Dura poco più di 10 minuti la resistenza della Foxtown Cantù in Spagna contro il Gran Canaria. Sbagliato l’atteggiamento tattico degli uomini di coach Sacripanti che sono andati a sbattere contro una squadra nettamente più lunga, giocando con troppo poco controllo, mettendo la gara sul piano offensivo e alla lunga finendo per pagare un pesante dazio. L’impressione che si ha avuto anche stasera è che i lombardi soffrano il fatto di non avere un playmaker “vero”, ma di dover essere giostrati da un surrogato di esso, che risponde al nome di Darius Johnson-Odom (14 punti con 7 assists, ma 4/11 al tiro e 5 palle perse), piccolo proiettile, dotato di un’esplosività non comune, ma che playmaker non è, e si vede. Una squadra con tanti attaccanti (vedi un ottimo James Feldeine) avrebbe bisogno di un metronomo più puntuale, mentre l’ex NBA, pur non facendo certo mancare l’impegno, ferma troppo il pallone, attacca spesso per la conclusione personale perdendo molti palloni e, in definitiva, non dà ritmo a una squadra che, invece, ne avrebbe bisogno come il pane.
L’esordio in Eurocup non ha fatto sconti da questo punto di vista. Fino al momento in cui gli uomini di Garcia Reneses non hanno preso le misure ai canturini e questi hanno potuto correre, agevolati dal pressing a tutto campo degli avversari, le cose sono andate per il verso giusto (11-3, poi 16-8 in avvio per la Foxtown), ma quando le scelte troppo frettolose di Odom hanno cominciato a regalare ai padroni di casa palloni e canestri facili la musica è rapidamente cambiata. Con un Bellas (14 punti e 5 assists) in spolvero e bravo a uccellare spesso d’astuzia lo stesso Johnson-Odom è arrivato un 12-0 di parziale che ha rapidamente cambiato l’inerzia del match (20-16 Gran Canaria).
Un Feldeine scatenato (4 triple e 18 punti nel primo tempo, 25 alla fine) praticamente da solo ha tenuto in gara i suoi, ma nel frattempo cominciavano le rotazioni degli spagnoli che dalla panchina trovavano l’assetto vincente, in gran parte grazie a tre uomini: Kuric (19 punti) con i suoi tiri da fuori, Tavares (6+13 rimbalzi) coi 220 centimetri capaci di bloccare le velleità di Cantù e DaJuan Summers (13+6), fisicamente non contrastabile dai pari ruolo avversari (in generale evidente la superiorità fisica del Gran Canaria, evidenziata anche dal 46-31 a rimbalzo, con ben 18 palloni recuperati in attacco). Qui stava la chiave del match: le second unit producevano un impatto diametralmente opposto e, per di più, Cantù, nel momento in cui non riusciva ad attaccare la difesa prima che questa si schierasse, era praticamente nulla a metà campo. Allarme rosso proprio in chiusura di prima frazione, con un 9-0 di parziale, chiuso da una tripla di Kuric sulla sirena, che dava il massimo vantaggio (51-40) fino a quel momento proprio al 20° agli spagnoli.
La gara era ormai segnata. Capita l’antifona, Reneses insisteva con Tavares, Kuric e Summers in campo e la forbice si apriva subito al +16 (59-43). Sacripanti correva ai ripari provando la zona, che dava qualche risultato, fornendo qualche pallone recuperato da trasformare in transizione (ormai l’unica fonte sicura di punti per i lombardi). Con le accelerazioni del solito Odom e qualche balzo di DeQuan Jones Cantù ricuciva fino al -8 (51-59), prima che un fallo tecnico molto dubbio allo stesso Jones spegnesse, in sostanza, ogni speranza di rimonta: libero a segno e tripla di Baez sull’azione susseguente che riportavano il tabellone a un più confortevole 63-51 per i padroni di casa, che intanto in difesa avevano stretto ancora una vite, impedendo in più di un’occasione anche i semplici passaggi di entrata nei giochi offensivi di Cantù.
L’ultimo quarto (iniziato sul -13) era poi solo per stabilire il divario finale tra le due squadre. E qui Cantù ha commesso l’errore di disunirsi finendo per subire un -20 che, in ottica di classifica avulsa, potrebbe costarle caro.
Occorre, in ogni caso, per la Foxtown fermarsi un attimo e riflettere sugli errori che hanno portato a questi due ko pesanti nel giro di 48 ore. Lavorare sulle proprie debolezze (in primis la difesa: 101 punti subiti oggi dopo i 93 di domenica) e cercare di sviluppare al meglio il proprio gioco. Perché quella di Sacripanti è una formazione che ha indubbiamente giocatori con caratteristiche molto interessante, ma deve essere capace di riuscire a farle convivere in maniera più armoniosa, per non ritrovarsi, come nel caso di stasera, con giocatori come Jones e Hollis praticamente nulli.
HERBALIFE GRAN CANARIA – FOXTOWN CANTU’ 101-81
Parziali: 24-20; 27-20; 19-17; 31-24;
Progressione: 24-20; 51-40; 70-57; 101-81
MVP: Kyle Kuric. Impatto devastante con i suoi tiri da fuori che hanno letteralmente smantellato la difesa, già di per sè leggera, di Cantù.
WVP: Damian Hollis. Totalmente fuori dalla partita, non incide mai in nessun modo e finisce tritato assieme agli altri in difesa.
Nicolò Fiumi