Pesaro – Finisce come nelle cinque occasioni precedenti, con i tifosi di Montegranaro a cantare “non vincete mai”(come dar loro torto), con l’aggiunta in questa occasione di un “serie B” che purtroppo non risulta come un semplice sberleffo da derby ma come un’ipotesi oggi ancora più vicina per la spaurita truppa di Markovski.
In effetti non è tanto la sesta sconfitta su sei partite nei derby interni contro la Sutor a fare male, quanto la decima (!!!) sconfitta consecutiva in campionato della Scavolini Banca Marche a far tremare seriamente i tifosi di casa.
Ma ciò che forse fa ancora più paura è l’assoluta assenza di segnali di risveglio in una squadra che al momento, per quanti innesti possa avere avuto, presenta ancora un encefalogramma quasi piatto sia a livello di idee offensive che di grinta difensiva; Markovski ha avuto un bel dire affermando che, in ogni caso, nei derby interni contro Montegranaro non avrebbe potuto fare peggio dei suoi predecessori ma il primo problema su cui lavorare, per quanto incredibile possa sembrare, non sono tanto le sconfitte quanto la necessità di trovare in tempi rapidi un gioco di squadra quanto meno accettabile per la massima serie.
Oggi, contro una Sutor messa in campo ordinatamente e sapientemente dall’esperto coach Recalcati, le forzature a livello di tiro da tre ed i ripetuti ed insensati uno contro tutti degli esterni di casa hanno evidenziato in maniera imbarazzante una confusione generale figlia anche, ad onore del vero, del recente rimescolamento di giocatori ma soprattutto di una serie infinita di problemi tattici e caratteriali.
Onore in ogni caso ad una Sutor che ha condotto dall’inizio alla fine, trascinata da due uomini come Steele e Burns che prima del match erano stati messi assai in discussione ma che, grazie alla saggezza ed alla conduzione paternalistica di Recalcati, sono stati messi al riparo da inutili polemiche fino ad arrivare all’eccellente prestazione odierna.
Primo quarto da incubo per la Scavolini Banca Marche, che viene doppiata da Montegranaro subendo ben 32 punti soli dieci minuti.
Nelle prime azioni i padroni di casa riescono a rimanere in scia agli ospiti finché sono sorretti da una buona mira, ma poi vengono sopraffatti dai tiratori avversari, per la verità aiutati fortemente da una difesa amatoriale capace di spendere un solo fallo e solo a cinque secondi al termine del quarto.
Il piano partita iniziale di Markovski è quello di servire con costanza Crosariol contro i mezzi lunghi avversari ma anche il centrone di casa si perde dopo un avvio promettente, mentre addirittura dall’altro lato i lunghi avversari dominano a rimbalzo offensivo, con il discusso Burns sugli scudi. Tra gli esterni Steele appare inarrestabile, ben coadiuvato da Daniele Cinciarini (ex con il dente un po’ avvelenato) e comunque la Sutor è micidiale con tutti i suoi uomini, come dimostra il 14/20 totale al tiro ed il dominio a rimbalzo.
In apertura di secondo quarto Markovski decide di adeguarsi agli avversari e gioca con Flamini e Mack sotto canestro; l’idea dà buoni frutti ma forse è più merito della fiammata di Barbour (13 punti nel solo secondo quarto per lui) e dei lampi di classe ancora un po’ intermittenti di Kinsey, che della mossa tattica.
Nei primi cinque minuti del secondo quarto la Scavolini Banca Marche rimonta rabbiosamente ma poi, arrivata a -4 (34-38) a 4:20 dalla fine proprio con un gioco da tre punti di Barbour, gli uomini di Markovski si fermano; in effetti, esaurita la spinta dei suoi due mori e tornati a giocare in maniera più ragionata, i biancorossi si arenano in un gioco offensivo fatto di tanti palleggi e di tanti sterili uno contro uno.
Montegranaro ha così gioco piuttosto facile e riottenere un sicuro margine di vantaggio di dieci punti (37-47) alla pausa lunga.
Markovski si presenta al terzo quarto con un altro dei suoi quintetti atipici con Amici in guardia e Mack quale unico (finto) lungo; anche quest’idea sembra dare inizialmente una piccola volta alla partita ma alla fine tutte le rotazioni presentate dal coach italo macedone accusano delle gravi carenze a livello difensivo nonché un’oggettiva incapacità ad arginare in qualche modo la pericolosità al tiro di tutti i giocatori avversari.
