Roma, 23 maggio 2014 – Secondo la maggioranza degli esperti (andare a vedere please i pronostici pubblicati su autorevoli testate la settimana scorsa da illustri e riveriti colleghi), quella di domani sera al Pala Tiziano sarebbe dovuta essere la gara che avrebbe indicato la favorita nella serie tra Cantù e Roma, invece eccomi quì a presentare Gara 3 con la chance dell’Urbe addirittura di chiudere la serie a proprio favore, clamorosamente. I brianzoli sono quindi ad un passo dal tracollo ma attenzione, siamo o non siamo in Playoff’s time? Sarà quindi capace Roma di spingere nell’abisso della sconfitta gli avversari per il secondo anno consecutivo una squadra che appare sull’orlo di una crisi di nervi? E manterrà la squadra di Dalmonte quella freddezza e quella lucidità indispensabile per respingere il presumibile assalto da fiera ferita a morte che i ragazzi di Sacripanti porteranno con sè domani sera?
ACEA Virtus Roma
Brutta? Beh…Sì, Roma non ha certo incantato nel complessivo del suo gioco offensivo al Pianella ma si sono anche visti dei lampi di luce vivida in alcuni frangenti, peccato siano stati solo lampi altrimenti oggi scriverei anche di una Virtus bella da morire se solo fosse stata continua nella sua proposizione. L’assenza in Gara 1 di Josh Mayo ha fatto perdere fluidità ai possessi capitolini, Phil Goss ha mostrato un’inspiegabile scarsa freddezza nella distribuzione dei palloni (senza poi andare sui possessi finali in Gara 2, gestiti non proprio da par suo..), quindi nella globalità Roma non ha incantato ma vivaddio conta sempre il risultato ma anche la sensazione che questa squadra possa crescere ancora in questa fase di gioco in questi Playoffs.
Sporca? Indubbiamente. Giudicate Voi, ripassate nella mente quanto in difesa abbiano sgomitato, urtato, picchiato anche in certi frangenti i vari Mbakwe (indemoniato a dir poco contro Cusin & Co., a dir poco dominante sui due lati del campo), Hosley (che prova di rara completezza in Gara 2 per l’ala più discussa della Lega!), Jones (se sbaglia il primo tiro son dolori ma il suo lo porta sempre a casa), coinvolgendo in questa sorta di raptus addirittura l’algido Jimmy Baron che ad oggi non era mai apparso un cuor di leone spalle a canestro. Ma riguardate anche con quale decisione si sia lottato sulle posizioni da conquistare in campo, sui blocchi portati quando ad un certo punto gente come Aradori e Jenkins han cominciato (giustamente), ad usare le maniere forti, come un rinato Lollo D’Ercole abbia quasi anestetizzato il pericolo pubblico numero 1 avversario, Joe Ragland imbavagliandolo e limitandolo ai limiti dell’impossibile.
Cattiva? Ma certo, come fai a violare per ben due volte un campo mai violato quest’anno nella Regular Season se non ci metti convinzione, determinazione, voglia di crederci ma anche quella sfrontatezza in stile Halil Kanacevic, emblema di tutto ciò in Gara 1 con una prestazione maiuscola per un rookie come il montenegrino? E cosa dire del livello d’intensità in difesa, con i cambi sempre puntuali impedendo così tiri comodi o facili a Cantù?
Uno 0-2 quindi che non ammette repliche, due vittorie al Pianella che non hanno ribaltato l’inerzia della serie, l’hanno stravolta. I numeri poi danno ragione a Roma nel complesso nelle due sfide, pensiamo ad esempio alle 18 palle perse dell’Urbe in Gara 2 contro le 13 di Cantù, nonostante tutto Roma ha anche tirato più dell’avversario…..
Sembrerebbe fatta quindi per l’ACEA ma andiamoci piano, non si può dimenticare che mai come in questo sport e mai quando si affronta il tema Playoffs nulla deve essere dato per scontato. Perciò, paradossalmente l’ACEA dovrà stare attenta a se stessa ma la capacità d’agire come un sol uomo, quel poter mettere ad esempio alla ribalta ora un Moraschini mai visto così presente come in Gara 2 negli ultimi tempi ed ancor prima un Szymon Szewczyk forse ancora poco, poco reattivo ma maledettamente efficace in Gara 1 è l’aspetto più confortante di questo clamoroso ma onestissimo 0-2 nella serie.
