
Goss vs Jeremic. Fotoinazione.it
Roma, 20 maggio 2013 – E Gara 7 sia, la classica partita senza ritorno, la partita che terrà con il fiato sospeso due tifoserie per 40 lunghissimi, interminabili minuti di gioco effettivo durante i quali sarà indispensabile dotarsi di cardiotonici perchè sarà una gara tirata, dura, dove vincerà chi sbaglierà di meno. Peccato che al momento non si riesca letteralmente a prevedere cosa possa o potrebbe accadere alla luce delle 6 gare viste sinora, sei gare a dir poco schizofreniche nei singoli andamenti se ci si fosse basato sui numeri del campionato, proverò allora a “leggere” la gara della vita per Reggio Emilia e Roma cercando di essere il più equanime possibile e senza differenziare gli uni dagli altri, cercando quindi di elencare un insieme di scenari che si potrebbeo configurare e lasciando perciò al lettore una propria, libera interpretazione di cosa potrebbe vedere domani sera.
Un piccolo disastro sportivo per l’Urbe questa Gara 6, non ci sono altre parole per descrivere quanto accaduto ieri sera al Pala Bigi. Neanche il più scettico dei tifosi romani, foltissima schiera creatasi in questi ultimi tempi stagione 2012-13 a parte, avrebbe potuto pensare che sarebbe bastata una semplicissima zona 2-3 (messa in piedi da un Menetti più come ultima chance che non con la fredda disamina di chi sta leggendo con profonda attenzione la gara perchè a quel momento Roma vantava un ottimo 48% dalla lunga!), a far saltare ben 18 punti di vantaggio nel giro di 10 minuti di gioco e perloppiù di beccarne 62 in due quarti effettivi, anche i due quarti finali. Se non siamo all’inverosimile ci stiamo andando molto vicini anche perchè in questa stagione nessuna squadra, fuori dal proprio impianto, era riuscita a perdere il match mettendo a segno ben 13 triple. Ma non c’è tempo per piangere sul latto versato, il famoso latte versato citato spesso da Asa Nikolic nella sua metafora più cara al mondo del basket per spiegare la desolazione nell’aver sprecato un’occasione più unica che rara, adesso tocca capire come non ripetere più gli errori che a questo punto non sarebbero più riparabili.

Jordan Taylor in versione mascherata. Fotoinazione.it
E purtroppo per Roma, nonostante la logica dei Playoff insegna che non ci sia una logica in partite che possono veramente somigliarsi l’una all’altra come una mucca possa somigliare ad una pecora (per restare in tema ai prodotti caseari), adesso la scimmia addosso è tutta sulle sue spalle. Prima di tutto perchè Reggio non ha veramente più niente da perdere: missione compiuta per la Trenkwalder, è accaduto proprio quanto aveva chiesto in sala stampa Massimiliano Menetti a fine Gara 5, uscire dal proprio campo vittoriosi in Gara 6 e ringraziare gli Dei del basket per aver concesso loro un ultima chance a coronamento di una stagione superlativa, figuriamoci se poi domani sera si dovesse battere nuovamente Roma a domicilio! E l’ACEA finora ha dimostrato di vivere di troppe paure, troppe incertezze, troppi punti interrogativi e questi 62 punti presi in 20 minuti di gioco effettivo peseranno come un macigno nella testa dei ragazzi di Marco Calvani. In queste sei gare in ragazzi in giallorosso hanno dato troppe volte la sensazione di essere vittime e carnefici delle proprie ansie e dei propri timori, paradossalmente azzerati solo in Gara 2 con una prova di carattere incredibile non potendo contare su J. Taylor e Lawal infortunati.
Certo, si potrà dire che a questo punto, essendo Roma underdog nulla vieta che possa assestare di nuovo un KO agli emiliani come quando si è trovata in apnea ma attenzione, ci siamo anche dimenticati della pessima ACEA incartatasi letteralmente in Gara 1, partita focale di questa serie? Perciò sorge il dubbio su di una squadra più adatta al campionato e non alle sfide secche, poco avvezza a metabolizzare gli eccessi di tenzione rigettando completamente il corpo estraneo trapiantato, nonostante durante la stagione non sembrasse così con una ACEA mai doma, mai vinta se non in rarissime circostanze. Questa Virtus non è inferiore a Reggio Emilia, siamo chiari, ed aldilà della bellissima stagione in campionato e l’orgoglio soddisfatto dei propri tifosi riguadagnato quando si parla di basket a Roma non abbia prezzo, uscire per conto della Trenkwalder sarebbe una beffa poco comprensibile ai più, avidi di poter vedere la propria maglia tra quelle che contano quantomeno in Italia tra le prime quattro.
