Vince, convince e porta a casa due punti in trasferta preziosi la ENEL Brindisi, che con una prestazione del suo collettivo espugna il Palamaggiò di Caserta, dove la Juve dimostra di non essere ancora pronta al suo campionato, sia per la corta rotazione che non ha sortito effetti benefici col rientro di Young, sia per un gioco che latita sia nella costruzione di tiri, che soprattutto in difesa e a rimbalzo. La squadra di Piero Bucchi nella ripresa concede solo 27 punti ai bianconeri, con grande intensità, dominando in vernice e facendosi trascinare da una grande coralità in cui le stelle sanno bene integrarsi.
La gara si decide quando la Juve prende il break nel terzo quarto, con Mays che manda a scuola Howell, peggiore in campo dei suoi, e Delroy James che imita l’omonimo Lebron tagliando a fette la difesa avversaria e arrivando al ferro con continuità. Il duo interno, unito alla buona vena al tiro di un Turner silenzioso ma decisivo, e di un duo Harper e Denmon concreto ed efficiente, serve a scrivere un finale di 9 punti, che bene identifica i valori messi in campo. Per la Juve non ingannino le statistiche. Troppi minuti per Young, che ci ha messo il cuore, ma che nel finale è arrivato senza forze, per l’ex Pacers ci sono 16 punti e 10 rimbalzi ma brutte percentuali e brutte scelte nel tentativo di rimonta finale. Come a Roma, prestazione a sprazzi per Gaines(14) e Scott (13). Il vero eroe di serata diventa Michelori, costretto a un extra lavoro sul parquet, ma che si butta sul parquet anche a costo della sua incolumità per recuperare palloni e dare l’esempio. Purtroppo qualche errore dalla linea della carità e qualche tiro sputato dal ferro minano la sua prova, ma il gladiatore ha dato tutto ed è lui l’esempio dei bianconeri.Per Bucchi il 69-78 finale è una conferma importante di quanto bene si era già fatto contro Pesaro, ma di certo gli infortuni di Henry e Mays, usciti nel finale per piccole o medie distorsioni al ginocchio, non lo faranno stare tranquillo fino a nuovo referto medico. Per Molin la consapevolezza che la strada è ancora in salita, il lavoro ancora tanto da fare e all’orizzonte una sfida contro Bologna che sa già di primo crocevia della stagione.
La prima notizia è che nel quintetto bianconero figura Sam Young, assente settimana scorsa a Roma, mentre la scelta di Molin é quella di far partire Frank Gaines dalla panchina per sfruttarne le doti di shooter. Starting five tradizionale per Piero Bucchi con i 5 americani e tanta voglia di corsa e atletismo. Atmosfera accogliente del Palamaggiò, rumoroso come al solito, con 3257 presenze (27331€ di incasso) e buona presenza anche di pubblico ospite, con i suoi striscioni e le sue bandiere.
A colpire é subito il dominio fisico dei pugliesi, specie in vernice. Un pick and roll centrale innesca sempre cambi forzati sul post basso, dove Mays fa quel che vuole, con 6 punti in un amen, mentre James si fa notare sia per la bravura nell’imbeccare i compagni che nello spazzare il ferro quando serve. Dopo meno di 3′ sul 4-10 Molin ne ha già viste abbastanza e chiama timeout, catechizzando Young, alle prese con orizzonti diversi da quelli a cui era abituato. La reazione è affidata a Scott che infila la tripla, ma ancora il rimorchio backdoor sul lato debole punisce i bianconeri con Denmon. Una tripla estemporanea di capitan Mordente aiuta la Pasta Reggia a tenere botta, poi si alzano i ritmi e la gara diviene accesa, con botta e risposta da ambo i lati. Turner punisce dalla distanza due volte, punendo la grande generosità della difesa Juve, ma finalmente anche l’attacco casertano è ben ordinato e con le giuste spaziature trova le triple di Gaines e Moore. Alla prima sirena siamo 25-26.Nel secondo quarto Brindisi trova energie dalla panchina, con gli ingressi importanti di Ivanov e Cournooh, nonchè con una circolazione di palla sempre fluida per i biancoblù che premia Henry che dalla lunga finalizza il +7 (29-36) su cui Molin chiama ancora timeout. Si sveglia Sam Young, che con 5 punti consecutivi rimette in partita i suoi, costringendo stavolta Bucchi a rifugiarsi nella sospensione. Harper va in panchina con 3 falli a carico, Michelori si prende il palcoscenico con uno dei suoi ganci e con la sua garra in vernice, ma ad una gara in equilibrio una nuova scossa la regala il secondo e terzo fallo (tecnico) di Moore al 18′, che assottiglia la rotazione bianconera. Brindisi spadella dalla lunetta e non mette la freccia, Howell col jump (incitato dal pubblico) impatta a metà gara a quota 42.
