REGGIO EMILIA – In USA si dice che una serie di playoff non inizia realmente fino a che una squadra non vince in trasferta. Tra Roma e Trenkwalder, allora, la serie ci ha messo davvero poco a iniziare per davvero. Dopo una gara 1 semi-perfetta, la formazione di coach Menetti ha subito una dura lezione dai capitolini nel secondo atto in terra romana, tornando in Emilia con un bottino comunque positivo, perché l’1-1 sarebbe stato firmato da tutti, staff e tifosi compresi, alla vigilia. Ecco, alla vigilia; perché la Trenkwalder ammirata al PalaTiziano giovedì scorso è sembrata una formazione che sa perfettamente quel che vuole anche in questa post-season e capace di giocarsi la serie senza timori di essere inferiore. I reggiani hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per poter far male all’Acea, dotata certamente di un tasso di talento maggiore ma che non sempre riesce a far emergere.
L’adagio reggiano del “pensare a una gara alla volta”, ha portato questa squadra dal cuore immenso sino a questo punto e crediamo possa anche condurla avanti in questo playoff, se e solo se l’approccio sarà quello umile di gara 1, con attenzione massima e cattiveria agonistica portata al massimo livello. Max Menetti sa bene che questa serie si prospetta lunga, lunghissima e che Roma non è certamente una squadra stanca tanto quanto qualcuno vuole far credere. Con un Datome al livello di gara 2, nessun obiettivo le è precluso, seppur le assenze di Lawal e Jordan Taylor in caso di assenza anche per il terzo atto della serie, potrebbero pesare. Paradossalmente la loro assenza ha fatto acquisire maggior consapevolezza alla truppa di coach Calvani, che ha involontariamente tolto due punti di riferimento per il gioco reggiano, che ha patito non poco l’assenza di un avversario reale per Greg Brunner.
La rottura al setto nasale di Taylor, seppur vista dai tifosi capitolini come diretta conseguenza di un gesto volontario di Andrea Cinciarini non è stata tale e il play reggiano ha confermato la versione, dichiarando di aver parlato con lo stesso play romano al termine di gara 1 e di essersi abbondantemente chiarito.
Coach Calvani ha presentato così la sfida in terra emiliana:
«Arriviamo a gara3 dopo aver recuperato lo svantaggio, siamo consapevoli di dover fare il risultato nel prossimo incontro per riequilibrare la situazione dopo la sconfitta in gara1. Eravamo in una situazione psicologica di difficile gestione, ma grazie alla maturità e al senso di responsabilità comune siamo riusciti a ribaltare una partita il cui pronostico non sembrava affatto orientato a nostro favore. Le assenze di Jordan e Gani hanno rafforzato ulteriormente la compattezza che questa squadra ha sempre dimostrato di avere».
Già, il vantaggio di aver ribaltato il vantaggio del fattore campo non è poca roba considerato che il PalaBigi è davvero un fortino difficile da espugnare per chiunque, ma la squadra romana è ben decisa a compiere l’impresa, provando a riprendere in mano l’inerzia della serie. Per Reggio la situazione è quella opposta: la pressione ora si sposta sulle sue spalle. Non dovrà fallire nemmeno uno dei due appuntamenti in programma tra stasera e mercoledì in via Guasco, per poi tornare a Roma e provare a chiudere la serie. Per lottare a piene forze, però, la Trenkwalder dovrà ritrovare la propria identità difensiva e la cattiveria che è insita nel proprio DNA cestistico, oltre a giocatori come Brunner e Cinciarini, opachi in gara 2 ma decisivi per le sorti di questa squadra.
Gara 3 sarà arbitrata da Paternicò, Tolga Sahin e Pozzana.
Diretta su RaiSport 1 alle ore 20.30
Serie sull’1-1.
Precedenti in questa stagione in perfetta parità: 2-2.
Alessandro Caraffi