Ognuno di noi ha la chance, nella vita, di vivere tre fasi, che partono dall’avere un sogno, passando per il tentativo di realizzarlo, per concludersi con la realizzazione del sogno stesso, che tale non è più, ma diventa realtà da vivere. Serve già un primo “grazie” dunque a Simone Mazzola che a nome di molti di noi, per non dire tutti, il sogno l’ha concepito, cullato, inseguito e realizzato.
Là dove gli dei del basket si accomodano in tribuna per godersi il loro gioco preferito, Simone si è seduto. Ed è stato “involontario testimone” della consacrazione di uno dei protagonisti più ben voluti dagli dei di cui sopra, addirittura un prescelto. E sì che fosse dipeso dallo stesso Simone e della sua compagna di viaggio Chiara Zanini (American Superbasket, ecc.) l’anello avrebbe preso la strada di OKC, non della parata su Ocean Drive.
Il secondo grazie, doveroso quanto il primo, deve essere rivolto a Simone per la passione sincera, a volte fanciullesca nel più puro e positivo senso del termine, col quale ha saputo riportare nell’ebook “American Dream – Un infiltrato alle NBA Finals“, tutto ciò che ha provato, vissuto, conosciuto durante l’anda e rianda tra Oklahoma City e Miami, partendo e tornando nella sua Milano. Dall’organizzazione impeccabile della miglior lega del mondo, ai viaggi pensierosi in pullman tra alberghi e arene, dagli incontri nei post-partita con i più importanti giornalisti di basket del mondo, passando per gli occhiali e lo zaino di Westbrook, l’iPad di KD35, lo spogliatoio degli Heat e le cheerleaders che si esercitano nei corridoi della American Airlines Arena.
Il sogno americano fa parte di ogni appassionato di basket, fin dalle sue prime esperienze con una palla a spicchi in mano. D’altra parte sto giochino che ci fa sobbalzare ancora la notte, che sia per una piuma di Durant da 8 metri o per un’invenzione scriteriata “dell’antipatico” Rio Chalmers, beh l’hanno inventato loro. Ed è là che ogni viaggio ha la sua meta. Un punto di arrivo, o una tappa per poi ripartire, come successo a Simone, che il viaggio l’ha voluto fortemente e non da semplice tifoso, ma nelle vesti di giornalista, come sognato nell’estate in cui progettava il suo sito di basket (proprio questo All-Around.net per il quale ho l’onore di scrivere ora la recensione dell’ebook in questione), così come realizzato nonostante il “no” della NBA per le Finals dell’anno prima.
L’autentico e sincero stupore traspare in ogni singola parola di questo diario di viaggio nel “paese dei balocchi” col marchio indelebile di Mr. Logo, e mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti del basket a stelle e strisce e non, proprio per la chiarezza e fluidità del racconto, a dimostrazione del fatto che Simone Mazzola alle NBA Finals 2012 non c’è arrivato per caso. Forse “The Chosen One” stavolta era proprio lui!
@a_p_official
1 Comments
Raffaele
La recensione mi ha fatto venire ancor più curiosità. Deve essere proprio un bel libro per questo penso proprio di acquistarlo