Ormai ci siamo. Tra poche ore partirà la Final Four 2014 di Milano. Il fascino inconfondibile della massima competizione europea passa dal nostro paese quest’anno e lo fa con le solite grandi partite che contraddistinguono questo evento. Il clasico è la partita che tutti attendono, ma alle 18 c’è un gustosissimo CSKA-Maccabi a fare da aperitivo. Andiamo allora a vedere in breve i temi principali delle due partite che eleggeranno le squadre che si contenderanno il titolo europeo.
CSKA MOSCA – MACCABI TEL AVIV
Partita assolutamente interessante, se non altro perchè mette contro due squadre dall’approccio completamente opposto. Da un lato c’è il CSKA di Messina alto, grosso e quadrato, che fa della solidità e dell’efficienza il suo marchio di fabbrica. Dall’altra parte il Maccabi di Blatt, underdog di queste finali a quattro, infarcita di tiratori micidiali da tre punti, a cui piace alzare i ritmi (quasi 75 possessi per partita, il secondo dato più alto tra le finaliste dopo il Real), ma che a volte finisce vittima delle proprie sbavature. Proprio su queste differenze si giocherà la gara, dove la favorita, almeno in partenza, è Mosca. Il Maccabi non ha i centimetri per contrastare l’impatto fisico dei russi, fattore che si è notato anche nei due scontri di Top 16 (vittoria larghissima in casa per il CSKA, e in volata a Tel Aviv sempre per la squadra di Messina), e l’atipicità e poliedricità di giocatori come Khryapa e Hines accoppiati con i centimetri di Kaun e Krstic ha anche reso abbastanza sterile la temibile difesa match up israeliana. Nel momento, poi, in cui la difesa giallo blù ha dovuto adeguarsi a questa situazione, facendo scattare le rotazioni difensive, si sono innescati gli esterni moscoviti che sanno essere devastanti: Weems ha ormai raggiunto la maturità europea ed è un giocatore totale, Fridzon dalla panchina ha un impatto immediato, Jackson e Pargo uniscono dinamismo e pericolosità al tiro e l’ex Cantù Micov è un jolly di rara importanza. Grande variabile, però, sono le condizioni fisiche di Milos Teodosic, che è l’unico tra i giocatori del CSKA ad avere licenza di improvvisare fuori dallo spartito. Il play serbo non sarà certo al 100%, ma va anche detto che in più di un occasione, quest’anno, si ha avuto la sensazione che senza di lui gli ingranaggi della squadra girassero meglio… E il Maccabi? Non sarà certo spettatore non pagante. Gli uomini di Blatt arrivano, come detto, senza i favori del pronostico, ma hanno grande entusiasmo, saranno sospinti dalla solita marea gialla che invade le sedi delle Final Four ad ogni partecipazione della propria squadra e, cosa non secondaria, a Milano hanno già vinto una partita importante. Chiaro che l’esperienza è dalla parte di Mosca, che però arriva da due brutte sconfitte (nel giro di 24 ore) in casa contro il Lokomotiv Kuban (la seconda di ben 15 punti) nel secondo turno di VTB League che hanno messo in mostra carenze difensive già viste in questa stagione e inusuali per una squadra di Ettore Messina. In particolare nella difesa sul tiro da tre punti (concedono, in Eurolega, il 36.5%, il dato peggiore tra le finaliste). Ed è un dettaglio su cui il Maccabi potrebbe tentare di fare le proprie fortune: Ohayon, Pnini, Blu, Smith, Ingles, sono tutti tiratori attorno, se non oltre, al 40% da dietro l’arco e se dovessero andare in ritmo la gara potrebbe prendere pieghe inattese. Servirà poi un lavoro importante di Tyus e Big Sofo sotto canestro per contenere lo strapotere dei lunghi avversari, anche se, probabilmente, i problemi più grandi verranno da Khryapa, su cui manca un uomo da accoppiare. Importante anche la gestione del pallone: se Mosca è brava in un particolare è quello del furto con fuga in contropiede per segnare punti facili. E Hickman e compagni non possono permettersi di regalare punti facili a una squadra che già di suo a difesa schierata sa essere incontenibile. Insomma, ago della bilancia che pende verso la Russia, ma mai dire mai perché i ragazzi terribili di Blatt non sono a Milano in gita premio.
