Siena, 25 giugno 2014 – Mancano poco più di 30 secondi, la palla è in mano a Siena, il risultato è in parità, Janning ad 11 secondi dalla fine si assume la responsabilità di scoccare il tiro che vale lo scudetto, la palla gira beffarda sul ferro ma decide di uscire, il risultato resta in parità ed ora è Milano ad avere in mano il pallone, Jerrels pompa per 10 secondi e, proprio allo scadere, getta la palla verso il canestro avversario: mentre la stop lamp si accende la sfera arancione trova il fondo della retina.
Quante partite abbiamo visto concludersi così? Decine, forse centinaia, un tiro sbagliato mentre dall’altra parte il tiro va a segno e la gara viene decisa in un senso o nell’altro, anche Siena ne ha vinte tante così, ieri sera invece è toccato a Milano esultare al termine di una partita equilibratissima giocata in un ambiente eccezionale con una presenza senese ai limiti dell’inverosimile, con il Palaestra gremitissimo come, forse, solo ai tempi del primo scudetto del 2004.
L’atmosfera del palazzo senese è stata davvero fantastica, il tifo assordante, l’unione tra la squadra e il pubblico davvero impressionante in un’annata che, per tanti motivi, resterà indimenticabile nelle menti di chiunque abbia a cuore le sorti della compagine biancoverde.
Al termine della gara centinaia e centinaia di tifosi mensanini sono rimasti all’interno della struttura del palazzo a cantare e ballare come se la Mens Sana avesse vinto, ancora dopo un’ora dalla fine della partita c’era la curva gremita che inneggiava ai propri eroi.
Si, perché proprio come eroi sono visti questi ragazzi che hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, che impermeabili ad ogni condizionamento esterno hanno portato ancora una volta altissimo il nome della Mens Sana.
In una stagione che verrà ricordata per la liquidazione di una delle società sportive più prestigiose d’Italia, per il suo fallimento, per l’immagine delle manette al suo massimo dirigente, questi atleti hanno vinto la Supercoppa, hanno disputato la finale di coppa Italia e quella dello scudetto trascinando alla settima gara una squadra oggettivamente molto più forte ed andando ad un tiro da un sogno fantastico.
Tutto questo, oltre tutto, è avvenuto in un’annata nel corso della quale la squadra è stata smantellata rispetto all’anno precedente, i pezzi migliori ceduti (e proprio a quella Milano che sta stentando non poco per vincere finalmente l’agognato scudetto), la stella presunta della campagna acquisti, Kim English, mai davvero entrato in questa compagine e infatti ben presto ceduto.
Che dire? Impossibile per i tifosi senesi non amare questa ragazzi e non ringraziarli per tutto quello che hanno fatto, per averci provato fino in fondo, i loro nomi resteranno nella memoria collettiva del tifo biancoverde scolpiti in maniera indelebile alla pari di coloro che, in epoche ben più dorate, hanno coperto di gloria la Siena cestistica.
Mi perdonerete l’enfasi con la quale ho parlato di questa squadra e di cosa la gara di ieri sera ha rappresentato per ogni cuore biancoverde, ma chi fosse stato presente ieri al Palaestra capirebbe di cosa stiamo parlando.
Ma c’è stata anche una partita giocata, e quella l’ha vinta Milano come abbiamo descritto in apertura di questo articolo, l’ha vinta con l’ultimo tiro ma avrebbe tranquillamente potuto perderla perché il basket spesso si gioca sugli episodi e ieri è stato proprio così.
L’andamento della gara è stato, come detto, equilibratissimo con le squadre che non sono mai riuscite a distanziarsi per più di 4-5 punti l’un l’altra, sorpassi e controsorpassi con la sensazione che si sarebbe arrivati in volata.
L’equilibrio è stato rotto solo nel terzo quarto con l’Olimpia che è stata in grado di dare un’accelerata che sembrava decisiva, il vantaggio degli ospiti è arrivato in doppia cifra e sul +11 sembrava proprio che la Mens Sana non avesse più la forza per rientrare.
