ROMA – Con la qualificazione matematica per le Final Eight di Milano in tasca dopo la vittoria di Brindisi a Bologna nell’anticipo delle ore 12, l’ACEA Virtus Roma batte l’Angelico Biella esibendo una prova decisamente al di sotto del par, come direbbero gli amanti del golf, al cospetto di una squadra avversaria ancora in palese crisi tecnica e di risultati ma non per questo decisa a vendere cara la pelle, lontanissima parente comunque della bella realtà che aveva costretto sette giorni fa Milano a due supplementari.
Una partita nella quale è stato evidenziato ancora il determinante peso specifico che gioca la testa, l’approccio alla pratica sportiva in ogni suo recondito aspetto allorquando si deve gestire una prestazione agonistica. Ecco quindi che l’ACEA Virtus Roma ha praticamente consegnato questa sera agli annali un’esibizione contraddittoria, quasi da brutto anatroccolo non riuscendo quasi mai, eccezion fatta per i primi cinque minuti della sfida e per gli ultimi dieci (ultimo quarto da 31-17 per i padroni di casa), a mettere in mostra il suo basket scintillante, fatto di velocità, aggressività e di costante gioco alto-basso con i cecchini da fuori a fare secco il canestro avversario in caso di mancata conclusione da sotto.
Disinnescato in gran parte Lawal (“solo” 10 punti per lui con un incredibile in negativo 3/12 al tiro finale, il tutto ingentilito però da ben 15 rimbalzi), grazie ad una difesa rossoblu assolutamente chiusa a riccio sul centrone in maglia Virtus per impedirgli di fare di tutto e di più nel pitturato, Roma ha cercato poco di attaccare il ferro e si è persa nei meandri di un gioco che definire farraginoso è dire poco, consentendo a Biella di acquisire convinzione minuto dopo minuto.
Lo sappiamo tutti cosa accade nel basket: se non riesci ad esprimere la tua superiorità tecnica in un concreto e solido scarto di punti nel tuo
momento migliore e nonostante il tuo margine sia rassicurante e controlli il match ti deconcentri, lasciandoti andare ad un gioco offensivo poco fluido, affidato più alle iniziative dei singoli che ad un ragionato schema di squadra e difendendo senza cuore, corri il rischio che se l’avversario comincia ad oliare i propri meccanismi trovando con frequenza canestri su canestri perdi l’inerzia della sfida e, cosa abbastanza frequente in questo strano campionato italiano edizione 2012-13 (vedasi sempre anche alla gara Bologna-Brindisi), perdi la partita con un retrogusto amaro che più amaro non si può.
Per suoi meriti tecnico-agonistici Roma è riuscita a battere Biella ma alzi la mano chi lo avrebbe creduto possibile dopo un quarto da 19 punti seguiti da due interi da 17 nella somma, e perlopiù dopo che Robinson sparava al 31° la sua prima tripla della sera del +9 per i suoi (36-45), tra parentesi unico lampo di luce in una gara molto al di sotto del suo standard chiusa con 8 punti e 4 di valutazione (ne segnerà un’altra al 34° ma complessivamente per lui una prova non positiva). Da quel momento Roma disputava praticamente un piccolo clinic difensivo, rimettendosi anche a giocare con più ratio in attacco e di fatto l’Angelico, fiera ed aggrappata ad un grande Trey Johnson (ottimo arrivo questo ragazzo, 23 punti e Top Scorer della gara con 16 di valutazione), ed al solito Goran Jurak (18 punti con 14 di valutazione, con 6/8 da due), che quando “vede” la Virtus Roma diventa Michael Jordan, si ripiegava su se stessa, crollando anche con i nervi: prova ne era il tecnico che di fatto ha consegnato il match ai padroni di casa fischiato al Presidente Marco Atripaldi, imbufalito a suo giudizio sull’andamento dell’arbitraggio reo di non aver sanzionato nessun fallo all’ACEA nel quarto periodo sino al 38° di gioco, e perlopiù con Lawal già in lunetta.
L’ennesima prova di carattere e di tigna di questa Virtus dunque che quando non arriva all’obiettivo con la mente fredda mostrata a Brindisi sette giorni fa, riesce a farcela con il cuore resettando con facilità difficoltà di vario livello e venendo a capo di un rebus di difficile soluzione quale quello dell’Angelico di questa sera. In questo il plauso va sicuramente al suo condottiero, quel Marco Calvani che coglie quindi il primo target di questa stagione ma che poi, in conferenza stampa, si concentrerà il giusto su questo lato esaltante del proprio lavoro per dedicare maggior spazio alle negatività esibite dai suoi ragazzi, segno che questo silenzioso e schivo signore romano ama tanto il suo lavoro con discrezione ed abnegazione al punto tale da trascurare anche la sua legittima autocelebrazione quando ne avrebbe pienamente diritto.
