Reggio Emilia, 30 novembre 2013 – Il successo perfetto per la Grissin Bon che riemerge dopo la brutta sconfitta di Milano, con il terzo quarto da incubo che aveva fatto tanto parlare in settimana. Una vittoria costruita sul terreno che la Grissin Bon predilige, quello della voglia di sbattersi, dell’intensità, della lotta in mezzo al campo e accoppiandoci anche un’ottima serata offensiva. Partita iniziata benissimo (13-2 al pronti via) e proseguita anche meglio, considerando la capacità dei ragazzi di Menetti di rispondere al doppio rientro operato da Bologna nel secondo e terzo quarto. Una partita che è stata l’opportunità di rinascita per Troy Bell, in quintetto per la prima volta in stagione a discapito di Coby Karl (al cui seguito c’era il padre George, arrivato apposta dagli USA): doppia doppia sostanziosa da 27 punti e 10 rimbalzi, e il tutto nonostante un avvio di partita personale non semplice, con diversi errori al tiro e nelle scelte, salvo esplodere nel terzo quarto con 14 punti, uno più pesante dell’altro. Bene James White, sul pezzo sin da subito col tiro da fuori e in post. Positivo il sempre presente Andrea Cinciarini, che sfiora lui pure la doppia doppia grazie a 15 punti e 9 assists. Seconda battuta d’arresto invece, per la Virtus Bologna, che cade in maniera abbastanza netta, vittima di una difesa troppo spesso non all’altezza e di tante, troppe palle perse. Male Ware e Motum (l’australiano comincia a preoccupare), poco da Gaddefors, tabellino ingannevole di Hardy che fino a pochi minuti dalla fine era a quota 7 e ha segnato molto a babbo morto, e per una volta non è riuscito a togliere le castagne dal fuoco Matt Walsh. Una nota positiva, però, c’è: è Jerome Jordan che sfodera una prestazione da dominatore assoluto dell’area. Reggio non trova mai una risposta alle sue lunghe leve che lui utilizza in maniera splendida. 24 punti e 8/9 al tiro con anche mano educata dalla lunetta. Ma è stato troppo solo.
Come detto, è stata una partita che ha vissuto sull’allungo di Reggio in apertura. Con Bologna impegnata a riempire l’area e i padroni di casa, invece, pronti a fare male da fuori. Subito 13-2, con White a far vedere i sorci verdi alla difesa e la Granarolo farraginosa in attacco, anche per via della grande pressione esercitata dai reggiani. Palle perse in serie per la squadra Bechi e campo aperto facile in sequenza per i padroni di casa. Il solito copione in trasferta, insomma, per i bianconeri. Solo un appoggio di Jordan, subito dominante, limita i danni alla prima sirena, che suona sul punteggio di 24-11 Grissin Bon. Qui arriva il primo rientro in partita Virtus, ispirato dalle giovani leve Imbrò, Fontecchio e Landi che danno freschezza alla manovra, finalizzata da Walsh e dal solito Jordan. Su tecnico a Menetti (e dove Cinciarini si rende protagonista di un bel gesto andando a fermare la pioggia di oggetti che stava bersagliando gli arbitri) gli ospiti arrivano fino al -2 (32-34), aiutati anche da una zona 2-3 che da buoni frutti. Ma lo sforzo di Bologna è notevole, e ai biancorossi basta trovare uno sprazzo ogni tanto per riaprire la voragine: sono gli assist di CInciarini per Brunner a crearlo questo sprazzo, spingendo di nuovo i suoi al +9 (41-32) nonostante il terzo fallo prematuro di White, prima che una tripla allo scadere di Hardy fissi il 41-35 dell’intervallo. Le ripartenze non sono il forte della Granarolo, che ancora rientra male in campo e infila tre palle perse nei primi tre possessi di quarto sprofondando subito a -11 e costringendo Bechi a un time out d’emergenza. Che sistema due o tre cose. Ware e Motum trovano gli unici lampi della loro partita e ricuciono a -5, ma la difesa virtussina, per quanto il proprio coach provi ogni alchimia tattica, fa acqua da tutte le parti e allora si accende Troy Bell: prima trova un canestro fortunoso di tabella, che però accende la miccia di 7 punti consecutivi e rimanda Reggio avanti di 12, prima di far esplodere il PalaBigi con una tripla a fil di sirena che sigla il 66-52 del 30°. E’ la mazzata che Bologna non riesce a recuperare, anche perchè Jordan è davvero troppo solo nel suo mettere in croce costantemente la difesa dei padroni di casa. Hardy nel finale spaventa un pò (ma neanche troppo) il pubblico, numeroso e rumoroso, con una fiammata delle sue, ma il vantaggio rimane comunque sempre in doppia cifra e, come detto in apertura, alla fine sono tutti punti a babbo morto.
