Il miracolo, la conferma di una realtà che dimostra di tirare fuori sempre gli attributi nel momento del bisogno. Milano ha speso i suoi 15 milioni per fare il suo roster, mentre la Sidigas è costretta a mettere in campo una squadra senza due dei suoi americani che erano stati prospettati in estate. Manca il “sindaco” Linton Johnson assente perchè rientrato negli Usa, e Hardy, problemi ancora per il suo visto, e in campo c’è ancora Mavraides, che ci sta poco e male, facendo disastri qua e là. L’EA7 dura solo qualche minuto, il tempo a illudersi con i 4 punti di Gentile (unici di una partita ancora anonima del giocatore ex Treviso) e una tripla di Langford, che sembrano indirizzare la gara. Poi inizia a giocare Avellino svegliata dalla tripla di Shakur e dall’inizio dell’Ebi show. Il lungo nigeriano, si prende l’area pitturata, lotta strappando rimbalzi e segnando in faccia a chiunque gli si pari davanti, piazza stoppate e diviene il fattore dominante. Warren riesce ad essere l’ago della bilancia di Avellino con le sue penetrazioni abili a fruttare i cambi difensivi orditi dalla difesa di Scariolo, Dragovic è una spinta nel fianco da dentro e fuori l’area e il gioco è bello che fatto. Un canestro di Cook da tre, un lay up di Boroussis chiudono la prima frazione sul +2 ospite, fino all’eclissi del gioco delle scarpette rosse. La superiorità di Avellino riesce ad esprimersi anche senza Richardson, stasera impreciso, ma che ha Shakur e Dragovic abili a colpire dall’arco con triple ben costruite e frutto di tanto lavoro fatto in settimana. E’ un parziale di 14-2 quello che chiude i primi 20′, con Warren che arriva per ben due volte in penetrazione al ferro, Dragovic che è una spina nel fianco e Ebi che trova il fondo del secchiello direttamente da rimbalzo offensivo e si gasa a tal punto dallo stoppare per tre volte in due minuti il malcapitato Hendrix. Con 9 punti di vantaggio alla pausa lunga ci si aspetta la risposta milanese, ma arriva un 9-0 mortifero in apertura degli irpini che con il +18 chiude già di fatto la gara (sarebbe un 23-2 dal 16′). Non basta Cook, Avellino continua a toccare massimi vantaggi con le triple di Dragovic e con la rinascita di Richardson, che ci mette più grinta e atletismo. Si arriva perfino al +23, prima di un accenno di reazione degli uomini di Scariolo, affidato al solito duo Cook-Fotsis. Avellino tira i remi in barca e il play dell’Olimpia si scatena servendo a Hairston la palla che viene convertita in una tripla, poi andando a realizzare il -16. Richardson mette una tripla ad altissimo coefficiente di difficoltà che fa capire davvero che quella è la serata della Sidigas. Il quarto periodo vive di garbage time, con Avellino che concede spazio ai suoi giovani, trovando in Biligha un insperato protagonista. Il finale dice 80-58, meritato e giusto premio per una squadra che ha giocato col cuore, tirato con il 50% dal campo e attaccando bene le varie situazioni contro una squadra di lignaggio superiore. Milano non ha leader designati e sembra peccare di continuità. Forse ha inciso e non poco la stanchezza dell’Efes ma non deve essere una giustificazione. Onore a Valli e al suo lavoro, con questo spirito, chiunque avrà difficoltà a battere la Sidigas, e se il roster sarà completato con Hardy e Johnson, come si sperava in estate, chissà cosa può ancora accadere.
AVELLINO – MILANO 80-58 (18-20; 40-31; 61-45)
TABELLINI:
MVP: Ebi, signore del parquet stasera, con punti rimbalzi e tanta sostanza
WVP: Inconsistenza di Milano e incapacità di leggere le situazioni come dimostrano i soli 2 liberi guadagnati (e sbagliati) in 40′.