Ex tumulo vox (non) clamat!!! Non esistono parole più vere di quelle di Lucrezio del De Rerum Natura per descrivere il momento difficile della Juve, che viene battuta in casa, tra i fischi dei suoi tifosi che contestano una squadra che sul campo non ha mai dato l’impressione di esserci. La verità è che non si può parlare di squadra nel senso esatto della parola, visto che Sam Young fa pentole e coperchi, Howell è l’unico che gli dà una mano sincera, mentre degli altri si fa fatica a ricordare qualcosa. La differenza Pistoia la fa proprio col collettivo, lasciandosi trascinare dalle singole energie positive dei suoi ragazzi, ma soprattutto dando una svolta alla sua gara in difesa. Con questo ko la Juve resta ultima al palo con Pesaro, con l’Upea che si stacca dal fondo vincendo a Cremona, prossimo avversario dei bianconeri sabato prossimo, ancora davanti al pubblico amico.
Incredibile, straordinaria ma anche e soprattutto unica la prestazione di Sam Young, probabilmente il giocatore più dominante degli ultimi visti in Italia reduci dalla Nba. Non ci sono parole per descrivere cosa fa sul campo, segnando in area da qualsiasi posizione, deliziando la platea con schiacciate di rara fattezza e tenendo a galla da solo una squadra che sembra non averne. Non si pensi a un solista. E’ l’unico che ha saputo concretizzare, e spesso ha dovuto inventare e predicare nel deserto. A fine gara ci sono 26 punti, con 11/14 da 2, 4/6 ai liberi (gli unici tirati da tutto il roster bianconero) conditi da 5 rimbalzi e 6 recuperi senza perse. Per i bianconeri si segnala solo Howell, che firma 12 punti e 7 rimbalzi, poi il vuoto. C’è da dire che il lungo viene tenuto quasi misteriosamente fuori nel finale di gara, il che è una scelta ancor più discutibile se pensiamo che dei 59 punti finali ben 38 vengono da questo duo.Molin non ha di che gioire. Detto in primis che nessun altro in casacca bianconera ha segnato più di un canestro dal campo, la verità è che Scott in 30′ sul parquet prende anche 10 rimbalzi, ma è un autentico fantasma per il resto, senza tiri e senza la classica intensità che lo aveva contraddistinto. Mordente e Michelori ci mettono qualcosa di più del cuore, ma accusano nel finale un gap fisico dovuto all’età che non gli consente di essere al top. Tommasini e Sergio ci mettono tanta grinta, ma non basta, anche se c’è da dire che del 3/21 dalla lunga distanza sono proprio loro due a infilarle. Su Moore il discorso è più complesso. Dei suoi limiti difensivi abbiamo già detto, soffre maledettamente Hall per la fisicità e Filloy per la sua freschezza, ma più che per i punti concessi, sono le sue scelte che non pagano i dividendi. Agli 8 assist (la maggior parte dei quali palle sotto per Young) si aggiungono 4 palle perse che sono poca cosa rispetto ad un impatto negativo sia nelle scelte che nella gestione dei possessi che contano. Chiuderà con 2/11 dal campo, ampiamente battezzato dalla difesa avversaria. Peggio di lui fa Gaines, panchinato dopo 1′ da Molin che perde fiducia e non si fa trovare pronto. Per lui 2/11 dal campo e -8 di valutazione.
In casa toscana sono in tre in doppia cifra, nella giornata in cui Williams fa poco, ci pensano Hall (10 punti e 3 assist ma decisivi), Filloy 14 (col 50% dal campo e tanta sostanza) ma soprattutto Brown che garantisce imprevedibilità e solidità al suo coach (12 punti, 4 rimbalzi e 3 recuperi). Bene anche Johnson (9 punti, 9 rimbalzi e 3 stoppate), mentre Magro e Cinciarini si fanno notare a sprazzi. Moretti riscatta la sconfitta di settimana scorsa, in cui di sicuro ha pesato e non poco l’assenza di Hall, ma quella che può essere definita la vera chiave della gara è la grandissima difesa che nel secondo tempo e specie nel finale concede pochissimo alla Juve. Una zona 2-3 alternata ad una box and one su Young che ha fatto la differenza ed è valsa la vittoria.
