Roma, 24 Maggio 2014 – Contro ogni pronostico. L’ACEA approda in semifinale in modo fragoroso, senza aver concesso nemmeno un match agli avversari nella serie e ribalta l’oggettiva posizione di svantaggio che la stagione regolare le infliggeva al cospetto dell’Acquavita Snella Cantù portandosi in semifinale vincendo la serie per 3-0 e, dettaglio non da poco, concedendosi anche ben 6 giorni di riposo dal rientro in campo che avverrà sabato 31 maggio prossimo, avversario da definire ancora tra Siena e Reggio Emilia.
Nella serata in cui il popolo della Virtus Roma abbraccia il suo giocatore simbolo, Alessandro “Tonno” Tonolli che si ritira definitivamente dall’attività agonistica dopo 21 anni di carriera sempre e solo con questa maglia addosso, maglia con il numero “8” che viene ritirata definitivamente, tributandogli come giusto fare un’ovazione all’inizio della gara da brividi veri, l’ACEA di Luca Dalmonte decide di dare vita al terzo corpo a corpo consecutivo con gli avversari lombardi in sei giorni tirando fuori ancora più grinta, orgoglio, cattiveria, tutto quel che serviva insomma per portare a casa un risultato che a detta della gran parte della stampa specializzata avrebbe visto Cantù imporsi alla fine per 3-2.
Una bella soddisfazione per i ragazzi del Presidente Toti perchè, come anticipato prima, è stata la terza battaglia su tre gare dure, sofferte, tirate e lottate su ogni possesso e questa volta non son bastati nemmeno i 40 minuti di gioco per stabilire a chi arridesse la vittoria, questa volta si è dovuto ricorrere ad un supplementare esattamente come all’andata al Pala Tiziano (3 novembre 2013, 80-82 per i brianzoli), ma alla fine e dopo aver pure subito la mazzata di beccare un’evitabilissima tripla da un grande Pietro Aradori da 10 metri a 2″ secondi dal termine, la tripla appunto del supplementare, l’ACEA ha avuto la forza mentale di non mollare, di non arrendersi ad un destino avverso che la spingeva indietro e di traguardare una semifinale da sogno per come si è portata a casa.
Sì, da sogno perchè pochi avrebbero immaginato questa intensità, questa durezza mentale, questa voglia di non mollare un centimetro da parte di un’ACEA volitiva come pochissime altre volte viste in stagione, una stagione lunga e tormentata con alti e bassi ma che stasera almeno rende merito ai litri di sudore sparsi sul parquet del Pala Tiziano nel tentativo quotidiano di migliorarsi da parte di tutto il roster, di fare il passo avanti verso appunto un traguardo difficile da raggiungere.
La gara in se per se non è stata un trattato di pura e fine estetica cestistica: tesa, maschia, polverosa e cattiva, come del resto deve essere una gara così decisiva in un Playoff. Andamento altalenante, avanti prima una poi l’altra con mini-parziali che si sovrapponevano a mini-parziali, procedendo a strappi da ambo le parti con errori a volte anche clamorosi in attacco ma spesso in quanto indotti da signore difese sino a quando, al suono della terza sirena ed esattamente in logica armonia con le altre due già viste al Pianella, Roma chiudeva il periodo sul 46-41 dando la sensazione di aver fiaccato la voglia di Cantù di restare in linea di galleggiamento.
Ed invece, pronti e via per il quarto finale, di colpo la Virtus s’arenava come una balena sulla battigia: spenta, abulica, troppi palleggi e pochi fraseggi, con un Quinton Hosley che macchiava la sua eccellente prova in difesa con un pessimo 0/4 globale ai liberi e nei primi 5 minuti dell’ultimo periodo (si farà poi espellere con un tecnico fischiatogli al pari di Cusin, eh Quinton….. 4 punti ma 3 recuperate e 7 rimbalzi), e con Cantù però che non riusciva a piazzare un contro-break decisivo in questo frangente, passando sì avanti con Leunen sul 50-51 ma ricacciata poi subito indietro dal solito, grande Goss con una tripla delle sue!