Così non è stato, 11-0 di parziale senese, addirittura sorpasso dei padroni di casa e ultimi 5-6 minuti giocati sul filo dell’incertezza più assoluta.
Milano vince e probabilmente mette a segno il punto decisivo della serie, è francamente improponibile pensare ad un nuovo miracolo senese al Forum, la Mens Sana ha avuto la propria cartuccia da sparare e l’ha buttata via, l’Olimpia non farà altrettanto.
La squadra milanese è superiore e, ad onor del vero, la cosa incredibile è che in questi play-off abbia stentato così tanto contro una neopromossa come Pistoia per poi farsi trascinare alla settima pure da Siena, ma alla lunga la forza dell’immenso roster biancorosso ha avuto la meglio. Banchi ha trovato ieri sera il Gentile che a Siena non aveva mai avuto, la guardia è stata l’anima dell’allungo degli ospiti anche se nel finale ha commesso un paio di errori non da lui che potevano costare cari alla propria squadra.
Langford all’inizio, Melli nel finale, Wallace a cavallo dei due tempi sono stati volta volta protagonisti, dimostrando come questa squadra può trovare primattori diversi in ogni partita, Milano si è potuta permettere anche una serata di riposo di Samuels, sovrastato da Hunter, trovando sostanza da Lawal e il canestro decisivo da Jerrels.
Senza infamia e senza lode i due ex Kangur e Moss col treccioluto americano che ha comunque messo a segno un paio di canestri pesanti, Hackett, invece, aveva iniziato anche bene ma poi è stato panchinato a lungo e nel momento decisivo della gara era seduto a guardare i compagni.
Crespi si è goduto il miglior Hunter della stagione, un grandissimo Haynes forse un po’ confusionario ma al quale si addicono parquet più prestigiosi, un Carter precisissimo dalla distanza.
Ha steccato a metà Janning, e non per l’errore decisivo che ci può stare, ma per un calo vistoso rispetto al giocatore ammirato soprattutto in gara 4 e gara 5, benino Viggiano, malino invece Ortner e meno incisivo del solito anche capitan Ress sul quale però non possiamo che spendere parole al miele per una stagione eccezionale e per una leadership assoluta.
Insomma, Siena ha lottato, gettando in campo tutto il possibile anche con un intraprendente Cournooh che però non ha reso come altre volte e un Nelson che riesce ad essere positivo anche quando scrive zero nella casella dei punti segnati. Chi ha deluso in maniera pesante è stato Green che, ad onor del vero, in questa serie non è mai entrato davvero.
Montepaschi Siena – EA7 Olimpia Milano 72-74
Parziali: 20-21, 16-19, 19-23, 17-11
Progressione: 20-21, 36-40, 55-63, 72-74
Sala Stampa
Banchi
Siamo stati bravi a tenere la loro durezza mentale, quando sono rientrati dal -11 temevo che la rimonta si concretizzasse poi con una vittoria, così non è stato perché abbiamo tenuto duro nonostante un ambiente eccezionale che come al solito ha caricato a dismisura i propri giocatori. Ora si torna al Forum e sarà un’altra battaglia.
Ad una domanda su come si lavora a Siena e se si sente di dire qualcosa su questa piazza così prestigiosa che per lui è stata importante e che sta per sparire, Banchi si commuove fino alle lacrime, non riesce a parlare, chiede carta e penna e scrive: “qui è l’ambiente del fare e non del dire”, lasciando intendere che a Siena si lavora molto e bene e si chiacchiera poco. Poi lascia la conferenza stampa visibilmente provato.
Crespi
Partita equilibrata, decisa nel finale, bravissimi a rientrare ma purtroppo siamo stati penalizzati da un errore di troppo. Ora si va a Milano e io penso solo a preparare la prossima partita perché per pensare ad altro non c’è tempo. Solito ambiente eccezionale.
MVP: Gentile, se il ragazzo imparerà a comportarsi in Europa sarà un crack, altrimenti resterà un incompiuto.
WVP: Green, dopo un’ottima annata si è spento proprio sul più bello.
Alessandro Lami