Sono partite come questa che mi fanno dire di amare la pallacanestro. Quelle gare da tipico film americano, in cui c’è la rimonta e la vittoria. Strano venire a raccontare di una vittoria della Juve ad Avellino (mai era accaduto in serie A), specie con 23 palle perse, 32 punti in meno nella valutazione, Akindele in campo soli 11 minuti per 5 falli, Michelori anche lui con tante sanzioni a carico, e ben 39 liberi concessi alla Sidigas.
Sono tre i punti chiave di questa rimonta, che poi diviene vittoria dopo l’overtime: l’asse Gentile-Mordente, capace di confezionare quei punti cruciali dalla lunetta e dall’arco dei tre punti che permettono alla squadra di bianconera di ricucire uno svantaggio costante dalla fine del primo periodo; Pino Sacripanti, che si inventa la magata di una zona 1-3-1 alternata a quella a fronte pari e dispari più canoniche che, seppur motivata da problemi di falli, manda in tilt Avellino, stasera autrice di una pessima esibizione del “tiro al piccione” dai 6,75 (3/26 finale); la squadra Juve, unita, coesa, capace di rialzarsi, di non mollare dopo essere stata sotto di 15 punti, di sacrificarsi su ogni pallone, come testimoniano due rimbalzi offensivi di un capitan Maresca che stasera, pur stringendo i denti, ha dato un contributo eccezionale alla causa. L’atmosfera al Paladelmauro è stata eccezionale con due tifoserie pacifiche e calorose che si sono confrontate, assistendo comunque a una gara dominata dal bel gioco, seppur intervallata da tanti piccoli errori su ambo i fronti. Protagonisti della scena sono stati i tre fischietti che hanno condizionato e non poco l’esito del match, sanzionando tecnici e falli veniali ad Akindele e Michelori, compromettendo il reparto lunghi della Juve.
Nella ripresa la fiscalità continua e ne fanno le spese prima Johnson con un antisportivo giusto e poi Dean che simula uno sfondo con fare troppo cinematografico e si becca un tecnico. Nel supplementare poi episodio la moviola il tiro di Mordente stoppato irregolarmente da Dragovic che manda in bestia il pubblico avellinese. Il punto focale è che i 2 punti vanno alla Juve che ci ha creduto di più e pur senza altri ricambi mette in cascina altro fieno prezioso per proseguire il suo campionato.
La cornice di pubblico di stasera è qualcosa di meraviglioso, gli avellinesi da un lato in sciopero per 10 minuti ma vicini ai lavoratori della Irisbus, mentre sul fronte opposto è nutrita una marea bianconera che ha a disposizione ben due settori, curva e distinti, per far sentire la sua voce. Si parte col duello subito infuocato tra le due torri sul parquet: Akindele va col giro e tiro a punire un aiuto pigro della difesa, Johnson risponde col piazzato dalla media. La Juve vuole dare la palla sotto e provare a giocarsela sul fisico, ne sono la prova i tanti punti in vernice che arrivano da Jelovac, Jonusas e Maresca, ma Johnson stasera è ispirato e sia dalla corta che dalla lunga distanza non sbaglia (a fine gara 8/8 dal campo). La tripla di Jonusas illude la Juve che scappa sul +6 (8-14) prima di disunirsi e beccare un 5-0 firmata dai due “fantasmi” del match, Dean (che chiuderà con un palese 0/9 da tre stasera) e Richrdson che segna 3 punti prima di 32 minuti sul parquet di autentico anonimato. L’energia di Johnson e la fisicità di Dragovic fanno mettere il naso avanti ad Avellino che chiuderà il primo quarto avanti di 1, sul 21-20.
