E si riparte ufficialmente con NMTPG versione 2.0, mentre reinizia anche la stagione 2012-13. Il Ramadan di NBA quest’anno è stato meno doloroso grazie alle olimpiadi e all’NBA Europe Live Tour (potete leggerne qui), ma comunque siamo contenti che sia finito.
E con cosa ripartire se non con un meraviglioso Power Ranking?
Premessa 1: Lo so, non è un’idea originale, è del tutto inutile e completamente inattendibile. L’unica attività che rivaleggia col power ranking per inutilità e inattendibilità sono le previsioni dei playoffs.
Ma d’altro canto, in questo mondo orientato al trash, non c’è niente che generi più interesse (o che si sia più tentati di analizzare), quindi iniziamo.
Premessa 2: oltre a quanto detto sopra, il Power Ranking è inattendibile anche perchè in realtà dipende molto dai parametri in base ai quali lo si fa:
parliamo di potenziale delle squadre?
Di previsione del risultato finale della regular season o di percentuale di probabilità di vincere il titolo? Nel primo caso ad esempio Boston difficilmente è tra le prime 10 (difficilmente i vecchietti si ammazzeranno per vincere 5-6 partite in più, preferendo saggiamente amministrare le energie), nel secondo non escono dalle prime 4.
E poi, ha senso un ranking di tutta l’NBA? Voglio dire: i Sixers a fine anno avranno probabilmente un record migliore di quello dei Twolves. Fra le due trovo che Minnie sia decisamente più forte, ma giocando a ovest e quindi disputando la maggior parte delle partite contro squadre più forti, è probabile che ne vincano meno; quindi chi va messo sopra?
Diciamo che alla fine il mio ranking è una media di queste cose, in cui però ho pesato decisamente di più la probabilità di vincere il titolo.
Comunque la si voglia vedere, credo che la 1 e la 30 siano indiscutibili…
[b]30: Charlotte Bobcats[/b]
Kemba Walker da titolare potrebbe fare meglio dello scorso anno (quando era sembrato un decoroso sesto uomo, nemmeno di lusso), e c’è grande attesa su Kidd Gilchrist, la sventolata pietra angolare della ricostruzione. Oddio, si tratta di un ala piccola che pare già pronta per l’NBA, difende, fa un po’ di tutto in attacco, ottimo QI cestistico, molto allenabile, bravo ragazzo, leader e buon esempio in spogliatoio. Onestamente, raccontato così sembra al massimo Shane Battier, che è stato fondamentale nell’ultimo titolo degli Heat, ma che aveva anche davanti 3 all star che al momento sembrano mancare in North Carolina…
E’ arrivato anche Gordon, che un buon 20 punti dalla panca con pessime percentuali te li può anche dare (anche se il ragazzo sembra un po’ perso dai tempi belli di Chicago, quando vinceva le partite nel quarto quarto con regolarità): non servono necessariamente a vincere le partite, ma quando fai schifissimo tutto fa brodo.
La mia opinione resta che senza di loro la lega sarebbe un posto migliore.
[b]29: Sacramento Kings[/b]
Fredette ha un cuore che fa provincia e una faccia tosta da competizione; al college è bastato a farne un piccolo eroe nazionale, nell’NBA l’evidente carenza di stazza e atletismo si paga. L’essere finito in uno spogliatoio anarcoide ed egoista poi non ha certo aiutato. Oggi è poco più che una mascotte. Ma almeno non ingombra, cosa che non si può dire per il compagno di reparto, quel Tyreke Evans che solo 2 anni fa sembrava destinato a essere il nuovo Iverson, dopo una stagione da Rookie in cui è parso del tutto inarrestabile (in accezione sia buona che cattiva), e che ora è solo un elemento destabilizzante dello spogliatoio. Certo, fare 20 punti con 40 tiri può apparire interessante se in squadra non hai nessun compagno in grado di metterla, ma appena il livello del roster sale, è più difficilmente difendibile.
Al momento l’asset più interessante è decisamente Cousins, gran fisico, potenziale enorme, uno degli ultimi interpreti di un ruolo di big man ormai quasi estinto. Peccato sia un imbecille, giochi solo quando ne ha voglia e litighi con tutte le entità, animate e non, presenti in spogliatoio. L’altro è Isaiah Thomas, scelto bassissimo al draft a apparso immediatamente un grande playmaker. Certo, l’alternativa in casa era Evans…
La peggior squadra a ovest.
