Roma, 1 Ottobre 2014 – Un Dalmonte diverso rispetto all’anno scorso: sempre caratterizzato dalla sua favella ottimamente retorica ma questa volta molto più presente, quasi più vivo di quanto si sia ascoltato e visto lo scorso anno. Avere già un anno sul groppone di Virtus Roma (e che anno, vissuto comunque “pericolosamente”), lo spinge di fatti ad essere ancora più padrone del verbo e delle idee che esprime di quanto lo sia di solito. Determinato, leale, trasparente nella sua schietta elencazione di come si dipanerà questa stagione o come crede possa dipanarsi, sembra essere il Dalmonte di Cantù, di quasi un lustro fa in cui il suo scopo precipuo era allenare e non gestire un gruppo di giocatori. Bene, forse questo nuovo status, di sentirsi quindi più allenatore e meno gestore caratterizza questo Dalmonte 2014 in salsa Virtus Roma.
Consapevole di avere tra le mani una squadra ancora difficile da decifrare soprattutto ora che si è aggiunto il fosforo di Rocco Stipcevic al posto di Petty Perry (che non sarà tagliato comunque, ad oggi), non nasconde una sicurezza ed una decisione negli intenti stagionali che nella passata stagione si era vista molto ma molto di rado. Sarà quindi un gruppo di soldati da plasmare con D’Ercole e Jones a fargli da chioccia più l’ultimo arrivo croato, una squadra che cambia radicalmente quindi ma che deve essere forte nella sua espressione tecnico-agonistica. Nessun obiettivo però dichiarato, la consapevolezza che la squadra potrebbe essere certamente alle spalle delle quattro più forti (Milano, Sassari, Reggio Emilia e Venezia), non determina però dal suo punto di vista alcune certezza di playoffs, troppe ancora le variabili da risolvere nell’equazione Virtus Roma 2014 e, soprattutto, mai sottovalutare una concorrenza che appare sempre più agguerrita ed indecifrabile, proprio ad oggi come questa sua nuova creatura.
Ma si parte da Luca Dalmonte con un “occhio” diverso rispetto a pochi mesi fa, molto più adiacente al pensiero del sudore e della fatica come elementi sui quali erigere un monumento, eppoi “Che serà, serà!”: impegno, dedizione, sacrificio e tanto basket sia in attacco che in difesa, ecco cosa proporrà lo chef Dalmonte ai buongustai del Pala Tiziano la domenica alle 18:15 e così sarà anche a Sassari, alla vigilia del primo impegno della stagione. La vittoria certamente sarà cercata ma attraverso un percorso di miglioramento costante al comando di una truppa giovane che passi sempre dall’applicazione di quanto fatto in palestra, questo sarà il credo e così sia, in Bocca al Lupo Luca!!
Fabrizio Noto/FRED
Ecco il comunicato diffuso oggi dall’ufficio stampa della Virtus Roma
Questa mattina, presso la sala stampa del Palazzetto dello Sport, coach Luca Dalmonte ha incontrato i giornalisti per aprire ufficialmente la stagione ormai imminente, che per la Virtus Roma prenderà il via in Supercoppa con la partita del 4 ottobre contro Sassari.
Queste le parole del coach:
«Sono motivato per questo nuovo inizio, lavorare ogni giorno con questi ragazzi mi trasmette la carica necessaria per andare oltre la normalità.
È un gruppo giovane, che cerca di assorbire gli stimoli esterni un po’ come fa una spugna e questo non può che essere un fattore positivo.
E’ un roster nuovo, sostanzialmente con due rookie e “mezzo”, perché a Morgan e Ejim devo affiancare Triche, che viene da un anno in un contesto decisamente diverso. Tutti i ragazzi sono pronti a far proprie le esperienze, i dettagli e le abitudini derivanti dal lavoro, in tutti risiede l’ambizione di gettare le basi per il proprio futuro, vogliono crearsi uno status migliore per avere una carriera sempre in crescendo.
E’ una squadra giovane e nuova, non solo dal punto di vista anagrafico, ma anche per i tanti esordienti, come De Zeeuw e Sandri, a cui abbiamo appena aggiunto un altro giocatore aumentando ancora il tasso di novità. Dobbiamo trovare un linguaggio comune tra tutti i vari elementi, stiamo ancora cercando di capire che per essere competitivi dobbiamo lavorare tutti insieme, più e meglio degli altri.
Stiamo cercando di arrivare a un sistema offensivo e difensivo collaudato, ma soprattutto vogliamo plasmare la nostra identità con l’obiettivo di essere competitivi. Questo non vuol dire fissare un traguardo a priori, ma approcciare ogni partita come animali cercando di portare a casa sempre il meglio, per poi alla fine tirare le somme di quanto prodotto.
Il campionato è ben definito in tre fasce di “competizione”, noi siamo in quella che chiamerei “terra di nessuno” che si posiziona tra i top team e quelli che lottano per la salvezza, nella quale potremo essere competitivi solo mettendoci l’anima e andando oltre i nostri limiti con il lavoro. Poi sarà il campo l’arbitro supremo.
Spero apprezziate la mia onestà intellettuale: sarebbe stato facile per me fare proclami come un venditore di fumo e promettervi i playoff, invece sono trasparente come sempre lo sono stato nella mia carriera. Ciò non toglie che farò di tutto affinché questo succeda. La pallacanestro non è uno sport individuale, da questa “terra di nessuno” possiamo emergere solo giocando ogni partita fino in fondo e come squadra, indipendentemente da chi ci troveremo di fronte, in casa o fuori.
L’arrivo di Stipcevic? Durante il precampionato abbiamo ritenuto necessario inserire un giocatore con le sue caratteristiche, il suo arrivo sarà importante nell’economia della squadra sia dal punto di vista tecnico sia sotto il profilo della personalità».
Ufficio stampa Virtus Roma