BOLOGNA – Il campo di Bologna si rivela nuovamente indigesto per l’Acea giunta alla sconfitta numero 39 in 46 incontri sotto le Due Torri. Sconfitta arrivata al cospetto di una SAIE3 che non ha steccato quello che era, a tutti gli effetti, un esame importante. Dopo le sconfitte di Caserta e Reggio, le critiche arrivate da più parti e la scelta di Claudio Sabatini di esporsi pubblicamente per riparare la squadra dai rimproveri, i due punti erano praticamente obbligatori per la truppa di Finelli. Si chiedeva maggior impegno e cattiveria, e maggior impegno e cattiveria sono arrivati. In particolare dal trio di mori Hasbrouck-Smith-Minard, tanto deludenti nelle ultime settimane, quanto convincenti oggi. E non tanto per le cifre, comunque importanti, quanto per l’atteggiamento, che spesso nei giocatori USA è sempre sotto la lente di ingrandimento. Caserta e Reggio Emilia avevano mostrato atleti quasi svogliati o poco interessati alla causa. Il derby con la Virtus capitolina ha acceso i riflettori su dei giocatori vogliosi di sbattersi in difesa e capaci di fidarsi anche dei compagni in attacco. Da lì in poi la strada per Bologna è stata in discesa, con un Poeta molto positivo e segnali confortanti dal giovane svedese Gaddefors. Delusione per Roma, invece, che proprio sul campo dell’atteggiamento ha perso la partita. 20 palle perse, solo 4 recuperi, percentuali scadenti da fuori (quando l’Acea era la migliore del campionato), 11 rimbalzi offensivi concessi. Come anche sottolineato da Calvani in conferenza stampa, la sensazione è stata quella di una squadra arrivata un po’ satolla dopo gli ultimi successi. Solo Datome e D’Ercole hanno cercato di accendere la scintilla, e c’erano quasi riusciti, propiziando il rientro finale, ma lì i problemi in regia (leggasi Taylor e Goss) hanno condannato i giallorossi alla sconfitta.
La coppia Taylor-Lawal in avvio di partita mette subito in mostra una buona intesa e per il lungo di Roma schiacciare quattro punti rapidi è poco più che una passeggiata. I padroni di casa, però, rispondono presente all’appello, in particolare col trio di americani. Hasbrouck, Minard e Smith scendono in campo con la faccia giusta e l’intensità e l’aggressività sono quelle richieste. Minard (ex di turno) prosegue la sua striscia magica da dietro l’arco quando si gioca su questo parquet infilando i suoi primi due tentativi. Hasbrouck lo imita e Smith attacca al ferro con maggiore convinzione. Roma è soprattutto Datome, anche perché presto le opzioni interne vengono dimenticate. Sul 20-14 Bologna l’Acea tenta subito di ricucire lo strappo, ma concede troppo in penetrazione a Poeta che la punisce e termina il primo quarto sul 24-20 per i bianconeri, penalizzati anche da qualche persa di troppo.
Roma prova ad alzare il pressing a tutto campo con buoni risultati inziali, ma se da una parte Datome continua a segnare con una facilità disarmante, dall’altra sono ancora Hasbrouck e Smith a ribattere colpo su colpo. Il giro dei cambi, intanto, è in pieno svolgimento: Bologna mette aggressività in difesa e circolazione di palla in attacco, talvolta anche eccessiva. Roma, ora con la prima punta sarda a rifiatare, non ha punti di riferimento in attacco e stagna troppo in palleggi e isolamenti. Gaddefors con un canestro da 3 avvicina il vantaggio dei felsinei alla doppia cifra, ma Calvani, con due azioni di zona, propizia un parzialino di 0-5 che costringe il collega Finelli al time out. Bobby Jones, più con l’energia che con la testa, ha buon impatto sulla gara e permette ai giallorossi di non staccarsi, mentre Bologna in attacco riesce a variare abbastanza le soluzioni interne/esterne e, pur con un passaggio a vuoto nel finale, chiude con 5 lunghezze di vantaggio all’intervallo lungo.
Come spesso accade, il rientro dagli spogliatoi dà un’impronta decisa alla partita, e anche questa gara non fa eccezione. Roma si ripresenta in campo “ostaggio” delle improvvisazioni di Taylor e Goss che combinano un buon numero di danni. Brava Bologna ad approfittarne subito, grazie anche alla complicità di una difesa a zona romana difficile da qualificare. Poeta la colpisce subito da tre, mentre Taylor finalmente riesce a mettere qualche nota positiva regalando due ottimi assists a Lawal, che però nel frattempo arriva a quota tre falli. Da lì in poi, per tre minuti buoni, è il caos più assoluto in campo: tiri sbagliati, anche elementari, palle perse e falli macchiano una partita fino a quel punto godibile. Si scaldano anche gli animi e ne fa le spese coach Calvani, sanzionato di un fallo tecnico. In un momento di basket stagnante Bologna concretizza: due liberi di Hasbrouck a segno e poi tripla di Smith. +13 padroni di casa che diventa velocemente +16, con Roma che accusa il colpo mentre la SAIE3 alza la pressione difensiva. Rocca, dopo aver litigato col ferro, segna sei punti filati raccogliendo i frutti di tanto duro lavoro nel pitturato. Il solito Datome e un’invenzione di Taylor riavvicinano una Roma capace, a fine terzo periodo, di assommare l’incredibile dato di zero palle recuperate e 18 perse.
