Pistoia, 4 luglio 2014 – Ad un passo dall’impresa. La sconfitta in gara 5 del primo turno patita ad opera dei campioni d’italia dell’Olimpia Milano ha impedito a Pistoia di entrare nella storia del basket italiano, ma non ne ha ridimensionato la stagione da sogno.
Pronosticata a settembre come candidata probabile alla retrocessione, alla sesta giornata di campionato la truppa di Moretti sembrava dovesse dare ragione a tali previsioni, avendo messo in cascina una sola vittoria (fanalino di coda in quel momento in compagnia di Pesaro).
La svolta è iniziata la settimana successiva, nella vittoria-thriller dopo due supplementari proprio ai danni dei marchigiani in casa, principio di un cammino che progressivamente ha visto la compagine biancorossa risalire la china della classifica, battendo tutte le dirette concorrenti alla salvezza e togliendosi la soddisfazione, soprattutto nel girone di ritorno, di sconfiggere squadre come Cantù e Roma, sino ad arrivare all’epilogo finale nel vittorioso spareggio playoff, beffando Caserta.
Il quintetto tutto americano, che tanti dubbi aveva palesato in primo luogo, si è dimostrato tenace, fortissimo difensivamente, grazie al muro eretto dal brillante Johnson, e capace di spaccare in due le difese avversarie con le penetrazioni di Wanamaker, l’MVP di Pistoia. Il rookie Daniel ha abbandonato le titubanze iniziali e si è espresso come giocatore dal grande potenziale difensivo, Gibson, partito sparando a salve, ha aggiustato la mira nel tempo e ha giocato dei playoff da protagonista, Washington è stato una spina nel fianco per gli avversari grazie alla sua difesa e al tiro da 3. La panchina, con soli 3 giocatori praticamente utilizzati, ha visto un Cortese, cambio degli esterni, che ha dimostrato di potere calcare i palcoscenici della Lega A , la leggenda azzura Gek Galanda al passo d’addio come cambio dei lunghi, oltre all’esperto Meini a fare rifiatare Wanamaker.
Direttamente dal sito della Giorgio Tesi, ecco la lettera che il presidente Maltinti ha scritto all’indomani dell’uscita dai playoff di Pistoia:
“Quando una pagina si chiude, arriva sempre il momento dei saluti e dei ringraziamenti. Il difficile, quando a chiudersi è una pagina bella così, è intanto trovare le parole giuste e soprattutto scegliere da chi partire.
Al termine della partita di martedì a Milano, scendendo negli spogliatoi del Forum, ho visto tante lacrime a rigare il volto dei protagonisti di questi nove mesi. Erano lacrime non di rabbia o tristezza per non essere riusciti a vincere una partita che ci avrebbe portato, di diritto, nella storia del basket italiano. Erano lacrime di commozione, di orgoglio, di nostalgia, da parte di chi si rendeva conto, anche a caldo, di quello che era stato fatto e si era appena concluso. Ma non solo: erano lacrime che testimoniavano la bellezza, la generosità, la solidità di un gruppo di uomini, grandi tanto dentro quanto fuori dal campo.
Se fossi intelligente o semplicemente opportunista, e se come me lo fossero i tanti soci o gli sponsor che ogni anno investono soldi, tempo e passione nel Pistoia Basket, sarebbe semplice, dopo un ciclo così, iniziato da una sconfitta nella finale playoff in LegaDue due anni fa, proseguito con la vittoria del campionato l’anno scorso, per arrivare a questo incredibile epilogo, ringraziare tutti quanti e farmi da parte. Dedicare le ultime energie alla mia azienda di famiglia, fare il nonno nel tempo libero, restando sereno a contemplare le fotografie e a godermi quanto di buono, e forse irripetibile, è stato fatto nelle ultime stagioni. Ma chissà, probabilmente non sono intelligente, e di sicuro l’opportunista non mi è mai riuscito farlo…
Sogno, alla mia età, un futuro ancora più bello, ancora più grande, per questa società, per questi uomini, per questa gente. Sogno, come hanno sognato i nostri mille tifosi martedì sera a Milano. Sogno, come tutti i miei collaboratori, come tutta la dirigenza, come tutti gli addetti che ogni settimana permettono a questa macchina di viaggiare. Sogno, sospinto da nient’altro se non dalla passione, che è la passione non solo mia, ma quella che leggo giorno dopo giorno negli occhi di ognuno abbia a che fare con il Pistoia Basket. E allora, come gente malata, facciamo che la partita di martedì sera non sia un punto di arrivo, ma ancora una volta un punto di partenza. Un punto di partenza, dopo aver dimostrato che in serie A possiamo starci anche noi, verso un futuro che non è detto possa essere così bello, ma che potrebbe essere persino migliore.
Grazie, dal profondo dal cuore… A chi c’era, a chi c’è, a chi ci sarà…”.
Foto dal sito di Pistoia Basket 2000.
Daniele Panella