Bologna, domenica 12 gennaio 2014 – Cantù conferma il suo ottimo momento di forma, non risente delle fatiche di Coppa e detta legge alla Unipol Arena, battendo con autorità una Granarolo Bologna giunta alla settima sconfitta nelle ultime nove gare e ora sprofondata all’undicesimo posto. Vittoria ineccepibile per gli uomini di Sacripanti che, semplicemente, hanno dimostrato di essere la squadra più solida e forte in campo. Trascinata dal terzetto di esterni Ragland-Aradori-Jenkins e dai muscoli di Uter nel pitturato, la Vitasnella ha fatto corsa di testa per quasi 40’, soffrendo solo in un’occasione, quando, sul 63-61 per gli ospiti, Bologna ha avuto la palla del pareggio/sorpasso in almeno un paio di occasioni. Fallite quelle, una tripla di Rullo e un Jenkins scatenato hanno scavato il solco decisivo, uccidendo la partita. Cantù chiude così il girone d’andata al secondo posto, ma solo per via del confronto diretto sfavorevole con Brindisi, e in Coppa Italia incrocerà Reggio Emilia. Bologna, invece, non sa più vincere. Detto che la sconfitta con Cantù era preventivabile e ci sta, anche perché arrivata comunque lottando e stando in partita, resta una classifica che segnala 8 partite perse a fronte di sole 7 vittorie. Gli obiettivi stagionali erano due: Final Eight e playoff. Il primo è andato, per il secondo occorrerà fare decisamente meglio nel girone di ritorno, e forse questo roster avrebbe bisogno di aggiunta per riuscirci.
La gara riportava Bologna al quintetto iniziale classico, con Ware e Gaddefors assieme a Motum, Hardy e King. Proprio il giovane svedese partiva bene, segnando e ispirando i compagni. Cantù rispondeva allora con la presenza di Uter, cercato molto dai compagni, e le fiondate di Ragland, che ribaltavano subito l’inerzia del match, dando il +7 ai brianzoli. Hardy, con una fiammata delle sue, ricuciva, ma un tripla sulla sirena di Gentile vergava il 24-19 ospite alla prima sirena. Panchine in campo nel secondo quarto, con quella virtussina a distinguersi per l’energia portata. Ancora Gaddefors sugli scudi, assieme a Imbrò e alla difesa di Fontecchio: sorpasso Bologna 34-31. Ware spreca dalla lunetta e non allunga, Jenkins, invece, ha le mani torride e non perdona gli errori del piccolo play americano, consentendo ai suoi di andare all’intervallo lungo avanti 40-38. Rientro in campo favorevole a Cantù, anche per l’assenza ingiustificata della difesa bolognese. Aradori e soprattutto Ragland ne approfittano, ma qui si esalta Casper Ware, lontano anni luce dal playmaker distributore di gioco che servirebbe a questa squadra, ma oggi, se non altro, con mira felice da dietro l’arco. I suoi canestri tengono a galla i bianconeri (57-61 alla fine del terzo quarto). Che fanno parecchia confusione, anche per la gestione un po’ caotica di Bechi, ma in un qualche modo si arrampicano fino al -2 e lì hanno tre volte la palla per impattare. Il terzo tentativo è una tripla di Fontecchio che non entra, e a quel punto gira la partita. Rullo con un canestro da tre ridà slancio alla Vitasnella e sferra un cazzotto da k.o. tecnico a Bologna che ora è in apnea con debito di ossigeno contemporaneo. Un’altra tripla di Aradori fa vacillare pericolosamente la nave bianconera, che affonda definitivamente sulle stoccate di Uter e Jenkins, mentre Walsh trova l’unica tripla di una partita da incubo quando i buoi sono ormai scappati.
GRANAROLO BOLOGNA – ACQUA VITASNELLA CANTU’ 69-78
Parziali: 19-24; 19-16; 19-21; 12-17;
Progressione: 19-24; 38-40; 57-61; 69-78;
MVP: Giusto premiare tutto il collettivo di Cantù. Uter, Jenkins, Aradori e Ragland hanno fatto la voce grossa in attacco, ma tutti, quando richiesto, hanno portato il proprio mattoncino alla causa. La vetta della classifica non è casuale.