Game of the match? Ma nemmeno per sogno, Roma allungava ma di poco, Cantù non ne sapeva di mollare e quando ormai i ragazzi di Sacripanti iniziavano a vedere il buio nel tunnel, ci pensava Aradori a beffare la Virtus con una tripla straordinaria e portare la gara avanti e dopo la logica girandola dei liberi, che avevano garantito all’Urbe 3 punti di vantaggio. Supplementare, ancora litri e litri di sudore sul parquet, ACEA in difficoltà con fuori per 5 falli prima Kanacevic e dopo Hosley ma sempre con uno strepitoso Phil Goss seguito a ruota da Trevor Mbakwe ed anche Bobby Jones. Piano piano l’Acquavita Snella issava bandiera bianca al cospetto di questa appiccicosissima Virtus Roma.
Una Virtus appiccicosa dunque ma anche trasformista, tornata ad essere caparbia ma sempre adattandosi al gioco altrui riuscendo così ad annullare le positività ed i punti di forza dell’avversario, difendendo alla morte in modo quasi impeccabile.
Anche questa sera ad esempio annullate le principali bocche da fuoco brianzole eccezion fatta per un immenso Pietro Aradori (22 punti, 4 rimbalzi, 2 assist e ben 6 falli subiti, 17 di valutazione), era la missione dei padroni di casa ed ecco un Joe Ragland tenuto molto bene a bada (14 punti e 3 assist, 15 di valutazione), ma soprattutto un Michael Jenkins (9 punti solo e 3 assist, 5 di valutazione), stritolato nella morsa difensiva dell’Urbe ora da Jones, ora da Hosley ora anche da Baron in un esaltante e puntuale gioco dei cambi sistematici e senza abbassare mai la soglia dell’attenzione.
Alla fine spiccano gli 11 punti di un buonissimo Ivan Buda che griffa anche un positivo 2/2 dalla lunga e cattura ben 5 rimbalzi, il resto sono solo contorno con gli 8 punti di un Marco Cusin che però arpiona 11 rimbalzi ed soli 4 di uno Stefano Gentile in difficoltà, idem per un ancor troppo spento Marteen Leunen, probabilmente ancora turbato dalla brutta prova in Gara 2: solo 2 punti per lui e -4 di valutazione, il valore aggiunto questa volta della forte ala americana non s’è proprio vista.
Per il resto cancellato Adrian Uter ma alla fine questi dati non fanno altro che confermare la compattezza e la determinazione con cui l’Urbe ha portato a casa il macinato. L’uomo simbolo di questa squadra al momento ed MVP della serie è un certo Trevor Mbakwe: doppia doppia con 14 punti, 20 rimbalzi e 28 di valutazione!
Una presenza quasi demoniaca per i ragazzi in maglia azzurra, un pericolo costante in difesa con le sue 5 stoppate rifilate a chiunque gli si avvicinasse ed un punto di riferimento indispensabile per gestire il gioco, questa sera molto ben eseguito per almeno 32′ sia da Phil “Master” Goss (17 punti, 3 assist e 17 di valutazione ma soprattutto con alcuni canestri decisivi negli ultimi possessi del quarto periodo e nel supplementare), che da un Josh Mayo brillante ed a tratti anche autoritario (16 punti, 2 assist e 14 di valutazione).
Anche un ottimo Jimmy Baron da 15 punti e 5 falli subiti con 12 di valutazione ha fatto il suo, specie nel momento dei liberi decisivi per tenere lontana Cantù anche se poi la sua decisione di non ostacolare a dovere Aradori sull’ultimo tiro al suono della sirena poteva alla fine rivelarsi una scelta assolutamente sbagliata.
