Eccoci al secondo appuntamento con le preview Playoffs di NMTPG.
La prima parte, quella relativa alla Eastern Confernence, potete leggerla qui.
In settimana c’è stato anche un brivido quando gli Hawks hanno temporaneamente superato i Bulls per il quinto posto, ma poi tutto è tornato come previsto, e quindi se la vostra vita dipendesse dagli esiti delle gare del primo turno, potete affidarvi con tranquillità a quanto previsto in quel pezzo…
OKC Thunder – Houston Rockets: 4 – 2
Beffati da dei Lakers (senza Bryant) nello scontro diretto all’ultima stagionale, i Rockets dopo aver a lungo occhieggiato la sesta posizione, chiudono invece all’ottava. Questo si porta in dote lo sgradevole (per loro, per noi prevedo cose meravigliose) confronto con i Thunder, che potrebbe essere molto più ostico di quello eventuale con gli Spurs. Odore di rivincite e statement games, il passato dei Thunder (Harden) che bussa alla porta (e viceversa). Credo che l’aspetto emozionale sarà quello predominante, anche perchè sul piano tecnico e atletico la serie non comincia nemmeno. Al di là delle buone chiusure in aiuto di Asik, i Rockets possono offrire ben poco per limitare il dinamico duo dall’altra parte: per Durant semplicemente non hanno nessuno che possa pensare di tenerlo, forse il più adatto fisicamente sarebbe Delfino, ma non parliamo esattamente di uno specialista difensivo. Per Westbrook la questione non è necessariamente più semplice: la scelta ideale sembrerebbe mettergli sopra Harden, buon difensore, lo conosce bene e sarebbe senz’altro stimolato dalla sfida: peccato che, a differenza dei tempi di OKC, oggi Harden deve anche cantare e portare la croce in attacco, e quindi il suo apporto difensivo si limita a frasi di incoraggiamento verso i compagni. L’alternativa è quindi Jeremy Lin: ora, pur con tutta la sincera stima e affetto per il taiwanese, non può nemmeno provare a leggergli la targa. Se sul piano tecnico quindi la serie non inizia, sul piano emotivo per i Thunder non poteva esserci accoppiamento peggiore: OKC, ritenuta da tutti a rischio di dimostrarsi senza anima e senza attributi (almeno a livello PO), si trova davanti il singolo uomo che lo scorso anno rappresentava la sua anima e i suoi attributi: credo che una sbandata probabilmente la faranno (da qui le 2 vittorie pronosticate per i Rockets), ma alla fine troveranno la strada per sfruttare la loro strabordante superiorità.
MVP: James Harden
SanAntonio Spurs – LA Lakers: 4 – 1
Premessa 1: odio Bryant, emblema di tutto ciò che non mi piace del basket (egocentrismo, stupidità, nessun rispetto dei compagni); premessa 2: mi spiace molto che non farà questi PO, e in generale che la sua carriera sia finita. Sia chiaro, tornerà. Perchè è Bryant, e vive nella presunzione che la sua mente sia più forte del suo corpo (e fin qui la realtà gli ha inesplicabilmente dato ragione). Ma avrà 35-36 anni, età importante in assoluto, drammatica se si considera che sulla schiena e ginocchia ha già 16 stagioni di botte a livello NBA e di almeno 100 partite all’anno. E quindi tornerà, vorrà essere ancora Bryant, perchè non accetta niente di meno, ma non lo sarà più. Si dice che la grandezza di un eroe sia determinata dalla grandezza dei suoi nemici: beh, un nemico più valido, odiato eppur degno di rispetto per le sue incredibili capacità del ragazzo di Philadelphia faccio fatica a trovarlo persino nei fumetti.
Detto di questo, i Lakers, pur con tutti i problemi vissuti in stagione e di cui si è già parlato fino allo sfinimento, avrebbero potuto essere un ostacolo significativo per gli Spurs. Senza Bryant non lo sono più. L’inconciliabilità tecnica (e emotiva) di Howard e Gasol è se possibile peggiorata dall’assenza di Kobe che, pare buffo dirlo, faceva da collante per la squadra e provava a far funzionare il tutto. Per assurdo, data anche la mancanza di tempo per trovare una qualsivoglia chimica e assetto tecnico, a D’antoni converrebbe mettere in panchina Howard e puntare il suo attacco sui P&R di altissimo livello e sulle letture di due geni assoluti del gioco come Nash e Gasol: non ne verrebbe fuori una squadra da titolo, ma almeno una squadra pronta a giocarsela con dignità. Questo ovviamente non è possibile (Howard è il futuro designato della franchigia, ancora di più dopo quanto accaduto a Bryant), e quindi si navigherà a vista, finendo per implodere. Ovviamente, chi meglio delle vecchie volpi nero-argento per far detonare questa polveriera? La vera sfida per Pop sarà provare a convincere il malconcio Ginobili a prendersi un turno di riposo, visto che la sua presenza non parrebbe necessaria per questo avversario. Ma è una battaglia che il Pop non può vincere…
MVP: Tony Parker; dopo una stagione da MVP, il francese si trova davanti Nash (o Blake, per quel che cambia) anziano e in precarie condizioni di salute, con dietro in aiuto una coppia di lunghi che hanno come unico obiettivo il far fare una figuraccia l’uno all’altro: direi che i 30 di media sono scritti nelle stelle.