[b]28: Washington Wizards[/b]
Okay, potrebbero essere peggio dei Kings. E in passato non hanno fatto molto per meritarsi fiducia. La squadra però pare ben bilanciata, il talento c’è, e l’arrivo di veterani posati come Okafor, Ariza e Nenè (uniti alla partenza di Blatche e McGee) potrebbe alzare il livello di attenzione anche degli altri, che fin qui per impegno e capacità di concentrazione sono sembrati più un asilo nido che una franchigia NBA.
Webster invece sembra più in continuità con il trend passato…
Insomma, non stiamo parlando di dover vincere il titolo, ma solo di fare meno pena dello scorso anno e di vincere più dei Bobcats (e lì basta presentarsi alla palla a 2 con almeno 5 persone scelte a caso fra il pubblico) e dei Kings. Il vero salto di qualità (e di qualche posizione verso l’alto) potrebbero farlo se Wall dimostrasse nel suo contract year poter essere più intelligente in campo, che significa fare scelte migliori, ma anche essere disponibile ad allenarsi per completare il suo bagaglio tecnico: battere l’uomo in palleggio andandogli via sulla destra può essere sufficiente a finire su ESPN nel tuo anno da rookie, ma dopo 3 anni nella lega, o hai imparato a fare anche dell’altro, o gli avversari è probabile ti abbiano preso le misure…
[b]27: Orlando Magic[/b]
Dal management c’è una sola indicazione per la stagione dei Magic: perdere, e perderemo!
O meglio, è un filo più articolata: fino alla trade line, facciamo giocare il più possibile quelli che vorremmo cedere (ovvero tutti quelli che costino più di 1.000.000 $ all’anno, con particolare attenzione al Turco), speriamo che qualcuno creda che siano dei fenomeni e se li prenda. Poi, perdere e perderemo! Nel frattempo, mentre si dedicano al tanking più sfrenato, anche dare un occhio ai giocatori nuovi a roster per vedere se possano far parte del progetto Magic del futuro non dispiacerebbe. La priorità comunque è chiaramente scegliere più in alto possibile al draft nei prossimi 2 anni. Sperando di trovare un nuovo centro dominante e un po’ bambinone che dopo qualche stagione possa spezzargli il cuore andandosene a Los Angeles (gli è capitato più di frequente di quanto non ci si aspetterebbe…).
Non sono più in basso solo perchè nella prima parte di stagione probabilmente guideranno le danze Nelson e Afflalo, meravigliosi underdogs che danno il meglio quando nessuno si aspetta nulla da loro. Se dovessero fare TROPPO bene, verranno messi in naftalina.
[b]26: Houston Rockets[/b]
Lo so, sono un po’ in alto. Ma ho voluto scommettere su Jeremy Lin, che sinceramente mi fa impazzire. Tra l’altro si trova nel suo contesto ideale: carta bianca, scarse attese, compagni scarsi (quindi nessun ego ipertrofico alla Melo da gestire e con cui entrare in competizione); praticamente la situazione trovata ai Knicks nelle due settimane di follia dello scorso anno. A differenza di Wall, sembra anche abbastanza intelligente da capire che deve imparare anche a fare qualcosa di diverso nel suo gioco offensivo, se vuole continuare a essere un fattore. Kevin Martin è lì, i peggiori 20 punti sempre pronti ad accadere; spesso è rotto, nessuno lo sopporta, e soprattutto nessun altro team se lo vuole prendere, non ostante i pesanti sforzi in questa direzione della dirigenza Rockets. Asic è senz’altro pagato troppo, ma non mi stupirei di veder crescere le sue statistiche a fianco a Lin, come accaduto per Chandler (lo stesso tipo di giocatore, solo moltiplicato 10). Per il resto ci sono una decina di ali fra piccole e grandi (ma soprattutto tweaners), tutte giovani, molte con potenziale, nessuna star. Un bel gruppo, da cui estrarre un pacchetto a piacere per uno scambio che porti a migliorare il roster. Doveva succedere in estate per Howard, o almeno per Bynum, ma non c’è stato niente da fare. Vai Jeremy, non mi deludere!