Contatti e sportellate sul parquet, inerzia tutta nelle mani dei pugliese che alzando il volume della radio in difesa ma soprattutto nell’agonismo a rimbalzo riescono a creare una frattura significativa nel match. Mays inizia a deliziare la tonnara in vernice con i suoi colpi, i suoi rimbalzi volanti e i suoi punti in quantità industriale. La Juve concede troppi secondi e terzi possessi e quando sporadicamente riesce a trovare il fondo del secchiello, viene immediatamente punita. Piano piano Delroy James sale di colpi, prima col gioco da tre punti, poi con un grande impatto difensivo e una stoppata su Howell da cineteca. Quando si ha bisogno di punti Young risponde presente, ma Turner fa altrettanto rispondendo da par suo con potenza. Quando il vantaggio arriva sul +9 (54-63) si capisce che la gara sembra già ampiamente alla portata dell’Enel. Brindisi si diverte e fa divertire, James fa vedere un paio di schiacciate stile Nba, Young non fa mancare un alley op a una mano da cineteca, ma all’ultimo stop and go siamo 56-65. Dopo il massimo vantaggio sul +11, targato ancora James, la Juve si aggrappa alle ultime energie rimaste, ma troppo egoismo la condiziona. La tripla di Gaines è quasi un fulmine a ciel sereno dopo tanti brutti attacchi, Brindisi perde qualche giro offensivo contro una zona matchup che regge e Michelori sale in cattedra. Nonostante lo sforzo fisico già profuso e nonostante qualche errore dalla lunetta, il gladiatore bianconero da solo o quasi prova a riaprire la sfida. Prima forza il quarto fallo di Harper, poi si getta sul parquet recuperando due palloni di fila, un coraggio mai visto e che servirebbe da esempio. Bucchi, spaventato dalla reazione chiama timeout, la Juve sbaglia ancora dalla lunetta (1/2 di Young), e si vede chiaro che la squadra di Molin è palesemente frenata dalla condizione fisica non eccellente del suo ex Pacers che zoppica ma resta stoicamente in campo. Si infortuna Mays, Caserta lo applaude sportivamente ma ne approfitta e come, con il jumper di Scott che vale il -4 (63-67). Proprio quando però sembra fatta la rimonta, Brindisi ritrova fluidità in attacco, anche perchè la Juve sulle ali dell’entusiasmo in difesa si dimentica di Turner nell’angolo che non sbaglia. L’azione dopo decide la gara, con lo stesso ex Pesaro che buca la cassaforte di Mordente lanciando James in transizione per la comoda realizzazione. Sotto di 9, dopo un mortifero 0/2 di Michelori (di pura stanchezza) dalla linea della carità, la squadra di Molin trova la tripla di Moore a 2′ dal termine riportando a soli due possessi il gap, ma la spia della benzina è già accesa da troppo tempo. La chiude il solito James, con il furto con scasso di Henry (che si infortunerà di lì a poco) che fotografa al meglio la gara. Finisce 69-78. Seconda vittoria per Brindisi, seconda sconfitta per Caserta.PASTA REGGIA CASERTA – ENEL BRINDISI 69-78
Parziali: 25-26; 17-16; 14-23; 13-13
Progressione: 25-26; 42-42; 56-65; 69-78
Tabellini
Sala stampa
Bucchi
Ci aspettavamo una loro veemenza iniziale e siamo stati capaci di contenerla al meglio. Nella ripresa bene in difesa con soli 27 punti concessi, dimostrando ottima personalità, che dati i cambiamenti nel nostro roster è un qualcosa di molto positivo. Abbiamo rispettato il nostro piano partita, tutti hanno dato una mano importante, anche e soprattutto uscendo dalla panchina.
Molin:
Fino a quando abbiamo avuto energie e lucidità abbiamo bene ovviato al nostro problema di condizione, quando poi l’atletismo e il ritmo di Brindisi sono usciti fuori, il nostro attacco è diventato sterile. La difesa stasera non è stata all’altezza, siamo ancora incompleti e alla ricerca del nostro equilibrio, e abbiamo pagato sia nelle parti finali delle azioni, nonchè nella lotta a rimbalzo. Potevamo avere la possibilità di rientrare, ma siamo rimasti troppo spesso a guardare troppo Brindisi. Young non era in condizione, Howell ha avuto una giornata no, manca la condizione per affrontare tutti i 40′ con la stessa intensità. Dobbiamo essere più compatti nella fasi della partita in cui dobbiamo soffrire.
MVP: Scegliere a piacimento qualcuno tra James e Mays, che han dominato il match, con energia intensità e impatto quando serviva, ma decide anche un Turner killer mortifero nel finale. Per Caserta Young, stoicamente in campo, chiude con una doppia doppia da applausi, Michelori battaglia come un matto incredibile, conquistandosi i soli gradi sul campo.
WVP: Non convince Moore in regia, nè Gaines che va a sprazzi, ma il peggiore è di certo Howell, apparso oggi in una pessima giornata.
Domenico Landolfo