Dopo vent’ anni di amarezze, trascorsi ad osservare i ripetuti trionfi internazionali degli acerrimi rivali del Panathinaikos, ora l ‘Olympiacos può meritatamente godersi l’ ingresso nella storia del basket europeo.
Il trionfo di Londra cancella definitivamente i commenti di tutti quelli che lo scorso anno, dopo Istanbul, imprudentemente bollarono la vittoria sul Cska come il frutto di chissà quale congiunzione astrale o la definirono frettolosamente una favola irripetibile.
Quell’ Olympiacos non è stata una meteora e la conferme di quest’ anno sono il frutto di uno straordinario lavoro fatto da un club che ha saputo credere nelle proprie scelte e vincere le proprie scommesse.
Tutto iniziò nell’ estate del 2011 quando, all’ indomani dello storico scudetto greco strappato finalmente al Pana, si posero le basi per la scalata europea.
Molto preciso il disegno: liberarsi di molti contratti onerosi per puntare su nomi nuovi, meno altisonanti, ma soprattutto su quel gruppo di giovani greci classe 90 che dopo aver vinto l’ oro europeo con le nazionali u 18-19-20 ed ottenuto l’ argento ai mondiali u 19, erano pronti per il grande lancio internazionale.
Due elenchi di nomi per ben capire il tipo di rivoluzione che fu fatta all’ epoca:
giocatori rilasciati: Papaloukas, Nesterovic, Bourousis, Mavrokefalidis, Nielsen, Erceg, Halperin, Lucas e Teodosic.
giocatori arrivati: Hines, Antic, Dorsey, Gecevicius, Printezis e dal gennaio 2012 Law.
A coordinare il tutto, l’esperienza in panchina di Dusan Ivkovic e la classe sopraffina in campo di Vassilis Spanoulis, l’ MVP degli MVP, uno che tanto per capirci nel novembre del 2011 ha celebrato il suo millesimo assist in carriera.
Le scelte coraggiose vengono ampiamente ripagate perchè arriva il secondo titolo ellenico ma soprattutto ad Istanbul l’ Olympiacos torna sul trono d’ Europa e lo fa portando alla Final 4 un roster con ben dieci giocatori greci e soltanto sei stranieri.
Protagonista di quell’ impresa, neanche a dirlo, uno dei ragazzi terribili del ‘ 90, Kostas Papanikolaou che incanta l’ intero mondo cestistico con un irripetibile 8 su 8 dal campo complessivo nelle due partite contro Barcellona e Cska.
A fine stagione Dusan Ivkovic decide tuttavia di lasciare la panchina, probabilmente ritenendo chiuso il suo ciclo ad Atene e molti incominciano a pensare che con il suo abbandono si stia chiudendo anche questo breve intervallo di trionfi biancorossi.
Ma anche in questo caso gli Aggelopoulos hanno le idee ben chiare e dopo aver scartato le ipotesi Fleming, Alonso e Zouros,
piazzano una nuova scommessa affidando la guida tecnica della squadra a Giorgios Bartzokas.
Bartzokas è una di quelle persone, semmai ce ne fosse una, innamorata e profonda conoscitrice della pallacanestro.
Ateniese doc e con una carriera da giocatore stroncata prematuramente da un grave infortunio, ha iniziato la sua ascesa da coach imparando il mestiere da Yannakis per poi essere l’ artefice diretto nel 2009 del miracolo Maroussi con cui colse il terzo posto in campionato ed ottenne l’ accesso alla successiva Eurolega.
Dopo essersi poi fregiato, nello stesso anno, del titolo di miglior allenatore dell’ anno in Grecia( lasciandosi alle spalle anche un certo Obradovic) e due stagioni sulla panchina del Panionios ecco in arrivo per lui l’ occasione della vita ma anche una pesante eredità lasciata dal suo predecessore.
Bartzokas, per iniziare, ottiene subito la riconferma quasi totale del blocco di giocatori vincenti dell’ anno precedente e ad essi riesce ad aggiungere clamorosamente Perperoglou, uno degli ex pretoriani di Obradovic al Panathinaikos con una esperienza internazionale da vendere, frutto dei trionfi continentali ottenuti con il club del trifoglio.
Gli inizi, soprattutto in Eurolega, sono molto complicati e vedono il punto più basso per i biancorossi nella tremenda notte del 27 su 71 di Istanbul, quando stampa e tifosi incominciarono a criticare apertamente le scelte dell’ allenatore e della società.
A complicare ulteriormente la situazione il grottesco caso Dorsey, che porterà all’ allontanamento del giocatore e l’ infortunio di Mantzaris.
Per rimediare alla situazione e continuare a credere nelle scelte fatte in estate, la società torna sul mercato e tra novembre e dicembre aggiunge alla rosa Shermadini e Joshua Powell, più tardi arriverà anche l’ ex canturino Doron Perkins.
Con l’ anno nuovo l’ Olympiacos riprende a volare ed il 24 gennaio alla Nokia Arena di Tel Aviv arriva la vittoria sul Maccabi in Top 16 che ridarà convinzione ai biancorossi di poter essere protagonisti anche questa volta.
Il resto della storia…….lo conoscete già.
Ed è una gran bella storia di basket e uomini di cui avevamo davvero bisogno.
Alessio Teresi