Un carico mentale che potrebbe stroncare anche un toro, per non parlare poi di alcuni problemi tecnici che questa Virtus non riesce a disinnescare sul campo come, ad esempio, le triple dei biancorossi che stanno tirando con percentuali quasi irreali se paragonate a quelle tenute per un’intera stagione. Non potendo la Trenkwalder competere nel pitturato al 100% contro la stra-dominanza romana fisica ed atletica (attenzione però a Riccardo Cervi, autentico match-winner in Gara 6, fattore che potrebbe cambiare le carte in tavola), era logico tentare la costruzione dei tiri dall’arco, meno logico che molte volte i ragazzi di Menetti lo facciano piedi a terra ed indisturbati: se accade in Gara 1 e Gara 2 ok, ma se la situazione si ripete ossessivamente in tutta la serie….Qualcosa nella difesa di Roma non va!

Donnell Taylor e Cinciarini. Fotoinazione.it
La difesa, ecco la chiave della sfida di domani sera al Pala Tiziano. Si potrebbe anche discernere sulla scelta di Calvani e dei suoi ragazzi, scelta ormai dichiarata, di voler passare sempre sotto i blocchi nel movimento di pick’n’roll da parte di Cinciarini con Brunner o chi per lui ma ha senso vedendo come il buon Andrea, al momento il miglior play italiano su piazza, riesca a punire in primis da fuori o innescando il lungo sullo scivolameno in area per andare a canestro oppure mettere in ritmo i tiratori dalla lunga continuare ad insistere su questo fondamentale tecnico? Questo comporterebbe qualche fallo speso in più per la Virtus ma se Reggio tira i liberi come li sta tirando in questa serie potrebbe essere il male minore.
Reggio gongola, ripetendo il concetto espresso anche prima, se superasse domani sera la Virtus da sesta in classifica questa impresa entrerebbe di diritto nella leggenda del club emiliano ma attenzione, perchè se è vero che la sfida vinta ieri sera è stata un’operazione ai confini dell’impossibile, l’adrenalina in corpo accumulata potrebbe anche fungere da boomerang e ritorcersi contro gli stessi eroi in maglia biancorossa ma che bello vedere quel terzo e quarto periodo così cattivo, così deciso, così sfacciato con quel satanasso di Troy Bell con Cinciarini così abili a portare il panico nella morbida difesa romana vicina ad una crisi di nervi e quel lungagnone malmostoso di Riccardo Cervi dimostrare che, fuori l’acciaccato Brunner i suoi centimetri possono creare lo scompiglio nel territorio avversario. Una leggerezza mentale che potrebbe risultare decisiva come anche una convizione nei propri mezzi mai espressa prima se con la forza della difesa chiusa a riccio contro i lunghi dell’ACEA, gli aiuti sui raddoppi ed un tiro da tre da nazionale jugoslava dei bei tempi.
Però non dimentichiamo lo stato fisico del club reggiano nel quale Brunner continua al momento a destare qualche dubbio, quel suo polpaccio fasciato così strettamente sin dal secondo periodo di Gara 5 potrebbe celare qualcosa di antipatico, è il costo da pagare ad una maratona sì spettacolare ma assurda, per la quale si rischia di vedere a giugno squadre decimate nelle risorse fisiche a giocarsi lo scudetto ma con le flebo: non sarebbe stato meglio una gara ogni due giorni? Anche Donatas Slanina appare un pò a corto di fiato come anche Damien Filloy, pretoriani dal cuore torrido che però saranno fondamentali domani sera, per questo motivo Menetti dovrà dosare sapientemente le poche energie rimaste ma con il vantaggio, repetita juvant, di poter contare sull’entusiasmo e sulla mira dalla lunga anche di Mladen Jeremic, autore al Pala Bigi in Gara 6 della tripla con la quale la Trenkwalder ha spento ogni velleità dell’ACEA nei secondi finali.
Per chiudere, le dichiarazioni di Marco Calvani, head coach della Virtus Roma, che ha espresso le sue riflessioni in merito alla partita di domani sera come ad ogni vigilia di march in stagione:
Affrontiamo questa partita con estrema fiducia per quanto espresso per tre quarti in un ambiente estremamente difficile e per quanto i nostri avversari siano stati capaci e bravi a trovare canestri difficilissimi pur contro una difesa attenta. Dei 62 punti subiti nella seconda parte, comunque troppi, dopo aver rivisto la partita, abbiamo avuto la conferma che non meno del 50% dei canestri sono stati frutto dell’estrema qualità e talento dei nostri avversari. La partita di domani rappresenta il passaggio ulteriore per continuare una stagione fantastica. A questo riguardo ringraziamo ulteriormente i tifosi che fino ad oggi ci hanno sempre seguito e sostenuto: è per questo che chiedo la partecipazione totale dei nostri supporter al fine di dare quella spinta decisiva ai giocatori per vincere questa decisiva gara 7.
Fabrizio Noto/FRED
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Drugo
Niente da perdere…gettiamo il cuore oltre l’ostacolo