Una prestazione non certamente bella dicevamo ma con un ottimo Bobby Jones, in crescita dopo Brindisi (14 punti ma miglior plus-minus con 20 finale della gara), decisivo appunto nel periodo finale con punti e difesa ma che avrebbe potuto indirizzare a suo discapito la partita se la terna arbitrale lo avesse sanzionato con una giusta espulsione per un fallo di reazione in seguito ad una strattonata di Jurak nel terzo quarto, per un giocatore della sua esprienza un errore che sarebbe stato imperdonabile. Ma molto bene Jordan Taylor con 12 punti e 2 assist, ed anche Phil Goss, 4 assist e 7 punti importanti in momenti infuocati del quarto quarto, entrambi ok ma soprattutto il giovane playmaker ha dato prova di maturità e saggezza con scelte offensive azzeccate e degne di nota, a riscattare un secondo ed un terzo periodo globalmente incolori. Segue a scia Gigi Datome che dopo il passaggio a vuoto di Brindisi timbra 17 punti, decisivo dalla lunetta e nei tiri conclusivi del match. Da segnalare l’esordio di Matteo Tambone, classe 1994, playmaker di buona prospettiva ma ancora tanto acerbo da poter risultare decisivo come, dall’altra sponda, i vari Luca Laganà e Nemanja Jaramaz, già più costruiti però come giocatori da Lega A.
Per Biella invece tanto lavoro aspetta Cancellieri ed il suo roster. In tanti anni di Lega A forse questa Angelico vista a Roma oggi è stata quella più appassita, quella meno talentuosa, quella meno sfavillante in idee e concretezza. I problemi sono stati tanti in stagione, è vero, ed è grande merito lanciare giovani e rookie come fa da anni il club piemontese sotto l’ala protettrice quest’anno dei Teo Soragna (il suo -1 di valutazione spiega la sua prestazione un po’ triste questa sera),e di Goran Jurak ma se si desidera raggiungere la salvezza occorre ben altro. Se Roma non si fosse adeguata mentalmente all’incedere a dir poco incerto degli avversari nel primo quarto, la gara sarebbe stata chiusa dopo neanche due quarti e buon per i rossoblu che l’ACEA abbia deciso, anche se inconsciamente forse, di procedere a 2 km/h quando avrebbe dovuto superare l’ostacolo a dispetto degli autovelox piantati in giro. Serve maggiore concentrazione iniziale, maggiore cattiveria agonistica e freddezza nella gestione dei momenti caldi delle partite, caso contrario per i piemontesi sarà un anno vissuto pericolosamente.
Primo periodo, Biella aggredisce molto cercando di limitare il più possibile la palla a Terminator Lawal, Cancellieri inscena anche una discreta zone press ma sulle prime Biella perde due possessi e tira anche male, solo Johnson la tiene a galla. E Roma vola con Lawal e Taylor anche dalla lunga più il solito Datome, 12-3 al 5°. Il coach teramano chiama tempo, entra Laganà per un Robinson poco lucido che mette subito in ritmo Mavunga che schiaccia….Sul ferro! Czyz fa pentole e coperchi ma anche qualche fesseria di troppo: perde una sfera incredibile dopo un bellissimo assist per Lawal ed esce per Jones. Biella non buca la retina e fatica in maniera disumana a costruire qualcosa di decente, sembra anche in totale assenza di fiducia ed ha a referto la sola tripla di Johnson dopo 6 minuti e già 4 falli di squadra. Ma la Virtus però non ne approfitta al 100%, troppi errori anche al tiro per i padroni di casa che comunque sono in controllo del match. Roma va a +14 all’8°, 17-3 con due liberi di Lorant mentre Laganà fa bene ma anche troppi errori per eccesso di foga. Lo spettacolo è modesto, lampo di Goss per Lorant, 19-3 con un Jones che lotta a rimbalzo come un leone su i due lati del campo per un Calvani che schiera anche il giovane Tambone per D’Ercole mentre l’Angelico è in nettissima crisi, lenisce l’orripilante primo periodo Chrysikopoulos dalla lunetta, 19-5 e termina così il primo periodo.
