Giunti praticamente a metà stagione, in quasi tutte le competizioni, facciamo il punto sulla situazione del basket in TV, mezzo attraverso il quale la maggior parte di noi può godere del gioco più bello del mondo.
Se l’Eurolega, al suo giro di boa, ci ha regalato poche soddisfazioni (Siena), ennesimi miracoli sfiorati (Cantù) e figuracce colossali (Milano), il voto alla copertura di Sportitalia resta alto. Piacevole la novità del commento tecnico di Coach Lino Lardo, affiancato a Matteo Gandini. Confermata la coppia Trigger-Coach Peterson con quest’ultimo, piaccia o meno, che da oltre 30 anni insegna basket ad ogni telecronaca. Ok vecchio, ok superato, ok tutto quello che volete ma The Coach rimane tale, e non solo per diritto acquisito.
Venendo alla nostra amata penisola, e al campionato di Serie A, trovo discreto il servizio di mamma RAI, così come la telecronaca che accompagna le partite (spesso) della domenica sera. Non saremo a livelli Sky, se questo deve essere per forza il metro di paragone, ma se invece il confronto rimane con LA7, beh si vince a mani bassissime! Evito ogni ulteriore commento sulle telecronache in questione e ringrazio profondamente Sportitalia che “bissa” la diretta, alleviando anima e cuore di ogni “basketball maniac”.
Iniziata in autunno l’NCAA ci troviamo di fronte a una proposta incredibile, soprattutto per chi da ragazzo seguiva una partita a settimana sull’allora Koper Capodistria, poi Tele+ ecc. ecc. e ora grazie a ESPN America ha solo l’imbarazzo della scelta. Gli orari a volte sono proibitivi – e non parlo delle dirette notturne ma delle gare che vanno in onda, che ne so, un martedì pomeriggio qualsiasi alle 16:00! – ma soprattutto le gare più interessanti sono assolutamente registrabili e visionabili in orari più accessibili anche a chi la merenda non la fa più (o almeno non dovrebbe…) da un pezzo. Il piacere dell’HD nativo (come recita qualche spot) aggiunge quel qualcosa in più che rende imperdibili gli scontri fra questi giovinastri, se mai fossero perdibili, appunto, clima, rivalità e tutto quanto fa College Basketball.
Nota dolente invece per le (poche) repliche in italiano, proposte da Sky Sport. La coppia Bonfardeci-Mamoli non convince ancora. Vero che la passione di entrambi per il basket NCAA è fuori discussione, vero altrettanto che Mamoli da commentatore tecnico fa il suo mentre – a mio avviso – il Bonfa non è proprio quello che si può dire un telecronista “ascoltabile”. Impegno – tanto – e voto sufficiente proprio per questo, di stima, come si suol dire.
In attesa del Natale che tutti gli appassionati di basket a stelle e strisce sognano da sempre, con le due gare in diretta (Lakers-Knicks e la riedizione delle ultime finali Heat-Thunder a seguire, mica pizza e fichi) proposte da Sky, non si può non chiudere le pagelline di fine anno con lo staff NBA di S. Giulia.
Buffa, ormai prossimo alla beatificazione, si è superato in questa stagione con la rubrica “L’NBA dei vostri padri” che va in onda spesso a fine gara. Pennellate sulla tela degne del miglior pittore che l’Italia – in senso cestistico – abbia mai avuto, o se preferite racconti da autentico story-teller del parquet, le puntate valgono la registrazione da tramandare ai posteri.
In accoppiata con Tranquillo nelle telecronache Federico rimane attualmente insuperabile, bilanciando – bontà sua – i noiosi interventi del collega. Sempre detto: preparatissimo, numero uno indiscusso, forse solo troppo conscio di questo e sicuramente assente, come direbbe lo stesso Buffa, nel momento in cui distribuirono la modestia.
A qualcuno queste parole suoneranno come bestemmie urlate in una chiesa. Amen.
In telecronaca diretta stacca chiunque di almeno 1 km, vedi Finals&C. In registrata del giorno dopo, soprattutto durante le gare meno tirate e interessanti, passano anche 4-5 azioni senza che queste vengano minimamente commentate, per lasciare spazio a dissertazioni infinite (e ripetute per mesi, quando si prende un vizio poi non va più via) su regolamenti da cambiare et similia.
Quest’anno poi la novità: qualsiasi argomento trattato diventa velocemente e irreparabilmente “complesso”. Saremo tutti rincretiniti e questo è quello che ci meritiamo, ma forse basterebbe scendere al livello di ogni “semplice” appassionato e spiegarci con parole comprensibili cosa c’è di così complesso nelle scelte di un allenatore o di una dirigenza. Del perchè, per fare un esempio a caso, Stoudemire non troverà posto al rientro dall’infortunio non è che serva Einstein per capirlo, ma tant’è… Liquidiamo a sto punto anche altri argomenti con la stessa motivazione, magari ci godiamo tutti quanti un po’ di più le partite, anche se non soprattutto quelle in cui la spalla del buon Flavio è nostro malgrado Davide “in ritmo” Pessina. Anche qui tanto impegno, il tentativo, spesso maldestro, di risultare simpatico, ma sopportiamo, visto che poteva andarci notevolmente peggio!