, mentre, seppur con alcune buone cose, continua a lasciare interdetti Gilchrist, troppo morbido nei pressi del canestro. E il tutto con Hazell praticamente inutilizzato per problemi alla schiena e con Mazzola, molto positivo, uscito per 5 falli sul più bello, altro fattore importante nell’economia della gara. Dal canto suo Venezia ha tratto il massimo da una situazione che sembrava ormai irrimediabile.
Gli uomini di Recalcati hanno condotto la partita nel primo tempo, toccando anche il +10 (27-37), per poi subire l’entusiasmo e l’esuberanza fisica degli avversari (di White in particolare) e andare in confusione, venendo punita a ripetizione al tiro, spesso concesso. Inerzia della partita ribaltata e sconfitta che pareva ormai dietro l’angolo. Ma qui i lagunari hanno dato un segnale molto importante. Ok i demeriti degli avversari, ma proprio come a Brindisi una settimana fa, anche oggi la Reyer ha tirato fuori gli attributi non sbagliando niente nel finale e riuscendo, finalmente, a imporre la propria maggiore fisicità nella propria metà campo.
Il risultato è stato un parziale di 12-1 che ha chiuso la partita e mantenuto Venezia (seguita da tantissimi tifosi) in testa alla classifica. In tutto questo è svettato nettamente sopra a tutti Julyan Stone, che dopo la buona prova di Brindisi ha letteralmente dominato la partita, così come la società si aspettava da lui al suo ingaggio quest’estate: 19 punti (8/9 da due), 11 rimbalzi, 4 assists, 8 falli subiti e 34 di valutazione, il tutto con 5 punti decisivi nel finale, incluso il canestro del sorpasso. L’ex NBA è stato incontenibile nonostante la sua incapacità di tirare da fuori in certi momenti aveva rischiato di tirarlo fuori dalla gara. Stone, invece, è stato molto bravo a saper cogliere i momenti in cui attaccare il canestro, essendo totalmente immarcabile per qualsiasi avversario in uno contro uno. Con un giocatore del genere, chiaramente, le prospettive per la Reyer cambiano radicalmente. Molto bene anche Hrvoje Peric, che, specialmente nel primo tempo, ha fatto malissimo alla difesa bolognese con la sua atipicità. Note di merito anche per Ruzzier, che ha avuto tanti minuti guadagnati in campo con una gestione della partita ottimale e anche un paio di canestri molto pesanti, e Cam Moore, praticamente sull’orlo del taglio e buttato in campo nel finale per via di un infortunio a Ress, che ha risposto segnando un paio di jumper cruciali e con una difesa importante su White in una delle ultime azioni. Ancora in difficoltà, invece, lontano dal Taliercio Ben Ortner, così come giornata no per Phil Goss, che ha comunque messo con freddezza i due liberi della sicurezza nel finale.
Venendo alla sintesi della partita, gli attacchi si erano subito mostrati molto caldi, con Bologna a segnare con tutti i propri effettivi contro una difesa veneziana abbastanza morbida e White a schiacciare a rimbalzo. Vantaggio iniziale effimero, però, sul 16-11 per i bianconeri che subivano il cambio di marcia dato dall’ingresso in campo di Hrvoje Peric e dall’impatto di Stone. 18-3 di parziale a cavallo dei primi due quarti firmato, in maggior parte, da questi due e Reyer apparentemente in controllo del match sul 27-37. Apparentemente, appunto, perché in una partita molto divertente prendeva fuoco Allan Ray (al suo millesimo punto in serie A) segnando da ogni dove e riportando avanti i suoi sul 41-40, prima che un paio di segnature di Viggiano fissassero il tabellone sul 42-45 al 20°.
Meglio inizialmente Venezia al rientro in campo, con il +8 toccato sul 51-43 con Ruzzier lucido in regia, ma Bologna rispondeva presente con la ditta Gaddy (a dispensare assists) – Mazzola (a segnare da fuori e da sotto) abile a cucire un parziale di 11-0 che ribaltava nuovamente l’inerzia della gara, anche se Dulkys e Goss, prima della terza sirena, tenevano la gara in equilibrio (63-60).
Nell’ultimo quarto arrivava subito il controsorpasso ospite con un parziale di 7-0 lanciato da un tripla di Ceron, prima che si accendesse Simone Fontecchio, con tre canestri uno più bello dell’altro, una rubata e una stoppata figlie del proprio grande atletismo. Proprio su quest’ultima si infortunava Tomas Ress e la Granarolo segnava il +7 in contropiede. Sembrava fatta per gli emiliani. E invece… Fuori l’ex Siena e dentro Moore, subito dopo quinto fallo di Mazzola e Valli obbligato a reinserire Gilchrist. E qui la partita andava a prendere la sua ultima piega: tripla di Viggiano per il -4, canestro e fallo di Stone per il -1 e Moore a segno dalla media per il sorpasso. Pareggio a quota 79 di White dalla lunetta a 35” dalla fine, prima del canestro in penetrazione di Stone per il sorpasso definitivo, con lo stesso giocatore bravissimo a contenere Ray sul ribaltamento e a impedirgli di pareggiare la partita.
GRANAROLO BOLOGNA – UMANA REYER VENEZIA 79-83
PARZIALI: 24-27; 18-18; 21-15; 16-23;
PROGRESSIONE: 24-27; 42-45; 63-60; 79-83;
MVP: Julyan Stone, svetta su tutti mostrando il suo talento tecnico e fisico. A tratti incontenibile.
WVP: Matteo Imbrò purtroppo continua a dare segni di involuzione. Oggi è stato spesso un peso per la manovra della squadra, anche se ha avuto la fiducia di Valli nel finale.
SALA STAMPA
Carlo Recalcati
Giorgio Valli
Nicolò Fiumi