
Craig Callahan con il Presidente veronese
«Abbiamo giocato poco in questi primi giorni, sono curioso però di vedere la squadra messa in campo. Da avversario conosco Taylor, ma conosco anche le qualità di ciascun giocatore. Sono convinto che se tutti quanti noi seguiamo l’allenatore e difendiamo bene, cosa di cui sono sicuro, non ci saranno problemi e potremo fare bene. Penso solo a Boscagin, un esempio di applicazione difensiva e di impegno. Il roster è di buon livello». Queste le prime dichiarazioni di Craig Callahan, presentato stamattina nella sede di via Cristofoli.
«Un mio pregio? Forse l’affidabilità, certamente la dedizione al lavoro. Quest’estate – ha proseguito Callahan – ho ridotto le vacanze al minimo e lavorato molto, da solo ma anche in contesti di squadra. Per me la pallacanestro dura dodici mesi all’anno. Avevo una palestra e lo staff dell’università di Jacksonville, ho voluto prepararmi così a questa nuova stagione». Callahan ha una laurea in Scienze finanziarie, ottenuta con tanto di lode accademica. «Una volta finita la mia carriera di giocatore di pallacanestro mi tufferò in questo settore, senza proseguire nel basket. Ho sempre dato tutto al college, sia che fosse lo studio sia che si trattasse di sport. La mia famiglia? Ho genitori insegnanti, mio fratello è dottore, mia sorella un ufficiale maggiore dell’esercito, il secondo fratello programmatore di computer. A me invece piaceva giocare a basket. Ho iniziato molto giovane, avevo otto anni e di sport ne praticavo tanti come è abitudine negli Stati Uniti. Di anni ne avevo 14 quando ho scelto la pallacanestro, quella che ho preferito fin dall’inizio».
Callahan, promosso nella massima categoria in Spagna e in Italia con Brindisi, ha conosciuto il direttore sportivo Gianluca Petronio alla Summer League di Treviso dieci anni fa, prima che cominciasse la sua lunga parentesi europea. «Mi piace l’idea che mi ha prospettato coach Ramagli di poter giocare dentro e fuori. Magari nelle ultime stagioni questo equilibrio fra gioco esterno ed interno non c’era. In certe stagioni è successo di stare troppo lontano dall’area e qualche altra volta di andare troppo vicino a canestro. In questo modo magari potrò esprimermi anche meglio rispetto al passato. Le esperienze in Europa? Tutte formative, per un motivo o per l’altro. Da quando sono partito dagli States però il mio obiettivo era l’Italia, una realtà con cui sono sempre stato in contatto. Sono molto motivato, prima di firmare – ha concluso Callahan – ho chiesto informazioni sulla Tezenis ed ho avuto solo commenti molto positivi. Il segreto per far bene in questo campionato? Il gioco di squadra, la costruzione di un metodo in cui tutti siano concentrati sulla vittoria e sul bene comune. Tutti insieme, senza disperdersi in fatti personali o rimanere frustrati da una sconfitta. Per questo forse ho imparato più dall’ultima stagione a Barcellona che da quella di Brindisi, in cui siamo stati promossi in Serie A».
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Nella foto Craig Callahan in sede col presidente Gianluigi Pedrollo