[b]25: Detroit Pistons[/b]
Se non esistessero i Bobcats, potrebbero facilmente essere la squadra meno entusiasmante della lega. Nessuna stella, ma un po’ di buoni giocatori, come Bynum, Stuckey, Maxiell, le ombre di Prince e Magette, più qualche rookie interessante (Singler e Middleton): è difficile fare peggio delle squadre citate prima. Che poi vederli giocare possa essere eccitante, parliamone…
[b]24: Phoenix Suns[/b]
Il concetto di essere orfani non veniva esplorato con tanta drammaticità dai tempi del film “Annie”. Nash se n’è andato, e con lui 2/3 del valore della squadra. Perchè oltre a quello che il canadese dava in prima persona, c’era ovviamente il fatto di aver preso dei figuranti e averli fatti sembrare con continuità dei giocatori di basket. Insieme a lui la franchigia di Cocoon perde anche l’altro arzillo vecchietto in direzione LA, quel Grant Hill che ha scelto però la corte di Chris Paul. Le chiavi della squadra sono state date a Dragic, cavallo di ritorno, che a Phonix aveva celebrato il momento più alto della carriera, un quarto quarto di playoffs in cui aveva vinto da solo una partita segnando in ogni modo possibile. Anche qui, il rapporto di valore è forse 1 a 10, ma si tratta come tipologia di giocatore di qualcosa di simile a Nash, e questo potrebbe aiutare. E’ arrivato anche Bisley, ex seconda scelta del draft, una testa usata principalmente per sostenere le orecchie, ma un talento che non si può discutere. Anche qui, dagli palla con frequenza e libertà di azione, e dei bei numeri te li mette su. Gortat e Dudley non sono stelle, ma il loro onesto contributo lo danno sempre.
Infine, se Dragic non dovesse rendere secondo le attese, c’è sempre il piano B, costituito dall’ex Tar Heel Kendall Marshall, altro playmaker non particolarmente atletico, ma di grande carisma e capacità di coinvolgere i compagni.
[b]23: Atlanta Hawks[/b]
Sapete che se c’è da parlar male degli Hawks non mi tiro mai indietro. Hanno smantellato una squadra discreta ma senza prospettive di miglioramento, e sono rimasti con il solo Horford (ottimo e affidabile, ma non necessariamente destinato a Springfield) come asset di valore. Il play è Devin Harris, e qui mi potrei già fermare, probabile che in corso d’anno gli venga preferito in regia (con rispetto parlando…) Jeff Teague, mentre mi aspetto una gran stagione da Josh Smith, in contract year e con le valigie già pronte (e da parecchio). Insomma, sono molto peggio dello scorso anno, ma possono comunque vincere un buon numero di partite. Sempre che a un certo punto la proprietà non tiri il freno a mano in ottica lottery. Altra squadra che spero non passi spesso in TV.
[b]22: Toronto Raptors[/b]
Meglio dello scorso anno, grazie all’arrivo di Lowry in regia, e quindi anche dello spostamento a sesto uomo di Calderon, che torna ad un ruolo dove, a livello NBA, rende al meglio. Terrence Ross chiederà i suoi tiri, e probabilmente il più sacrificato dovrà essere DeRozan. Il bel gioco, onestamente, non perderà granchè…
Per il resto tutto gira intorno a Bargnani: se è sano e se finalmente gioca in modo dominante (come ha fatto vedere a tratti la scorsa stagione) i Raptors possono puntare all’ultimo posto per i PO. Devi accettare che in difesa meglio di così non sarà mai, e che a rimbalzo sia meno efficace di Nate Robinson. A parte questo però ti tieni in casa il miglior lungo offensivo ad est di Nowitzki. Se invece ancora non dovesse convincere, probabilmente saremmo vicini all’addio al Canada da parte del Mago (cosa che peraltro probabilmente lo intristirebbe il giusto).
[b]21: Portland Trailblazers[/b]
Anche questa, squadra avvincente come guardare qualcuno che sfoglia l’elenco del telefono. 5 anni fa sembrava destinata a dominare la lega per i successivi 10 anni. Oggi di quella squadra si trovano in mano solo Alridge, il classico lungo che non impegna, fa buoni numeri, non sporca il foglio e non dice la cosa sbagliata. Un tiratore (e che tiratore!) dalla media e un buon penetratore faccia al ferro, ma le spalle a canestro non le mette troppo volentieri, anche perchè poi non sa cosa fare. Batum è rimasto, più per non lasciarlo ai cresciutissimi rivali di Minnie, che non perchè avessero qualcosa da fargli fare. Si trovano a metà del guado, troppo forti per fare tanking, e troppo scarsi per puntare ai playoffs.
