Comunque vada sarà un successo. Anzi, la stagione della Proger Chieti può dirsi fin da ora coronata d’alloro, con il raggiungimento dei playoff di Lega Silver conquistato proprio all’ultima giornata, nel glorioso scenario del Mandela Forum di Firenze. Non era scontato. Centrato con buon anticipo l’obiettivo stagionale di una tranquilla permanenza nella categoria, le Furie si sono corciate le maniche, hanno saputo cambiare volto in corsa, ed hanno inseguito un sogno, agguantandolo sul filo di lana a spese dei “cugini” di Roseto! Onore al merito della società di patron Di Cosmo, che ha avuto il coraggio e l’abilità di correggere qualche errore di valutazione estivo e, soprattutto, di far fronte all’accanimento della malasorte (leggasi il lungo elenco di infortuni che hanno falcidiato il roster biancorosso), girando la stagione con il cambio di allenatore e, soprattutto, sfruttando le migliori opportunità presentatesi sul mercato e portando a Chieti giocatori di spessore, tutti rivelatisi, poi, determinanti nell’imprimere la svolta. Bonfiglio (poi volato in lega Gold), Passera, Cardillo, Deloach e coach Bartocci, nomi “pesanti” per la categoria, a testimonianza dello sforzo prodotto dal presidente e ripagato dall’ingresso, a pieno titolo, nella scintillante vetrina della post-season Silver, palcoscenico che Chieti, città da sempre affamata di basket, sognava e meritava, con il suo numeroso e caloroso pubblico.
Una regular season in chiaroscuro, condita di soddisfazioni (come la vittoria in trasferta nel derby) ma anche di numerose e spesso cocenti sconfitte casalinghe, ma dal bilancio comunque positivo fino alla sfortunata serie a cavallo tra gennaio e febbraio (bilancio 1-5, con l’unica vittoria ottenuta in casa contro la BNB dopo un overtime), culminata con il tracollo casalingo contro il Casalpusterlengo di Alvin Young (maramaldeggiò al PalaLeombroni…) che fece scivolare pericolosamente la Proger in classifica, inducendo il cambio in panchina. Marzoli pagava anche colpe non sue: un impianto di squadra molto solido sotto le plance, con Shaw e, soprattutto, l’altisonante Mattia Soloperto, ma un po’ troppo “leggero” sulle guardie, con la “certezza” Gialloreto ad uscire dalla panchina e un Glover dimostratosi ottimo difensore, discreto passatore ma attaccante troppo acerbo e timido (anche sfortunato perché fermatosi quando la stagione entrava nel vivo causa infortunio ad una mano!) per poter reclamare a buon diritto le chiavi della squadra. Sul suo ruolo la società era già corsa ai ripari, convincendo nientemeno che Marco Passera a scendere di categoria, ed integrando anche l’ala Marco Cardillo, rivelatosi poi un preziosissimo collante per la squadra. Ecco, dunque, coach Bartocci, e con lui il top player Michael Deloach, spettacolare point-guard reduce dalla sfortunata esperienza di Lucca. Nomi extralusso per la Silver, roster rivoluzionato e svolta nell’aria, materializzatasi nell’emozionante successo casalingo con Roseto, a ridestare gli entusiasmi dell’ambiente e rilanciare le ambizioni delle “Furie 2.0”. Poi la sfortunata sconfitta nel finale sul proibitivo parquet di Ferrara, la roboante vittoria tra le mura amiche contro Matera (rimaneggiata, ad onor del vero), la pesante battuta d’arresto di Mantova ed infine il viaggio della speranza a Firenze. Speranza tradotta in realtà grazie ad un secondo tempo perfetto.
La Proger targata Marzoli mostrava un solido impianto difensivo, capace di chiudere bene l’area ed aggredire il portatore di palla. Soffriva, però, contro i quintetti piccoli e, in particolare, dotati di 4 capaci di giocar bene lontano dal canestro; inoltre, il gioco d’attacco pareva sbilanciato sui lunghi, con il solo capitan Gialloreto a garantire la dimensione perimetrale alla macchina da fuoco teatina. Bartocci ha avuto la fortuna di avere a disposizione due guardie di categoria superiore come Passera e Deloach e la capacità tecnica di riequilibrare l’assetto della squadra, trovando un’arma in più nelle qualità dei nuovi nell’attaccare il canestro in uno contro uno, sfruttando la classe di Passera e l’esplosività sul primo passo di Deloach. Questo, insieme con l’innegabile salto di qualità nella circolazione di palla, ha favorito enormemente gli isolamenti esterni, una migliore distribuzione di responsabilità e selezione di tiri, facendo lievitare in modo significativo, sotto la nuova gestione, le percentuali dall’arco e compensando, così, gli atavici difetti di un cattivo rapporto perse/recuperate e della concessione di troppi rimbalzi offensivi agli avversari.
Sabato 3 maggio, dunque, la Proger inizia la sua avventura playoff sull’onda dell’entusiasmo e consapevole dei suoi mezzi, con il vantaggio della serenità di chi ha già alle spalle un risultato memorabile. L’avversario, però, è di quelli che possono sgretolare entusiasmi e certezze: la Dinamica Mantova è la vera rivelazione del campionato! Losi, Ranuzzi, Clemente e, soprattutto, due star di prima grandezza come Mike Nardi e Johndre Jefferson che non sfigurerebbero certo in categorie superiori. Una squadra quadrata, versatile, coperta, forte e solida in ogni reparto. I lombardi giocano un basket veloce e rodato, incentrato sul pick and roll guidato dal doppio play (Losi e Nardi, appunto) con Jefferson difficilmente marcabile nel pitturato, rapido e dotato di tecnica e verticalità. Sugli scarichi le bocche da fuoco sono innumerevoli e precise, rendendo difficile la vita a qualsiasi difesa. Qualche numero può aiutare a chiarire le cose: Jefferson vanta 21,7 di valutazione media, 9,9 rimbalzi a partita ( 3° nella Lega) ed è il 5° assoluto per totale di rimbalzi offensivi conquistati. Nardi è 4° per assist/gara, Losi 5° per assist totali. Clemente è il secondo assoluto nelle percentuali da 2 punti, alle spalle del solo Demetrius Conger, della ormai disciolta Lucca. Losi, Nardi, Ranuzzi, ma anche Alibegovic e Pignatti, che escono dalla panchina, vantano notevoli percentuali da tre punti.
Gli scontri diretti, poi, sono impietosi: all’andata, al Tricalle, Jefferson fece il bello ed il cattivo tempo (24+10), dominando l’area pur senza Clemente. Al ritorno, poche settimane or sono, al PalaBam, Mantova ha dominato difensivamente forzando 20 palle perse alla Proger e seppellendola sotto una pioggia di triple, compensando ampiamente la buona tenuta di Soloperto su Jefferson. Le Furie dovranno, dunque, dimostrarsi davvero tali per ribaltare un pronostico sulla carta scontato, limitando le distrazioni sotto le plance e puntando, magari, sul maggior atletismo dei propri esterni, aggredendo i portatori di palla avversari (Losi e Nardi 1° e 4° assoluti per palle perse) e cercando il colpo in trasferta (ben 5 sconfitte casalinghe stagionali per la Dinamica), in modo da conquistare il fattore campo.
Serve un’impresa, ma i numeri per assistere ad una serie equilibrata ed avvincente ci sono. Al parquet, come sempre, l’ultima parola…
Marco Calvarese