Secondo periodo, Robinson la mette fuori dalla lunga a spazio aperto imitato da D’Ercole. I Lanieri ci provano ma al momento la loro pochezza offensiva sembra quasi contagiare l’ACEA che spreca parecchio ma senza forzare od inventare canestri impossibili, è proprio la sfera che non ne vuol sapere di finire la sua corsa dentro il cotone avversario. Dopo un time out forzato (rottura della retina difesa dall’Angelico), la gara prosegue quasi stancamente, Biella ha assieme Robinson e Jaramaz ma la sfera circola male lo stesso. Mini break adesso per gli ospiti, 0-4 per un 20-9 al 14° con Johnson e Jaramaz, ci pensa Jones con un azione uno contro uno ma forzando molto a dare segni di vita in casa Virtus. Ma la partita è bruttina, veramente bruttina, in poche parole Roma sta adeguandosi a Biella e la Biella di questa sera è veramente poca cosa. Si scuote Jonhson, 22-11 e nonostante lo sfacelo visto, l’Angelico è solo a -11 al 16° mentre Calvani decide di averne viste troppe e chiama tempo. Il coach romano è deluso, lo si legge in faccia, Tambone fatica mentre Jaramaz fa due su due dalla lunetta, 22-13 e subito dopo prima Chrysikopoulos segna e poi ancora Johnson fa lo stesso: più libero, 22-18, gara riaperta ma è quasi incredibile, premiato lo sforzo dei piemontesi ma Roma….. Roma proprio brutta, il contagio di Biella è giunto a buon fine direi, per sua fortuna Jones segna finalmente, 24-18. Ma qualcosa s’è inceppato nel meccanismo romano, ora anche Lawal sbaglia molto, troppo dalle sue distanze e Jurak riporta a -5 i suoi, 24-19 al 19°. Sulla sponda romana del campo si vedono molte cose mai viste prime come, ad esempio, un Soragna al momento silente che stoppa da tre D’Ercole, senza nulla togliere al Teo Nazionale. Datome fa due su due ai liberi ma Biella chiude con Jurak sul 26-23 un secondo periodo nel quale Roma avrebbe dovuto chiudere la gara ed invece ecco Biella pienamente in corsa dopo una partita orrenda da ambo le parti. Sugli scudi
Johnson, 12 punti per lui.
Terzo periodo, si aspetta Goss, si aspetta D’Ercole e si aspetta un’ACEA che si scuota da questo stato di letargia deprimente anche perché Biella adesso è dentro la sfida al 100%. Ma la prima azione per Roma si lega al terzo fallo di Goss in attacco….Come Laganà, ma poi si fa perdonare in penetrazione, 28-23 anche se dopo ancora forza centrando il ferro. Laganà perde possesso, ma subito dopo Jurak porta i suoi a -1, 28-27 al 23°. Roma si è complicata la vita, incredibile, sembra non arrivare più ossigeno al cervello dei ragazzi di casa. Calvani chiama ancora tempo con Biella che potrebbe sorpassare gli avversari al rientro in campo, cosa che accade, con Johnson da tre, 28-30 per Biella! Ci pensa Datome, 30-30 ma ora è proprio un’altra partita. Johnson sta facendo impazzire Roma, segna da ogni dove, Goss adesso lo imita ma la gara resta bruttina, sia chiaro, si vedono cose veramente al limite dell’anti-basket, tecnicamente parlando sempre da ambo i lati mentre Johnson segna sempre, 32-34 in contropiede. Roma difende malino, Jones la scuote, 34-34 al 27° ma c’è poco altro da dire se non che si assiste a qualcosa di poco ascrivibile al basket. Jurak la mette da fuori mentre D’Ercole sbaglia con spazio. Sempre Jurak adesso, 34-38 e Jones perde le staffe, antisportivo proprio contro Jurak. Crisi totale per l’ACEA, rientra Czyz e finalmente si rivede qualche palla sotto ma subito dopo Datome sfonda in attacco, 34-40 per i lanieri al 28°. Non si tira più, falli, passi ed errori da tutte e due le parti. Czyz commette una cosa che dire orripilante è dire poco, consegna di fatto palla a Robinson per due punti comodi comodi, ci mette una pezza (per modo di dire), Datome, si chiude 36-42 per un periodo finale al cardiopalma.