Ci si aspetta una bella ripresa, con Mavraides che mette, appena entrato, la tripla dell’ex per il pari a quota 23, ma ancora Linton Johnson è immarcabile e con ogni conclusione possibile manda a bersaglio punti preziosi. La partita perde di colpi e gli animi in campo si accendono dopo una discutibile infrazione di passi che viene fischiata ad Akindele. Il lungo non manda giù il fischio e sulla successiva difesa vede sanzionarsi il suo terzo fallo per un veniale scontro con Ivanov, qui eccede con le proteste e arriva il tecnico e subito 4 falli e panchina per lui. Ivanov ringrazia e si mette in partita, iniziando a caricare di falli la difesa avversaria e mettendo anche punti preziosi. ne fa le spese Michelori, anche lui già a quota 3 falli ma che resta in campo stoicamente. Segnando solo dalla lunetta, stavolta con Dragovic, Avellino scava un piccolo solco, sul 34-23, dopo la poderosa schiacciata di Shakur che con questi alti ritmi tende ad esaltarsi. Sacripanti va col timeout, cercando di chiamare nuove strategie offensive e sperando che Mordente si svegli da un insolito torpore iniziale. La Sidigas inizia il suo personalissimo stillicidio dalla linea dei tre punti, Caserta non ne approfitta appieno, rosicchiando solo qualche punto con Mavraides e Gentile, ma una difesa troppo allegra e poco concentrata permette a Shakur di far quel che vuole in area e di prendere punti preziosi, che sommati alla pressochè totale egemonia a rimbalzo sono davvero “money in the bank” per Tucci e i suoi. Raggiunti i bonus da ambo le squadre Caserta prova a tirarsi su le maniche e a razzolare dalla spazzatura quello che c’è, ed è qui che esce fuori l’esperienza di Marco Mordente. Ivanov conferma le sue doti di killer dell’area colorata, ma i liberi di Maresca chiudono la ripresa sul 43-34 che lascia aperta ancora la finestra a una possibile rimonta bianconera nonostante un quarto davvero povero di idee e chiarificato da soli 14 punti a referto.
Il terzo periodo si apre con Caserta che rinuncia ancora ai suoi lunghi carichi di falli, ma trova subito la bomba di Jelovac per potersi rimettere in carreggiata. Neanche il tempo di esultare ed ecco un parziale di 8-0 pronto a tramortire gli uomini di Sacripanti con Ivanov bravo a prendersi fallo e canestro, Spinelli a mettere la tripla piedi per terra (vera rarità stasera per i padroni di casa) e Shakur a volare in contropiede per l’inchiodata. Tutto troppo facile per la Sidigas che ha dalla sua uno Spinelli rinvigorito che si butta dentro con continuità subendo falli (quarto anche per Michelori) e segnando dalla lunetta e facendo arrivare i suoi sul canestro di Johnson finanche al +17 (55-38) su Sacripanti decide di rimettere dentro Akindele, bravo subito a prendersi falli in vernice e a fare a sportellate (gomitata involontaria sul labbro proprio del “sindaco” avellinese). Provando a mantenersi in linea di galleggiamento su questi scarti, la Juve perde il suo lungo nigeriano e con la schiacciata di potenza di Dragovic è ancora sotto di 15. Qui però Avellino, in un clima di grande tensione perde la testa, e Dragovic dopo un fallo sincero su Mordente protesta eccessivamente beccandosi un tecnico. L’ex Milano e Roma segna dalla lunetta, imitato poi da Maresca, riportando i suoi al -10 dell’ultimo minuto, ma anche i biancoverdi usufruiscono di tanti giri dalla linea della carità, specie con Ivanov che è bravo a caricare di falli gli avversari. Si chiude al 30′ sul 61-50 con l’1/2 di Jelovac, con Caserta che ha i suoi lunghi restanti a 4 falli e deve provare a rimontare solo col cuore.
Il quarto periodo ha come suo prologo la tripla di Mavreides che illude i suoi sul 61-53, prima che salga in cattedra Valerio Spinelli. Il play di Pozzuoli ex del match, porta tutti a scuola, con tanta energia ed intensità. Triple e tante zingarate che producono falli o punti miracolosi sono la linfa di Avellino, mentre Caserta si riduce a Marco Mordente, bravo a segnare dalla lunetta e al coraggioso Jelovac chje prende botte in vernice, col già citato antisportivo a Johnson. Caserta non sembra sfruttare le tante chances di riaprirla, ancora sotto di 11, ma Dean fa una grossissima sciocchezza provando a simulare uno sfondo contro Mordente. Sahin punisce con un tecnico e grazie ai due liberi dell’ex Milano e all’unico canestro di Michelori, la Juve torna sul 66-59. Sembra fatta? Macchè. Michelori subisce un contatto