E’ tornata la Roma che a fine dicembre svettava in altissima classifica: stesso sguardo, stessa voglia, stessa determinazione senza mai rubare l’occhio ma così difficile da battere.
Infine, come sempre, le dichiarazioni di Luca Dalmonte prima del match:
«Rientriamo da Cantù con due risultati positivi, che ci devono dare fiducia nel prosieguo dei quarti di finale, sarebbe delittuoso pensare ad una serie in discesa o addirittura in fase di definizione. L’Acquavita Snella è una squadra dotata di un grande talento offensivo, è capace di fare la partita, ha giocatori abituati a vivere situazioni di difficoltà, di stress e con un orgoglio cestistico elevato, di conseguenza ci aspetta l’ennesima gara difficile. La cadenza così ravvicinata degli impegni rende necessaria un’abilità nel recuperare energie fisiche e mentali, a tal proposito la capacità di resettare dal punto di vista psicologico, senza essere condizionati dal recente passato, servirà a presentarci al meglio per il presente».
Acqua Vitasnella Cantù
Rabbia. Sconforto. Delusione e tanti fischi ieri sera al cospetto del proprio pubblico per i ragazzi di Sacripanti. La macchina perfetta da guerra tra le proprie mura ha steccato clamorosamente come hanno steccato quasi tutti i protagonisti attesi: da Pietro Aradori, inaspettatamente nervoso e poco presente alla quinta colonna della squadra, al secolo Marteen Leunen, impressionante in negativo ad esempio con lo 0/7 dalla lunga per lui, per non parlare di un Marco Cusin non pervenuto ma con l’attenuante del malanno fisico dalla fine Regular Season ad Ivan Buva, annichilito nel confronto con il rookie romano Kanacevic.
Gli unici a salvarsi sono stati nel complesso Joe Ragland, comunque quasi inebetito dall’asfissiante guardia montatagli dalle guardie virtussine ma sempre pronto a mettersi in proprio; un Michael Jenkins ai limiti dell’ottimo in Gara 1 ma quasi scomparso in Gara 2, attanagliato anche lui dal nervosismo; il tostissimo Stefano Gentile anche se solo in Gara 2 ed il centro giamaicano Adrian Uter, unico lungo a cercare di arginare lo strapotere tecnico e fisico di Trevor Mbakwe.
Ma il dettaglio che ha colpito di più è stato come Cantù abbia smarrito la strada del gioco e della proposizione. In Gara 1 tanti, troppi errori dalla lunga ed una frenesia forse esagerata di voler chiudere a tutti i costi il match, mista all’incapacità di reagire nei minuti finali dell’ultimo periodo. In Gara 2 invece tanta, tanta tensione tramutatasi nella sensazione che quasi si procedesse a braccio, con una serie di errori nelle letture offensive o se preferite anche una serie di rifiuti al tiro ed extra-pass quasi eccessivo a comprovare l’insicurezza mista alla paura di essere consapevoli di essere lì lì sul punto di scivolare nel baratro.
Però siamo nei Playoffs, nel regno del “Everything’s possible!” perciò proprio nel momento in cui tutto sembra perduto potrebbe accadere l’impossibile. Il valore globale dell’Acquavita Snella è sotto gli occhi di tutti ma occorrerà prima di tutto arginare lo strapotere fisico di Roma e non pensare che si è sullo 0-2. Sicuramente le guardie dovranno produrre di più in attacco perchè se si arriva sotto la soglia che Roma predilige, e cioè i 70 punti, il rischio di ritrovarsi superata non è poi così remoto. Eppoi la prospettiva di non aver più nulla da perdere potrebbe veramente ribaltare l’inerzia della singola gara, a dirla in breve Cantù non è spacciata eppoi ci si arrende solo al quarto fischio della sirena!!
Si gioca: Pala Tiziano in Roma, ore 20:30 con diretta RAISPORT canale 227.
Arbitri: Luigi Lamonica (Roseto degli Abruzzi, TE), Alessandro Vicino (Argelato, BO), Dino Seghetti (Livorno).
Fabrizio Noto/FRED