La partita, però, non è finita. Bologna si arena in attacco e, di contro, si infiamma Lorenzo D’Ercole: cinque punti consecutivi ricuciono il punteggio a -7 e spingono al time out Finelli. Il coach restituisce un po’ di calma ai suoi che si rimettono ad attaccare con più costrutto una zona che, comunque, continua a concedere tiri aperti e valanghe di rimbalzi in attacco. Segnano Smith e Poeta, ma poi arriva una nuova fiammata dell’Acea, ancora firmata D’Ercole. La partita è definitivamente riaperta, anche perché Datome, liberato dalla marcatura del duo Minard-Gaddefors, ricama sette punti in un amen. Hasbrouck segna da tre, ma ancora Datome colpisce dalla lunga. Gaddefors ha il colpo del ko, ma lo manca in contropiede e allora Goss fa -3 dalla lunetta. Hasbrouck in attacco sbaglia malamente e con 25’’ Roma ha la palla del potenziale pareggio. Che, però, Taylor spreca con una gestione decisamente rivedibile e sbagliando in penetrazione. Rimbalzo di Steven Smith e partita in frigo per Bologna.
SAIE3 Bologna – Acea Roma 85-79
Parziali: 24-20; 19-18; 24-17; 18-24;
Progressione: 24-20; 43-38; 67-55; 85-79;
MVP: Come detto, premio ai tre mori di Bologna, molto positivi quando i bonus da giocarsi erano terminati. 51 punti totali col 50% al tiro. Insomma, quello che una squadra si attenderebbe dai propri USA.
WVP: Phill Goss, in estate richiesto in questi lidi, non si è certo fatto rimpiangere. Serata da dimenticare per lui, sia al tiro (3/8), che nella gestione del pallone (6 perse). Male anche il plus/minus (-10).
SALA STAMPA
Alex Finelli
Marco Calvani
Nicolò Fiumi
3 Comments
Davide
Fred, sono d’accordo sulla disamina e aggiungo anche che e’ stata la peggior partita di Roma quest’anno. Pero, ed e’ un pero grosso come una casa, gli arbitri hanno spinto la partita in una direzione ben precisa. Premetto che ho visto la partita dal vivo a Bologna e certe cose dal vivo sono molto piu evidenti. Roma ha giocato in attacco con le mani addosso tutto il tempo, in difesa ci fischiavano i sospiri e non c’e’ stata uniformita di giudizio in quanto a passi e blocchi in movimento. Calvani si e’ preso un tecnico dopo il secondo fallo in attacco consecutivo fischiato contro Roma, non per nervosismo o confusione! Forse avremmo perso lo stesso, o forse no. Non mi piace attaccare e attaccarmi agli arbitri, ma ieri si e’ andati molto oltre il lecito. Peccato.
Roberto
E’ vero, l’arbitraggio è stato chiaramente casalingo. Lo stesso Calvani lo ha fatto capire al termine della partita, quando ha sottolineato più volte che a Bologna “nel dubbio” non ti regalano niente. Il coach dell’Acea era però anche giustamente arrabbiato con i suoi giocatori perchè, come lui stesso ha fatto notare, questa era una partita che Roma, nonostante gli arbitri, avrebbe potuto vincere. Calvani parla di atteggiamento sbagliato e ha ragione. Non tanto perché i giocatori vanno sempre e comunque stimolati a far meglio ma proprio perché a Bologna si sono visti dei passi indietro rispetto alle partite precedenti, sia nel modo di difendere che nelle scelte offensive. Purtroppo Taylor ha mostrato ancora una volta dei limiti evidenti, legati alla giovane età, per cui alterna giocate anche spettacolari a minchiate pazzesche. Goss è e resta un buon giocatore, ma come bocca da fuoco difetta di continuità: il problema è che mentre a Venezia era comunque riuscito a dare un buon contributo a rimbalzo, con Bologna nemmeno quello. Czyz, dopo un buon avvio di stagione, da cinque partite è letteralmente scomparso! Dagunduro resta un oggetto misterioso, Lorant fa quello che può, mentre Jones dà timidi segni di risveglio ma è ancora lontano da un rendimento accettabile. Nonostante ciò, a 25 secondi dal termine Roma era ancora in partita. Un buon segno, anche perché questa squadra sembra avere un potenziale di crescita ancora tutto da esplorare, a livello collettivo e individuale. Ad esempio, Calvani sta insegnando ai propri giocatori come si difende a zona, purtroppo si è visto che questo schema non sempre viene eseguito correttamente. A livello individuale, Lawal deve imparare ad amministrarsi meglio, evitando falli stupidi e contenendo la propria esuberanza di saltatore: con Bologna ha effettuato tre stoppate quando era evidente che il pallone era in parabola discendente. Ma il difetto più grave su cui Calvani ha giustamente puntato il dito è quello delle palle perse. Sono convinto che, limando questi dettagli, Roma possa legittimamente ambire a un posto tra le prime otto del campionato. Forza Virtus!
FRED
@Davide.
Sugli arbitri personalmente non mi esprimo mai, a mio avviso sono sempre ininfluenti ed a comprova di questo, a 21 secondi avevi palla in mano e potenziale aggancio.
Sicuramente a Bologna è difficile passare, lo sanno tutti, ma io punterei l’indice su come Roma abbia sbagliato approccio, sicuramente.
La pressione era tutta dalla loro parte e non si è riusciti a gestirla adeguatamente, a riversarla cioè addosso alle V Nere che , una volta scappati nel punteggio, non hanno dovuto sentire la pressione addosso. Il tecnico poi a Calvani è stata la svolta, andati sotto di 15 punti, la gara è stata virtualmente chiusa.
@Roberto.
Hai ragione, il mio “rammarico” è di non vedere quasi mai i 9 giocatori a disposizione dare tutti insieme qualcosa di positivo, così è difficile vincere, figuriamoci a Bologna.
Saluti