Eccoci arrivati all’epilogo di una splendida stagione dove arrivano due squadre che in pre-season erano tra le favorite ma strada facendo avevano avuto problemi più o meno grandi.
Una volta visto il tabellone del Tournament in tanti avevano inserito nel proprio bracket i Cardinals alle Final Four perché con Saint Louis come #4, sulla carta, avevano un cammino facile fino al Regional; molti meno avevano ipotizzato Michigan perché sulla strada avrebbero incontrato VCU, Kansas e dopo la vincente di Florida-Georgetown.
Adesso sappiamo benissimo che per Louisville si è trattato di una cavalcata mentre i Wolverines sotto di 10 punti con 2’22” sul cronometro contro Kansas erano virtualmente fuori ma questo è proprio il bello del basket, ancora più evidente in quello collegiale.
Louisville nella sua National Semifinal ha rischiato molto.
Il game-plan di Pitino prevedeva di non accentuare troppo la pressione sul portatore di palla e così il numero di perse di Wichita State è stato molto inferiore a quello cui la difesa dei Cardinals ci aveva abituato. A mio avviso la scelta è stata dovuta al fatto che l’infortunio di Kevin Ware gli ha tolto il primo sostituto alla coppia di guardie titolari Peyton Siva-Russ Smith, che quindi dovevano essere preservati dai falli, ma c’è anche da dire che una delle valide 3 guardie normalmente in campo per gli Shockers doveva essere accoppiata ad un’ala con un conseguente mismatch che difficilmente avrebbe portato grossi vantaggi.
La svolta tattica della partita capita nel secondo tempo quando con WSU avanti di 12 punti Gorgui Dieng commette il 3° fallo e subito dopo una tripla di Henderson, con ancora 12’30” da giocare gli viene fischiato il 4°. A quel punto Pitino, per non soffrire più di quello che già stava patendo a rimbalzo, sceglie di tenere in campo Luke Hancock che da li alla fine della partita ricambia la fiducia con 13 punti (20 quelli complessivi in partita 7,7 quelli di media in stagione) ed il mio personale premio di uomo-partita.
Per Michigan la Semifinale è stata più facile perché un’ottima interpretazione dell’uso del post alto contro la zona 2-3 ha permesso a Mitch McGary di chiudere con 10 punti, 12 rimbalzi ma soprattutto 6 assist. Nella partita dove Trey Burke non è stato minimamente un fattore, segnando l’unico canestro della partita con una tripla tirata ben oltre un teorico arco NBA, lo sono stati i 4 ragazzi usciti dalla panchina. Jordan Morgan, Jon Horford, Spike Albrecht e Caris LeVert hanno prodotto 21 punti tirando 7su9 dal campo ma soprattutto le 4 triple su 5 tentativi equamente ripartite tra Albrecht e LeVert hanno sempre ricacciato indietro i tentativi di rimonta di Syracuse.
Cosa ci si può aspettare dalla Finale?
Visto che per i problemi di rotazione delle guardie non c’è soluzione ed anche Michigan ha sempre in campo degli ottimi ball-handler è probabile che Pitino replichi un game-plan con una moderata pressione sul portatore di palla per preservare le guardie. Dieng deve tornare sui suoi livelli soprattutto sotto i tabellone difensivo per contenere un McGary che in stagione prende il 40% dei suoi rimbalzi offensivamente mentre Siva e Smith non dovranno commettere falli difendendo le penetrazioni di Hardaway Jr e Burke.
Per il motivo inverso è possibile che Beilein, almeno nel primo tempo, basi l’attacco sulle penetrazioni delle guardie, non necessariamente con dei giochi a 2, ed in ogni caso con più palloni sotto che fuori e quindi una minor incidenza delle triple. Difensivamente i Wolverines non sembrano avere grossi problemi di accoppiamenti perché Nik Stauskas si troverà si davanti un Blackshear o un Hancock più pesanti di lui, ma sono giocatori non abituati a cercare il canestro di potenza.
Visto che il numero di falli costituirà un elemento fondamentale dell’incontro, importante sarà il metro arbitrale con la speranza che questa terna dia più sicurezza di quella mostrata dai loro colleghi nelle Semifinali. Nessuna partita è stata decisa o influenzata dai fischi ed i giocatori sono stati molto corretti per cui non ci sono state situazioni difficili da gestire ma proprio per questo diversi fischi ribaltati, un paio di palle-a-due fischiate con troppa fretta ed uno strano doppio-fallo dal sapore salomonico hanno contribuito ad una generale impressione di poca sicurezza.
Analizzando i roster l’indicatore di talento punta decisamente verso Michigan dove almeno 3 giocatori sono attesi prossimamente fra i pro ma l’amalgama di squadra e la motivazione che si respira nello spogliatoio di Louisville abbinati alla convinzione di dover vincere per qualcuno (Kevin Ware), hanno la loro importanza.
Nessuno sa chi vincerà la Finale e la mia personale previsione è per una vittoria relativamente facile di Michigan che sfrutterà le difficoltà di gestione dei falli delle guardie di Louisville, ma dopo il terribile infortunio di Ware sappiamo benissimo per chi tiferanno dall’alto gli Dei del Basket!