BOLOGNA – Prime uscite stagionali per la Virtus Bologna, da quest’anno targata, nuovamente, Granarolo e che ha eletto in Matteo Imbrò il suo nuovo, e più giovane nella storia, capitano. Dopo un primo scrimmage con Lucca ci sono state due amichevoli “ufficiali”, venerdì e sabato al Torneo “Città di Jesolo”, contro Cibona Zagabria e Reyer Venezia, che hanno cominciato a dare le primissime indicazioni su una squadra con almeno 6 nuovi elementi rispetto a quella versione 2012/2013. Partendo dai risultati, che in realtà sono quello che a questo punto conta meno, sono arrivate due vittorie (Lucca e Cibona) e una sconfitta (Reyer). In particolare a Jesolo la squadra si è confrontata con compagini di valore e ha mostrato luci e ombre. Da un lato c’è di sicuro un attacco con buone potenzialità (92 i punti segnati contro i croati), dall’altro una difesa che avrà bisogno di tutto il resto di precampionato per mettersi a punto (88 punti concessi di media nell’ultimo week end). Hanno dato buoni segnali Dwight Hardy, produttivo in attacco, specie nella serata conclusiva del torneo, con 21 punti e buone percentuali di tiro, e Matt Walsh che, anche se con diverse sbavature, ha mostrato un repertorio piuttosto ampio: 24 punti contro il Cibona venerdì, punti ma anche buone cose per la squadra nella finale con Venezia. Casper Ware, come è normale che sia, sta ancora cercando le chiavi della squadra, ma era previsto che fosse un processo non immediato, mentre Brock Motum pare poter essere un giocatore su cui fare buon affidamento in attacco, sia grazie al suo tiro da fuori, che anche alla voglia di andare a faticare in area per rubare punti. Il più indietro di tutti è parso, invece, Shawn King. Ancora poco esplosivo, ha faticato sotto le plance, specie in finale contro Tony Easley, mettendo a nudo quella che sembra già essere una carenza della squadra, ossia il tonnellaggio e la presenza nel pitturato, problema che dovrebbe essere risolto, almeno nei piani, con l’ultimo arrivo, proprio in queste ore, di Jerome Jordan, 212 centimetri, con passaporto giamaicano, quindi Cotonou. Con già un paio di esperienze nel nostro continente tra 2011 e 2012, arriva in Italia dopo essersi diviso tra NBDL e una fugace apparizione ai New York Knicks nell’ultimo anno. E’ lui l’ultimo tassello della squadra, a cui si è aggiunto anche Viktor Gaddefors di rientro da Eurobasket. Completerà il reparto lunghi, giocandosi il posto proprio con King.
Venendo ai sopraccitati problemi difensivi, come anticipato, le carenze sono iniziate sotto canestro, dove, vuoi per una condizione atletica ancora approssimativa di King, vuoi per le mancanze strutturali di Motum e Landi, spesso gli avversari hanno banchettato. Non ha aiutato molto neanche il gettonaro Petrovic, che infatti non dovrebbe essere confermato. Come detto, però, non è facile dare giudizi sia perché siamo all’inizio, sia alla luce del novo acquisto. Anche sugli esterni, in realtà, si sono evidenziati dei problemi, peraltro già anticipati e legati alla scarsa taglia, in quanto a centimetri, della coppia Ware-Hardy. Spesso si sono ritrovati con gli avversari a tirargli sulla testa letteralmente, e anche da qui, per esempio, è venuta una serata di tiro molto felice per la Reyer sabato.
Sarebbe, ovviamente, assurdo preoccuparsi già ora, ma è evidente che ci sia da lavorare sodo in palestra per risolvere entrambi i problemi. Se non altro la squadra dovrebbe essere abbastanza lunga da consentire di far partire dalla panchina almeno un paio di giocatori di valore, per non perdere di qualità nelle rotazioni. Gaddefors, infatti, dovrebbe avere il posto in quintetto, permettendo così a Luca Bechi di fare uscire Matt Walsh dalla panchina, mentre l’arrivo di Jordan sposterà uno tra lui e King al ruolo di secondo centro.
Oggi la squadra partirà per un mini ritiro nelle colline bolognesi, dove domani incontrerà il CKSA Mosca, che sarà nuovamente avversario nell’appuntamento del week end, le Euro Hoop Series di Pesaro, con Vuelle e Barcellona.
Nicolò Fiumi