Seconda contro settima. Una ripescata contro una habituè della terza serie nazionale. Sarà Mantova-Casalpusterlengo, inedito derby lombardo, la finale di Dna Silver che spedirà, dopo Agrigento, la seconda squadra al piano di sopra. Il verdetto viene emesso dal quarto atto della serie tra Ferrara e Mantova, che gli Stings si aggiudicano nettamente (63-76) sul parquet del Pala Mobyt. Due giorni prima, invece, il pass per l’atto decisivo l’aveva già staccato Casalpusterlengo, vittoriosa anche in gara 3 al PalaSassi (66-73) al termine di una serie in cui gli uomini di Zanchi hanno dominato il confronto per gli interi ultimi ottanta minuti.
Un verdetto meritato, quindi, quello emerso dalle semifinali. Sicuramente sorprendente in base alle previsioni della vigilia non solo della stagione, ma anche della post-season, dalla quale sono, una alla volta, uscite tutte le favorite. A cominciare da Omegna. A giocarsi la promozione c’arrivano due formazioni profonde (rotazioni potenzialmente almeno a nove per entrambe), che hanno fatto della maggiore lunghezza e freschezza atletica un enorme vantaggio nei confronti delle rispettive avversarie. Matera, infatti, ha durante il corso della stagione ruotato con costanza solo i sette senior, mentre Ferrara è stata fortemente condizionata da infortuni (Benfatto, Infanti, Flamini) che hanno costretto Furlani a chiedere gli straordinari al suo quintetto (spesso oltre i 30′ nel corso dei playoff), potendo attingere dalla panchina con continuità solo con il rientrante Casadei.
Entrambe le formazioni hanno effettuato inserimenti a stagione in corso e tutte e due hanno beneficiato non poco degli innesti. Davide Lamma ed Alvin Young, infatti, hanno rappresentato, pur per motivi diversi, aggiunte fondamentali ed in grado di cambiare il corso della stagione delle rispettive squadre. Il playmaker bronzo a Stoccolma nel 2003 ha dato equilibrio ed esperienza ad una squadra abituata, altrimenti, solo al ritmo forsennato imposto da Jordan Losi, comunque capace di innescare l’atletismo dei vari Ranuzzi e Jefferson, senza dimenticare le capacità balistiche di Mike Nardi. Alvin Young, invece, è sbarcato con qualche mese di ritardo in quella Silver cui sembrava destinato già ad inizio stagione (Agrigento) salvo poi firmare per Pesaro. Mister Legadue ha deciso soprattutto in attacco (25 punti ed i liberi decisivi) gara 1 della semifinale con Matera, così come aveva fatto nell’ultima partita con Omegna, ma ha dimostrato un atteggiamento invidiabile e la fame di un ragazzino al debutto nel difendere strenuamente su uomini più alti come Austin, e mettersi al servizio di una squadra giovane nella quale ha accettato di partire dalla panchina.
In mezzo a tanti duelli diretti interessanti, dove Vencato e Spissu proveranno ad inserirsi in una cabina di regia dominata dall’esperienza e dalla sagacia tattica di Lamma, Losi e Masoni, vedremo se due squadre così lunghe saranno capaci, come fatto già durante la stagione, di pescare da personaggi solo teoricamente di complemento, contributi importanti e decisivi in una serie che si preannuncia lunga ed equilibrata. Mirza Alibegovic e Daniele Bonessio, infatti, sono stati, pur con caratteristiche diverse,protagonisti della qualificazione alla finale, mentre promette spettacolo anche il duello tutto cuore, muscoli e tecnica tra Ricci e Ranuzzi/Pignatti. Lasciando per ultimo, ma non certo per ordine d’importanza, lo scontro tra la tecnica di Chiumenti e lo spettacolare atletismo di Jefferson nel cuore dell’area colorata, laddove Matera ha sfruttato un grande Iannuzzi contro una squadra che manca, fatta eccezione per Quarisa, di un vero lungo, ma che ha nel suo capitano classe ’87 un giocatore autentico crack per la categoria.
Per vedere tradotte in campo le indicazioni della vigilia, però, bisognerà attendere almeno il 3 Giugno, perchè Casalpusterlengo ha iniziato oggi (con una vittoria su Torino) le finali nazionali Under 19 di Udine che la terranno impegnata almeno fino al primo Giugno, con uomini fondamentali anche in chiave prima squadra quali Spissu, Vencato, Rossato e Donzelli.
Donatello Viggiano