Ma vanno elogiati tutti i ragazzi di Dalmonte: da un Kanacevic ancora forse sensibile al pubblico amico al solito Lollo D’Ercole che, sino a quando un guaio muscolare non lo ha fatto uscire dal campo, ha dato il meglio nell’annullare Ragland ma anche nel proporsi come playmaker aggiunto, sgravando così Goss dall’oneroso compito di portare palla. Da un Ricky Moraschini apparso impacciato ad un Quinton Hosley ormai sempre più arma difensiva che non offensiva, due canestri in apertura dopodicchè il vuoto in attacco mentre spalle a canestro niente da dire, macchia pesante quel 0/4 nell’ultimo quarto che avrebbe consentito a Roma di finire prima del supplementare il match.
Ora ci si gode la vittoria ed il modo in cui la si è conquistata, osservando chi si dovrebbe affrontare ma con la serenità di chi sa che ora anche gli avversari dovranno iniziare a preoccuparsi.
Cosa dire infine di Cantù? Effettivamente esce ridimensionata da questo Playoff. Certo, una squadra da plasmare, giovane e di prospettiva ma perdere queste tre gare quasi in modalità fotocopia dovrà far riflettere sul futuro. La strada è giusta, oggi è una squadra ricca di gioventù e di talento ma ancora priva di malizia, poco cattiva come invece è stata Roma.
Occorrerà quindi analizzare bene in questi giorni il da farsi, certo che come ribadirà Sacripanti in sala stampa, uscire così fa comunque male perchè si è sempre stati punto a punto ma se si perde, evidentemente questa Cantù ad oggi è inferiore a quest’ACEA.
La cronaca
Primo periodo, Sacripanti va con Ragland, Leunen, Jenkins, Aradori e Cusin mentre Dalmonte schiera Jones, Mbakwe, Hosley, Goss e D’Ercole, quindi come Gara 1 e Gara 2. Si comincia con una tenzione subito a mille, Cantù ringhia ma Roma non scherza, la difesa della Virtus stringe al corpo come un’anaconda e mette dentro una buona serie di canestru, 6-1 al 4° e Sacripanti deve chiamare tempo quando il suo pretoriano, Marteen Leunen, perde un’altro possesso dopo i due già mandati alle ortiche. Ci sono molti contatti che al momento la terna non rileva ma it’s playoffs time… Hosley mattatore in questi primi minuti con Jones che invece sembra a disagio palla in mano. Roma attacca male un paio di possessi, la sfera non gira come dovrebbe e Ragland punisce, 6-3 al 5°.
Poi è il turno di Aradori che dalla lunetta ricuce lo strappo, 6-5 al 6°. Incredibile, sembra di vivere il proseguimento di Gara 2 ma ora gli ospiti sembrano più sereni, corrono e mettono il naso avanti, 6-7 con Aradori che ruba un rimbalzo mal preso da Jones, ancora incerto al momento. Goss buca centralmente, 8-7. C’è Buva per Luenen con due falli, ed è 8-9 dopo che Hosley ci è mangiato una schiacciata da urlo, con tanto di Cusin che lo contra. Il gioco è duro e sporco, contatti dopo contatti, ora c’è Mayo per Goss e Baron per D’Ercole. Aradori va, 8-11 al 9° e c’è anche Gentile adesso con Uter per Cantù, con Mbakwe che lo inchioda. Dalmonte ci vuol parlare sopra, dopo il buonissimo 6-1, l’ACEA sembra essersi bloccata e l’Acquavita Snella ne approfitta. C’è Kanacevic per Roma mentre Baron va di tripla, 11-11, esulta il Pala Tiziano. Ultimo possesso per Roma, Abass e Moraschini in campo ma ci pensa Mayo, dalla lunga e come sa fare lui quando è in serata, termina 14-11. Un periodo che è parso la logica continuazione di una Gara 2 terribilmente tesa.
