Siena, 11 febbraio 2013 – Dunque sono cinque: 2009–2010–2011–2012–2013, come nessuno mai Siena inanella 5 successi consecutivi in questa manifestazione ed aggiunge un altro record a quelli fantasmagorici già consegnati alla storia del basket italiano come i 6 scudetti consecutivi.
La Mens Sana Siena non aveva mai avuto, fino all’anno di grazia 2009, un gran feeling con la coppa nazionale: nel 2002 i biancoverdi uscirono sconfitti da una Final Four che a Siena è rimasta indimenticabile. Di là da venire ancora scudetti e trionfi la Mens Sana si ritrovò invitata al tavolo dei grandi e dovette sfidare una Benetton nettamente superiore, che però si arrese al termine di una gara tiratissima con Chikalkin che fallì l’ultimo tiro che avrebbe capovolto l’esito dell’incontro.
Più di duemila increduli senesi si ritrovarono così, il giorno dopo, al Palafiera di Forlì per sfidare la Virtus Bologna nella più inattesa delle finali. La Virtus Bologna era una squadretta di poco valore composta da gente che non ha poi lasciato un gran segno nel basket italiano, europeo e mondiale, qualche nome? Eccoli: Rigaudeau, Ginobili, Abbio, Griffith, Andersen, Jaric…
La Mens Sana Siena condusse per 39 minuti grazie ad un Chiacig che definire stratosferico è poco, il lungo chiuse con 52 di valutazione in una partita memorabile che andò al supplementare e lì, una traiettoria beffarda di Le Roi tolse la possibilità della gioia ai toscani. Anni prima era stata invece la Benetton a stoppare il volo di una Mens Sana Siena ancora meno corazzata di quella di Forlì 2002 che, ancora al Palafiera, con la guida del Vate Bianchini, tenne sotto scacco per quasi 30 minuti i veneti guidati da Del Negro, sugli spalti duemila bolognesi interessatissimi tifavano a squarciagola Siena per evitare la ben più pericolosa Benetton in finale, ma tutto questo non bastò e i verdi della Marca vinsero poi quella coppa Italia.
Un pò di anni dopo il brutto anatroccolo senese si era trasformato in bellissimo cigno e si accingeva, nel 2007, a scrivere record su record del basket italico. Ma la coppa restava stregata, negli anni precedenti erano state squadre come Napoli (in un quarto di finale deciso dopo 2 supplementari), Roma (anche qui complice un over time), Cantù a far fuori i senesi. La Benetton ancora una volta, con una tripla a fil di sirena di Soragna, purgava la Montepaschi di Forte, McIntyre, Baxter e compagnia. Ma dal 2009 la musica sarebbe cambiata, le locations di Bologna, Torino, Avellino, Milano vedranno i trionfi in serie dei biancoverdi di Pianigiani prima e di Banchi poi.
La Virtus Bologna, corsi e ricorsi storici, dovrà arrendersi due volte, così farà Cantù, così ha fatto Varese al termine di un’edizione che, finalmente, non aveva visto la Montepaschi partire coi favori del pronostico. Una manifestazione organizzata al Forum di Assago, con Milano regina incontrastata del mercato estivo e di quello di riparazione sembrava poter essere appannaggio dei lombardi con facilità. Così non è stato perchè l’Olimpia si è avviluppata sui propri controsensi e su una chimica di squadra ben lungi dall’essere stata trovata, Siena ha dovuto sbarazzarsi di Reggio Emilia, e non è stato facilissimo, poi ha dovuto recuperare ben 13 punti di scarto a Sassari, e già qui si è parlato di impresa, alla fine si è trovata di fronte la dominatrice assoluta della stagione e cioè quella Cimberio Varese arrivata alla finale dal lato più difficile del tabellone dopo aver sconfitto Milano e Roma.
Ma la finale è stata a senso unico, i mensanini hanno dimostrato una tenuta mentale e una durezza neanche lontanamente paragonabili a quelle degli uomini di Frank Vitucci. Siena si è issata subito sul +18, ha retto la reazione dei lombardi, ha riallungato fino al +20, si è distratta nell’ultimo quarto senza peraltro rischiare mai veramente la sconfitta. L’ambiente era ostile con migliaia di varesini al seguito di una squadra che cerca di rinverdire i fasti inarrivabili dell’Ignis di Ossola, Morse, Meneghin, Bisson, Zanatta, Rusconi, Flaborea, Raga, Nikolic, di quell’Ignis insomma 10 volte finalista in Coppa Campioni e 5 volte vincitrice che conquistò l’ultima coppa italia nel 1973. Ma i biancoverdi non si sono fatti intimorire dal tifo sfrenato dei lombardi, hanno compiuto un’impresa in un momento davvero difficile per la città e per il main sponsor Banca Monte dei Paschi.
Senza voler ammantare questa vittoria di significati che non ha, e che non potrà avere, possiamo augurarci che Siena sappia trarre forza dall’esempio di giocatori che non si arrendono mai, di uomini veri che abbattono ogni ostacolo nella speranza che i momenti più duri siano alle spalle. La banca è la vita stessa della città di Siena, sponsorizza lo sport, finanzia il Palio, aiuta ogni e qualsiasi attività commerciale, ludica, sociale della città di Siena oltre a dare lavoro a 4-5 mila senesi in maniera diretta e forse altrettanti nell’indotto. Non sarà la coppa alzata da capitan Carraretto a risolvere i guai finanziari di “babbo Monte”, come era chiamato affettuosamente il Monte dei Paschi dai senesi, ma una luce di speranza, un po’ di gioia, finalmente un po’ d’immagine positiva della città dopo tanti tempi bui magari l’avrà date. Io ci spero, tutti i tifosi biancoverdi ci sperano.
Alessandro Lami
1 Comments
Cavino (Sovicille -SI-)
e come disse lo storico Giorgio Masala, “se son felici noi non è che si sia felici noi”