In inglese si dice “bounce back” e ha quel significato di “rimbalzare” dopo una dolorosa sconfitta. E’ quello che ha fatto l’EA7 Emporio Armani Milano sul campo del Cedevita, dopo l’ignobile prestazione fornita ad Avellino. La squadra di Scariolo ha mostrato le unghie nel momento topico della partita, quando era necessario dare lo strappo decisivo, dopo che per ampi tratti, era sembrata quella narcisa e distratta della partita con Avellino.
Ci sono ancora tantissimi aspetti da rivedere, non ultimo il pericoloso mixaggio tra tiro da due punti e tiro da tre, dove il numero dei tiri dietro l’arco è pericolosamente alto, ma la vittoria che porta i biancorossi sul 2-0 nel girone è quantomai preziosa, visto che solo lo Zalgiris è riuscito a tenere il passo.
La partita si apre subito con una tripla di Fotsis e con Milano che sembra poter mantenere un piccolo vantaggio con agilità, ma i soliti buchi di concentrazione permettono al Cedevita di rimanere in gara e rientrare agevolmente, anche da distacchi di sei-otto punti. Gelabale è il più in palla per i padroni di casa (chiuderà con 20 punti e 8 rimbalzi), in quanto fatica a trovare un contraltare alla sua esuberanza fisica. Se togliamo l’ex Real Madrid, però, il resto della squadra fatica a trovare soluzioni logiche ed efficaci, perchè pare chiaro che il gioco di Maljkovic non si sposi perfettamente con le idee di Marques Green. Il folletto ex Avellino ha sempre dato il meglio in una pallacanestro sui 28 metri e, seppure con lampi di classe a lui consoni, il suo rendimento è stato sotto il par. Dall’altra parte il vero disastro è stato Rok Stipcevic che si è esibito in diverse nefandezze in cabina di regia e ha fatto coincidere i suoi periodi in campo, con i peggiori della squadra (eccezion fatta per una tripla importante nel secondo tempo). Fortunatamente per Scariolo, Cook ha risposto con una prova balistica da 5-7 da tre punti nei momenti cruciali del quarto periodo, quando con i suoi canestri e quelli di Fotsis (13 punti, 8 rimbalzi e 20 di valutazione), Milano è riuscita a spezzare in due la gara, godendosi un finale piuttosto tranquillo e una differenza canestri che fa ben sperare.
Il mattatore del match, però, è stato Keith Langford. Pasticcione e affrettato nei primi tre quarti, si è trasformato da brutto anatroccolo a cigno di classe nell’ultimo periodo con un parziale del tutto personale di 7-0 e un assist al bacio per Hendrix che ha portato Milano al primo allungo dell’ultima frazione. Il talento è indiscutibile ed è chiaro che quando prenda ritmo diventi uno degli attaccanti meno arginabili del vecchio continente, ma lascia ancora perplessi la sua amalgama con Malik Hairston, in quanto non si è ancora vista una partita dove abbiano brillato entrambi contemporaneamente. E’ vero che per caratteristiche i giocatori sono piuttosto simili, ma averli ai massimi livelli contemporaneamente sarà la chiave per la stagione milanese.
A Sergio Scariolo l’ardua sentenza.
Cedevita Zagabria-EA7 Emporio Armani Milano 71-83 (16-19, 21-21, 16-16, 18-27)
MVP: Keith Langford-Omar Cook. Sicuramente l’MVP balistico è stato Keith, ma il peso specifico dei canestri messi a segno dal capitano biancorosso, valgono allo stesso livello la scorribanda in terra croata.
WVP: Rok Stipcevic. Se lo chiedevano in molti cosa c’entrasse questo giocatore con la campagna acquisti milanese e lui non sta smentendo queste voci. In questa partita addirittura dannoso per i suoi.
Simone Mazzola