Si resta al Pala Tiziano. Niente grandeur dunque per la Virtus Roma edizione 2014-15…..No, non è un’abile idea di chi vi scrive per mettere insieme le parole Grande + Eur, è un’espressione di lingua francese che certifica un dato di fatto ormai ufficiale
Si rinuncia quindi alla casa naturale del basket della Capitale, non è stata vinta la sfida dei 2.400 abbonati che doveva essere il lasciapassare, il giusto viatico per spalancare al club giallorossoblu le porte della grande struttura datata 1960 (come il Pala Tiziano, del resto, l’anno delle Olimpiadi a Roma), per ridare alla squadra una dimensione potenzialmente vincente almeno nella cornice di base.
La stagione che sta per iniziare così non parte sotto l’auspico sperato per la Truppa Dalmonte ma mai fasciarsi la testa prima che sia rotta, il roster sembra comunque bene assortito e tosto, intanto però la prima scommessa o se preferite la prima sconfitta della stagione l’ACEA la porta a casa ed ha un sapore agre.
Mai come quest’anno era stata fatta nella storia della società una Campagna Abbonamenti così ricca di opzioni favorevoli per i supporters virtussini, studiata in ogni dettaglio dal binomio Sica-Carotti con prezzi assolutamente di buon livello in proporzione anche alla squadra allestita con il budget (sempre in calo), a disposizione. A fungere inoltre da potenziale fattore moltiplicativo e da volano inteso come mezzo di confronto tra la società stessa ed il mondo dei supporters, la nascita del Gruppo nato su Facebook “Abboniamoci!” a sostenere questo sforzo e questa voglia di Palalottomatica della società sul web e sul mondo dei Socials Network. Niente, purtroppo il puzzle non si è riuscito a mettere a posto e perciò tutto come prima.
Ma dietro questo non raggiungimento dei 2.400 tagliandi per aprire il Palalottomatica alla Virtus Roma c’è qualcosa di poco armonioso? Effettivamente sì, inutile nasconderlo, qualcosa non è andato per il verso giusto sin dalle prime battute della partenza di questa Campagna. Partendo dal presupposto che da due anni a questa parte (e stiamo parlando di due anni in cui Roma ha fatto finale e semifinale scudetto dopo due anni di risultati insoddisfacenti), i tifosi della Virtus hanno sottoscritto poco più di 1.000 tessere all’anno, la società avrebbe dovuto essere più proattiva dal lato promozionale del proprio sforzo così ben costruito e strutturato per dare allo stesso un senso compiuto.
Con grande senso di responsabilità lo stesso Presidente Toti aveva indetto una conferenza stampa lo scorso 12 giugno, nella quale si dipingeva un futuro prossimo non propriamente a tinte rosa in assenza di concrete immissioni di liquidità per mezzo degli sponsor e di base del prime sponsor ACEA, ma anche la voglia di non mollare e di dare anzi un’apertura alla voglia di Palalottomatica dopo il lusinghiero sostegno del pubblico romano in occasione di Gara 3 e 4 contro Siena.
Invece si è assistito, e duole scriverlo, ad un silenzio comunicativo da parte della società che stride e che di fatto non combacia con quanto annunciato urbi et orbi. Si sarebbe dovuto e potuto fare di più. Peccato, un’occasione mancata che poteva ancora di più far parlare di basket in una città stritolata, assediata dalla monocultura imperante del calcio in ogni forma e sostanza e per mettere in evidenza anche un tema caro allo stesso Presidente capitolino, e cioè la miope carenza in città di strutture adeguate pronte ad accogliere avvenimenti sportivi al chiuso che non siano appunto i due gioielli architettonici edificati però ormai risalenti a ben 54 anni fa!
Prendiamo atto di questo insuccesso, sarebbe stato auspicabile anche sapere quante le tessere ad oggi sottoscritte ma non importa, si spera solo che da oggi non si riprenda da parte della società un vecchio cavallo di battaglia sull’insensibilità della città al fenomeno Virtus Roma: sbagliare è umano, perseverare sarebbe diabolico.
Fabrizio Noto/FRED