Denver Nuggets – Golden State Warriors: 4 – 2
Poteva essere una serie molto più semplice per Denver se avesse avuto a disposizione lo splendido Danilo di quest’anno, o se i Warriors avessero confermato la tendenza a perdere dell’ultimo mese. E invece il Gallo è a ricostruirsi il ginocchio, e GS sembra essersi ripresa dalla crisi d’identità che l’aveva presa dopo l’ASG. Bella serie da guardare, ritmi frenetici, difese compiacenti. Il fattore campo peserà (i Warriors sono 19-22 fuori dalla Oracle Arena, e Denver è praticamente imbattibile in casa), ma se per caso GS dovesse azzeccare la serata di tiro in Colorado, per Denver potrebbe farsi dura. In generale però i Nuggets sono molto più profondi, e soprattutto possono contare, come roster e come allenatore, su un’esperienza di post season nemmeno confrontabile con quelli della Baia. Probabile quindi che all’allungarsi della serie e al crescere del peso della palla, i tiri dei Warriors comincino a uscire, e la serie trovi un padrone.
MVP: Andrè Miller; l’esperienza, come detto, è fondamentale.
LA Clippers – Memphis Grizzlies: 3 – 4
Mettetevi comodi, questa è la miglior serie dei PO. Riedizione di quella dello scorso hanno, dove gli eroici Clips di un malconcio Paul l’hanno spuntata in 7 partite, anche quest’anno dovrebbe regalarci parecchio spettacolo. E’ lo scontro fra due squadre e filosofie sostanzialmente opposte: Memphis è una squadra prettamente difensiva, priva di una star e con responsabilità condivise, con un attacco lento a ritmo basso, che privilegia la palla in post in maniera quasi ostinata, e dai raddoppi sui propri lunghi poco atletici ma molto tecnici si sviluppa l’attacco anche per gli altri; l’allenatore (Hollins) ormai vanta una certa esperienza di post season ed è un grande conoscitore del gioco e sa come gestire uno spogliatoio anche in situazioni complicate (e quest’anno ne hanno avute eccome, basti pensare alla vicenda Gay).
A LA invece abbiamo una squadra con forte identità offensiva, dei lunghi molto atletici e poco tecnici, un forte squilibrio dell’attacco a favore degli esterni (oddio, “degli”…), un gioco senza schemi chiamati che nasce con un P&R e si nutre esclusivamente della fantasia del suo playmaker, stella della squadra, anima, cuore, closer, allenatore in campo, realizzatore;. l’allenatore in panchina invece è privo di qualsiasi capacità e qualità. Onestamente le due squadre sono così diverse, entrambe molto forti ma entrambe con punti deboli evidenti, che è impossibile dire quale sia meglio. La serie sarà decisa da una serie di sfumature e di episodi. Non c’è un reale motivo per prevedere che debba prevalere l’una o l’altra. La mia scelta sta con i Grizzlies perchè credo che da punto di vista umano questo gruppo quest’anno abbia qualcosa di più a livello motivazionale, sono loro contro l’NBA (che gioca in un modo ormai completamente diverso, con quattro piccoli e un lungo atletico di movimento), contro la loro dirigenza (che ha svenduto pezzi di squadra per risparmiare), contro il mondo; ovvero nella loro situazione ottimale.
Certo, se poi Paul dovesse issare di prepotenza i suoi al secondo turno, non mi stupirei, nè ci sarebbe niente di scandaloso; ma in questo momento voglio credere che Memphis abbia un qualcosa in più.
MVP: Zach Randolph; se Memphis vince, è perchè Zebo ritorna quello di 2 anni fa. Fisicamente non sta male, e il neurone affaticato che si dividono Griffin e Jordan potrebbe dargli un vantaggio in post significativo.
Con questo chiudo, e buoni PlayOffs a tutti!
Vae Victis