Seguita da un folto numero di supporter, Pistoia parte meglio in una gara tanto spigolosa quanto equilibrata nelle prime battute. A guidarla sono prima la bravura di Brown e Milbourne in vernice, poi la veemenza di Hall, recuperato dall’infortunio a tempo di record. Caserta prova a tenere alta la concentrazione in difesa, attenta ai dettagli, con Molin che decide di far sedere in panchina punitiva Gaines dopo un paio di azioni per un rendimento non gradito, e al suo posto si vede Mordente. L’inizio dei bianconeri non è così pimpante e preciso, Pistoia trova col contropiede di Brown il 6-12 al 4′ ma improvvisamente la squadra di Moretti si arena. L’energia a rimbalzo di un Michelori solito gladiatore (4 rimbalzi nel solo primo quarto), ma soprattutto la calata di Young sulla gara (degna di quella dei Lanzichenecchi) si abbattono sui ragazzi in canotta biancorossa che beccano un 12-1 di parziale, in cui ci sono ben 10 punti dell’ex Pacers, con 5/5 dal campo. Caserta può chiudere avanti 18-13 alla prima sirena, con un leggero vantaggio a rimbalzo, mentre gli ospiti sono ancora storditi dal break subito, e lo si denota dalle percentuali molto basse dal campo (5/10 da 2 e 0/7 da 3).Il secondo quarto si apre con un tripudio di palle perse da ambo i lati, con Pistoia che non riesce ancora a sbloccarsi dal campo, e sono tanti i tiri ben costruiti e sputati dai ferri del palamaggiò. Il parziale dei bianconeri viene spezzato, quasi per magia da un Williams spento, tirato fuori in precedenza dalla partita e a lungo a parlare della gara con Moretti: toni pacati e buone letture della guardia, bravo come sempre a subire fallo e segnare dalla lunetta. Il coach dei toscani ordisce una buona difesa su Young, provando a limitarlo, Molin risponde togliendo per qualche minuto il suo go to guy, ma la mossa non responsabilizza gli altri. I bianconeri indugiano in qualche individualismo di troppo, che di fatto lasciano campo aperto alle iniziative dei ragazzi di Moretti. Quando arriva il secondo fallo di Scott, Milbourne è bravo a sfruttare al meglio la situazione di confusione e a prendere un prezioso rimbalzo offensivo. La Juve cede con il suo pacchetto lunghi e Johnson, lasciato libero dall’arco, impatta con la tripla il 20-20 al 14′. Per riprendere inerzia la Juve deve riaffidarsi a Sam Young, ma le buone notizie arrivano anche dalla tripla a bersaglio di Sergio uscendo dalla panchina. Purtroppo però per i campani anche la Giorgio Tesi group ha trovato ritmo e confidenza con le retine, ma a fare la differenza sono la prontezza nel lanciarsi sui palloni vaganti, nonchè la buona attitudine alle penetrazioni, che forzano il bonus prematuramente e regalano tanti punti a cronometro fermo.
