Reggio Calabria, 12 ottobre 2014 – Il delirio che ha accompagnato il suono della sirena è l’immagine più bella della gara consumatasi in questa calda domenica d’ottobre fra Viola Reggio Calabria e Fulgor Omegna. Vincono i padroni di casa, lo fanno sul filo di lana per 81-79, risultato frutto di una tripla letteralmente a tempo scaduto di Michael Deloach, che nei momenti più difficili della gara ha dimostrato insieme ad Ammannato di poter essere l’uomo di riferimento per questa Viola. Omegna ha tanto da recriminare, dato che la premiata ditta Saddler–Iannuzzi era riuscita a portare i rossoverdi anche sul +20 rivelatosi poi non sufficiente per contrastare la rimonta neroarancio concretizzatasi negli ultimi cinque minuti del quarto periodo.
Il match ha inizio con una novità per parte: in casa Viola il giovane De Meo non recupera neppure per la panchina, al suo posto Russo, mentre per Omegna la sorpresa si chiama Smorto, gettato nella mischia dal primo minuto in luogo di Saddler. Parte bene la squadra di casa che si porta avanti nel punteggio guidata da un Ammannato da 14 punti in 10 minuti, frutto delle grandi giocate in pick n’ roll con Deloach e Rush, chiudendo sul 25-20 il primo quarto. Le buone trame di gioco dei neroarancio restano però solo un ricordo al ritorno in campo, dato che Omegna prende saldamente le redini del match serrando le fila e facendo la voce grossa a rimbalzo, costringendo la Viola a sbagliare tanto in attacco e a perdere palloni sanguinosi che allargano la forbice in favore dei rossoverdi. L’ingresso di Saddler unito alla straordinaria vena offensiva di Iannuzzi ribaltano totalmente l’andazzo della gara con la Viola che al 20’ si ritrova a rincorrere sotto di 8 punti (38-46).
Al rientro dopo l’intervallo lungo sembra che la strigliata di coach Benedetto ai suoi non sia stata ben recepita. I ragazzi di Magro riprendono infatti da dove avevano lasciato, approfittando anche di un totale blackout dei reggini in fase offensiva. L’episodio che probabilmente da la svolta al match è un fallo fischiato ai danni di Deloach seguito da un tecnico ad Ammannato per proteste.

Il momento topico del match: Iannuzzi al tiro libero dopo doppio fallo a Deloach ed Ammannato (foto: Maria Vazzana)
Omegna vola sul +20 e il PalaMazzetto diventa una bolgia per il doppio fischio arbitrale contro i neroarancio. E’ ancora Iannuzzi a farla da padrone, e gli ospiti chiudono avanti di 16 il terzo quarto (50-66). Ultimo quarto tutto di Deloach che sfruttando le grandi abilità in penetrazione mette in fila parecchi giochi da tre punti che riavvicinano i neroarancio fino al -5 a 6’ dal termine. Paradossalmente però una mano ai neroarancio la da Conger, che dopo aver rubato palla si invola verso il canestro e sbaglia una schiacciata facile facile, alimentando le speranze di Rossi (oggi un po’ in ombra) e company di portare a casa la sfida. A pochi secondi dal termine, il miracolo si concretizza: Rezzano dopo tre errori consecutivi in fase offensiva recupera palla, serve Deloach che spara da tre punti in precario equilibrio. Il silenzio che precede il dolce suono del pallone che si infila nella retina, coperto parzialmente dalla sirena che scandiva la fine del tempo, fa da cornice all’esaltazione di squadra e tifosi che si uniscono in un abbraccio collettivo per festeggiare un’insperata vittoria. Finisce 81-79 per la Viola Reggio Calabria.
Partita al cardiopalmo dunque, con una Viola dai due volti che riesce a portare a casa i primi due punti della sua stagione riscattando così la sconfitta di Treviso. C’è però certamente ancora tanto da lavorare per Benedetto e il suo staff, la squadra vista nel secondo e terzo quarto non è sicuramente ciò che avrebbe voluto l’allenatore reggino, che a fine gara appare felice ma allo stesso tempo contrariato per la gestione della gara soprattutto ad opera di chi ha maggiore esperienza. Omegna dal canto suo può recriminare per un ultimo periodo da soli 13 punti e tanti errori al tiro che hanno facilitato il compito dei padroni di casa. L’impressione avuta comunque è che questa squadra non possa fare a meno delle giocate di Saddler, che ha tutte le carte in regola per non far rimpiangere il Mike James visto lo scorso anno con la canotta dei lombardi.