Così, quando si esaurisce la spinta della novità e le transizioni dei padroni di casa non funzionano, per la Sutor è facile tornare ad un vantaggio in doppia cifra grazie alla precisione al tiro in particolare di Steele e Burns, ma anche tante buone cose del fischiatissimo Amoroso.
A metà terzo quarto la Scavolini Banca Marche è ancora a -6 (54-60) grazie ad una tripla di un discreto Mack ma la sensazione, poi rivelatasi giusta, è che la squadra di Markovski viva di casi fortuiti e non abbia quella continuità necessarie per poter concretizzare la rimonta; in effetti è così perché i soliti Steele e Burns riportano il vantaggio ospite sulla doppia cifra.
Markovski abbozza addirittura un quintetto con Flamini unico lungo, ma poi il quarto si chiude sul 55-71 ed ormai i biancorossi di casa hanno perso ogni goccia di fiducia e così l’ultima frazione altro non è con un doloroso stillicidio per la truppa di casa ed un lungo festeggiamento per i tifosi ospiti; il vantaggio si mantiene sempre tra i dieci ed i quindici punti ed anche Mack e Barbour, gli unici a segnare con continuità, alzano bandiera bianca contro un avversario ormai in completa fiducia.
Scavolini Banca Marche Pesaro – Sutor Montegranaro 78-93
Parziali (15-32; 19-15; 21-24; 23-22)
Progressione 15-32; 34-47; 55-71
Tabellini
Mvp: reduce da un’influenza e messo in discussione (più dalla stampa che altro) per le sue prestazioni mai troppo al di sopra di una stiracchiata sufficienza, oggi Christian Burns si è preso tutte le rivincite, con una prestazione da 19 punti ed 8 rimbalzi, conditi da un’inesauribile energia sotto le plance con la quale, nonostante la statura non proprio da lungo, ha messo in crisi tutti pivot e le ali avversarie.
Wvp: Il vituperato Hamilton se ne è andato ed il nuovo arrivato Thomas non poteva fare più di tanto, così ancora una volta sono emersi i gravi problemi della Scavolini Banca Marche a livello di playmaking, all’interno dei quali si fa luce in negativo Denis Clemente, confusionario, impreciso al tiro ed oggettivamente inadatto a questi livelli.
Spogliatoi
Markovski: non siamo mai stati in vantaggio per tutta la partita e quindi non potevamo meritare di vincere; ci siamo presentati al match in condizioni oscene dal punto di vista difensivo e anche se non è questo il momento di indagare sulle cause di ciò, non posso non rimarcare come abbiamo permesso loro di segnare 32 punti nel primo quarto, con una proiezione finale sul match di 130 punti segnati, commettendo un solo fallo in 10 minuti. Poi abbiamo aggiustato un po’ le cose dal punto di vista dell’intensità difensiva ma ovviamente non è bastato. Siamo stati traditi dall’andamento della partita, in quanto i giocatori più talentuosi in attacco, e che potevano compiere la rimonta, erano quelli che avevano più problemi in difesa e quindi non potevo neanche tenerli in campo più di tanto. Crosariol ha giocato poco perché aveva dei problemi alla caviglia e quindi non è più rientrato perché non aveva senso rischiarlo in una partita che evidentemente non era la sua.
Recalcati: ovviamente sono contento per i due punti che per noi sono come ossigeno, ma anche perché abbiamo avuto l’impatto sulla partita che volevamo. Contavo molto sul fatto che rispetto a Pesaro avevamo più organizzazione; in effetti questo vantaggio l’abbiamo sfruttato fin da subito con una buona difesa che, guarda caso, ha avuto ottime ripercussioni anche sull’attacco, con buona circolazione di palla e fruttuosa ricerca dell’uomo smarcato. Il buon vantaggio ottenuto nel primo quarto ci ha consentito di passare indenni anche attraverso la prevedibile reazione di Pesaro, riuscendo a mantenere sempre almeno quei 4-5 punti fondamentali per raggiungere la vittoria finale. Nel secondo tempo, vista la maggiore intensità messa in campo dalla Scavolini Banca Marche, siamo stati più imprecisi, ma abbiamo sempre mantenuto un certo controllo sulla partita.
Giulio Pasolini