
Ramagli ieri sera nello studio televisivo
«Nelle due partite a Veroli non ci siamo fatti mancare nulla. La prima gara è stata viziata da un errore nella contabilizzazione dei tiri liberi. La partita doveva terminare con un pareggio, ma alla fine è stata omologata la sconfitta nonostante i nostri ricorsi. L’errore degli arbitri è stato considerato come un errore tecnico, anche se si tratta di un’interpretazione un po’ sui generis. In gara-4 siamo stati bravi a reagire e a conquistare la vittoria e la possibilità i giocare la bella. Torniamo al PalaOlimpia, naturalmente per vincere».
Queste le prime dichiarazioni di Alessandro Ramagli, capo-allenatore della Tezenis Verona, ospite lunedì sera a «Lunedì nel Pallone», trasmissione di approfondimento sportivo di TeleArena, condotta da Gianluca Tavellin con la presenza in studio di Riccardo Verzè.
«I tifosi mi ringraziano? Sono io che devo ringraziare loro – ha proseguito Ramagli –, quest’anno si è creata una bella atmosfera intorno alla nostra realtà e loro ci hanno supportato sempre. Durante la stagione regolare abbiamo avuto uno dei pubblici più numerosi della Lega Gold con oltre tremila di media, davvero tanti, e anche per la prima partita dei playoff il colpo d’occhio, con tutti i tifosi vestiti di giallo, è stato magnifico. Vogliamo allungare il sogno, giocare più partite possibili e regalare a chi ci segue altre soddisfazioni. Che partita sarà gara-5? Una serie al meglio delle cinque partite più si allunga e più diventa pesante dal punto di vista fisico. Anche mercoledì conteranno le risorse mentali e la carica di adrenalina. Quando giochiamo davanti al nostro pubblico ne abbiamo sempre molta, ma Veroli è una squadra ostica che merita il nostro rispetto. Giocano una pallacanestro molto controllata che si contrappone molto bene al nostro modo di giocare, basato più sulla corsa. Non proviamo rammarico per come è andata gara-1. Non è vero che l’abbiamo approcciata nel modo sbagliato. Sono stati bravi loro a costringerci a giocare ad un ritmo che non ci è congeniale. Non dimentichiamo che nella classifica avulsa tra le prime sette classificate in regular season Veroli è al terzo posto, segno che si tratta di una squadra di valore. Tecnicamente è stato difficile metterli sotto in tutte le gare di questa serie. Anche mercoledì ci aspetteranno lacrime e sudore se vogliamo vincere. Il ruolo di Boscagin? Una squadra funziona quando c’è una certa chimica tra i suoi componenti. Il nostro capitano rappresenta l’aspetto morale del nostro gruppo, il giocatore in grado di dare la scossa emotiva ai compagni, ma anche al pubblico. Carraretto? È un giocatore silenzioso. Sa migliorare chi gioca con lui, qualità fondamentale che non si vede nelle statistiche. Negli anni a Siena ha sempre svolto questo compito e adesso continua a farlo per noi. Verona è una piazza che ha sete di grande basket. In questi anni ha vissuto momenti difficili, ma nello sport sono i momenti bassi che ti fanno arrivare in alto. Il momento più bello della mia carriera? A Pesaro è stata una bellissima esperienza, una scarica di adrenalina. In ogni caso sono contentissimo di questi due anni vissuti qua a Verona. Il club ha dimostrato di saper crescere nelle piccole cose. Ha mantenuto il suo programma anche nei momenti difficili. Manca lo step finale. Noi cercheremo di farlo già quest’anno, ma in ogni caso dietro c’è una società seria per guardare con serenità al futuro».
Nel corso della trasmissione Ramagli ha avuto anche l’occasione di parlare della realtà calcistica veronese:
«Mi ricordo molto bene lo scudetto dell’Hellas Verona del 1985. Fu la classica gemma del deserto. Una squadra che non rappresenta un grande centro che riesce ad esplodere e a battere la concorrenza. Fu una situazione simile a quella che si è vista nel basket nel 1991, quando la Caserta di Franco Marcelletti riuscì a vincere lo scudetto. Sono situazioni che dovrebbero accadere più spesso nello sport. Portano novità ed è sempre bello vedere le piccole squadre coinvolte in risultati importanti. Al giorno d’oggi però è difficile perchè l’aspetto economico è diventato più importante e il divario tra piccole e grande squadre si è allargato molto, sia nel calcio che nel basket. Il campionato dell’Hellas? È stata una grande stagione e in questo Mandorlini ha meriti indiscutibili. Si tratta di un tecnico di grande esperienza, anche internazionale. Il segreto è stato aver mantenuto il nucleo storico dalla Lega Pro. Il Chievo? Ha avuto una stagione più difficile, ma alla fine ha raggiunto il suo obiettivo. Vanno fatti i complimenti alla dirigenza che da anni riesce a mantenere una presenza veronese nella massima serie».
www.scaligerabasket.it