[b]20: Golden State Warriors[/b]
Questi dovrebbero stare molto più in alto (o tecnicamente più in basso, visto che sono partito dal fondo). Completi, abbastanza profondi, bilanciati, con un mare di talento e di teste pensanti. Curry, Thompson, Bogut (a proposito: ma quanto è inquietante la sua foto nel player’s profile sul sito dei Warrios?), Lee, Rush, Landry. Insomma, a parte Richard Jefferson (e il suo contratto) sono una squadra perfetta). Peccato solo che l’asse play-pivot della squadra sia titolare di uno dei più alti tassi di “infortunabilità” della storia (per la cronaca, Curry si è già reinfortunato in preseason…). Interessanti da vedere, potrebbero trovare una buona chimica (i caratteri non sembrano particolarmente problematici, perfino Bogut non è più lo st£@&£@ insopportabile di inizio carriera). Se non si rompessero troppo potrebbero andare ai PO. Quindi non si avvicineranno nemmeno.
[b]19: Cleveland Cavs[/b]
Questi invece sono forse troppo in alto. Ma ho voluto in qualche modo dare fiducia e premiare l’ottimo lavoro di ricostruzione che stanno facendo i Cavs. Capiamoci, passare dal tetto al fondo della lega in 2 mesi non è una cosa da cui sia facile riprendersi. E se hai pure la palla al piede di una serie di contratti in essere lunghi e pesanti per giocatori che avevano un senso (chi più, chi meno) come complemento al Re, ma non ne hanno nessuno senza Lebron, e per non lasciare niente di intentato giochi pure nella città meno eccitante d’america, con i FA che non fanno la fila per giocare da te, ecco, dato tutto questo, il fatto che non guardino con invidia i Bobcats, ma se la giochino per un record fra il 30 e il 40% lo vedo come un miracolo.
I contrattoni sono ormai quasi tutti andati, e con Irving, Thompson (che nel finale della scorsa stagione ha lanciato segnali incoraggianti) e gli altri rookies la strada della ricostruzione pare molto ben avviata. Troppi giovani per mirare ancora alla Lottery, credo sia ora di provare a dare a questa squadra una mentalità vincente e far crescere quello che si ha, consapevoli anche che, se il progetto diventasse credibile, ed avendo a breve grosso spazio salariale, forse qualche giocatore di livello lo si può anche portare sul lago.
[b]18: Chicago Bulls[/b]
Dove li metti sbagli. Dipende molto da quando e come torna Rose (avete visto lo spot dell’Adidas, con Chicago che si ferma quando Rose si rompe, e riparte quando lui inizia la riabilitazione? Cercatelo, CAPOLAVORO!). Se torna presto (si parla addirittura di dicembre) ed è lui, tornano di prepotenza la terza forza a est, dopo gli Heat, e molto vicini a Celtics. Se torna tardi, il problema sarà della dirigenza, nel riuscire a convincere Tibodeau a fare tanking, pratica in cui si troverebbe meno a suo agio che nella lap dance. Probabile, visto l’ambiente e la personalità di D Rose, che la verità starà nel mezzo, con Rose che torna a inizio del prossimo anno, che vorrebbe fare di più ma non ce la fa, i PO vengono centrati, ma si esce presto.
[b]17: Milwaukee Bucks[/b]
Questi li vogliono vedere tutti, e spero che ce ne daranno ampie razioni. Nessun legame nemmeno occasionale con la possibilità di farsi strada nei PO, ma il gioco veloce, sregolato e criminale guidato da Jennings e Ellis merita da solo la visione. Ilyasova è stato confermato a cifre importanti dopo la buona stagione passata, e Pryzbilla e Dalembert sono arrivati a rimpiazzare i centimetri di Bynum (sulla quantità, bene, sulla qualità forse c’è ancora un po’ da lavorare…). Un po’ di veterani, Udrih a portare un po’ d’ordine quando servisse, ma alla fine tutto comincia e finisce con i due folletti in regia: il giorno che trovano la chimica sono inarrestabili, quando non la trovano sono 60 tiri col 20% in due.
