Superata la cocente delusione per l’esclusione dal massimo campionato, che tutti da queste parti continuano a vedere come un’ingiustizia, Treviso Basket Srl è tornata sui suoi passi. Inizialmente si era prospettato un anno di stop, in attesa della riorganizzazione dei veri campionati, ma ad inizio settembre la nuova dirigenza ha invece optato per la partecipazione ad un campionato minore. La scelta va probabilmente interpretata nell’ottica di evitare che “mesi di nulla” facciano scemare il grande entusiasmo creatosi quest’estate intorno al progetto di UniVerso Treviso.
Grazie ad un accordo recente con la Pallacanestro Treviso (quella che era la “Benetton”), Treviso Basket ha preso “in prestito” due squadre giovanili, con l’idea di assegnare all’Under 19 il ruolo di prima squadra. Poi è stata chiesta ed ottenuta l’ammissione al campionato di Promozione, che con quest’ultima iscrizione ha raggiunto il numero di 16 partecipanti, quasi tutte del trevigiano. L’esordio sarà il 30 settembre ad Agordo (una bellunese), mentre le partite casalinghe saranno giocate il venerdì sera, sembra, alla Ghirada. Si spera però che ci sia la possibilità di trasferirsi a breve al Natatorio, l’impianto, più capiente e suggestivo, che ospitava gli incontri della Pallacanestro Treviso prima dell’edificazione del Palaverde.
Perché pensare ad un palazzo capiente? In contemporanea con l’uscita della notizia della ripartenza da un campionato minore della prima squadra della città, si è diffusa la voce (idea, sogno, delirio dei giornalisti locali?) che alcuni pezzi di storia della Benetton avrebbero fatto parte del roster. Butto lì qualche nome, e solo per citare i più gettonati (sui giornali ne compare ogni giorno uno nuovo: al confronto, le bombe di Mosca sono miccette…): Riccardo Pittis, Massimo Jacopini, Claudio Coldebella (trevigiano che non ha per altro mai giocato con la Benetton), Massimo Minto, Paolo Pressacco, Ciccio Vianini… Ma si parla perfino di convocazioni all’estero!
Il senso? Si può chiamare simpatica operazione di marketing. Se proprio si deve partire dal basso, facciamolo con stile, chiamando a raccolta un buon numero di tifosi, con un’altra esca che si aggiunge al chiosco delle birre (che non deve mancare!). la Fip provinciale ha accolto l’ipotesi con entusiasmo, prevedendo un campionato di promozione di assoluto appeal, contraddistinto dal “sold out” (ideale: in promozione non si paga) in tutte le trasferte della squadra della City.
E il bello è che l’idea, nata, ribadisco, non si sa esattamente dove e da chi, sta convincendo sempre più anche i diretti interessati. Pittis, Jacopini e Minto son ben più che possibilisti e, anzi, affermano che alla fin fine, più che per divertire, lo faranno per divertirsi. Sicuro è che non sarà un impegno gravoso: a turno, 2, 3 o 4 vecchie glorie andranno a fare compagnia ad un gruppo di ragazzini (comunque destinati, sulla carta, a vincere il campionato senza troppi affanni), regalandosi qualche minuto di parquet, e qualche birra al citato chiosco con i tifosi. Magari le oscenità in campo saranno più numerose delle perle, ma se la birra è buona… dove sta il problema?
Purché duri solo una stagione, questo è sport!
Paolo Brugnara