Ho bandito da tempo la definizione di meritato e immeritato nello sport. Un aggettivo spesso usato a caso e soprattutto per giustificare lacune proprie e determinanti per un mancato risultato. “Avremmo meritato di più” è la classica frase del dopo partita, non solo nel basket, quando invece il più delle volte il campo ha parlato in modo estremamente chiaro.
L’EA7 versione 2012/2013 merita ben più di un’eccezione. I milanesi hanno stra-meritato la sconfitta in quel di Vitoria, un -2 finale che di certo incide e non poco sulla classifica di Eurolega che al contrario, soprattutto alla luce del parziale dei primi 20 minuti di gioco, le avrebbe regalato una qualificazione con due giornate di anticipo.
A Scariolo e soci invece piace complicarsi la vita, e farlo magari anche in modo eclatante, regalando così alla società e ai propri tifosi altre due gare al cardiopalma, in casa con lo Zalgiris e poi in terra ellenica con l’Olympiacos campione in carica.
L’Olimpia dei primi due quarti è sicuramente quella squadra che nei pronostici di inizio stagione avrebbe dovuto dominare a mani basse di certo in Italia, per puntare poi a qualcosa di più della “classica” qualificazione alla Top 16 in Eurolega, già raggiunta negli ultimi anni. La difesa tiene un Caja Laboral di certo non all’altezza della propria recente storia, a soli 28 punti. L’attacco è meno impacciato di tante altre volte, costruendo finalmente buonissimi tiri che gli esterni di Milano non mancano di mandare a bersaglio. E se pensiamo che almeno in un paio di occasioni un Fotsis stranamente rinunciatario nonostante almeno 3 metri di vantaggio sul difensore, non s’è preso dei tiri comodi che avrebbero incrementato ulteriormente il vantaggio, il +12 all’intervallo lungo suona quasi come una beffa.
Avrà sicuramente rotto le scatole a molti telespettatori (forse ignoranti, sicuramente irrispettosi) con le frasi che da 30 anni accompagnano le sue telecronache, ma Coach Dan Peterson – a ragione! – pronuncia la classica profezia, come ogni volta che dopo 20 minuti di gioco ci si trova di fronte a una situazione simile:”L’intervallo è nemico della squadra in testa!”.
Non c’era forse bisogno del Coach per prevedere che Vitoria non avrebbe potuto giocare così male anche la ripresa, per quanto la prestazione dei baschi è stata condizionata come detto dalla buona se non ottima difesa dei meneghini durante i primi due quarti di gioco. Ma soprattutto non è pensabile che l’Olimpia possa riproporre, con costanza, quanto di buono fatto vedere fino a quel momento. E infatti…
Nel terzo quarto, pur mantenendo un minimo vantaggio, l’Emporio Armani si fa recuperare quasi del tutto. Inizio tragico con più palle perse che canestri. Cook che di questa squadra dovrebbe essere il cervello sembra aver lasciato quest’ultimo sulla panca dello spogliatoio. Bourousis va clamorosamente sotto contro Lampe (14 punti 12 rimbalzi) e l’attacco in generale si paralizza. Milano entra in un soporifero momento di incertezza, tiri che arrivano sempre mal costruiti e sul filo della sirena dei 24″; Scariolo non riesce a svegliare la squadra dall’incubo, già vissuto, di una rimonta che dovrebbe essere controllabile, ma che appare subito cosa certa a guardare le facce dei giocatori, come se fossero ormai consci, a questo punto della stagione, che entrati in questa “modalità passiva” non se ne possa uscire e si sia condannati a guardare ad esempio un San Emeterio fantastico nell’entrare dalla panchina e contribuire con 17 punti e la tripla che porta i suoi sul 62 pari.
Heurtel poi mette la ciliegina sulla torta, segna il canestro del sorpasso e lascia a Milano poco più di 4 secondi per tentare di acciuffare una vittoria ormai scappata via, non di ribaltare il parziale dell’andata (+10 a favore dei baschi al Forum di Assago) ma almeno di tornarsene in patria con una W determinante per il proseguo del cammino europeo. Al contrario dell’Olimpia che è già da tempo nel bonus, Nocioni & c. hanno ancora ben due falli da spendere. Già le rimesse di Scariolo non sono esattamente quelle di Doc Rivers (e chi segue l’NBA sa di cosa parlo), figuriamoci con gli avversari che pur pensando solo a fare fallo per mangiare qualche decimo si trovano ancora un po’ con il passaggio dalla rimessa direttamente nelle proprie mani – perchè s’è rischiato anche questo! – per il più facile degli 1 vs 0 in contropiede. Non si arriva a tanto ma solo a buttare per aria l’ennesima preghiera a fil di sirena che non va nemmeno vicina alla possibilità di incontrare il fondo della retìna. Finisce 64-62 con Langford miglior marcatore dei suoi (16) ma anche lui coinvolto nel blackout meneghino degli ultimi 20 minuti. Basile si starà chiedendo se il giorno che Proli ha deciso di firmarlo non abbia sbagliato guardando sulla parete il calendario del 2004 e non quello attuale, pensando così che Gianluca possa ancora essere quello che ad Atene poteva segnare anche dal parcheggio.
Tutti i tifosi Olimpia e gli appassionati italiani invece si domandano, sempre più convinti della risposta, se questa non sia l’ennesima stagione fatta di promesse non mantenute, di pronostici non rispettati, di soldi buttati da un Armani che evidentemente continua ad affidare i suoi investimenti cestistici alle persone sbagliate. Detto questo in campo continuano ad andarci i giocatori, pagati per il livello di gioco dimostrato quando indossavano altre casacche, ma che messi tutti insieme a vestire la gloriosa maglia delle Scarpette Rosse, non sanno assolutamente vincere né convincere.
CAJA LABORAL VITORIA _ EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 64-62
Parziali: 14-19; 14-23; 17-11; 19-9.
Progressione: 14-19; 28-42; 45-53; 64-62.
QUOTES
Z.Tabak: Abbiamo chiaramente visto due partite in una. Sono contento per come abbiamo recuperato, soprattutto alzando la qualità della nostra difesa e vincendo la battaglia a rimbalzo. Tutte cose nelle quali non siamo perfetti ma ci stiamo lavorando,E’ stata una vittoria importantissima, pur non giocando bene, in un momento della stagione in cui la nostra fiducia era assolutamente a livelli bassissimi.
S.Scariolo: Fa male perdere una partita che hai dominato per quasi 40 minuti. Nel primo tempo abbiamo concesso un solo rimbalzo offensivo, mentre nel secondo addirittura 9. Qualche rimbalzo in più e una miglior circolazione di palla nei momenti decisivi ci avrebbero permesso di strappare vittoria e qualificazione, che ora si fa incerta. Dobbiamo vincere in casa con lo Zalgiris e poi andare ad Atene con in mente solo la vittoria. Detto ciò va riconosciuto al Caja Laboral il merito per una grandissima prova d’orgoglio.
Andrea Pontremoli
@A_P_Official