Ultimo periodo, riuscirà Roma a rientrare mentalmente in gara? D’Ercole s’incolla a Johnson con Lawal che lo stoppa in entrata ma ecco la tripla di Robinson, 36-45. Finalmente per Roma la mette da fuori anche Lollo D’Ercole e Cancellieri chiama subito tempo, 39-45 e la tensione sale. Ora Roma difende forte e qualcosa di vede. Goss va di tripla, 42-45 e Lawal cancella Renzi. Cancellieri rimette il suo amuleto, il Grande Jurak, e Biella ora s’adegua anche lei difendendo allo spasimo. Jurak però fa ancora passi in partenza ma è strana questa partita al 34° ancora zero falli da tutte e due le parti. Biella ne fa due assieme, Lawal va in lunetta ed impatta sul 45-45 al 34° sempre. Robinson con spazio dalla lunga, 45-48, bravo! Come era prevedibile, ogni possesso è una lotta belluina. Quinto fallo per Mavunga, decisamente male questa sera, poi Roma pasticcia in attacco ma ci pensa Jones a stoppare Johnson in contropiede. Jurak corregge una tripla non entrata di Teo Soragna ma Roma non ha ancora commesso un fallo. Jones riporta sotto Roma dalla lunetta, 47-50 ma poi fa zero su due con Lawal che artiglia il rimbalzo ma sbaglia….Poi Taylor fa un capolavoro da tre per la difficoltà dell’esecuzione tecnica, parità sul 50-50 al 37°, Pala Tiziano in festa mentre Cancellieri sembra non volerci credere e dopo ancora lui dalla lunetta, Roma ritorna in vantaggio, 52-50 al 38°. Biella soffre di nuovo adesso, a rimbalzo l’ACEA domina e Jones porta Roma a +4 in entrata. Cancellieri chiama tempo ma Atripaldi, Presidente del sodalizio biellese, si reca al tavolo senza averne la facoltà, è tecnico per Biella con Atripaldi espulso il quale non sembra assolutamente contento di quanto accaduto, ovviamente. Datome fa due su due dalla lunetta, 56-50 poi segna anche Taylor, 58-50. Sempre Jurak, tripla con tanta fortuna, 58-53 ma ci pensa sempre Jones da sotto attaccando (finalmente!) il ferro, 60-53. Ma Biella ha perso la testa, mentre Lawal va in lunetta per fallo di Renzi su di lui, Jurak si becca un tecnico per proteste e sono 4 liberi per l’ACEA: Lawal fa 0/2 mentre Datome 62-53. Ma non è finita, tecnico anche per Goss e Biella si porta a -5 a 36” dalla fine grazie a Jurak. Teo Soragna manda Datome in lunetta mordendosi le mani, lo stesso Datome che schiaccia in contropiede chiudendo la partita sul 67-59. Gara chiusa, una gara di rara bruttezza per almeno tre periodi ma nobilitata almeno dalla garra del periodo finale.
Sala Stampa
Cancellieri
A mio avviso il primo periodo abbiamo subito qualche palla persa di troppo ma abbiano avuto molti tiri aperti, quindi la sfera non circolava male, ci siamo passati la palla bene ma avevamo poca fiducia, dettaglio che abbiamo migliorato minuto dopo minuto. Al primo time out non li ho cazziati, stavamo piano piano crescendo e siamo venuti fuori lentamente. Poi è vero, alla fine ci siamo innervositi, loro difendevano forte e noi non ci siamo riusciti, abbiamo consentito troppi liberi a Roma. Li abbiamo costretti a 67 punti, abbiamo contenuto benissimo Lawal che non ha banchettato come al solito ma alla fine ci siamo fatti prendere dalla depressione, ci siamo sentiti frustrati ed alla fine ci sta perdere contro una squadra più forte, ci vuole tempo per rimetterci in carreggiata. Ci stiamo ristrutturando, abbiamo difficoltà a giocare 40 minuti, non sono insoddisfatto della prestazione solo che dobbiamo crescere. Non fatemi dire altro, voglio parlare solo della mia squadra. E voglio concentrarmi solo su di noi, poi abbiamo un grande Jurak, una persona vera che siamo orgogliosi di annoverare tra i nostri giocatori e ripeto, li abbiamo messi in difficoltà non concedendogli tiri facili. E non dico queste cose per proteggere la squadra, siamo cresciuti azione dopo azione, vincere a Roma sarebbe stato importante ma il nostro campionato comincia domenica prossima.
