
Goss al tiro in Gara 1
Roma, 26 maggio 2013 – In una Roma che finalmente si sta accorgendo che esiste anche il basket in città, sale la febbre per questa semifinale Playoff ta ACEA e Lenovo Cantù ed è già tempo di fare calcoli. Avevo scritto che sarebbe stata una serie equilibrata e così sarà presumibilmente ma è veramente complesso descrivere o provare a farlo prima di come potrebbe svilupparsi tecnicamente Gara 2, soprattutto alla luce di quanto visto venerdì sera in Gara 1. In un Torneo come quello italiano, ormai un pò depauperato a livello tecnico specie dalla crisi economica che non consente di trattenere grossi talenti, sempre più ammaliati dai soldi delle ricche squadre europee o, meglio ancora, dall’NBA diventa sempre più determinante l’assemblaggio dei rosters, le motivazioni dei singoli giocatori e di come vengono poi guidati in campo. Sotto questo profilo il campionato italiano sta realmente diventando una grossa fucina di talenti da campo e da panchina e mai come in questa stagione abbiamo ai vertici del campionato 4 squadre in semifinale che hanno lavorato in questa direzione come Roma, Siena e Cantù con Varese, con costi non certamente allineati (Siena e Cantù hanno budget più alti di Varese, Roma è all’ultimo posto), ma concettualmente più attenti alla composizione della squadra ed un pò meno alle esigenze economiche dei giocatori. Quindi il fattore dominante si sposta dal lato tecnico del campo, cioè dalle certezze che la ricchezza economica porta con se, al lavoro in palestra per migliorare i giocatori un pò grezzi o da sgrezzare ed alle loro motivazioni, per questa ragione a mio avviso si assiste a gare così “pazze” come Gara 7 a Sassari o come a Reggio Emilia in Gara 6, per non parlare appunto di Gara 1 tra Roma e Cantù: non appena la squadra che crede di aver la meglio allenta la tensione o l’attenzione perchè si sente “sicura” del risultato, considerando che l’avversario non è poi così nettamente inferiore tecnicamente, basta poco a capovolgere l’esito finale e nei Playoff avviene la sublimazione di tutto ciò.
ACEA Virtus Roma

Aradori in azione
E’ stata una vittoria esaltante per l’Urbe, erano anni che da queste parti non si vedeva una squadra così forte mentalmente, così decisa nonostante lo scivolone, il brutto scivolone di Gara 6 in Emilia ovviamente al netto di quanto espresso prima: chi di -19 perisce, di -19 ferisce! Ma scherzi a parte, battere una Lenovo così carica e forte emotivamente per aver estromesso la testa di serie del tabellone Sassari e batterla proprio più caratterialmente che tecnicamente ha dell’incredibile. Ma, come anche accennato nel recap di Gara 1, c’è anche un fortissimo risvolto tecnico che spiega quanto accaduto ed è la zona, la match-up che Marco Calvani ha tirato fuori dal cilindro. Una difesa che in questa stagione la sua creatura ha messo in opera pochissime volte quindi per molti motivi poco ipotizzabile alla vigilia della gara. Cantù ci ha capito poco su come attaccarla, possessi sprecati od errori gratuiti ed ecco il motivo dei soli 9 punti nei restanti 12 minuti di gioco all’attivo, dal 38-57 del fatidico 28°.
Sarà però difficile sperare o credere che lo staff canturino ripeta lo stesso errore, considerando anche la batteria di mortiferi tiratori che ha a propria disposizione Trinchieri, un buonissimo 47% dalla lunga in Gara 1 spiega il perchè non si deve abusare della zona contro di loro. Per questo Calvani dovrà studiare qualcos’altro, la difesa della Virtus deve essere più presente sull’uomo e deve ripetere il livello d’intensità vista contro la Trenkwalder nello spareggio, impedendo cioè spesso tiri comodi o facili agli avversari. Ovviamente Cantù è più forte di Reggio Emilia, ha giocatori che sull’uno contro uno hanno molte carte da giocare ed hanno un Ragland capace d’illuminare il palcoscenico innescando un Tyus strepitoso sino al 20°, sia in posizione di pick’n’roll che da situazione di gioco singola.
