Con la sconfitta rimediata contro Pistoia si è chiuso il precampionato della Victoria Libertas Pesaro e adesso, dopo un’altra estate di tribolazioni societarie e cinghie sempre più tirate, è arrivato il momento di fare sul serio con la prima giornata di campionato in quel di Avellino e di aspettare l’inappellabile verdetto del campo.
La stagione che va a cominciare costituisce probabilmente un vero e proprio anno zero per il glorioso sodalizio pesarese visto che, come i più attenti avranno notato, si tratta della prima (da più di trent’anni a questa parte) senza più lo storico sponsor Scavolini sulle maglie; una vera e propria rivoluzione copernicana se è vero che il marchio dello storico patron Valter era sempre rimasto a tutela del più prezioso patrimonio sportivo della città anche nei momenti più bui, come ad esempio quando la sciagurata gestione Amadio aveva portato di fatto al fallimento della società ed alla retrocessione nella terza serie.
Che già da qualche tempo in riva all’Adriatico fossero giunti tempi grami si era capito lo scorso anno, quando l’addio dello sponsor storico sembrava già cosa fatta prima che in extremis non vi fosse stato un ripensamento di Valter Scavolini dettato probabilmente più dall’emozione che da una reale volontà; ma quest’anno, dopo una stagione sportiva di estrema sofferenza, il passo cruciale è stato effettivamente compiuto e, pur rimanendo nell’organigramma la figura dello storico patron nelle vesti simboliche di presidente onorario, adesso a Pesaro si deve giocoforza voltare pagina.
Tuttavia il nuovo capitolo che ci si appresta a scrivere nella storia della “Vuelle” è al momento ricco di incognite e povero di certezze; come già accennato la barca pesarese naviga già dalla scorsa stagione in ristrettezze economiche visto che, al di là della perdita dello sponsor principale che peraltro non è stato ancora rimpiazzato, nelle ultime stagioni il consorzio di aziende che sosteneva la squadra ha perso quasi tutti i pezzi e così il budget che quest’anno è stato messo a disposizione per allestire la formazione risulta essere tra i più bassi della massima serie, se non addirittura il più basso.
La rifondazione del team è partita con l’idea di rinsaldare la forze attorno ad un nucleo di vecchie glorie che hanno fatto la storia della pallacanestro recente in riva all’Adriatico e così sono arrivati Ario Costa e Sandro dell’Agnello (protagonisti della “Scavo” degli anni d’oro) rispettivamente nelle vesti di direttore generale e di allenatore; a loro si sono aggiunti i ritorni dell’ex coach delle giovanili Cioppi quale direttore sportivo e di Andrea Pecile come italiano di riferimento (non per niente capitano designato) nell’ambito di un roster per la stragrande maggioranza composto da giovani.
E’ stato infatti inevitabile dover costituire una squadra con tante scommesse sperando di arrivare ad una salvezza che sia la meno difficoltosa possibile anche se, ad onor del vero, la Vuelle si presenta ai nastri di partenza come una delle formazioni più papabili per la retrocessione.
Salutate le bandiere Cavaliero e Flamini, ultimi superstiti della squadra che solo due anni fa era arrivata alle finali scudetto (il secondo addirittura capitano di lungo corso che aveva contribuito a riportare Pesaro nella massima serie), il roster è stato completato trattenendo i giovani del vivaio Traini ed Amici, chiamando un animale delle minors italiane come l’italo-argentino Musso, un veteranissimo della serie A come l’americano Young e tanti nomi giovani in cerca di affermazione e sconosciuti ai più.
Nel reparto lunghi sono arrivati il nigeriano Anosike e l’italo canadese Trasolini, entrambi freschi di college oltre oceano, nonché l’ala Hamilton, peraltro in sostituzione della prima scelta Prowell, rispedita a casa per inidoneità agonistica dopo un malore occorsogli durante uno dei primi allenamenti; tra le guardie, detto di Young, è stato ingaggiato anche l’americano Turner, figlio di un giocatore già visto fugacemente a Pesaro nei primi anni 90 ed anch’egli alla prima esperienza professionistica.
Alle incognite legate all’evidente inesperienza di molti dei giocatori chiave si sono aggiunte le vicissitudini di un precampionato che, al di là dei risultati e del gioco discreti messi in mostra dalla formazione di Dell’Agnello, non è stato certo dei più fortunati.
Detto della vicenda Prowell, bisogna altresì annotare le noie muscolari che hanno afflitto capitan Pecile in queste ultime settimane e, notizia freschissima delle ultime ore, il terribile responso medico alla sofferenze del ginocchio di Traini; allo sfortunatissimo giocatore del vivaio biancorosso è stata infatti nuovamente diagnosticata la rottura del legamento crociato del ginocchio, dopo che il medesimo infortunio gli aveva fatto saltare quasi per intero la stagione scorsa.
Se non si fosse ancora capito sarà quindi un anno durissimo per la Victoria Libertas; la speranza è che coach Dell’Agnello, un guerriero da giocatore, riesca a trasferire ai suoi ragazzi quella fiducia e quel cuore assolutamente necessari ad una squadra che dovrà da un lato sopperire alle sue carenze in molti altri aspetti del gioco e dall’altro dovrà trascinare con sé un pubblico per forza di cosa spaesato per questa nuova situazione.
Per il momento l’operazione simpatia che ha riportato a Pesaro tanti volti amici (tra cui negli ultimi giorni anche un altro grande ex come Andrea Gracis, che collaborerà come “coach mentale”).non ha dato i frutti sperati, dal momento che gli abbonamenti staccati oscillano intorno a quota 2.000, ovvero una cifra che da queste parti non si vedeva da veramente tanti anni.
Toccherà al condottiero Dell’Agnello ed ai suoi ragazzi in cerca di fortuna ribaltare a loro favore una situazione non certo rosea.