Moretti alterna la 2-3 alla box and one su Young, e le percentuali dell’attacco casertano calano vertiginosamente, nè Moore nè Gaines sanno essere dei fattori ed anzi vengono quasi battezzati di continuo da parte del pacchetto arretrato avversario. Il sorpasso è nell’aria, ed arriva puntuale, quando Filloy trova punti dal perimetro, dando solidità alle buone geometrie in fase di costruzione, e Magro si batte nella tonnara in vernice siglando un prezioso gioco da tre punti (parziale di 0-7). Moore dal cilindro pesca un canestro che salva Caserta dopo l’ennesimo pessimo attacco, ma ancora l’ultimo minuto, come spesso già accaduto, risulta fatela ai bianconeri. Hall forza il secondo fallo di Michelori, unico dei suoi a spalleggiare Young nel corso del match, ed il suo 1/2 dalla lunetta produce il primo piccolo strappo della gara, che all’intervallo vede sul tabellone il punteggio di 29-33. A segnare il passo sono le 11 perse, cui non può sopperire Young che ha 14 punti con 7/7 dal campo. Pistoia ha 11/15 ai liberi, mentre Caserta solo 0/1, queste le chiavi su cui si va riflettere nei 15 minuti di pausa.
Dopo 2 minuti di puro anti basket ed errori di gestione, Howell sblocca l’incantesimo con un gancione old style, ma non è il buon segno che i bianconeri possono sperare. Una tripla di Hall e un 2/2 di Johnson (3° fallo di Mordente) lanciano la squadra di coach Moretti al 23′ sul massimo vantaggio (31-38). Dal baratro, però, i bianconeri si rialzano con orgoglio e stile, con attacchi a testa bassa che regalano il bonus. Solo che qui Pistoia si rimette a zona e non regala punti a cronometro fermo. Howell prima e soprattutto Young poi, riportano sotto e di prepotenza la Pasta Reggia, ma la difesa è bucata troppo spesso dalle fiammate di Brown, su cui Molin decide di parlarci su al 26′ (37-42). Il timeout non gira l’inerzia, anzi è la Juve che pecca di nervosismo spendendo tre falli in un amen e caricando il buon Howell e lo spento di penalità che costringono il coach mestrino a fare una scelta. Fuori i due, dentro Michelori da pivot, Young spostato da 4 e Tommasini da 3 tattico con i due esterni, e la mossa sembra funzionare con la gara che si cheta un poco da ritmi forsennati.Filloy e Mordente si rispondono con magie in arcobaleno, la Juve potrebbe colpire più volte e andare col naso avanti, ma è penalizzata da troppe palle perse: Cinciarini ne approfitta e va a schiacciare. Dal nulla Tommasini trova la bomba che ridà ossigeno, ci pensa poi Young con un’autentica magia a scrivere la parità. Da una palla morta, infatti, l’ex Pacers, da fermo e nel traffico, si svita in volo a 360° schiacciando. E’ magia pura. L’ultimo sussulto del quarto è ancora però di marca ospite, con Filloy che va col solito jump shot dalla media per il 46-48 all’ultimo stop and go. E’ questo un quarto che fa riflettere e non poco, perchè i padroni di casa tenendo basso il ritmo e giocando la pallacanestro controllata han saputo rosicchiare qualcosa, ma le quattro perse di media a frazione penalizzano e non poco i bianconeri.
Il quarto ed ultimo periodo si apre con il tiro in uscita dai blocchi di Gaines che va a bersaglio, primo acuto dell’americano in maglia numero 1, autentica oasi nel deserto di una gara per lui contraddistinta dagli errori. Young continua a strappare applausi, galleggiando in area, segnando e subendo il fallo, per un gioco da tre punti che vale il 51-48, un sorpasso quasi in atteso su cui il palazzetto campano si esalta. Pistoia è brava a buttarsi dentro e subire falli che la mandano in lunetta, ma litigare con la linea della carità non è un affare in partite così tirate. Dopo l’1/2 di Brown Caserta ha una palla importante per allungare, ma Moore sbaglia la tripla aperta e di fatto qui le cose cambiano. Sul fronte successivo Williams, che fino ad allora si era ben nascosto sotto le foglie, realizza una tripla stilisticamente perfetta, che vale il controsorpasso al 33′ (51-52). Moretti non vuole che Young continui a segnare e ordisce una box and one ancor più estrema di quelle viste in precedenza, con Brown e Johnson che si disinteressano di quello che succede sul parquet, dando anche le spalle all’azione, pur di impedire la ricezione di alcun tipo su Young. Una difesa da manuale.