GRISSIN BON REGGIO EMILIA – GRANAROLO BOLOGNA 86-76
Parziali: 24-11; 17-24; 25-17; 20-24;
Progressione: 24-11; 41-32; 66-52; 86-76;
MVP: La coppia Troy Bell e James White, come detto: 52 punti col 62% complessivo dal campo. Le cifre bastano a giustificare il premio ogni tanto.
WVP: Terza prova negativa in fila per Brock Motum che inizia un pò a preoccupare lo staff tecnico bolognese. Inconcludente vicino al ferro, in difficoltà in difesa e anche con scarsa mira al tiro pesante che dovrebbe essere il suo forte.
SALA STAMPA
Bechi: “Complimenti a Reggio che ha giocato una partita di grande concentrazione e intensità. Noi siamo andati a strappi. Male all’inizio, bene il secondo quarto tranne negli ultimi due minuti. Nel secondo tempo volevamo uscire con più aggressività, ma non siamo mai riusciti, tranne un attimo con l’attacco, a riprendere la partita in mano. Reggio oggi ci è stata superiore. E’ una sconfitta su cui non dobbiamo fare drammi, anche perchè domenica c’è la partita perfetta in casa con la capolista. Jordan è un giocatore su cui noi puntiamo, abbiamo avuto bisogno di un pò di tempo per inserirlo ma ora sta arrivando. Oggi lo abbiamo cercato perchè aveva un vantaggio di centimetri e lui è stato bravo a farsi trovare, anche se magari alla fine era un pò stanco. Però c’è bisogno che tutti ci siano per vincere una partita, e non tutti oggi hanno avuto l’approccio giusto. Era una partita dura, perchè Reggio difficilmente perde in casa. Avevamo pensato di proteggere l’area ma loro hanno subito cominciato a far canestro da fuori con Cinciarini e quindi si è messa male. Non ci dobbiamo più pensare perchè questa è andata. Dobbiamo lavorare sull’approccio alle partite, perchè non possiamo sempre partire così male. E anche sulle palle perse dobbiamo fare un gran lavoro, perchè continuiamo ad averne troppe. A volte le vittorie ti fanno un pò ubricare e forse avevamo un pò perso di vista i nostri obiettivi, anche perchè è un campionato molto equilibrato dove infilare striscie di vittorie o sconfitto è molto facile. Domenica comunque, come ho già detto, c’è la partita perfetta, che per noi è da vincere assolutamente.”
Menetti: “Abbiamo fatto una grande partita, di sofferenza e applicazione. Siamo una squadra che tenta di migliorarsi per andare oltre i propri problemi. Abbiamo fatto 40′ di grande attenzione, come dimostrano le sole 13 perse pur provando a forzare i ritmi. Mi hanno fatto piacere le prove di Filloy e Frassineti e abbiamo dimostrato che la partita di Milano, e in particolare il terzo quarto, è stato un caso isolato. Ora la partita di Eurochallenge in Belgio per noi è davvero importante. Contro la zona abbiamo sbagliato buoni tiri, ma abbiamo attaccato comunque bene, sia nel momento in cui in campo c’era Brunner, sia quando entrava Cervi. Abbiamo alzato il numero di possessi e trovato tanto il contropiede. La differenza canestri è buona ma alla fine si poteva far meglio perchè loro hanno segnato molto nell’ultimo minuto, recuperando un pò di scarto. La mossa di Bell in quintetto ha pagato, ma soprattutto ha pagato la continuità di tutta la squadra, trovando protagonisti diversi, poi chiaro che quando i due americani fanno 27 e 25, aggiunti alla nostra capacità difensiva, siamo già a buon punto. Non c’è mai stata la forzatura di una situazione, anche quando White andava in post basso e veniva chiuso. E questo era stato il nostro grande problema in passato intestardendoci in certe situazioni. Al di là delle cifre la gara di Silins è stata eccezionale. Non ha fatto tirare nessuno e ha mostrato una grandissima maturità nello stare in campo. Ma ripeto che in generale tutti hanno fatto il loro, anche se solo per pochi minuti, come Karl. Bell è partito in quintetto perchè anche a Milano ho avuto la sensazione che la nostra difesa ci potesse consentire di avere un giocatore più offensivo in campo, e Troy lo è di più di Coby. Nei momenti di difficoltà questa squadra ha sempre avuto la capacità di trovare le risorse per uscirne, e oggi ne è stata la conferma.”
Nicolò Fiumi