WVP: Matt Walsh, per una volta, non è riuscito ad essere il salvatore della patria virtussina. Incappato in una pessima serata di tiro, ha anche fatto molta confusione perdendo troppi palloni.
SALA STAMPA
Luca Bechi: “Abbiamo perso contro una squadra che oggi è più forte di noi. Nei momenti cruciali si è visto tutto il loro cinismo e il loro talento. Noi, in aggiunta, abbiamo avuto cattive percentuali nell’ultimo quarto e questo ci ha distaccati ancora di più, pure se in alcuni frangenti siamo stati a contatto. Questa partita ci deve far capire chi siamo: è stata una gara che ci esaltato prima e depresso poi, ma è questo che rimane nella testa dei giocatori. In spogliatoio, però, ho voluto sottolineare che ora che abbiamo incontrato tutte le nostre avversarie dobbiamo guardare avanti senza particolari obiettivi se non quello di risalire posizioni in classifica per recuperare terreno. Siamo fuori dalla Final Eight è vero, ma guardando al campionato non voglio essere negativo sul calendario, tutte ora forse ci sembrano più forti, ma noi dobbiamo pensare a crescere per porre fine ai nostri problemi. Vogliamo vincere più partite possibili, ma al momento dobbiamo solo pensare alla prossima partita per riprendere fiducia man mano e fare progressi. Credo che sia questa la chiave: i progressi riguardano la capacità di gestire meglio partite come questa in determinati momenti. E’ finito un girone, abbiamo visto come sono tutte le squadre, sappiamo che è un campionato molto equilibrato e le partite spesso si decidono sui dettagli. Sono quelli che dobbiamo migliorare. Dobbiamo essere più cattivi sotto canestro e non lasciare palloni vaganti agli avversari, per fare un esempio. Vogliamo dimostrare di essere cresciuti e migliorati, e anche se ora non sembra, posso assicurare che ci lavoriamo in palestra ogni giorno. Siamo concentrati su questo gruppo che abbiamo scelto, è fuori dubbio cambiarlo: è normale che quando i risultati non vengono ci sia la voglia di cambiare, ma dobbiamo essere bravi a migliorarci senza sostituire nessuno. Intervenire sulla squadra per colpa dei risultati negativi non è sempre la soluzione migliore. Voglio trasferire ai ragazzi la mia sensazione di positività verso di loro, perché si accorgerebbero del contrario se gli girassi le spalle come probabilmente faranno altri. Dobbiamo compattarci, è la legge dello sport e della vita.”
Pino Sacripanti: “Abbiamo giocato a tratti una buona pallacanestro facendo bene sul pick and roll, con la pazienza di usare le sponde e passando spesso la palla in post basso per poi colpire la difesa avversaria con dei tagli. Queste situazioni ci hanno facilitato molto il compito in attacco perché quando le abbiamo eseguite abbiamo sempre trovato soluzioni e canestri puliti. In trasferta, però, ci sta che tu non sia perfetto per 40 minuti e in 5 o 6 azioni non ci siamo passati la palla, permettendo a Bologna di rientrare in partita. Abbiamo comunque vinto tre periodi su quattro e, pur perdendo il secondo, siamo rimasti in vantaggio all’intervallo. Abbiamo cambiato le difese alternando uomo, zona e match- up. A causa di questo Bologna ha dovuto pensare di più, e così le loro percentuali tra terza e ultima frazione sono scese decisamente. Questo ci ha dato fiducia e ci ha concesso di continuare a eseguire i nostri giochi in attacco fino alla fine. Abbiamo vinto di 9 a Bologna, riuscendo a rimediare all’assenza di Cusin, che per noi è un giocatore molto importante, con l’apporto di Denis e con una prestazione importante di Uter. Sono davvero contento e non tanto per il posizionamento per le Final 8 di Coppa Italia, ma quanto perché questi sono punti fondamentali per il futuro in ottica qualificazione ai playoff. Faccio i complimenti alla mia squadra perché, nonostante la sconfitta di Parigi, si è allenata con notevole qualità per tre giorni e credo che questo successo sia frutto della grande dedizione che i ragazzi mettono in campo ogni giorno”.
Nicolò Fiumi