con Spinelli, per la terna è fallo e anche lui saluta la gara. Qui ci pensa Sacripanti a mescolare le carte e piazza una zona micidiale che inizia a macinare palle recuperate o a forzare triple sbilenche degli avversari. La Sidigas annulla il suo gioco e segna col solo Spinelli, piccolo grande uomo che prende su di sè tutte le responsabilità. Il risvolto della medaglia è un evidente calo di ritmo degli uomini di Tucci che beccano, nonostante un timeout, un parziale filato di 6 punti con mordente a mettere la sua firma. Ovvio che col passare dei minuti l’intensità del play puteolano scende ed arriva un misero 1/2 dalla lunetta, mentre a rispondere c’è “l’uomo dell’ultimo quarto” Stefano Gentile, che rimette in corsa i suoi con la tripla del -5 (73-68). Tucci perde Johnson che, dopo essere uscito dal match sul piano del gioco, trova anche la sua quinta penalità, e prova a risistemare le cose con il timeout, ma il canestro in feedaway di Mordente mette solo tre punti a separare le squadre in quella che si preannuncia come una cavalcante rimonta. Avellino sbaglia ancora da tre col solito Dean che però in difesa si riscatta prendendosi lo sfondo di Mordente e, poco dopo, riuscendo a rubare una palla preziosa sempre al teramano, in mezzo a una gran confusione in campo. Il giocatore con la 55 è bravo a servire in campo aperto Shakur che schiaccia subendo il fallo di Gentile per quella che sembra l’azione definitiva. Shakur sbaglia il libero supplementare e Sacripanti ci parla su. Gentile prova la tripla ma sbaglia, rimbalzo controllato da Avellino che però perde banalmente palla con Dragovic e Dean che si ostacolano. Certi errori si pagano ed è il figlio del grande Nando a segnare da sotto il -3. Si va di fallo sistematico, e la mano di Ivanov trema con solo 1/2, mentre Mordente fa percorso netto per il 76-74. Jonusas non perde tempo e manda un Dean fuori ritmo ancora dalla linea della carità e c’è un altro 50% che fa restare solo 3 punti a separare le due squadre con circa 30″ da giocare. Senza più anche Jelovac, sostituito dal giovane Sergio, Sacripanti chiama timeout e inserisce 5 esterni sul parquet per provare la tripla: quella di Mordente va lunga, ma sul rimbalzo si avventa Maresca che in fase di volo pesca sull’arco Gentile che si alza e non sbaglia per il pareggio. Con 5 secondi sul cronometro la replica è affidata al post medio di Ivanov che però non ha la stessa sorte, ed incredibilmente è overtime. Avellino ha fuori Johnson e Shakur, Caserta i suoi tre lunghi titolari, ed è ancora Sergio a ricoprire il ruolo di pivot con Jonusas che di lì a poco saluterà la partita. L’ultima parità dell’incontro è a quota 79 con Ivanov bravo ancora a raccogliere un rimbalzo offensivo, poi Caserta mette la freccia e non si volta più indietro. Prima Mordente col jump dalla media distanza, poi Gentile con una magata mancina in penetrazione, poi ancora Stefano da 3 punti,m scrivono 80-86 sul tabellone. Spinelli è l’ultimo a mollare, Dean, dopo una palla buttata da Caserta che si limita a perdere solo tempo con palla in mano, fa -2 e la mano di Mavraides trema con un pessimo 0/2 dalla lunetta. Maresca cattura anche questo rimbalzo offensivo servendo Gentile che anche stavolta non riesce a concludere, Avellino ha l’ultima palla per provare a impattare o vincerla, ma la grande difesa di Mordente su Richardson che tenta la tripla è da antologia. Finisce 84-86 e Juve che porta a casa due punti importantissimi per il morale ma soprattutto per la classifica. Avellino sempre più a picco potrebbe e dovrebbe ripartire dall’ottima gara di Spinelli e Ivanov, ma deve recuperare mentalmente Dean e Hardy, nonchè riuscire a coinvolgere maggiormente Johnson e Richardson, per riuscire ad avere più profondità. Onore agli otto soldati bianconeri che sono riusciti in un’impresa davvero inaspettata.
SIDIGAS AVELLINO – JUVE CASERTA 84-86 OT
Parziali: 21-20; 22-14; 18-16; 16-27; 7-9
Progressione: 21-20; 43-34; 61-50; 77-77; 84-86
Tabellini
Mvp: per Caserta impossibile non citare Gentile e Mordente, due condottieri, ma anche Pino Sacripanti che l’ha girata con le sue difese. Per Avellino eccellente il primo quarto di Johnson, poi calato, alla distanza escono Spinelli e Ivanov, ma stasera non basta
Wvp: inutile citare Akindele e Michelori, per Avellino peggiore in campo Dean, stasera in serata no al tiro ma anche Hardy e Richarrdson, impalpabili.
Domenico Landolfo