Calvani
A volte il mestiere dell’allenatore è quello del pompiere, allarmare per tempo è stato fatto dal sottoscritto ieri e stasera abbiamo rischiato d’incendiare, di bruciare, di mandare in fumo una bellissima prima parte di stagione e sarebbe stato un peccato. Dispiace per non aver svolto per tutta la gara quello che avevamo fatto nel primo quarto, nei primi cinque minuti perché volevamo dare un impatto importante al pubblico ed agli avversari. Serve quindi la testa e stasera lo abbiamo visto per l’ennesima volta perché nella vita e nello sport fa la differenza. Comunque abbiamo raggiunto le F8 con una giornata d’anticipo e siamo molto ma molto contenti di questo risultato, ci ritorniamo dopo tre anni e lo abbiamo fatto con una squadra giovane come la nostra. Poi abbiamo dato dei minuti importanti ad un ragazzo come Tambone e c’era necessità che lui acquisisse esperienza, poi ho preferito avere i soliti per mille motivi ma devo fare i complimenti a Jordan Taylor che mostra di avere in mano la squadra, è un playmaker che legge bene cosa fare nei momenti topici ma sono anche molto arrabiato con Jones perché un giocatore d’esprienza come lui che ha quelle reazioni…..Sono rimasto un pò deluso perchè lui è molto intelligente, è stato il nostro primo ingaggio e su di lui e Goss abbiamo costruito la squadra valendoci delle sue doti umane. Non credo d’aver messo Tambone troppo presto e di aver trasmesso così un senso di eccessiva.….Rilassatezza alla squadra perché se fosse così o sono un pazzo io a credere che la gara sia vinta dopo 7 minuti oppure sono loro un gruppo di gente superficiale e questo non lo credo, penso invece che tutti dobbiamo avere una maggiore concentrazione. Comunque sono contento d’aver raggiunto il nostro obiettivo delle Final Eight e sento alle mie spalle un vero muro di cemento armato che mi ha dato fiducia e forza per lavorare bene sin dal primo allenamento, è da quel primo allenamento che si da un pensiero tecnico e comportamentale e quindi se questo risultato è buono per me come singolo, è stato il frutto di un complesso lavoro di gruppo. Sono andato dritto per la mia strada, l’unica cosa che mi spaventa è non lavorare bene in palestra durante la settimana, mi da insicurezza e questo mi genera malessere. Ma oggi sono contento per il risultato globale, un pò meno per stasera ma oggi abbiamo messo un mattoncino importante nel muro della stagione.
Soragna
In realtà siamo riusciti a fare quello che avevamo detto di fare, abbiamo fatto quello che il coach ci aveva chiesto di fare, ancora non siamo in grado di gestire bene il vantaggio quando siamo scappati avanti nonostante un punteggio basso. Certo, c’è stato un metro arbitrale che non ho capito ma questo non ha deciso la gara, dei tanti errori fatti e potevamo giocare meglio. Peggio di così sarebbe difficile, abbiamo bisogno di ancora qualche innesto importante, quelli che sono appena arrivati stanno facendo bene con buoni allenamenti, sono fiducioso per il futuro. I nostri lunghi sono un po’ corti come reparto, abbiamo combattuto ma abbiamo anche concesso poco a Lawal, ad esempio. Siam partiti male, con poca intensità e siamo pian piano migliorati e questo ci ha concesso di ritornare in partita ma c’è ancora molto da fare.
Tambone
E’ stata la mia prima vera prestazione intera e sono molto contento della fiducia che mi ha dato il coach, nelle prime azioni ero molto emozionato, poi piano piano mi sono sciolto ma sia chiaro, non ho fatto nulla d’importante se non ricevere il Premio Davide Ancilotto, di questo sono fiero. Pirmo pensiero? Dovevo difendere forte come vuole il coach e ci sono riuscito sulla prima azione, ripeto di essere molto felice.
Jones
Sì, effettivamente sto finalmente avendo più confidenza nel gioco e nell’affiatarmi con i compagni, i miei problemi iniziali, sia fisici che personali, stanno svanendo e sono contento. Sto giocando meglio il mio basket, amo difendere forte eppoi ribaltare il lato dell’azione offensiva. Siamo cresciuti, abbiamo l’obiettivo di crescere e migliorare.
ACEA Virtus Roma – Angelico Biella 67 – 59
Parziali: 19-5; 7-18; 10-19; 31-17
Progressione: 19-5; 26-23; 36-42; 67-59
MVP: Bobby Jones griffa una buonissima prova fatta d’intesità ed energia come fa anche Trey Johnson e Goran Jurak. Applausi anche a Jordan Taylor e Gigi Datome.
WVP: per Biella molti sotto tono, Robinson non incide ma molto male Mavunga, mai pervenuto !
Fabrizio Noto/FRED