Ci sono tanti incipit che si potrebbero solo pensare, ma qualsiasi sia riuscito a pensare non riesce a descrivere appieno quello che Giulia Melissari rappresenta. Poche volte sul campo si riesce a vedere un talento cristallino, che si sposa appieno con passione per il gioco, sorriso a 360° anche quando qualcosa va storto e una determinazione che non conosce eguali. Un’anima rock che si sposa appieno con la tipica solarità del Sud Italia, specie della Calabria, che ne fanno un’atleta mortifera col suo jump shot, precisa e puntuale nelle letture, ma che soprattutto, quando serve, non disdegna di buttarsi dentro, subire un fallo e andare avanti, come onde che si infrangono sugli scogli, come quello dello stretto dove ha mosso i primi passi. E non a caso “El Contusion” ritorna ridondante nella nostra storia, perchè il #20 degli Spurs non è solo uno di quei giocatori che ti ispirano e diventano un modello, ma perchè è lecito pensare che proprio le giocate di un giovanissimo Manu Ginobili in maglia Viola Reggio Calabria possono essere state un flashback che ha inciso e non poco sulla carriera della giocatrice numero 15, ora in forza alla Virtus Cagliari, in A2.
“What’s my age again?” dei Blink 182 potrebbe essere una colonna sonora azzeccata, dal sound deciso, dalla sonorità continuità e da quel ritmo coinvolgente che fa la differenza tra la buona musica e la grande musica. Non solo perchè questa è la musica che Giulia Melissari ama ascoltare, ma anche perchè assoli di chitarra, balzelli ritmati come quelli di una batteria e alternanza di acuti e bassi sono le caratteristiche di un play guardia eclettico come pochi, che sa sempre sorprenderti, anche quando pensi di aver scoperto tutto su di lei, sulle sue carte e sulle sue giocate. Un ricordo che colui che vi scrive ha vivo nella mente dalla prima partita in cui ebbi la fortuna (o l’onore) di incrociare la giocatrice reggina sul parquet, in un match dell’allora B eccellenza contro Caserta: prima di scrivere questo pezzo, ho ritrovato e rivisto quel dvd e ancora una volta, le emozioni sono tornate a soggiogare il cuore del cronista. In quella partita mise a segno 31 punti di cui 20 nel solo primo tempo, catturando anche 7 rimbalzi e 4 assist, tenendo la sua squadra saldamente con redini lente, mai forzate, e che fecero capire che una giocatrice del genere passa raramente su palcoscenici come quelli della vecchia terza serie.
Quello che però più affascina è la genuinità della #15, che si evince dalla spontaneità con cui ha descritto il suo “Love of the game”: La pallacanestro è divertimento, spensieratezza, fantasia.. Ogni qual volta entro in campo, la magia si fa subito sentire, la percepisco ad ogni movimento, ad ogni suono. Ecco cosa mi spinge ogni giorno ad “allacciare le scarpette”: LA MAGIA. Forse il termine è davvero azzeccato a indicare quella finta di corpo che manda al bar il difensore e le consente quel tiro in step back dalla media distanza che puntualmente trova il fondo il secchiello. Ed è proprio mentre la conclusione parte che si ha la certezza che entrerà dentro, con una parabola morbida e una sicurezza tale, che puoi solo pensare: This is Basketball.
– Ma cosa c’è di Giulia Melissari fuori dal campo? Di certo da una campionessa del genere ci si potrebbe aspettare la solita routine di una campionessa, divisa tra palestra, parquet e focus only on the game, ma non è così. Sempre alla ricerca di nuovi ostacoli da superare, definirla in uno schema sarebbe davvero difficile, così lasciamo a lei la parola, ancora una volta: Per quanto riguarda la pallacanestro voglio sempre riuscire ad oltrepassare i miei limiti per poter infine dire: ho fatto il massimo. Per quanto riguarda la vita “off court” è laurearmi al più presto; Mi gestisco abbastanza bene, cerco di non farmi mancar nulla. Studio Giurisprudenza,una facoltà abbastanza tosta dove, appunto, “organizzazione” è la parola chiave per riuscire a non impazzire davanti alle duemila/tremila pagine! Oltre il basket, però, la mia seconda passione è la BUONA musica, e ogni estate non mi faccio mancare almeno due,tre concertini! Le avevo chiesto di trovare alcuni frasi che potessero definirla al meglio, ed ancora una volta la risposta è pungente, arguta, ma decisa, ciò che si aspetta da una ragazza molto autoironica ed autocritica che ha adottato lo #sdeng tanto caro al Beli come suo motto di vita: ” I’m a Little bit shy,a bit strange and a little bit manic!” .
Infine non poteva mancare il suo saluto finale, con dedica, magari l’occasione per la nostra prossima #IntervistaParticolare: Un abbraccio a tutti i lettori di All Around, ma un grande saluto va alla mia cara amica, nonchè splendida giocatrice Ale Formica, a new interwiew for you.
Domenico Landolfo