Secondo periodo, si riparte dai quintetti che han chiuso i primi 10 minuti. Buva va dalla lunga, battezzato male, 14-14. Moraschini muore con la palla in mano, è la terza volta dall’inizio della gara. Il brutto periodo di Moraschini va avanti perchè si fa sfuggire un pallone d’oro in transizione da Kanacevic, canestro fallito…Si rivede Ragland che rileva uno spento Jenkins. Gentile va da tre come all’andata in novembre, 17-14, parzialino di 0-6 di Cantù. L’attacco di Roma è troppo farraginoso, riecco Goss e Mbakwe per Moraschini e Kanacevic che non hanno avuto un buon impatto mentre Ragland va in lunetta, 14-19 al 12°, prosegue il parziale pro-Cantù. Jones spezza l’incantesimo, 16-19 al 13°, Roma segna dopo quasi 4 minuti di gioco. Ma Ragland la mette dalla lunga, 16-22 ma risponde Mayo, 19-22 e poi Jones vola in contropiede, 21-22.
Ora Cantù sbaglia come all’inizio, Jones rivola in contropiede ed Abass lo abbatte, antisportivo e Sacripanti deve chiamare tempo. Comunque basta veramente un’inezia e la gara gira o da una parte o dall’altra. Al rientro Jones fa come in Gara 2 un brutto 0/2 dai liberi, poi Mbakwe inchioda la bimane, 23-22 al 16°. Riecco Jenkins e Cusin ma Goss buca la difesa avversaria, 25-22 e subito dopo Buva commette passi sulla difesa di Jones al vetriolo. Zona per Cantù, punisce in attacco poi Aradori da tre, 25-25 ma sembra che questa match-up dia qualche problemino all’ACEA. Buva la rimette da tre, 25-28 al 18°, bravo il croato che tira però con molto spazio. Dalmonte mette Baron con la zona canturina e sacrifica Jones. Una gara molto più che sgorbutica per Roma che procede a sprazzi, intanto Buva va con due liberi ed al momento è lui che sta spaccando il match.
Comunque fa solo uno su due, 25-29 al 18° e Dalmonte chiama tempo. I brianzoli stanno ritrovando il tiro dalla lunga, punto forte della Regular Season e Roma invece pecca e non poco. Cantù di nuovo ad uomo. Jenkins punisce da par suo, 25-31 ma Goss la mette, 27-31. Baron sbaglia due triple ma si rifa in contropiede, 29-31 e subito dopo Ragland non la mette al ferro e magia, letteralmente magia di Goss che innesca Mbakwe, schiacciata terribile di Mbakwe, 31-31 e termina così un secondo periodo difficile per Roma. Cantù avrebbe potuto mettere il naso avanti tranquillamente ma l’ACEA non ha mollato, buon segno per i padroni di casa ma è ancora tanto, tanto lunga. I numeri dan ragione ai brianzoli con 18 rimbalzi a 15, 50% dalla lunga con Roma che invece dice 27%…
Terzo periodo, stessi quintetti dell’inizio per entrambi con il solo Moraschini che sostituisce D’Ercole, scelta coraggiosa visto il Ricky di stasera. E Ragland lo brucia sul primo passo, 31-33. Cusin fa fallo su Mbakwe, liberi per il centrone romano ed è 33-33. Ora che Hosley che sbuffa su Ragland, Aradori prima e Leunen dopo non vanno dalla lunga ma Roma non attacca meglio, si rivive insomma Gara 2 mentre Jones fa un miracolo, 35-33 ma ogni canestro della Virtus sembra un evento…Comunque Hosley e Jones in difesa imperano, se Roma soffre palla in mano, Cantù non banchetta!
Aradori dalla linea dei liberi, 35-35 al 24° e si ricomincia con il solito ritmo sincopato, lento, Jones come Goss sbaglia da tre, non sbaglia in transizione Aradori, 35-38. Roma continua a litigare con il ferro dalla lunga mentre Gentile fa il suo terzo fallo su Baron che va in lunetta, The Machine fa 2/2, 37-38 al 25°. Mbakwe stoppa due volte Leunen, fantastico e poi Goss vola in contropiede ed è 39-38 con Ragland che perde poi banalmente il possesso. Sacripanti corre ai ripari, tempo con la percezione che se Roma adesso trova con continuità il canestro la gara può mettersi bene.