Difesa, difesa ed ancora difesa, andare sul 2-0 sarebbe troppo importante e non bisogna farsi sfuggire l’occasione di farlo. In attacco bisogna ottenere di più dai “silenti” di Gara 1, cioè Lorant e Czyz. Il magiaro ha raccolto 5 rimbalzi ma il suo apporto al fatturato in termini di punti alla squadra è stato zero esattamente come l’ala polacca, dominatore in Coppa Italia contro i brianzoli con il suo carrer high in Italia con 19 punti e devono e possono dare di più. E servirà un’asse Taylor-Lawal più continua che mai, la Lenovo deve preoccuparsi di più di loro, per generare anche più spazio fisico per il tiro di D’Ercole o la penetrazione di Jones e di Bailey, anch’essi poco in evidenza a differenza della guardia toscana, sempre affidabile in difesa ed autore di due triple importanti nell’economia del risultato.
Infine, queste le riflessioni di coach Calvani in vista di Gara 2:
Il risultato di venerdì sera ci dà grande fiducia nell’affrontare le prossime partite contro una squadra con la qualità dei brianzoli. Sappiamo che, anche dopo il risultato di Gara 1, il percorso da compiere è ancora lungo, dobbiamo avere l’umiltà per affrontare Gara 2 con uno spirito diverso. Ci aspettiamo tutti una prestazione differente sin dalle prime battute dell’incontro e soprattutto quella solidità nella difesa a uomo che ci ha contraddistinto per tutta la stagione. Abbiamo la certezza che lo splendido pubblico che ci ha spinto nel recupero dal -19 sarà l’ulteriore spinta per portarci alla vittoria di Gara 2.
Lenovo Cantù
Definire Andrea Trinchieri deluso od amareggiato a fine partita non rende perfettamente l’idea dell’umore del coach milanese. Troppe cose non sono andate, forse anche lui stesso non si capacitava d’aver buttato nel water un’occasione del genere. In cosa avrà

Alex Tyus
sbagliato allora?
Capitolo Aradori. Troppe volte ripreso da lui, palesemente, durante la gara il buon Pietro che non sarà Lebron ma che comunque ha un discreto peso nell’attacco di questa Lenovo. Se lo si stressa così tanto, certamente anche a ragione perchè non posso discutere di questo, è possibile che l’ex Virtus Roma edizione 2007-08 voglia poi dimostrare il proprio valore, magari intestardendosi e commettendo diversi errori che alla fine han favorito Roma, a fine gara Trinchieri poggerà l’accento sugli “uno contro cinque” di qualcuno ma era un evidente riferimento all’ala lombarda.
Capitolo Cusin. E’ mai possbile che il Cuso non possa trovare spazio in campo quando c’è da alzare le barricate contro le scorribande in area di Taylor o di Goss? E’ così poco adatto il centro della Nazionale a questo tipo di sfide? Non avrebbe impedito od almeno rallentato l’idea di attaccare sempre al ferro le guardie romane con l’evidente scopo poi di guadagnarsi e vincere la sfida ai liberi? E Tyus, ottimo quando c’è da attaccare, non può far di più in fase di non possesso?
Capitolo Ragland. Il ragazzo di Springfiel ha talento, fa giocare la squadra e quando serve sa mettersi in proprio ma ha di fatto esautorato dalle rotazioni sia Tabu che Smith. Considerando che non può giocare 40 minuti a partita, occorre maggior coinvolgimento degli altri due in campo partendo anche dal fatto che, con un minutaggio più intenso per gli altri due, Ragland viene preservato dai falli che commette con discreta frequenza, due soli fischiatogli contro in Gara 1 di hookin’ per liberarsi della difesa della Virtus che Calvani aveva studiato cucita addosso a lui. Ecco perchè in Gara 1 forse Tabu sbaglia una tripla clamorosa per le sue doti di buon tiratore dalla lunga in quanto mentalmente già fuori dalla gara e perchè Smith, nonostante il 3/3 dal campo perda poi 5 possessi, non sentendo addosso fiducia e considerazione da parte del coach.
A questo punto però Trinchieri deve anche pretendere più applicazione dai suoi. Perdere ed andare sullo 0-2 non è decisivo come dimostra anche la sfida dei quarti contro Sassari ma questa Roma è pur sempre capace di vincere una partita al Pianella e ciò complicherebbe non poco le cose.
Maggiore attenzione in difesa come visto per tre quarti di gara e cercare sempre, ancora di più, il miglior tiro possibile liberando l’ottimo Leunen piedi a terra che diventa ad esempio una vera e propria sentenza in questi Playoffs. E perchè no, “restituire” a Roma la zona contro la quale si è perso, non sarebbe una bella idea?
Si gioca: Pala Tiziano ore 20, lunedì 27 maggio 2013.
Arbitri: Lamonica, Giansanti e Paternicò.
Fabrizio Noto/FRED