Molin, anche per far rifiatare la sua stella, nonchè per scompigliare le carte sul parquet, toglie il suo mvp (che si mette ad aspettare il rientro in campo in terra, a bordo campo, in puro stile Nba) e trova ancora da un Gaines tanto saltuario quanto “cavallo pazzo” una tripla senza ritmo nè inerzia che vale il 54-52. Qui di fatto termina la gara dei bianconeri, ed i fatti lo dimostrano. Una palla di quelle da film che girano e rigirano a lungo sul ferro viene toccata di quel tanto che basta da Brown per la nuova parità, poi ci pensa Filloy con la tripla a indirizzare a dovere la gara. Nella disperazione di un attacco che non trova mai continuità nè tiri puliti, dal cilindro esce Scott, che sigla due punti e poi recupera un pallone prezioso, sprecato immediatamente dall’ennesima palla persa sull’asse Moore-Gaines. E la punizione arriva puntuale. Hall si incunea con caparbietà tra le maglie della difesa avversaria, subendo il fallo e, dopo alcuni giri alterni, piazzando un 2/2 pesante per il +3. La Pasta Reggia sembra quasi dimenticarsi che siamo nell’ultimo minuto, attaccando in maniera tanto lenta quanto negativa. Non arriva il canestro e Hall ancora è fondamentale nel prendersi il fallo. Stavolta solo 1/2 per lui, ma le lunghezze sono diventate 4. Ultime energie e speranze per la Juve, attacco standard: 4 fuori, fermi o quasi, palla a Young per inventare contro tutti. Fallo subito, 1/2 in lunetta e 13″ da giocare. Fallo sistematico dopo il timeout, Filloy va col percorso netto ed è +5. Molin non demorde, chiama lo schema, Moore va con la tripla che non vede il ferro, ma questa diventa assist per Young che realizza ancora. Sul nuovo +3 Moretti non si fida e porta la palla dall’altro lato col timoeut. E’ Cinciarini a prendersi il fallo, con altro 1/2, non c’è più tempo per altre emozioni. Finisce 59-63, con i fischi che piovono copiosi dagli spalti di un deluso Palamaggiò.PASTA REGGIA CASERTA – GIORGIO TESI GROUP PISTOIA 59-63
Parziali: 18-13; 11-20; 17-15, 13-15
Progressione: 18-13; 29-33; 46-48; 59-63
Tabellini
Sala Stampa
Molin
Una sconfitta che brucia, pesante, capisco bene cosa provano i tifosi che ci han fischiato a fine gara. Nonostante passi il tempo, non riusciamo a essere un gruppo che abbia unione in attacco e in difesa, siamo in netta confusione dei singoli, e i singoli non bastano. Non abbiamo punti positivi da cui ripartire. Serve maggiore umiltà e lavorare di più con la testa, sperando di riuscire a scrollarci di dosso questa pressione che pesa sulle gambe e ci fa giocare male.
Moretti
Era una gara fondamentale per entrambe le formazioni, siamo stati bravi a portarla a casa, lavorando soprattutto sulla difesa, una cosa imprescindibile per vincere in trasferta. Non siamo ancora fluidi ma stiamo lavorando nella giusta direzione. Benissimo Filloy, decisivo quando serviva, e che costituisce con Cinciarini e Johnson quel pacchetto di esperienza che serve a vincere partite difficili. Abbiamo fatto una gara solida, sono soddisfatto.
MVP: Decidono Filloy e Hall, ma difficile trovare qualcuno di Pistoia che non abbia portato il mattoncino per la vittoria. Uber alles e fuori concorso Sam Young, giocatore che col campionato italiano sembra aver poco a che fare.
WVP: Uno a scelta tra Gaines e Moore, stasera deleteri
Domenico Landolfo