Al rientro Hosley sparacchia dalla lunga anche se il tiro era ben costruito ma uno che ha il 27% dalla linea da tre…Mbakwe corregge un tiro di Baron, 41-38 e subito dopo vola a prendere il 10mo rimbalzo, è già in doppia doppia. Commette però poi fallo in attacco su Cusin, Kanacevic rileva Jones con Mayo che rileva Goss, c’è Buva per Cantù con Jenkins che viene stoppato da Hosley. I brianzoli sembrano in crisi ma Mbakwe ricommette fallo in attacco…Bah….Altro rimbalzo di Mbakwe, spettacolare!! Poi Mayo si procura un bel gioco da tre punti, quarto fallo di Gentile e Roma va a +6, massimo vantaggio per l’ACEA e siamo al 28°.
Passi di Buva, c’è anche Marconato, Cantù è in crisi, sì…Denis commette fallo su Baron, liberi per The Machine mentre la gente del Pala Tiziano applaude un Hosley molto ma molto positivo in difesa, meno lucido in attacco ma spalle a canestro è una sicurezza. Roma va sul 46-38 al 19°. Buva raccoglie un bel rimbalzo, 46-40 mentre Kanacevic stoppa il croato dopo l’errore di Mayo, Aradori ci mette la classica pezza ma solo un libero per lui, termina 46-41 il terzo periodo, sempre con grande tenzione ma con l’ACEA più presente e padrona del campo. Cantù non riesce a trovare ritmo in attacco, se non si svegliano Jenkins o Ragland è bigia..Roma era a +8 ma i brianzoli non mollano affatto…
Quarto periodo, c’è Uter per Cantù, Kanacevic sbuffa su Ragland e commette il suo quarto fallo, ‘sto ragazzo che in Gara 1 ma recuper aun bel rimbalzo su errore al tiro di Ragland stesso, Mayo va con la lacrima contro Uter, 48-41 al 32°. Sacripanti rimette Cusin e si vede Rullo…Apperò..E Rullo blocca Jones in contropiede ma non è antisportivo, ok così. Ma Kanacevic viene beccato al quinto fallo e deve uscire, la notizia è che Roma è già al 4° fallo e siamo al 33°! Hosley, che in attacco è altamente rivedibile, si guadagna due liberi ma sbaglia tutto, 0/2 e siamo 48-43. Goss forza, anche Aradori, la paura fa novanta!
Non si segna più, Cusin becca il primo fallo poi Seghetti rileva un fallo in attacco, sarà il quarto nella serata, ad Hosley contro Aradori. Gentile va in lunetta, fallo di Mbakwe in entrata ma il primo è fuori, il secondo no, 48-44. Roma è a secco da tempo ma Cantù non riesce a metterla dentro. Di nuovo Hosley in lunetta ed è di nuovo 0/2, incredibile, la paura è spaventosa….Leunen sbaglia ma Roma non segna più…Jones addirittura si mangia un canestro da solo eppoi commette anche fallo su Cusin che invece fa 2/2, Dalmonte chiama tempo, l’ACEA sembra in crisi di autostima.
Al rientro Goss cerca un po’ di ordine ma invano. Poi accade l’incredibile, tecnico a Cusin e ad Hosley, il centro azzurro fa solo un canestro, 48-47 al 38° mentre Mayo sparacchia anche lui da tre a vuoto. Gentile sfonda e Goss finalmente spezza l’incantesimo, 50-47 al 38°. Ragland va in entrata, D’Ercole è fuori per infortunio eppoi Jones viene beccato in blocco irregolare, Leunen va da due e Cantù fa 50-51 ma c’è Phil Goss, tripla!!!! Poi Ragland riprova ad attaccare di nuovo il ferro ma trova il muro nero di Trevor Mbakwe, il play canturino perde le staffe, commette fallo su Mayo e siamo a 38” con Roma sul 53-51.
