SIENA – Un giudizio finale sulla stagione 2012/2013 della Mens Sana Montepaschi non può che essere estremamente positivo. La squadra toscana veniva da annate di assoluto dominio, entro i confini italiani, vissute in maniera quasi rassegnata da avversarie che via via cambiavano ma che risultavano, alla fine, sempre sconfitte. La stagione 2012/2013 si era presentata, invece, come la stagione dei grandi cambiamenti, da un lato c’era una Siena visibilmente ridimensionata rispetto alle precedenti edizioni, le partenze eccellenti erano state molte e rimpiazzare giocatori del calibro di McCalebb o Andersen non era stato possibile durante una campagna acquisti-cessioni più difficoltosa rispetto agli anni precedenti. D’altra parte la situazione socio-economica di Siena era sotto gli occhi di tutti: lo scandalo finanziario della Banca MPS, sponsor principale della squadra, aveva travolto la città, ed anche le attività sportive, basket e calcio, uscivano visibilmente ridimensionate dal tracollo finanziario del gigante dell’economia che puntellava Siena da secoli. Dall’altro lato si assisteva ad una crescita esponenziale di diverse avversarie storiche della Montepaschi, con Cantù, Sassari, Varese che si rinforzavano in maniera notevole sul mercato avanzando prepotentemente la propria candidatura ad una stagione di successi. C’era poi la candidata numero 1 alla vittoria finale: quell’Olimpia Milano erede delle gloriose Scarpette Rosse che si presentava ai nastri di partenza con malcelate ambizioni di primato, forte di un roster stellare e di una guida tecnica autorevolissima rappresentata dal coach vice-campione olimpico Sergio Scariolo. Sembrava insomma che il dominio biancoverde avesse le ore contate, ed anche le dichiarazioni di inizio anno dello staff senese evidenziavano un basso profilo giustificato, appunto, dal ridimensionamento del roster e dall’abbandono, verso lidi turchi, del coach Simone Pianigiani che aveva incarnato il deus ex machina dei miracoli mensanini dal 2007 in poi. Alla guida della rinnovatissima Mens Sana, 10 giocatori nuovi, era stato chiamato il vice di Pianigiani, quel Luca Banchi che si presentava per la prima volta alla guida di una compagine di grande livello dopo anni vissuti all’ombra dell’ingombrante capo coach senese.
La partenza della stagione sportiva sembrava confermare il ridimensionamento di Siena, la Supercoppa disputata il 22 settembre 2012 a Rimini prendeva infatti la strada di Cantù al termine di una partita equilibrata, ma meritatamente vinta dai brianzoli, che dimostrava come la Mens Sana imbattibile degli anni precedenti in effetti non ci fosse più. Anche l’approccio all’Eurolega appariva deficitario con la sconfitta casalinga contro i non irresistibili tedeschi dell’Alba Berlino, la battuta d’arresto in terra d’Israele contro il sempiterno Maccabi, ed un raccapricciante -14 a metà partita contro i francesi dell’Elan Chalon. Ma proprio a metà di quella partita contro lo Chalon la storia della stagione 2012/2013 cambiò, Siena seppe scuotersi e riuscì addirittura a vincere una gara che sembrava invece irrimediabilmente segnata, da lì in poi il girone di Regular Season dell’Eurolega diventò una marcia trionfale culminata nella vittoria contro il fortissimo Maccabi che proiettava la Mens Sana alle top16 e quindi al confronto con le migliori d’Europa. Nel frattempo, però, il roster veniva riv0luzionato di fronte all’evidenza di qualche errore di valutazione fatto in sede di mercato, e allora i vari Kasun e Kemp venivano tagliati per far spazio a Ben Ortner e a Deonte Christmas mentre Rasic, arrivato come il cambio del play, finiva spesso ai margini delle rotazioni. Sarebbe stato impossibile pensare di cambiare 10 giocatori, come fatto da Ferdinando Minucci, e non sbagliare nemmeno una mossa, ma lo staff senese era corso ai ripari e Luca Banchi sembrava avere ora una squadra più quadrata che, comunque, pagava in continuazione in campionato gli sforzi compiuti in Europa. L’Eurolega continuava infatti ad essere scintillante e veniva impreziosita addirittura dalla vittoria del Pireo contro i campioni in carica dell’Olympiacos, in campionato invece la Mens Sana subiva continue battute di arresto, anche casalinghe, e perfino su campi di squadre che veleggiavano nelle parti basse della classifica. Le sconfitte di Brindisi, Pesaro, Venezia, quelle casalinghe contro Milano e Roma (un rovescio di -24), la batosta di Sassari (-30) erano spie di una situazione psico-fisica complicata, aggravata da un roster corto a causa dei tanti infortuni e del doppio impegno Italia-Europa. Il cammino in Eurolega si faceva intanto sempre più pesante e, dopo il picco della vittoria di Atene, Siena entra in un vicolo cieco e getta al vento una qualificazione ai PO europei che sembrava davvero a portata di mano, una sconfitta dietro l’altra, perfino contro i derelitti turchi del Besiktas, condanna Siena ad un’eliminazione accolta con sentimenti contrastanti da parte di chi ritiene di aver gettato alle ortiche un’occasione unica per entrare tra le migliori 8 d’Europa ma che pensa anche, e con qualche ragione, che la fine del doppio impegno porterà dei giovamenti al roster biancoverde.