Encomiabile il sostegno che i 700 del PalaMazzetto hanno garantito ai neroarancio, anche quando la sfida sembrava irrecuperabile. L’augurio è che questa partita svegli chi di dovere per permettere al sodalizio del presidente Branca di far ritorno al più presto al PalaCalafiore, la sola e unica casa della Viola Reggio Calabria.
Viola Reggio Calabria 81-79 Fulgor Omegna (25-20; 13-26; 12-20; 31-13)
Viola Reggio Calabria (da due 27/39, da tre 4/16, tiri liberi 15/18): Deloach 17, Rezzano 6, Rossi 12, Rush 8, Ammannato 27, Casini 6, Azzaro 5, Lupusor, Sindoni ne, Russo ne. Allenatore: Benedetto.
Fulgor Omegna (da due 25/36, da tre 6/24, tiri liberi 11/13): Iannuzzi 25, Conger 8, Masciadri 5, Tavernelli 10, Smorto 3, Resca, Della Torre ne, Vildera 4, Gurini 6, Saddler 18. Allenatore: Magro.
Arbitri: Angelo Caforio di Brindisi – Stefano Wassermann di Pordenone – Corrado Triffiletti di Messina.
MVP: la palma di miglior giocatore del match la diamo a Michael Deloach, che con le sue giocate negli ultimi dieci minuti ha permesso alla Viola di portare a casa il match. La tripla con cui fissa il risultato sul 81-79 finale è da antologia del basket.
Benedetto (allenatore Reggio Calabria): “E’ stato un bel regalo di compleanno ma devo essere onesto abbiamo fatto una cattiva partita. Quando uno gioca male solitamente perde, ma la verità è che questa squadra non muore mai e lo ha dimostrato ancora una volta, vincere in questo modo è stato entusiasmante. Abbiamo affrontato una compagine molto ben allenata reduce da una bella vittoria casalinga. Ha vinto con grande distacco giocando in scioltezza. Anche stasera Omegna ha giocato per quaranta minuti in maniera disinvolta creandoci più di qualche problema , noi siamo stati troppo morbidi in difesa ci siamo accontentati solo delle nostre giocate offensive e facendo così non andremo molto avanti in A2 Silver. Avevo chiesto maggiore intensità ai miei uomini e questa si è vista nel terzo quarto ma con il punteggio a noi sfavorevole non ha inciso sulla gara come avrei voluto. Poi nell’ultima frazione di gioco abbiamo riguadagnato spazi, abbiamo preso coraggio accorciando anche le distanze. Il pubblico ci ha aiutato parecchio e nei momenti importanti siamo riusciti in effetti a difendere bene. Se non abbiamo la fisicità per riuscire a contrastare gli avversari dobbiamo giocarci altre carte per esempio l’astuzia e un po’ di sana cattiveria. Dobbiamo farlo però in maniera più continuativa durante il match, oggi alla fine è andata bene ma non dobbiamo permetterci di fare determinati errori nelle prossime gare”.
Magro (allenatore Omegna): “Siamo partiti male nel primo quarto, concedendo troppo e approcciando la gara non nella maniera che avrei voluto. Soprattutto in trasferta dobbiamo avere un atteggiamento più aggressivo nei minuti iniziali, anche se negli ultimi minuti della frazione avevamo già raddrizzato il punteggio. La fase centrale della partita è stata nostra, con un secondo quarto in cui abbiamo concesso appena 13 punti. Dopo la pausa lunga abbiamo toccato il massimo vantaggio sul 46-66, cercando di controllare gioco e di dar fiato a qualche nostro giocatore, dato che siamo una squadra profonda e tutti devono essere concentrati. Il finale è stato negativo, con qualche palla persa che si poteva evitare. Ci siamo fatti prendere dall’ansia, mentre Reggio Calabria ha vissuto il suo finale da film, dove spinto dal pubblico trova la rimonta e la vittoria del finale.
Siamo all’inizio di un percorso ed è presto per vedere i frutti del nostro lavoro. Dobbiamo crescere: abbiamo necessità di continuità e di più gioco di squadra, dato che abbiamo alternato grandi azioni difensive ad azioni più banali; dobbiamo capire che una partita è fatta della somma di episodi, che oggi hanno deciso la partita. Questa è una sconfitta che brucia ma che non preoccupa. Ora dobbiamo subito pensare a Piacenza, poiché mercoledì saremo ancora in trasferta in un altro match molto impegnativo.”
Paolo Malara