Sacripanti chiama tempo, al rientro il play romano deve metterli dentro e lo fa, 55-51. Cantù disegna un gioco limpido, Jenkins trova una tripla con spazio ed è 55-54 a 21”. Dalmonte chiama tempo, logicamente, e la palla perviene a Baron, Aradori fa fallo e The Machine fa 2/2, 57-54 a 13” dal termine e nuovo time-out by Dalmonte. Mbakwe decide di far tirare Aradori dalla lunetta, la guardia azzurra fa il suo, 57-56 e nuovo time-out di Dalmonte a 10”. Presumibilmente si andrà avanti così e quanto pesa lo 0/4 di Hosley….Aradori fa il suo quarto fallo su Baron, 2/2 ma poi non viene fatto fallo su Aradori che la mette da distanza siderale, 59-59….Overtime, come all’andata!! Incredibile la scelta di Jimmy Baron di non fare fallo per arginare la guardia canturina…
Supplementare, che vale una stagione. Jones viene quasi ucciso da Cusin in attacco al ferro, niente fallo, poi Mayo invece fa fallo su Ragland, solo ½ ed è 59-60. Baron tira tre volte ma alla fine la mette da dentro l’area, 61-60. Ora si è svegliato Jenkins, tripla per lui ed è 61-63 al 42°, bel gioco di Cantù stavolta. Ci pensa Mabkwe, parità dalla lunetta con il 4° fallo di Cusin. Jones non controlla un rimbalzo poi Jenkins fa fallo in attacco ma poi non viene sanzionato Ragland che quasi abbranca Goss, poi Jones fa fallo su Jenkins che fa 0/2, strano ma vero al 43°. Goss, lui va da due, 65-63, spettacolare contro Aradori ma Cusin rimette le cose a posto, 65-65 al 44°.
Ora c’è Goss in campo che fa a fette la difesa brianzola, 67-65 eppoi è il turno di Ragland, 67-67. Mbakwe ribadisce su Jones in entrata, 69-67 al 45°. Ma c’è un Aradori stellare, entrata con protezione al vetro, poi c’è fallo su Jones che deve andare in lunetta a 29” dal termine, per lui è 2/2, 71-69 incredibile la sua freddeza. Poi Ragland sbaglia in penetrazione, Jenkins non ribadisce dalla lunga e Goss viene spedito in lunetta a 8” dal termine, ed è 72-68 con Sacripanti che deve chiamare tempo. C’è Rullo per Cantù adesso con Baron che lo bracca ma c’è l’errore di Aradori con Jenkins che salta in cielo e che secondo la terna subisce fallo da Mabkwe…Quinto fallo anche per il centro romano ma termina qui, Mayo prende il fallo di Jenkins a 2”69 e finisce 74-70, Roma vola in semifinale vincendo la serie 3-0 contro ogni pronostico, brava Roma!!!
Sala Stampa
Sacripanti_Roma-Cantù_Playoff_2014[1]
Dalmonte_Roma-Cantù_Playoff_2014[1]
Tonolli_Roma-Cantù_Playoff_2014[1]
ACEA Virtus Roma – Acquavita Snella Cantù 74-70 dts
Parziali: 14-11; 17-20; 15-8; 13-18; 15-11
Progressione: 14-11; 31-31; 46-41; 59-59; 74-70
MVP: Un uomo solo al comando, la sua maglia è bianca, il suo numero è il 32, il suo nome è Trevor Mbakwe!! Che prova!!! Applausi anche per Phil Goss e Josh Mayo ma tutta la Virtus va elogiata. Bravo Pietro Aradori, l’ultimo a mollare.
WVP: Marteen Leunen delude, ancora, dopo Gara 2. Da um giocatore come lui ci si aspettava ben altro…
Fabrizio Noto/FRED