[b]16: Utah Jazz[/b]
Anno di transizione per i Jazz, nell’attesa che Hayward, Favors e Kanter maturino. Nel frattempo però l’annata non dovrebbe essere drammatica, vista la notevole front line con Jefferson e Milsapp (da vedere chi resterà il prossimo anno), e in regia l’ottimo Mo Williams, non un fenomeno, ma l’anno scorso sono andati ai PO con Harris, quindi non vedo perchè con Williams dovrebbero fare peggio.
[b]15: Philadelphia 76ers[/b]
Come anticipato, questi stanno così in alto principalmente perchè giocano a Est, qualcuno le partite le deve vincere, così come 8 devono fare i PO. Hanno a roster l’unico Pivot rimasto nella Eastern, e se se lo giocano bene, solo con questa carta vanno avanti. Manca un’ala forte vera, e la conversione forzata di Hawes o il recupero di Kwame Brown appaiono un po’ rischiosi. Richardson può sparare le ultime cartucce per una squadra che comunque ha momenti di black out offensivo clamorosi, e una storica carenza nel tiro da 3. Per il resto c’è il solito mare indefinito di giocatori forti ma non determinanti, senz’altro non costanti, che a turno possono risolverti la serata: Holiday, Turner, Young, Wright.
Aridatece er Dottoreeeee!
[b]Interludio[/b]
Siamo così arrivati poco oltre metà classifica. Per quei coraggiosi che fossero arrivati fin qui, solo una rassicurazione: con le prime 16 squadre sono andato un po’ più nel dettaglio perchè per molte di loro credo e spero che non ci saranno molte occasioni di riparlarne, quindi volevo almeno darvi un flash.
Con le prossime 14 andremo via invece molto più in fretta, sia perchè avremo senz’altro occasione di riparlarne, sia perchè una valutazione un po’ più completa la potete già trovare qui e qui.
[b]14: New Orleans Hornets[/b]
C’è entusiasmo a NO. Un allenatore giovane (Williams) e universalmente riconosciuto come di altissimo livello; il numero 1 dello scorso draft (Davis), lungo vero, capace di spaventare gli avversari non solo con una faccia inquietante da cartone animato, ma anche con fisico, atletismo e tecnica; una macchina da punti di provata efficacia come Eric Gordon, magari non contentissimo di essere rimasto lì (si era già lanciato in sperticate e forse un tantino premature lodi verso i Suns quando gli avevano fatto la loro proposta), ma comunque ha necessità di far vedere quanto vale, non foss’altro che per tenere alto il suo valore di mercato. E poi il piccolo Rivers, da capire se possa essere riconvertito in play per poter giocare a fianco a Gordon, ma comunque disponibile anche come piano B nel caso Gordon “dovesse” essere ceduto. Nessuna esperienza, nessuna chimica, ma tanta roba buona e tanto entusiasmo, nelle mani di qualcuno che sa come sfruttarli.
[b]13: Brooklyn Nets [/b]
Tanto talento, mal amalgamato. Possono vincere anche tanto in RS, destinati a essere spazzati via presto nei PO.
[b]12: Dallas Mavericks[/b]
11: Minnesota Timberwolves[/b]
Qui ho voluto strafare. Sono alti per una squadra così nuova e soggetta a infortuni. Adelman ha però a disposizione il miglior materiale umano degli ultimi 10 anni, e se Rubio riesce a non rompersi leggendo il giornale, possono anche passare un turno di PO.
[b]10: Denver Nuggets
9: NY Knicks
8: Indiana Pacers[/b]
Che siano una squadra di alta classifica non si discute. Il problema è che sembrano molto vicini alla piena maturità (cioè difficilmente possono migliorare molto), e indubbiamente così non sono una contender. PO sicuri, forse possono sudarsi anche un secondo turno, ma è difficile ipotizzare che (quest’anno o i prossimi) possano fare più di così.
[b]7: Memphis Grizzlies[/b]
Due anni fa ci hanno stregato tutti. L’anno scorso sono andati comunque vicinissimi al secondo turno (fuori in sette contro i Clips), con anche l’attenuante di un Randolph in stato fisico penoso. Quest’anno, come si dice, “o la va, o SI spacca!”. Appare comunque sempre educato non scommettere contro di loro nei PO.
