Reggio Calabria, 9 ottobre 2014 – Dopo la sconfitta patita in quel di Treviso contro la De Longhi dell’ex Fabi, la Viola Reggio Calabria ha fatto ritorno in riva allo Stretto e dopo una giornata di riposo ha ripreso a pieno regime gli allenamenti, in vista dell’esordio fra le mura amiche contro una delle compagini più attrezzate dell’intera Silver, la Fulgor Omegna.
Finora, la settimana neroarancio è stata caratterizzata da aspetti positivi e negativi: partendo dai primi, Benedetto può sorridere per il completo recupero di Ion Lupusor, presente/assente domenica scorsa a causa dell’influenza che non gli ha permesso di esprimere il suo talento contro i trevigiani, e per il miglioramento delle condizioni di Nico De Meo, il cui recupero peraltro sarà fondamentale anche per la Viola under 19 che da quest’anno sarà impegnata nel campionato di DNG.
L’aspetto negativo riguarda, oseremmo dire come al solito, l’impianto in cui la squadra reggina dovrebbe giocare le sue partite casalinghe. Il PalaCalafiore non è ancora disponibile, nonostante manchi solo l’impianto antincendio da rimettere a nuovo, dato il resto dei lavori è stato completato martedì con l’ultimazione della perizia statica da parte dell’Università Mediterranea. Nel frattempo, la Viola è costretta a far di necessità virtù ed esibirsi davanti al proprio pubblico negli angusti spazi del PalaMazzetto, soluzione certamente non definitiva ma temporanea, in attesa che uno dei palazzetti più grandi d’Italia riapra i battenti non solo per accogliere gli incontri di pallacanestro ma per tornare interamente fruibile a vantaggio della città.
Intanto, dalla pagina facebook della Viola Reggio Calabria si alza il messaggio del presidente neroarancio Branca, principalmente diretto ai tifosi: “L’amore piace, le storie d’amore la gente le vuole e qui è notoria la mia storia di amore quarantennale con la Viola, ma ancor di più quella di una regione intera. Si, torneremo a innamorarci, contro tutto e tutti, tra 1000 e 1000 difficoltá, dal palazzo agli sponsor. Ma noi ce la faremo perché la Viola va oltre: oltre i guai, oltre gli steccati, oltre i limiti, oltre le divisioni. Ce la faremo perché, come disse IL capitano, qui non si muore mai, e sapete perché? Perché la Viola é un popolo, non di un popolo, ma é UN popolo. La Viola é un modo di vivere, una scelta di campo tra la vita comoda scritta dagli altri e quella scomoda ma vergata col nostro sudore, con la voglia di dimostrare sempre che l’anima non si compra, non si vende. O si ha o non si ha. Ricordiamolo nei momenti difficili che vivremo e, come dissi nel 1991 a 24 anni, giovanissimo dirigente accompagnatore degli allievi che nemmeno sotto anfetamine avrebbe mai sognato di diventare il Presidente, al portiere d’albergo di Cassino che mi parlava di Olimpia e Virtus: “Non si dispiaccia, signore, e se lo ricordi bene: noi siamo la VIOLA REGGIO CALABRIA“.
Paolo Malara