REAL MADRID – BARCELONA
Cosa c’è di meglio del clasico in semifinale di Eurolega, rivincita della semifinale dell’anno scorso? Forse solo il clasico in Finale di Eurolega, ma insomma, alle 21 di stasera non saremo tanto lontani dal meglio che il basket europeo ci possa offrire in questo momento. Il Real, che è stata la migliore squadra dell’Eurolega finora, contro il Barça, che, dopo un inizio problematico, ha cominciato a macinare gioco rullando tutti quelli che si mettevano sulla propria strada e arrivando alle Final Four quasi passeggiando in un quarto di finale mai in discussione contro il Galatasaray. Una semifinale resa ancora più bella dal fatto che le squadre si conoscono perfettamente (si sono incontrate tre volte in stagione, l’ultima una settimana fa, con vittoria del Barcelona, anche se nella partita con minor valenza delle tre) e questo aggiunge ulteriore attesa a una partita, per definizione, splendida. Il Real ha semplicemente un attacco che è poesia in movimento: 85 punti a partita, 1.13 punti per possesso, 54% da 2, un soffio sotto il 40 da tre, 18 assists a partita. Numeri che possono permettere agli uomini di Laso anche qualche passaggio a vuoto (che c’è) in difesa, tanto davanti la classe di Rudy Fernandez e Llull, le invenzioni del chacho Rodriguez (MVP dell’Eurolega) e l’esuberanza del giovane Mirotic sono pronte a porre rimedio. E proprio il giovane naturalizzato spagnolo potrebbe essere il fattore X della partita: nelle tre gare contro i blaugrana quest’anno viaggia a 16,7 punti e 8 rimbalzi di media, con la perla della finale di Copa del Rey chiusa a 32 di valutazione. Xavi Pascual, molto semplicemente, non ha un uomo che riesca a marcarlo sul pick’n’roll o in uno contro uno quando bisogna andare a prenderlo sul perimetro. Lorbek, Nachbar o Lampe, per lo meno, fino ad ora non ci sono riusciti. Discorso che, dall’altra parte, non è troppo diverso per Ante Tomic. Se il Barça ha un vantaggio, infatti, è sotto canestro, dove la coppia Dorsey-Tomic è certamente superiore a quella Bourousis-Mejri che schierano i blancos. In particolare, il pick’n’roll tra il centro croato e Marcelinho Huertas è un arma letale che il Real non è mai riuscito a difendere. E ha fatto molto male perché ha messo in ritmo anche gli esterni. Il Barça ha perso due dei tre scontri diretti, ma non è mai stato spazzato via, anzi. E’ sempre stato in partita, perdendo più per errori propri o per miracoli avversari (vedi tripla di Llull in Copa), e per riuscirci anche stasera dovrà cercare di togliere il più possibile la palla dalle sapienti mani di Sergio Reodriguez. Il chacho è probabilmente la chiave del Real. Da lui tutto nasce, e spessissimo i parziali positivi arrivano con lui in campo. Fare uscire presto la palla dalle sue mani per obbligare i suoi compagni a fare scelte rischiose sarà una chiave importante del match. Attenzione anche agli infortunati: da una parte fuori Draper (che sarebbe stato importante in difesa), dall’altra da valutare le condizioni di Navarro. Per il resto godetevi Papanikolau, Abrines, Slaughter, Darden, Oleson, Reyes e Carroll, solo per citare anche gli altri protagonisti che ancora non avevamo nominato. E buone Final Four a tutti.
Niki Fiumi