[b]6: SanAntonio Spurs[/b]
Ultimo ballo per davvero. E non è pensabile che vada TUTTO bene, come lo scorso anno. Poi dovranno seriamente pensare a ricostruire (sempre che Duncan si decida ad abdicare…)
[b]5: LA Clippers
4: LA Lakers[/b]
Una squadra così non può allenarla nessuno. Men che meno Brown. 3 ipotesi: 1) comanda Nash e in qualche modo riescono a trovare un accordo e giocare decorosamente, magari fino alla finale; 2) comanda Kobe, e si prevedono musi lunghi e sabotaggi e ripicche quando si arriva in fondo; 3) non comanda nessuno, e si schiantano al primo turno dei PO
[b]3: Boston Celtics[/b]
Mercato eccezionale, che rinforza una squadra che l’anno scorso è sembrata l’unica vera alternativa agli Heat ad est. Il dubbio è se Garnett possa essere di nuovo il giocatore degli scorsi PO. I Celtics gli hanno messo intorno parecchi cambi di buon valore (la rotazione lunghi comprenderà: Bass, Sullinger, Milicic, Collins, Melo, a tratti anche Green), per permettergli di sfilarsi il pigiama non prima di marzo. A meno di infortuni clamorosi, dovrebbero tornare in finale di conference (onestamente, anche per scarsità di alternative!)
[b]2: OKC Thunder[/b]
Se riescono a trovare l’accordo col Barba, nei prossimi 5 anni vincono da 1 a 3 titoli. Se Harden se ne va, rischiano di restare a vita una splendida incompiuta.
[b]1: Miami Heat[/b]
Semplicemente i più forti. O, se preferite, quelli con meno difetti, quelli che hanno più possibilità di contrastare situazioni avverse. Onestamente nessuna delle altre squadre sembra in grado di costringerli a perdere. Fino all’anno scorso era lecito, anzi doveroso, aspettarsi che li fermasse Lebron, ma dopo gli ultimi PO non sembra probabile. E poi potrebbe tornare il vero Wade…
Con questo chiudiamo questo primo appuntamento di NMTPG. Vi ringrazio per la pazienza, e ci sentiamo venerdì prossimo per vedere come si è aperta la stagione.
Vae Victis
Carlo Torriani
3 Comments
Jack
Forse nel citare i giocatori dei Pistons hai sbagliato… quella dovrebbe essere la lista di coloro che ogni tifoso accompagnerebbe personalmente in aeroporto con un biglietto di sola andata (certo, aggiungendo però Daye e soprattutto Villanueva!).
Sii buono con un povero tifoso di Detroit, che da anni vive nella tenebra!! Se consideri Knight, Monroe e soprattutto Drummond… non dico che ci divertiremo, ma almeno un piccolo spiraglio di luce si spera di intravederlo!
Comunque gran bell’articolo, come sempre. Ci mancavi. Ben tornato NMTPG!!
Stock
Probabilmente la mia visione così negativa dei Pistons è dovuta all’essere un “amante” tradito. Ai tempi del titolo, dei Wallaces, Billaps Rip e Prince ero per lo meno un simpatizzante (in fondo in panca c’era Larry Brown, e in finale giocavano contro i Lakers, già odiosi di loro, e per di più in una versione All star comprate al supermercato), quindi considerato com’erano, e cosa promettevano di poter essere per un po’ di anni, vedere quello che c’è oggi mi mette tristezza. Detroit non ha voluto sposare fino in fondo la via “giovane”, tenendosi troppo Billups, troppissimo Hamilton e oltre i limiti del penale Prince, e oggi si trova con alcuni giovani buoni sì, ma non abbastanza da far intravedere futuro da contender, e soprattutto li sta pasturando a veleni con uno spogliatoio vergognoso e malsano (e l’arrivo di magette non aiuta). E’ chiaro che quando si parla di giovani e di loro possibile evoluzione nel futuro si va pesantemente nel campo del soggettivo. A me ad esempio convince molto di più la “linea giovane” di Cleveland rispetto a quella di Detroit. Quindi tranquillo, visto quanto ci prendo di solito, Cleveland vivrà in lottery e Detroit tornerà in finale in 3 anni.
ciao e grazie
Jack
Già, e a leggere quei cinque nomi che hai scritto ho già versato un paio di lacrime di nostalgia.
Ma mi rendo conto della mia posizione particolare. Se le 30 squadre fossero 30 ragazze, Detroit sarebbe sicuramente una delle più brutte. Ma io ne sono innamorato, che devo farci? Invece tu, giustamente, ti giri a guardare le fighe che stanno a Miami, a Los Angeles, in Oklahoma… O quella signora un po’ attempata ma ancora molto affascinante che sta a Boston…