Intanto la Mens Sana, dimostrando di avere comunque un dna vincente, sbanca contro ogni pronostico il Forum di Assago vincendo la sua quinta coppa Italia consecutiva eliminando dapprima Reggio Emilia, Sassari in semifinale, e battendo poi, in finale, quella Varese dominatrice fino a quel punto della stagione regolare. Il 18-0 iniziale della Mens Sana, proprio nella finale contro Varese, fa capire che, ai grandi appuntamenti, questa squadra sa mettere in campo una durezza mentale che, forse, le avversarie ancora non hanno.
Si arriva ai play-off per lo scudetto con la Montepaschi quinta nello scacchiere di partenza, erano anni che la squadra toscana non si presentava così in basso nella griglia e, soprattutto, che non arrivava ai PO con così tante sconfitte senza essere, ragionevolmente, la favorita numero uno. Ma nei play-off l’anatroccolo, che non ci sentiamo di definire “brutto”, diventa un magnifico cigno. Siena riesce nell’impresa di ribaltare 3 volte su 3 il fattore campo, risale da 0-2 contro l’Armani, elimina i favoritissimi milanesi, batte a domicilio i varesotti dominatori della Regular Season e, al termine di una serie finale zeppa di polemiche, batte Roma vincendo il suo settimo scudetto consecutivo. Chi sono stati gli eroi di una cavalcata che a settembre 2012 sembrava impossibile? Chi sono stati coloro che sono riusciti nell’impresa di reiterare un dominio impensabile stante la rivoluzione del roster biancoverde e la sua guida tecnica? Chi sono stati gli artefici del cambio di marcia da quel -14 con lo Chalon che ci piace indicare come il crocevia della stagione senese?
In primis Luca Banchi, il condottiero chiamato a sostituire Simone Pianigiani e che ha avuto le sue belle gatte da pelare per far quadrare gli equilibri di una squadra nuova di zecca, ha avuto il merito di non tentennare, di non lasciarsi assalire dallo scoramento quando sembrava impossibile che la Montepaschi potesse ottenere i risultati degli anni passati, ha saputo dare ruoli e gerarchie precise ad un roster rivoluzionato rispetto al passato. Ci è piaciuto poco il modo col quale è passato proprio a quella Olimpia che cercherà nella prossima stagione, col condottiero senese, il riscatto dopo un’annata fallimentare. Se dietro la scrivania ancora una volta Ferdinando Minucci si è dimostrato il migliore, se sulla panca Luca Banchi ha avuto come detto i meriti che abbiamo sottolineati, in campo tutti i giocatori hanno portato il proprio mattone. C’è stata la solita abnegazione dei vari Carraretto e Ress, con il vice-capitano menomato per lunghi mesi da un infortunio al polpaccio, lo scarso utilizzo di Lechtaler che comunque ha saputo sempre farsi trovare pronto quando è stato chiamato in causa, la mezza delusione di un Rasic mai veramente inserito al meglio nei meccanismi di gioco senesi, l’apparizione della meteora Christmas. Ma è impossibile dimenticare la crescita esponenziale di un Eze in chiara difficoltà all’inizio della stagione, reduce da un anno di quasi inattività, ed esploso proprio in coincidenza con i play-off, accanto a lui si è meritato la riconferma l’altro Ben e cioè l’austriaco Ortner autore di prove di tutta sostanza soprattutto nella post season. Il pacchetto dei lunghi ha potuto giovarsi anche dell’apporto di Sanikidze, il georgiano ha avuto una stagione di alti e bassi e il suo atletismo non è risultato devastante come negli anni passati a Bologna. La Mens Sana ha avuto il merito di consegnare al palcoscenico italiano la maturazione completa di Janning e Kangur, due elementi che già si erano messi in luce a Casale e a Varese ma che, alla corte di Luca Banchi, sono definitivamente esplosi. E poi il trio delle meraviglie: Hackett, Moss e Brown. Daniel è diventato un campione, era un buon giocatore a Treviso e a Pesaro ma a Siena si è definitivamente affermato come elemento devastante, in grado di fare la differenza, un trascinatore, un catalizzatore di palloni e di attenzioni da parte delle difese avvesarie sempre in affanno contro il suo dinamismo e i suoi 1 vs. 1 irrefrenabili. David ha messo in campo i soliti clinic difensivi risultando anche un finalizzatore d’eccezione con un tiro dall’arco che, in più occasioni, ha fatto la differenza. Infine Bobby, che dire, doveva far dimenticare McIntyre e McCalebb e, alla fine, è riuscito a non farli rimpiangere, potremmo fermarci qui perchè questo dice già molto dell’apporto che è riuscito a dare. Il suo talento offensivo, il suo tiro da 3, le sue penetrazioni lo hanno issato alle attenzioni dei maggiori team europei e per lui si parla anche di interessamenti d’Oltreoceano, ha vinto il premio “Alphonso Ford” come miglior marcatore d’Eurolega, ha trascinato Siena alle vittorie di coppa Italia e dello scudetto, ha ripreso per i capelli la partita contro Roma, nei play-off, grazie a 3 bombe in poco più di un minuto, ha segnato il canestro decisivo nella storica vittoria del Pireo in casa dei campioni d’Europa…………………….potremmo continuare ma ci fermiamo qui, ci pare abbastanza.
Ed ora? Ora si riparte per una nuova avventura, con difficoltà economiche ancora maggiori rispetto all’anno scorso, con la certezza di nuovo di tante partenze eccellenti a cominciare da Banchi, con la consapevolezza che ripetersi sarà pressochè impossibile. Ma è impossibile anche non dire grazie a questi ragazzi straordinari che, ancora una volta, e stavolta contro ogni pronostico, hanno portato Siena sul tetto d’Italia. Grazie, e buona estate a tutti.
Alessandro Lami